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Vecchio 24-05-2012, 16.59.24   #2141
Guisgard
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
“Si, milady...” disse il locandiere ad Altea “... è quell'uomo seduto a quel tavolo in fondo alla sala “... raggiungetelo pure.”
La sala era gremita di persone, tutte accorse per assistere al salvataggio del povero Barius.
Al tavolo più lontano era seduto l'uomo che aveva chiesto di Altea.
Vedendola, subito si alzò e andò incontro alla ragazza.
Era un giovane uomo dall'aria scanzonata e i modi raffinati.
“Lady Altea, immagino.” Sorridendole. “Perdonate se ho disturbato il vostro riposo, ma appena arrivato in questo luogo mi hanno subito parlato del grande cavaliere sir Fyellon e della sua inseparabile compagna di avventure lady Altea. Io sono John Seth, poeta e cantore, milady. Sono venuto qui per mettere in versi tutta questa storia. E voi e sir Fyellon sarete gli eroi di questa vicenda, naturalmente. Ma prego, sedete con me a questo tavolo... così potremo parlare. Vorrei conoscere meglio voi ed il vostro compagno di avventure.”
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Vecchio 24-05-2012, 17.37.43   #2142
elisabeth
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elisabeth è un gioiello nella rocciaelisabeth è un gioiello nella rocciaelisabeth è un gioiello nella roccia
Ebbi come la strana sensazione che il nostro Monachello ci stesse prendendo in giro.....i cigni dapprima erano una pure fantasia e poi...bastava una sana colazione per metterci in marcia e guarda caso..li avremmo sicuramente trovati.......Pane e frutti......la cosa non mi convinceva...seguii Reas...." Reas, aspettate un attimo......voi siete veramente sicuro di avere fame ?....secondo me il Monaco svanira' nel nulla...e lo fara' mentre Voi state addentando una bella fetta di pane croccante.......e non guardatemi come se vi avessi sorpreso con le dita nel vasetto della marmellata.....i cigni li ha sicuramente lui e se sono stati sottratti a Goz....hanno piu' importanza di quanto avessi mai sospettato........ve la sentite di rimanere a digiuno ?...."......certo lo stomaco di Reas faceva delle rumorosissime proteste.....ma un cavaliere era pur sempre un cavaliere....
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Vecchio 24-05-2012, 17.47.43   #2143
Talia
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“Sei la più bella, gioia...” sussurrò lui ad un orecchio di Talia “... la più bella... e guardandoti comprendo cosa provò Lancillotto nel vedere Ginevra... e del perchè si innamorò perdutamente di lei...”
Sorrisi debolmente a quelle parole.
“Tu...” mormorai pianissimo, perché solo lui potesse sentire “Nessuno mi ha mai guardata come mi guardi tu. E a me... a me questo fa mancare l’aria!”
Feci un altro mezzo passo verso di lui, tremavo impercettibilmente...
“Il modo in cui mi parli e il modo in cui mi osservi... il modo in cui sorridi quando caparbiamente ti contraddico o quel modo che hai di stringere la mia mano quando ho paura... mi fa battere il cuore e mi toglie il respiro. Da sempre!”
Lentamente mi avvicinai e gli poggiai un leggero bacio sulla guancia...
“Dammi quel bacio, Guisgard!” sussurrai al suo orecchio “Quello che non riuscisti a darmi quella sera... dammelo adesso!”
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Vecchio 24-05-2012, 17.50.44   #2144
Altea
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Altea ha un'aura spettacolareAltea ha un'aura spettacolareAltea ha un'aura spettacolare
Il vecchio locandiere mi mostrò una figura seduta a un tavolo, mi avvicinai, la locanda era stranamente affollata...appena l'uomo mi vide si alzò e si diresse verso me, era un ragazzo..non lo avevo mai visto.
Si presentò subito e lo ascoltavo impietrita, come faceva a conoscere il mio nome? e la mia storia e le mie fattezze? Ma quando ascoltai le ultime parole trasalii.."Scusate sir Seth...come fate a conoscere il mio nome e le mie sembianze, di grazia? E' la prima volta che ci conosciamo e voi sapete già tutto di me e sir Fyellon" cercai di tranquilizzarmi, volevo andare a fondo di questo strano fatto.."orbene, sediamoci al tavolo e ditemi ciò che volete conoscere, anche se, a dire del vero, non ci trovo nulla di strano in ciò che sta succedendo, un ragazzo è rimasto sotto le macerie di una montagna non del tutto crollata e stiamo cercando di salvarlo..tutto qui" dissi sedendomi.
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"Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit.

"I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam)

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Vecchio 24-05-2012, 18.04.28   #2145
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Reas fissò incuriosito Elisabeth.
“Quel monaco...” disse “... dite dunque che ci sta ingannando? Ma come può essere? E' un uomo di Chiesa!” Restò pensieroso. “E sia... torniamo da lui subito... meglio non lasciare nulla di intentato...”
Tornarono così dal monaco e stranamente non trovarono più il religioso.
Reas lo chiamò più volte, ma nessuno rispose.
“Forse avevate visto giusto, milady!” Esclamò il capitano. “Quel monaco ci ha giocati come bambini!”
Ma proprio in quel momento si udirono dei rumori provenire dalla selva.
“Forse è il monaco che sta fuggendo!” Gridò Reas.
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Vecchio 24-05-2012, 18.36.06   #2146
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Ero arrabbiata ma allo stesso tempo mi veniva da ridere da morire.....Reas era sconvolto.....si sentiva beffato da un uomo di Chiesa....." Reas, adesso siamo sicuri che i cigni esistono......e se sentite rumore nella selva..non fatevi ingannare, il nostro Monaco e' ancora tra queste mura.....un po' di fiuto Comandante....se voi aveste qualcosa da celare e foste stato braccato....dove andreste?........forse depistereste il vostro nemico, e il monachello ha fatto lo stesso...che ne dite, forse e' meglio andarlo a cercare...abbiamo perso tanto tempo.."...
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Vecchio 24-05-2012, 18.48.53   #2147
Guisgard
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Quelle parole di Talia, seguite da un infinitesimale scintillio della pietra che aveva al collo la ragazza, sembrarono sconvolgere il cuore di Guisgard.
Avete mai atteso qualcosa con tutto voi stessi?
Avete mai inseguito un sogno fino ai confini perduti e inaccessibili della notte, raggiungendo quasi l'orizzonte incantato che la divide dal giorno?
Avete mai dato un nome alla Gioia ed invocata infinite volte fino a vederla poi rispondere a quel nome con cui l'avete battezzata?
Annullando in quel nome tutto il vostro passato, il vostro presente ed il vostro futuro?
In quel momento, Guisgard rivide tutta la sua vita davanti a lui e in ogni immagine, in ogni scena al suo fianco c'era Talia.
Tutta la sua vita era scandita dalla presenza di Talia.
“Talia...” sussurrò lui, stringendo fortissima la sua mano.
I suoi occhi erano fissi in quelli di lei e ad un tratto tutto svanì.
Tutto ciò che non riguardava loro due.
Svanì così la festa, il ballo, svanirono gli invitati ed i loro compagni.
Svanì l'angoscia per la presenza della Guardia Ducale e la paura per i Cavalieri della Luna Nascente.
Svanì tutto ciò che non fossero loro due.
Guisgard allora strinse a sé Talia e si avvicinò al suo volto.
Chiuse gli occhi e si lasciò condurre dal respiro di lei fino alla sua bocca.
Una bocca ardente sulla quale abbandonò le sue labbra insieme a tutti i suoi sogni.
E quell'appassionato bacio unì i due in un unico sussulto.

"Baciami, Andros..." sussurrò Chymela "... baciami come se questo bacio cancellasse il mondo intero... baciami come se otre questo bacio non ci fosse altro che il nostro amore... baciami, Andros... baciami senza smettere mai... baciami fin quando batteranno i nostri cuori... baciami, perchè quando smetterai io cesserò di vivere..."

“Fermi tutti!” Gridò all'improvviso De Slavan, Alfiere del duca. “Fermi, in nome di sua Signoria l'Arciduca!”
E su tutti gli invitati piombò agitazione e paura.
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Ultima modifica di Guisgard : 24-05-2012 alle ore 19.32.12.
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Vecchio 24-05-2012, 20.05.49   #2148
Talia
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Guisgard... quel bacio... quel momento... il momento più sospirato, desiderato, bramato e quasi temuto...
Ed in quel momento niente esisté più... niente aveva più valore o importanza, niente mi preoccupava più, niente più mi spaventava, niente era più degno di attenzione o di qualche considerazione... niente che non fosse Guisgard.
Le mie mani stringevano la sua veste sulle spalle, carezzavano i suoi capelli, il suo volto...
E persino quella breve immagine, nata probabilmente tra le luminescenze di quella pietra che ancora portavo al collo, non osò attraversare la mia mente come sempre accadeva... ma vi si affacciò appena, invece... mischiandosi e confondendosi tra le mille altre sensazioni del mio cuore.

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“Fermi tutti!” Gridò all'improvviso De Slavan, Alfiere del duca. “Fermi, in nome di sua Signoria l'Arciduca!”
E su tutti gli invitati piombò agitazione e paura.
Quelle parole pronunciate da quella voce imperiosa... non vi posi subito molta attenzione... le udii, e tuttavia la mia mente, occupata da ben altri pensieri, impiegò qualche istante in più per comprenderle...
Chinai lentamente la testa sul petto di Guisgard e sorrisi... un sorriso sereno, felice... un sorriso che non contemplava altro che me e lui...
D’un tratto poi, quasi senza che me ne rendessi conto, quell’improvvisa agitazione e quel vago senso di paura che serpeggiava per la piazza iniziò a farsi largo in me... iniziai a far caso a quel brusio e allo scalpiccio del cavalli, alle parole appena sussurrate intorno a noi e a quelle mezze frasi...
Sollevai di nuovo la testa, di scatto, e le mie mani tornarono a stringere la stoffa della giacca sulla manica di Guisgard...
“Che cosa succede?” sussurrai, improvvisamente preoccupata.
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Vecchio 24-05-2012, 20.49.15   #2149
Guisgard
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Qualcuno gridò, altri tentarono di lasciare la festa, ma era tutto inutile.
I soldati avevano praticamente circondato il palco.
“Stiamo cercando un tale...” disse De Slavan “... un certo Delucien Picau! Che si faccia avanti subito!”
Un brusio si alzò tra i presenti.
“Avanti, non costringetemi a farvi togliere tutte le maschere!” Urlò l'Alfiere dell'Arciduca. “Avanti, non ho molto tempo!”
Guisgard si sentì in trappola.
Strinse a sé Talia, come a volerla proteggere.
Fissò poi i suoi amici.
“Vogliono me...” mormorò Delucien.
“No, non andrai!” Piangendo Margel.
“Resta qui, Delucien...” fece Fernand.
“Metteremo solo in pericolo Guisgard e Talia...” disse il ricercato.
“Voi avete protetto Talia” fissandolo Guisgard “ed io sarò sempre in debito con voi tutti...”
“Cattureranno anche lei...” disse Delucien “... no, non vi metterò in pericolo...”
E fece un passo in avanti.
Guisgard allora fissò Talia.
“Sei la cosa più preziosa che ho...” le sussurrò “... e tutto ciò che faccio, lo faccio per te...” fissò poi Margel in lacrime “... affido a voi Talia...”
Delucien arrivò davanti a De Slavan e lo guardò.
“Sono io Delucien...”
De Slavan sorrise.
“Sono io Delucien!” Avanzando di un passo Guisgard.
“Sono io Delucien!” Affiancandosi a lui Fernand.

Come appariva diversa oggi la campagna di Capomazda.
Un verde pallido, intriso da schermaglie di giallino misto ad un tenue blu che finiva poi per sfumare in un lieve e sottile riverbero rosato, tremolava sotto l'alito leggero di quel fresco vento di Primavera, come accade alle acque calme e scintillanti di un lago dormiente ammansite dal Sole pomeridiano.
In lontananza, fino a raggiungere l'immaginario confine tracciato dall'orizzonte, correvano le forme di quella grande macchia lussureggiante che avvolgeva le terre del ducato, fino a lambire le sagome dei monti che tutt'intorno si ergevano come bastioni a guardia di quel mondo.
Fin dove giungeva lo sguardo, apparivano castelli, torri, casali, monasteri, borghi o rovine di un passato glorioso che sembravano ancora narrare, in un eco incantato, l'antico splendore di quella terra e degli uomini che la resero civile e cristiana.
La campagna era bellissima, come lo era sempre stata.
Eppure, lui la fissava come il marinaio guarda il mare sconfinato in cerca di una terra narrata in diverse leggende e depositaria di un favoloso tesoro.
Ne scrutava ogni angolo, ogni forma, ogni mutamento.
Quei luoghi a lui così familiari e amati, oggi apparivano invece spogli, muti, quasi estranei.
Cercava con gli occhi qualcosa che non poteva apparirgli.
Qualcosa di inafferrabile, di sfuggente, di etereo.
“Verso Nord” disse all'improvviso “ci sono le colline, vero?”
“Le colline?” Ripetè stupito Pysone.
“Si, bisogna andare verso i confini settentrionali del ducato per venderle, vero?” Domandò di nuovo Andros.
“Si, suppongo di si...” avvicinandosi a lui il fedele compagno “... Andros... è solo uno stato d'animo... non pensarci più...”
Andros si voltò a fissarlo.
“Rifletti...” continuò Pysone “... sei il rampollo di una stirpe tanto antica, quanto potente... governerai, se Dio vorrà, su una terra protetta dalla Chiesa e depositaria della fiducia di sua maestà... ambiscono ad esserti mogli principesse e nobildonne di terre quasi fiabesche... e tu? Tu invece a cosa pensi? Ad una terra lontana, che ci vede come suoi acerrimi nemici e ad una donna che è stata promessa ad un altro uomo!” Scosse il capo.
Andros sospirò, per poi tornare a fissare la campagna.
“Sei riuscito a fuggire per miracolo da Sigma!” Disse Pysone. “Ti davano la caccia tutti... soldati della Guardia Reale, cacciatori di taglie, mercenari... dimentica quella storia e goditi i tuoi privilegi. Il re di Eubeoli ti ha promesso la mano di sua figlia e come dote il potere sul suo regno. Capisci? Lo sbocco a mare che i tuoi antenati hanno cercato di conquistare da secoli! A Capomazda manca solo una flotta per dominare la costa e le sue isole!”
“E' bella la principessa di Eubeoli?” Domandò quasi distrattamente Andros.
“Si, è bellissima.” Rispose Pysone. “Alcuni emissari del re hanno portato un suo ritratto... io credo che poche donne possano eguagliarla in bellezza... i suoi capelli sono tra il pallido oro e il vivo vermiglio, la pelle è vellutata come petali di pesco e la bocca carnosa e soffice nel suo leggero battito purpureo... le forme sono quelle tipiche di una bellezza greca e la voce è calda e sensuale... e poi gli occhi!” Sorrise. “Gli occhi sono del colore che piace a te, amico mio!”
“Davvero?” Mormorò Andros. “E qual'è il colore che piace a me?”
“Non burlarti di me!” Esclamò Pysone. “Da sempre, sin da piccoli, non hai fatto altro che narrarmi di bellissime fanciulle dagli occhi chiari! Azzurri come il cielo terso d'Estate o verdi come le acque trasparenti di un lago tra i monti! Così sono sempre state le tue eroine, le protagoniste delle tue storie e dei tuoi sogni!”
“Già...” sorridendo malinconicamente Andros “... rammento i nostri giochi da piccoli... sai, da bambino, amavo ascoltare i discorsi dei medici di corte... mi nascondevo dietro una tenda o sotto un tavolo e restavo a sentirli parlare... mi apparivano come maghi, stregoni capaci di compiere incantesimi... un giorno stavano parlando della temperatura corporea... mi colpì ciò che dicevano... bastano sette o otto gradi al disopra della temperatura corporea per morire... quelle parole mi restarono impresse nella mente... dopo qualche giorno, giocando nel cortile del palazzo, in seguito ad una sudata, mi ammalai...” sorrise nuovamente “... mi era venuta la febbre... ero un bambino e tante cose mi erano ignote... pensavo infatti che la temperatura corporea normale fosse di trenta gradi circa e quando mia madre mi disse che avevo ben trentotto gradi di febbre, beh, mi spaventai non poco... pensavo di essere sul punto di morire... però, stranamente, nessuno mi trattava da moribondo... mio padre e mia padre erano si preoccupati, ma non più di altre volte in cui ero stato ammalato ed anche i medici di corte erano tranquilli... quella notte la paura quasi non mi fece dormire. Pensavo che se avessi dormito non mi sarei più risvegliato. Alla fine però, vinto dal sonno, mi addormentai. Mi svegliai la mattina seguente. Con mia somma sorpresa, non solo ero ancora vivo, ma mi sentivo anche bene! E quando mi affacciai dalla finestra della mia stanza, il mondo mi apparve straordinario. Come se fosse la prima volta che lo vedevo. Tutto era magico, speciale. Ogni cosa sembrava illuminata da una luce diversa. Davvero mi sentivo come se fossi nato in quel momento e il mondo che conoscevo prima non poteva reggere il paragone con lo spettacolo che ora si apriva ai miei occhi.”
Pysone lo ascoltava in silenzio.
“Si, gli occhi chiari sono meravigliosi” continuò Andros “e fino a ieri mi sembravano lo specchio del mondo... poi... poi ho visto i suoi occhi... e nulla è stato più come prima, proprio come quando ho rivisto il mondo dopo quella notte di febbre...”
“Di che colore sono i suoi occhi?” Chiese Pysone.
“Gli occhi di Chymela sono scuri...” rispose Andros “... eppure, quando comincia a fissarmi, sanno aprirsi, quasi sbocciare come fiori...e allora tutti i colori del mondo e tutti i suoi riflessi, i suoi bagliori e lo sfolgorio che attraversa il cielo penetrano in essi... i dotti affermano che i colori non sono innati, ma dipendono dalla luce del Sole... nello spazio, infatti, le cose che ci appaiono rosse o blu possono invece presentarsi verdi o gialle... asseconda dell'unione o della separazione dei colori poi abbiamo le tonalità cromatiche... bianco e nero non sono altro che la presenza o l'assenza di tutti i colori... ecco, il mondo a me si è mostrato con i suoi veri colori solo quando l'ho visto riflesso negli occhi di Chymela... è come guardare il cielo in una sera d'Estate... tutti accorrono per vedere il firmamento e le fattezze di quella serata... così come attirano gli occhi chiari di una donna... l'aria è clemente, calda, la gente affolla le strade e le città sono sveglie fino a notte alta... tutti guardano la volta celeste in cerca di una stella sconosciuta a cui dare il nome della propria amata... ma scrutando il cielo ti accorgi che l'afa non lo rende limpido e il caldo ti spinge poi a cercare un riparo più fresco... gli occhi di Chymela, invece, sono come una sera d'Inverno... molti preferiscono restare al caldo e si perdono lo straordinario spettacolo che sa offrire... l'aria è infatti fredda e quindi limpida, il cielo allora ti appare nitido con tutte le sue infinite stelle, moltissime delle quali quasi invisibili nelle afose notti estive ed anche i borghi sui monti lontani si mostrano chiaramente... allora, il tuo sguardo è libero di spaziare e conoscere tutte le meraviglie celate che quella sera ti offre... una sera ignota a tutti gli altri e dunque solo per te saranno i suoi doni...” mise una mano sulla spalla del suo compagno “... amico mio, negli occhi di Chymela è nascosto un tesoro... un tesoro ben più meraviglioso e pregiato di qualsiasi pietra preziosa che risplende in magnifici occhi azzurri, celesti o verdi...”
Pysone sorrise per poi fissare anch'egli la campagna di Capomazda.
“Dobbiamo andare, vero?” Domandò Andros all'amico. “Ci attendono a corte, immagino...”
“No, amico mio...” scuotendo il capo Pysone “... resta ancora un po' qui a sognare di lei... inventerò una scusa per il tuo ritardo...” ed uscì dalla stanza.

De Slavan fissò i tre davanti a lui.
“Bene, bene...” mormorò “... o ci troviamo davanti ad un caso di cronica crisi d' intentità, oppure il mio viaggio qui non sarà stato affatto noioso...”
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“Allora cerchiamolo in questo monastero!” Disse Reas ad Elisabeth. “Seguitemi!”
I due allora si misero a cercare fra le varie stanze di quel luogo.
Ma tutto sembrava ammutolito.
Ad un tratto, però, i due sentirono qualcosa.
Prima vago ed incerto, poi più chiaro e riconoscibile.
Era il canto di un cigno.
“Seguiamolo!” Fece Reas. “Seguiamo il canto del cigno!”
E giunsero davanti ad una porta chiusa.
“E' bloccata dall'interno!” Tentando di aprirla Reas.
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