30-05-2014, 01.57.30 | #2171 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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“Ora calmatevi...” disse Riccardo ad Eilonwy, scendendo da cavallo ed avvolgendo il corpo della ragazza nel suo mantello “... ecco, così l'umidità della notte non vi farà male... andiamo, vi riporterò al castello...” la prese in braccio e nonostante l'umore non proprio amichevole di Eilonwy, riuscì a farla sedere sulla sella insieme a lui “... ora cercate di stare buona, o finiremo per essere disarcionati dal cavallo... una volta al castello poi cercherò di spiegarvi ciò che intendevo dire riguardo all'Amore... perchè non è vero che ho negato l'eternità di tale sentimento, ma ho solo detto che i compromessi sono necessari e non esiste nulla di assoluto a questo mondo...”
All'improvviso il suono di una lira. Era un menestrello che si avvicinava, dall'aspetto gradevole, con i suoi capelli chiari e gli occhi azzurri, i modi semplici e il portamento cortese. “Potrei muovere obiezioni su questo, messere...” senza smettere di suonare la sua lira “... sul fatto che non esistono cose assolute a questo mondo, intendo...” sorrise “... beh, potrei smentirvi subito... l'amicizia, quella vera, è assoluta... così come la verità... e senza dimenticare la cosa più assoluta di tutte, la Fede Religiosa... naturalmente in questa nostra rapida lista non può mancare l'Amore... l'Amore Vero, così chiamato proprio perchè è assoluto... ah, quanto al tradimento, permettetemi, esso è la negazione dell'Amore... non un momento di debolezza o stanchezza e neppure un incidente, diciamo, di percorso come qualcuno si affanna a definirlo... chi ama non pensa minimamente di tradire e di conseguenza chi tradisce, ovviamente, non ama...” “Chi sei tu?” Chiese Riccardo. “Un menestrello, messere...” mostrando un profondo inchino il musico “... il mio nome è Fin Roma, per servirvi...”
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30-05-2014, 03.07.10 | #2172 |
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Dapprima pensai fosse un sogno.
Il mio incubo che diventava realtà. Ma poi mi accorsi di aver impugnato la spada di Dort. E allora perché non l'hai usata, dannazione? Come.. come hai potuto permetterlo? Ero stanca, in dormiveglia. Stanca? Sai uccidere un uomo a mani nude.. stanca non è una giustificazione.. No, dev'essere stato un sogno.. sicuro.. Svegliati Clio, svegliati.. La spada era ancora nelle mie mani, la veste ormai ridotta a brandelli. Una tentazione troppo forte. Non puoi, Clio.. non puoi.. Ma mi ha visto.. mi ha visto.. ero.. nuda davanti a lui.. Non posso.. non posso.. Hai una missione da compiere, posa quella spada. Non ti ha toccato, Clio.. Ma mi ha vista! Iniziai a tremare. Non a me.. non a me.. non a me.. non può essere successo a me.. Cosa mi sono allenata a fare tutti questi anni? Era da solo.. Un solo uomo.. come hai potuto permettertelo.. Tutti quegli anni a stare attenta, a spogliarmi di nascosto perché nessuno mi vedesse. Lui.. Mi presi la testa tra le mani. E io che avevo pensato di provare qualcosa per lui... No, sto sognando. Non può essere successo a me. Non a me.. "Ti ucciderò.." mormorai "Ti ucciderò, maledetto...". Risi, isterica "Perdonami.. ha detto perdonami.. come se fosse possibile..". Poi, mi domandai: dov'erano i miei uomini? La rabbia vinse il terrore, dandomi la forza di alzarmi, vestirmi e uscire. Raggiunsi la stanza dei miei, furiosa. "Turni di guardia.." urlai "Avete dimenticato cosa sono razza di idioti?". Chiusi gli occhi e cercai di respirare piano. Ora ti svegli, tranquilla.. può essere solo un sogno. "Guisgard.. trovatelo, e ditegli che gli concedo di andarsene.. ma che non provi in nessun modo a parlare con me, se lo incontrerò di nuovo, lo ucciderò..." tuonai "Domattina lasceremo definitivamente questo posto, e riprenderemo il nostro cammino..". Ero ancora esausta, l'idea di tornare in quella stanza mi terrorizzava. Non riuscivo a pensare. Come poteva aver fatto una cosa del genere a me? A me? E io che avevo anche pensato di provare qualcosa per lui.. Razza di idiota.. Cercai Dort con lo sguardo, e mi stesi accanto a lui, nel piccolo lettino. Tremavo, e non riuscivo a parlare. Mi rintanai tra le rassicuranti braccia del mio amico di sempre e piansi, nascondendo il viso contro di lui. "Voglio solo dormire.." riuscii a dire. E' stato un sogno, vedrai. Non l'avresti mai permesso. Mai. |
30-05-2014, 03.40.54 | #2173 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Accadde tutto all'improvviso.
Di guardia c'era andato Porturos, che però si era appisolato a causa del vino e dell'aria fresca della notte. Le urla di Clio e poi la sua voce. I suoi occhi, la sua espressione. Fece poi il nome di Guisgard e qualcuno di loro cominciò a comprendere. Arrivarono tutti, persino Astus e Mime. Poi Clio si avvicinò a Dort e si stese accanto a lui. Sulla soglia della stanza allora si fermarono Vortex e Borel. Dort fece loro cenno di andare. I due obbedirono. “Calmati ora...” coprendola con le coperte Dort “... calmati, siamo soli... anzi, prova a rilassarti un po'...” le prese le mani “... stai tremando...” la guardò, per poi accarezzarle il capo “... sono qui ora... sono qui vicino a te... va tutto bene...” Gli altri scesero al pianterreno e vi restarono. “Ma cosa diamine è accaduto?” Chiese Vortex agli altri. “Non l'hai capito?” Fissandolo Trastis. “Perchè, voi si?” Incuriosito l'omone. “L'avevo detto che quel tipo non mi piaceva...” passeggiando nervosamente Ertosis sulla staccionata “... l'avevo detto...” “Ehi, aspettate un momento...” fece Vortex “... volete forse dire che quel tipo ci ha provato con lei?” “Provato?” Ripetè Porturos. “Provare vuol dire tentare di capire se una donna ci sta o meno. Lui invece ha fatto altro. Molto altro.” Vortex sgranò gli occhi. “E siamo ancora qui?” Sbottò, per poi guardarsi intorno. Corse allora verso la boscaglia. “Se mi capita fra le mani...” con rabbia Porturos, fissando gli altri che erano rimasti con lui. Vortex intanto, giunto nella boscaglia davanti alla locanda, cominciò a girare su stesso in cerca di Guisgard. Poi udì dei rumori tra i cespugli. E lo vide. Il cavaliere se ne stava steso a fissare il cielo. “Tu...” avvicinandosi Porturos, per poi afferrarlo per il bavero “... grandissimo bastardo...” e lo colpì con violenza, mandandolo contro un albero “... cane... serpe velenosa...” e lo colpì ancora, facendolo ruzzolare per terra. Guisgard si alzò, tenendosi la bocca insanguinata. “Avanti, vigliacco, ho appena iniziato...” con astio Vortex “... vieni qui e fatti rompere tutte le ossa...” lo prese di peso, lo colpì nuovamente e lo fece cadere pesantemente sul terreno “... ti senti accalorato, vero? Ora ti spengo io, grandissimo bastardo...” e si avvicinò al cavaliere per colpirlo di nuovo. “Fermati!” All'improvviso Astus alle sue spalle, puntandogli la spada contro. “Colpiscilo ancora e giuro che ti infilzo!” “Stanne fuori tu!” Urlò Vortex. “Stanne fuori o rompo la faccia anche a te!” “Si, Astus...” alzandosi a fatica Guisgard “... ha ragione... stanne fuori...” “Zitto tu!” Prendendolo a calci Vortex e buttandolo di nuovo a terra. “Basta o ti mozzo una mano!” Intimò Astus. Ma Vortex, senza ascoltarlo, prese di nuovo Guisgard e lo alzò come se fosse un sacco vuoto, pronto a colpirlo ancora. “Ora basta, Vortex.” Disse Borel arrivando alle loro spalle. “Credo ne abbia avute abbastanza.” “Ma se ho appena cominciato!” Urlò l'omone. “Tra un po' neanche le sentirà più.” Mormorò Borel. “E' un miracolo che sia ancora cosciente.” Vortex fissò il cavaliere e poi lo scaraventò a terra. “Lascialo stare, non ne vale la pena.” Fece Borel. “Vieni, andiamo da lei.” “Se domattina sarai ancora in questa città” con disprezzo Vortex a Guisgard “ti ucciderò. Rammentalo.” “Io...” restando a terra il cavaliere “... io... non l'ho toccata...” “Per questo sei ancora vivo.” Disse Vortex, per poi tornare alla locanda con Borel. Astus allora si avvicinò al suo amico, per vedere come stava. “Su, andiamo...” aiutandolo ad alzarsi “... riesci ad alzarti? Ti ci vuole un po' d'acqua sulla faccia, sei tutto lividi e tagli...” mettendogli il suo mantello arrotolato dietro la testa.
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30-05-2014, 10.45.54 | #2174 | |
Cittadino di Camelot
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“E va bene…..farò la brava e vi darò ascolto arrivando a palazzo!” affermai a Sir Riccardo.
Forse ero stata troppo severa nei suoi confronti, capricciosa e avevo frainteso quello che aveva detto. Mi calmai e mi lasciai mettere sulla sella del suo cavallo. Ma mentre stavo per avvertirlo di legare le briglie di Dante al suo cavallo, fui interrotta dal suono di una lira e dalle parole di un giovane menestrello. Era un ragazzo più o meno della stessa età di Riccardo, dai capelli castano dorato, gli occhi azzurri e sognanti, alto, dai modi semplici e cortesi e dai lineamenti italici. Iniziò a dire così: Citazione:
(RICCARDO, EILONWY, FIN ROMA)
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Il cuore di una dama apprende solo la bontà, la sua beltà sostiene i cavalieri, il suo coraggio difende gli inermi e la sua mente conosce solo la verità!!! Eilonwy |
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30-05-2014, 13.09.26 | #2175 |
Disattivato
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Restai stretta a Dort, senza riuscire a parlare.
Va tutto bene, diceva. "Come può andare tutto bene?" Singhiozzai "Mi ha visto, Dort.. Mi ha visto.. Ha distrutto la mia veste ero.. Nuda, completamente davanti a lui.." Tremai sempre più "È rimasto lì a guardarmi... E io dov'ero? Perché non mi sono difesa? Non è la prima volta che qualcuno si comporta così, ma sono sempre riuscita a difendermi.. Sempre.." Non riuscivo a crederci "Cosa mi sono allenata a fare per tutti questi anni? Cos'ho imparato il pancrazio a fare? Perché non ho impugnato la spada appena ho sentito quei rumori? Come.. Come ho potuto permetterlo? Come posso scendere in battaglia sapendo che non sono stata in grado di fermare un uomo solo e disarmato?" Non riuscivo a darmi pace. "Perchè non ho lottato? Perché? È stato lui a fermarsi e andarsene... Io.. Non ho fatto niente.. Niente... Come se non fossi lì, come se non fossi stata padrona delle mie azioni.." Mi tormentai, con voce spezzata "Come ha potuto fare questo a me..". Restai in silenzio, c'era ben altro a tormentarmi. "Me lo sono meritato.. È inutile che me la prenda con lui.. È colpa mia.." Ammisi, con un filo di voce "Non sono capace di amare.. Avrei dovuto respingerlo quando mi ha baciato all'altra locanda.." Sorrisi appena "No.. Era già tardi.. Non avrei mai dovuto pensare a lui... Non avrei mai dovuto desiderare i suoi baci, fremere se mi sfiorava... Attenta a ciò che chiedi perché potresti ottenerlo.." Sospirai "Come posso tornare a casa e guardarlo negli occhi sapendo quanto sono sporca e marcia?". Cercai di calmarmi, l'abbraccio di Dort era fraterno e rassicurante, mi sentivo protetta, al sicuro. Calmati, calmati... Non avevo più lacrime, non avevo più forza. Chiusi gli occhi, cercando di respirare piano. Un respiro alla volta. Avanti Clio, ce la puoi fare.. Non puoi pensare di non cadere mai.. Ma devi avere la forza di rialzarti.. "Grazie.." Mormorai, alzando gli occhi su di lui "Non avrei mai voluto che mi vedeste in queste condizioni...". |
30-05-2014, 16.15.02 | #2176 |
Cittadino di Camelot
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La persona deve essere vicino a me...Oh e ora che lui se ne era andato? Sembrava più complicato trovarlo che tutto il resto.
Mi sedetti sul letto e pensai...dove può essere..infatti l'avevo visto caricare sul carretto del locandiere la sua roba e quella degli altri uomini con Guàmarin..forse si era spostato in altro posto nei paraggi..altra locanda, ma perchè mai? Cercai la figlia del locandiere, di cui ancora ignoravo il nome, e chiesi informazioni sul Gufo, ella mi disse appunto suo padre gli aveva fornito il carretto perchè avevano deciso di spostarsi, e avrebbe chiesto al padre dove fossero andati, anche perchè il cavaliere avrebbe dovuto riportargli il carretto.."Bene..allora se sono in locanda..ditegli gli devo parlare, è importantissimo...altrimenti fatevi dire dove si trova, ditegli che Altea..ha urgenza di parlargli e stavolta non si troverà solo ad aspettare..è importante ." La ragazza mi sorrise e annuì e vidi indossava il bracciale le avevo donato. Rientrai nella camera ma mi sentivo inquieta.... "Un turbinio e una luce verde..Shalazam e mi alzai in piedi inchinandomi. "Bene, hai capito come farlo arrivare al Tempio allora...ma vorrei chiederti una cosa prima.." "Dimmi Shalazam, è successo qualcosa, mi sento agitata e irrequieta" risposi io afferrando le mie mani. "Lo so Altea..noi possiamo percepire..potrei farti vedere a Petra nel Fuoco Magico o usare qui la Clessidra del Tempo..pure tu potresti farlo, ma hai molto da imparare ancora, e poi saresti anche influenzata..non voglio tu sappia, ma posso dirti tu stai vivendo le stesse inquietudini del cavaliere..di ora" e sospirò. "Dimmi, cosa pensi del fatto dell'altra sera quando tu ti sei dichiarata a lui". "Ammetto...sono rimasta male..si..lo ammetto perchè non dovrei svestirmi dei miei sentimenti..però ho pensato alla fine mi ha fatto capire in modo nobile non mi amava..si..poteva fare come molti altri uomini...approffittare..magari della mia debolezza di un momento e gettarmi in un letto, baciarmi e imbrogliarmi...e dopo essersi preso ciò che voleva lasciarmi, abbandonarmi e compiacersi di aver avuto il suo trofeo...ma è stato sincero, e questo lo ho apprezzato." Lei sorrise e mi accarezzò il viso.."Bene Altea..spero di vedervi entrambi al Tempio presto". Mi destai...perchè era venuta..vi era un motivo di certo, forse voleva solo sapere la mia opinione, se era degno di venire al Tempio come avevo richiesto. Ora dovevo riposare...sperando non avessi le solite apparizioni nel sogno..spensi la candela ma guardavo fuori perplessa...il sonno arrivò presto..il Destino avrà il suo corso.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea Ultima modifica di Altea : 30-05-2014 alle ore 20.22.11. |
30-05-2014, 16.20.40 | #2177 |
Cittadino di Camelot
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Flees afferrò la mia mano.....era così buio......mi voltai verso di lui...gli occhi lucidi e il viso ancora bagnato dalle lacrime.......le sue parole furono poche ...ma forse erano dettate dall'eccitazione....della carne piu' che dal bruciore dell'anima......" Flees non temo i morti....non alcuni almeno....il mio mondo e' fatto di continui passaggi.......ho paura di te ?......No....ho paura di me......ho paura di quello che provo...dell'eccitazione dei sensi e del tremore che provo al pensiero che tu vada via......Hai detto che sei fatto di carne.....c'e altro che provi per me Flees ?..........dimmi..cosa daresti per me............col nuovo giorno ..troveremo il tesoro.....ci sarà qualcosa che ti farà trepidare il cuore....oppure no.......devi attendere e tacere Cavaliere...queste sono le tue Regole......."...strinsi forte la mia mano nella sua.......e proseguii per il cimitero..........le guardie mi fecero entrare...una di loro era quella che ci aveva accompagnato alla locanda......non disse una parola...contro le streghe non ci si mette..mica era matto lui.......andai alla cripta del giorno prima...e scesi le scale......era buio era umido...sembrava l'utero materno.......di quello avevo bisogno della Madre....Dea di tutte le Dee......." Dimmi o Madre perchè....sono arrivata a tutto questo......mi sono lasciata andare...la carne e' stata piu' forte dello spirito........e ora...sarebbe meglio sprofondare negli inferi....come lo vorrei.........Tu che tutto puoi.....quando finirà questa mia missione......voglio essere accusata dalla Sacra inquisizione.........davanti alle fiamme .....saprò chi mi Ama veramente..........questa tua figlia ti implora e null'altro ti chiede...."............mi misi in ginocchio e guardando il filo di luna che passava dalle scale....attesi...il raggio di sole del nuovo giorno.......
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30-05-2014, 19.50.45 | #2178 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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La donna prese un barattolo di vetro con dentro dell'alcool e cominciò ad intingerci dentro il fazzoletto intrecciato.
“Forse vi farò un po' male...” disse poi a Guisgard “... in tal caso ditemelo e mi fermerò...” “I cavalieri non si lamentano!” Fece il bambino. “Le donnicciole si lamentano! Vero, cavaliere?” Fissando Guisgard. “Se brucerà” rispose questi “temo mi lamenterò anche io...” “Non ci credo!” “Albio, vuoi smetterla.” Riprendendolo sua madre. “Su, sta buono o non riuscirò a medicare i suoi lividi. E bada che se non farai il bravo ti rimanderò a letto.” “Avete combattuto contro un drago, cavaliere?” Il bambino a Guisgard. “No, contro un gigante...” sorridendo il cavaliere “... ora va meglio, grazie...” rivolgendosi poi alla donna “... vi sono grato, signora...” “Di nulla, messere.” Sorridendo la donna. “Posso prepararvi qualcosa? Un pasto caldo?” “Vi ringrazio, ma vi siete già incomodata abbastanza.” Scuotendo la testa il cavaliere. Si alzò e accarezzò il capo del bambino. “Quando partiremo, Guisgard?” Chiese Astus. “Subito.” Fissandolo lui. “Inizia a sellare i cavalli.” “Andate via cosi, messeri?” Chiese loro Mime. “E la bestia?” “Ci sono tanti cavalieri qui” mormorò Guisgard “e poi i mercenari... non hanno bisogno di noi per ucciderla e risolvere il mistero...” Il bambino e sua madre li fissavano. “Vieni a darmi una mano con i cavalli?” Astus a Guisgard. “Lo farà Mime...” disse il cavaliere “... io devo tornare alla locanda...” “Alla locanda?” Ripetendo Astus. “Ma sei impazzito? Ti uccideranno!” “Forse si...” ridendo appena Guisgard, per poi portarsi la mano sui lividi che ancora gli dolevano “... aspettami qui... al mio ritorno partiremo...” “Stai facendo una sciocchezza e lo sai!”Guardandolo Astus. Guisgard si limitò a sorridergli e poi lasciò la casa di quella donna, dove Mime li aveva portati per farlo medicare. “Aspetta, vengo con te!” Correndogli dietro Astus. “Cambierebbe qualcosa?” Voltandosi il cavaliere. “Se volessero uccidermi lo farebbero anche in tua presenza. E con ogni probabilità ucciderebbero anche te. Prepara i cavalli e aspettami qui.” E andò via. Poco dopo ritornò alla locanda, dove pareva regnare un profondo silenzio, vista l'ora. Mancava poco all'alba infatti Guisgard allora aprì la porta ed entrò. Trovò nella sala Borel e Porturos. E nel vederlo i due restarono profondamente sorpresi. “Hai un bel coraggio a farti vedere ancora qui.” Alzandosi dalla sedia Porturos. “Fa un favore a te stesso e vattene.” Fissandolo Borel. “Voglio vederla” sostenendo i loro sguardi Guisgard “e poi me ne andrò.” “Vattene ti dico.” Con aria di sfida Porturos. “Voglio vederla” con tono basso il cavaliere “anche solo per un momento.” “Non cambierebbe nulla.” Mormorò Borel. “Lo so...” annuendo Guisgard “... ma voglio vederla e non me ne andrò senza averlo fatto...” In quel momento scese Vortex. “Ancora tu!” Esclamò l'omone. “Vigliacco, ti avevo avvertito!” E si lanciò sul cavaliere. Questi però evitò l'impatto scostandosi rapidamente e facendo atterrare Vortex su uno dei tavoli, che l'omone fracassò in varie parti. “Stavolta dovrai uccidermi per mandarmi via...” fece Guisgard. “Con piacere, cane!” Alzandosi da ciò che restava di quel tavolo Vortex. Di nuovo l'omone caricò contro il cavaliere che, ancora dolorante per le botte prese, non riuscì stavolta a scansarsi. Vortex lo prese per il bavero e lo sollevò, alzando poi il braccio per colpirlo. “Puoi spaccarmi le ossa una ad una, dannato bisonte” tentando di divincolarsi Guisgard “ma solo morto me ne andrò da qui...” “Aspetta, Vortex!” Avvicinandosi a loro Borel. “Io lo uccido!” Gridò l'omone. “Aspetta...” fermandolo Borel “... perchè insisti tanto?” Rivolgendosi poi a Guisgard. “Cosa credi di dimostrare? Forse pensi di poterti giustificare?” “No...” rispose il cavaliere “... non cerco giustificazioni... ma... io… la amo... la amo e voglio vederla per l'ultima volta prima di andarmene per sempre...” “Te ne andrai all'Altro Mondo infatti!” Scuotendolo Vortex. “Aspetta, Vortex.” Fece Borel. Nella stanza di Dort, intanto, Clio era ancora stretta al suo fedele compagno, in balia di inquietudini e timori. “Perchè sei una donna, Clio.” Disse l'aristocratico. “Una donna con i suoi limiti e le sue debolezze, grazie agli dei.” La fissò sorridendole. “Gli eroi invincibili, senza paura e senza dubbi non esistono. Neanche quelli dei miti lo sono. Persino i cavalieri dei poemi e dei romanzi hanno difetti e mancanze. Non puoi pretendere di essere invulnerabile, Clio. Non puoi credere di poter reprimere le emozioni, le sensazioni e le paure. Non so perchè non l'hai colpito con la spada. Forse perchè eri assonata, o magari stanca. O forse perchè lui è stato rapido, improvviso e ti ha colto di sorpresa. O più semplicemente, può darsi, hai letto nei suoi occhi che mai ti avrebbe fatto del male. Io non ho una risposta a questo, Clio. Come non puoi avercela tu. Siamo uomini e non possiamo sapere tutto. Neanche di ciò che abbiamo dentro, in fondo all'anima ed al cuore.” In quel momento bussarono alla porta. Era Borel. “Come va?” Chiese. “Credo debba riposare un po'.” Rispose Dort, per poi accarezzare i capelli di Clio. “Lui è qui.” Rivelò Borel. Chiede di poterla vedere. Solo un momento ha detto. Poi partirà.” Dort allora fissò Clio.
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30-05-2014, 20.09.09 | #2179 |
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Ero esausta.
Ascoltavo Dort, stretta a lui. Non sapevo che rispondere. "Si, certo.. Ma non mi sembra una giustificazione valida.. Poteva fare di peggio, è vero.. Ma credi che non mi abbia fatto male? Sai che preferirei mille volte essere bruciata viva piuttosto che toccata contro la mia volontà..". Entrò Borel. Strabuzzai gli occhi. "Digli che ha visto abbastanza.." Corrucciai la fronte "Non gli avete detto che se me lo trovo davanti lo uccido? Se per lui va bene, scendo è la facciamo finita.. Vediamo se Ha tutta questa sfacciataggine". In un attimo, immaginai la reazione dei miei uomini. "Ma che nessuno lo tocchi.. La sua vita spetta a me..". |
30-05-2014, 20.16.15 | #2180 |
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“In verità” disse Fin Roma ad Eilonwy “ho attraversato gran parte dell'Italia perchè mio Padre mi ha incaricato di seminare un Fiore e devo dunque scegliere un posto adatto e degno...”
“Un menestrello che semina fiori...” incuriosito Riccardo. “I fiori hanno molti segreti” fece Fin “e sono la più straordinaria manifestazione dell'arte naturale. Ma ditemi... voi dove siete diretti?” “A Castelpotos.” Rispose Riccardo. “Conosci quel luogo, menestrello?” “Lo conosco molto bene, cavaliere.” Sorridendo Fin.
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