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Vecchio 01-06-2012, 18.00.45   #2251
elisabeth
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elisabeth è un gioiello nella rocciaelisabeth è un gioiello nella rocciaelisabeth è un gioiello nella roccia
Reas sembrava un leone in gabbia......in cuor mio temevo che si fosse gia' pentito di essere andato via da Tylesia.......e io mi sentivo presa tra due fuochi.........ma guardavo Reas e sapevo che il suo era un cuore puro, lui amava Tylesia e la sua Regina come solo l'animo dei Cavalieri poteva....guardai fuori dalla finestra, il cielo era dei colori del sole calante......la gioia del crepuscolo..." Monaco, Tutto e' perduto credetemi, solo un uomo qui in questa stanza ha la capacita' di credere e di rischiare...donando la propria vita e quello e' Reas.....i cigni non sono vostre creature e come tali verranno via con noi, io amo la notte e la notte tutto si trasforma, la Dea Madre sara' con noi Monaco.....e se volete salva la vita vi pregherei di non intromettervi.....".......Il Cambiamento...questo si che era un atto di vita, i cigni cominciarono a muoversi dentro l'acqua come se quel luogo non fosse piu' un luogo amico, ilo momento stava iniziando....." Reas siate pronto a portare fuori di qui...qualsiasi creatura che a voi si presentera'.....correte piu' veloce che potete, io pensero' al Monaco......".......L'acqua ormai sembrava ribollire e piu' il canto dei cigni si affievoliva e piu' io mi avvicinai al Monaco...." Ditemi come volete impedire la cosa ?.."....
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Vecchio 01-06-2012, 18.13.33   #2252
Guisgard
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Il monaco fissò Elisabeth e improvvisamente estrasse un lungo coltello.
Si lanciò su Reas e lo ferì ad un braccio.
“Non è mortale questa ferita...” disse, tenendo poi il pugnale verso Elisabeth.
In quel momento Reas si accasciò al suolo e perse i sensi.
“La lama del mio pugnale è avvelenata...” mormorò il monaco “... e solo io conosco l'antidoto... neanche voi con i vostri poteri potete nulla, milady... ora sono io a dettare le regole del gioco...”
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Vecchio 01-06-2012, 18.32.07   #2253
Talia
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Talia sarà presto famosoTalia sarà presto famoso
“Oh...”
Accolsi il cestino di ciliegie con un vivido sorriso e ringraziai l’uomo.
“Si...” risposi poi a Guisgard, in un sussurro “E’ davvero un bel pensiero! Questa gente deve amare molto i loro arciduchi... hai notato? Ne parlano tutti con così tanta deferenza e con sincero affetto... quest’uomo sembrava quasi venerare la Granduchessa...”
Per qualche attimo rimasi in silenzio... come riflettendo su quella verità che, forse per la prima volta, mi si era con chiarezza imposta davanti agli occhi... ripensai ad Andros e a Chymela, allora... ripensai alle volte che avevo tentato, a Maddala, di chiedere informazioni sui Taddei e a come mai ero riuscita ad ottenerne... sospirai... ed ancora una volta mi trovai ad interrogarmi su quelle visioni e su tutto il resto...
Guisgard era ripartito, intanto, seguendo la strada e le indicazioni dell’uomo. Luthien era diventata tanto brava, ormai, e tanto esperta nel seguire le indicazioni del cavaliere, che quasi non necessitava più della mia pur minima attenzione...
D’un tratto Luthien diminuì l’andatura, destandomi dai miei pensieri...

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“Quanto mancherà ancora?” Mormorò Guisgard.
Ma proprio in quel momento, i due sentirono un vocio provenire dalla grotta.
Battei appena le palpebre, sorpresa di sentire in quel luogo quell’animato brusio di voci...
“Non lo so...” risposi a Guisgard, mentre le mia testa si voltava in direzione di quella grotta.
Rimasi in silenzio per qualche istante, tentando di cogliere qualche parola o di comprendere il senso di quel brusio indistinto... ma non ci riuscii...
“Ma che cosa succede?” chiesi dunque al cavaliere, accennando appena in quella direzione “Cosa c’è là?”
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Vecchio 01-06-2012, 18.34.12   #2254
elisabeth
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Tutto successe in fretta, il pugnale feri' Reas.....non era mortale, ma lo vidi accasciarsi al suolo, un odio tremendo si impossesso' della mia anima....." Voi dettare legge....chi siete per dettare legge ?...Dio puo' dettare legge, la lama del vostro coltello non puo' avere alcun potere su di me.....e neanche ilo vostro veleno....sarete maledetto perche' succhiero' il veleno dal corpo di Reas e lo spruzzero nelle vostre visceri.........e giuro ...morto lui...morto voi..".....Il mio corpo si fece corteccia...nessuna lama avrebbe potuto farmi nulla......il Monaco era in piedi e mi puntava il coltello.....mi inginocchiai accantoa Reas e con le dita della mia mano...gli segnai dei prondi solchi a croce sul punto in cui il pugnale aveva tracciato la linea mortale...." O mi date il vostro antitodo...o succhiero il veleno e vi apriro' in due il ventre....vi faro' morire di una morte che neanche al peggiore degli esseri umani si augura....."...
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Vecchio 01-06-2012, 18.48.46   #2255
Guisgard
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Guisgard non disse nulla e fece cenno a Sheyon di stare accanto a Talia.
Saltò allora giù da cavallo ed estrasse la spada.
Con prudenza si avvicinò alla grotta per vedere chi ci fosse al suo interno.
E vide due uomini che cercavano in diversi sacchi.
“Perchè” disse Guisgard entrando nella grotta “vi muovete come ratti nella penombra?”
Ai due uomini se ne affiancarono altri due.
“Ah!” Esclamò guisgard. “E' un nido di ratti!”
“Siete anche voi qui per i tesori?” Domandò uno di loro. “Tranquillo, li divideremo con voi.”
“Io non sono un ladro come voi!” Disse Guisgard.
“Il vecchio nasconde dei tesori, messere!”
“Sporchi ladri!”
I quattro, allora, estrassero dei bastoni e circondarono Guisgard.
“Avete una spada” fece uno di loro “ma noi siamo in quattro.”
Guisgard allora fischiò e un attimo dopo Sheylon arrivò nella grotta.
“Due contro quattro, pare.” Sorridendo il cavaliere.
I quattro, vistisi perduti, fuggirono via.
“Spaventali un po', Sheylon!”
E la tigre ricorse i quattro per un po'.
Guisgard allora tornò da Talia.
“Va tutto bene, gioia.” Avvicinandosi a lei.
Ma in quel momento si accorse che non erano da soli.
Un vecchio era giunto e li fissava.
“Chi siete?” Domandò Guisgard.
“Uno che vi è debitore, cavaliere.” Rispose. “Grazie per aver cacciato quei ladri.”
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Vecchio 01-06-2012, 18.57.38   #2256
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Il monaco sorrise.
“Non ho nulla da perdere, milady.” Disse ad Elisabeth. “Volete uccidermi? Mi fareste un piacere... ma morirebbe anche il vostro amico o marito che sia... vedete, il veleno è potentissimo ed è già entrato in circolo nelle sue vene... fra tre giorni sarà morto se io non gli somministrerò l'antidoto... ora, se volete, parleremo di un nostro possibile accordo...”
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Vecchio 01-06-2012, 19.02.45   #2257
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elisabeth è un gioiello nella rocciaelisabeth è un gioiello nella rocciaelisabeth è un gioiello nella roccia
" Voi volete un accordo, e la morte non vi spaventa, devo dirvi che la morte non spaventa neanche me......non quanto mi spaventa l'odio che avra' per me Reas se dovessi aiutarvi.........ma la sua vita mi e' cara piu' della mia.......e sia..ditemi quello che devo fare.."...rimasi accanto a Reas, sapevo che lo avrei perduto, ma infondo non era mai stato mio....la sua vita.....avrei fatto questo per lui, anche se......avrebbe odiato se stesso per quello che sarebbe accaduto..
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Vecchio 01-06-2012, 19.11.12   #2258
Talia
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Lo sentii scivolare silenziosamente giù dal cavallo...
“Guisgard, ti prego...” mormorai, con un tono tra il preoccupato ed il rassegnato “Ti prego, stai attento!”
Ci fu qualche momento di silenzio... poi udii delle voci, un fischio e Sheylon che saltava in avanti... un attimo dopo grida e passi di corsa... tre o quattro uomini mi passarono davanti senza degnarmi di un solo sguardo e corsero via, con Sheylon alle calcagna...

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Guisgard allora tornò da Talia.
“Va tutto bene, gioia.” Avvicinandosi a lei.
Ma in quel momento si accorse che non erano da soli.
Un vecchio era giunto e li fissava.
“Chi siete?” Domandò Guisgard.
“Uno che vi è debitore, cavaliere.” Rispose. “Grazie per aver cacciato quei ladri.”
“Oh...sei sempre il solito tu, vero?” iniziai a dire, in un tono falsamente severo, ma addolcito da un vago sorriso “Mai che tu possa essere almeno un po’ prudente...”
Ma subito tacqui, avvertendo quella nuova presenza... ed anche Guisgard se ne accorse... così mi voltai nella direzione da cui era giunta quella voce.
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Vecchio 01-06-2012, 19.56.51   #2259
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Il vecchio fece entrare Guisgard e Talia e pregò loro di accomodarsi su una panca in noce che lui stesso aveva costruito.
La grotta, infatti, era arredata con vari mobili, tutti fatti dal vecchio.
“Bene...” disse “... sono lieto di avervi miei ospiti. Sono sempre da solo.”
“Il mio nome è Guisgard” fece il cavaliere “e lei è Talia. Possiamo conoscere il vostro nome?”
“il mio nome?” Ripeté il vecchio. Oh, il mio nome ormai è taciuto da troppo tempo... ed anche io lo rammento a stento... solitamente sogno di notte e al mio risveglio ho ancora l'illusione di essere il protagonista di quei sogni... forse sono Alessandro di Macedonia, o forse Giulio Cesare... chi può dirlo!” E rise.
“Perchè vivete qui da solo?”
“Sono originario dell'Afraghingia” rispose “e sin da giovane ho nutrito il desiderio di sapere cose fosse nascosto nel mondo.”
“Ecco perchè quei ladri dicevano che eravate un cacciatore di tesori!”
“Eh, la stoltezza umana è pari solo all'avidità!” Ridendo il vecchio. “Tesori? Io chiamerei invece quelle cose con altro nome... meraviglie! Si, scoprire da dove provenisse l'acqua delle sorgenti, da dove sorgessero i fumi bollenti dalle viscere della terra e dove si formassero l'oro, l'argento e le altre pietre preziose. Ho così cominciato a vagare prima sui mari, poi tra boschi, colline e monti. In principio mi imbarcai su una nave che batteva bandiera Veneziana... alla nostra partenza, il cappellano di bordo recitò la Santa Messa e invocò su noi tutti la Divina Benedizione. Mai avevo pregato con tanto fervore prima d'ora. I miei nuovi compagni mi apparivano come eroi di un mondo sconosciuto, in balia di incredibili pericoli, ma protetti da una formidabile Fortuna. Il mare... sembra il custode dei più grandi tesori...”

Con i bastioni rivolti verso Occidente, a cento passi dalla fortezza marina aragonese, si estendeva un piccolo molo sottoposto al frizzante vento che soffiava dalle isole e agli screziati riverberi che il caldo Sole del Sud faceva tintinnare, come dobloni d'oro portati a riva dalla marea, su quella sterminata e sognante distesa blu.
Nel molo erano lasciate a galleggiare alcune imbarcazioni di pescatori, sospinte dalla dolce corrente del mare, dai colori un tempo vivaci e oggi sbiaditi e seccati dalla salsedine.
Il maestro aveva raccomandato a suo figlio di non muoversi ed attendere il suo ritorno.
Il ragazzino, dagli occhi vispi e azzurri come quel mare sferzato dal Sole, era allora rimasto su uno degli attracchi ai quali venivano legate le imbarcazioni, con lo sguardo rivolto verso il mare e l'immaginazione, dello stesso colore dei suoi occhi, già salpata dietro le scie lasciate dalle varie navi che avevano abbandonato il porto da quando era giunto con suo padre.
Poi, quasi senza che lui se ne accorgesse, la sua attenzione fu rapita da una barca capovolta, sulla quale un marinaio stava apportando dei lavori.
“Le donne sono come il mare.” Disse all'improvviso il marinaio, senza però voltarsi verso il ragazzo. “Basta guardarle per sognare e hanno sempre mille occhi languidi che le seguono.”
Guisgard restò incuriosito.
“Sei stupito, ragazzo?”
“Parlate a me, signore?” Domandò Guisgard.
“Sicuro.” Rispose il marinaio. “Vedi altri qui oltre noi due?”
Guisgard sorrise.
“Allora, sei d'accordo?”
“Su cosa, signore?”
“Sui sogni.”
“Quali sogni, signore?”
“Quelli che facciamo quando guardiamo le donne.”
Guisgard sorrise nuovamente.
“Si, sono come il mare le donne.” Continuò il marinaio, sempre lavorando alla sua barca. “Guardi il mare e subito immagini isole lontane, raggiungibili attraverso rotte mai battute, racchiuse nello scintillio di stelle sconosciute, perdute nella foschia che rende incantato l'orizzonte. E su quelle isole cominci ad immaginare di trovarci inestimabili tesori.” Alzò gli occhi e fissò il mare. “Non conta il colore dei suoi occhi, poiché c'è sempre qualcosa di tinto del medesimo pigmento.” Si voltò allora verso Guisgard. “E la tua? La tua di che colore ha gli suoi occhi?”
“Io, veramente...”
“Non c'è una ragazzina che ti fa girare la testa?” Domandò il marinaio. “O che ti faccia battere il cuore?”
Guisgard sorrise.
“Guarda il mare, il cielo e la costa tutt'intorno...” asciugandosi il sudore il marinaio “... se tutto questo spettacolo, improvvisamente, si ferma e muta colore e riflessi, allora sei innamorato.”
Guisgard lo ascoltava come rapito.
“Non mi credi?”
“Non saprei, signore.”
“Avanti, guarda...” indicando il panorama davanti a loro il marinaio “... guarda e conta fino a dieci... poi chiudi gli occhi.”
Guisgard fece come gli aveva detto.
“Ora riaprili” disse il marinaio “e dimmi cosa vedi.”
Guisgard aprì gli occhi e restò abbagliato dalla luce del Sole che sembrava riflettersi tutt'intorno e scintillare in infiniti bagliori dagli straordinari giochi cromatici.
Poi, pian piano, forme e immagini cominciarono ad apparirgli, mano mano che la vista si riabituava a quella luminosità.
Allora la grande scogliera di corallo, sulla quale giungevano a schiantarsi le spumose onde del mare, si mostrò come un luogo d'altri tempi, con torri d'avvistamento ed un grande faro bianco che illuminava l'accesso alla baia.
Navi variopinte, in balia dei venti, attraversavano le acque, ciascuna battendo bandiere di paesi esotici e misteriosi.
Il borgo pullulava di case piccole e bianche, tra le quali serpeggiavano viuzze strette ed intricate, simili ad un labirinto adoperato per difendere gli abitanti dai predoni e dai pirati.
Il ragazzo, così, sognò di salire su una di quelle navi e partire alla volta di luoghi lontani, inaccessibili, noti solo grazie a miti e leggende.
“E'...” mormorò “... è meraviglioso...”
“Ed ora dimmi...” disse il marinaio “... con chi vorresti viaggiare? Con chi vorresti vedere e conoscere queste meraviglie?”
Guisgard sorrise.
“Si narra” fece il marinaio “che oltre i mari vi sono delle isole fantastiche... tanti le hanno cercate...”
“Quali isole?”
“Sono le Isole Felici...” disse il marinaio “... laggiù vivono orsi bianchi, uccelli dal raro piumaggio, unicorni e cavalli alati, piante e fiori che non appassiscono... nel cielo prendono forma incredibili meraviglie, come aurore boreali e giorni e notti lunghe quasi quanto un anno... il Sole allora arriva a splendere anche a mezzanotte e le stelle cadenti piovono nell'oscurità, dispensando desideri e sogni... e in quelle isole nessuno invecchia mai e non vi è giorno senza felicità e gioia...”
“Un giorno le vedrò!” Esclamò Guisgard.
Il marinaio rise.
“Sicuro, amico mio!” Disse. “Anche io vorrei vederle! Per questo ho aggiustato la mia barca!”
“Ha un nome la vostra barca, signore?”
Il marinaio annuì e mostrò a Guisgard l'altro lato della barca.
“Consiglia...” lesse il ragazzo “... è la vostra bella?”
“Si.” Sorridendo il marinaio. “E un giorno, quando avrai una barca tutta tua, anche tu potrai dare a quella il nome della tua amata.”
“Si, sarebbe bellissimo!”
“Davvero?”
“Si, signore!”
“Aspetta, allora...” e cercò qualcosa nella sua barca “... ecco...” prendendo una barchetta di legno “... questa l'ho fatta io... è legno di sandalo, forte e compatto, l'ideale per navigare...”
“E' molto bella!” Disse Guisgard.
“Allora è tua!” Ridendo il marinaio. “Avanti, dimmi il nome.” Prendendo un pennellino.
“Quale nome?”
“Il nome della ragazzina che condurrai un giorno alle Isole Felici.”
Guisgard sorrise.
“Su, non essere timido.” Fece il marinaio. “Nessuno ci può sentire, siamo solo io e te. Anzi, scrivilo tu.” Dandogli la barchetta e il pennellino.
Guisgard allora scrisse quel nome sulla barchetta e quando la vernice fu seccata, il marinaio mise in acqua la barchetta.
“Dove andrà ora, signore?” Domandò Guisgard mentre le onde portavano via la barchetta.
“Lo sa il mare.” Rispose il marinaio. “Ma un giorno la rivedrai...”
“Davvero?” Fissandolo Guisgard. “E quando?”
“Quando troverai le Isole Felici...” disse il marinaio “... quella barchetta ti attenderà là...”
Il maestro tornò in quel momento e chiamò Guisgard per far ritorno a casa.
“Arrivederci, signore!” Salutò il ragazzo. “E grazie di tutto!”
“Buona fortuna, Sinuhe!”
“Chi sarebbe?”
“Un avventuriero e sognatore dell'antico Egitto.” Rispose il marinaio. “E ti affido alla sua stessa stella, amico mio.”
Tornato col maestro al Casale, Guisgard andò subito in cerca di Talia.
Raccontò così alla ragazza del marinaio e di ciò che avevano fatto.
“E...” mormorò “... ti sembrerà sciocco, ma ho scritto un nome su quella barchetta...”
“Davvero?” Fissandolo Talia.
Lui annuì.
“Talia, apparecchiamo?” Entrando uno dei fratelli.
“Si, ormai è pronta la cena.” Rispose lei. “Ho cucinato il pesce che avete portato tu e il maestro.” Rivolgendosi poi a Guisgard.
Lui non disse nulla.
“Ah, mi stavi dicendo qualcosa...”
“No, era solo una sciocchezza.”
“Dai, ti prego...” fece lei “... cosa mi stavi dicendo?”
“Nulla, una sciocchezza.”
“Se ripeti di nuovo la parola sciocchezza...”
In quel momento il maestro chiamò per farli andare a cenare.
“Andiamo, ci stanno aspettando...” disse Guisgard, per poi uscire e raggiungere gli altri a tavola.

“E trovaste davvero un tesoro?” Domandò Guisgard, destando, con la sua voce, Talia da quel ricordo lontano.
“Lo cercai per mare” rispose il vecchio “e poi decisi di vagare sulla terraferma, tra grotte e miniere abbandonate, chiese e castelli diroccati... fino a ritrovarmi qui... in questa grotta...”
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Talia
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Entrammo in quella grotta e ci sedemmo su di una panca... l’uomo ci fece accomodare e fu molto gentile con noi, raccontò della sua vita e dei suoi viaggi, di ciò che aveva amato e sperato in gioventù...
E fu ascoltandolo che, per qualche strana ragione, quel ricordo affiorò tra i miei pensieri... quel giorno lontano... Guisgard era tornato dal molo con gli occhi più brillanti del solito ed un largo sorriso sulla faccia, quegli occhi e quel sorriso che conoscevo bene, erano gli occhi ed il sorriso di quando era molto eccitato...
Indugiai per qualche attimo su quel pensiero ed un vago sorriso mi increspò le labbra... ed allora, quasi inconsciamente, cercai la sua mano e la strinsi forte...

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“E trovaste davvero un tesoro?” Domandò Guisgard, destando, con la sua voce, Talia da quel ricordo lontano.
“Lo cercai per mare” rispose il vecchio “e poi decisi di vagare sulla terraferma, tra grotte e miniere abbandonate, chiese e castelli diroccati... fino a ritrovarmi qui... in questa grotta...”
“Talvolta si passa tanto e tanto tempo ad inseguire qualcosa, per poi scoprire che il vero Bene era con noi sin dall’inizio...” sussurrai quasi senza pensare.
Un attimo di silenzio... e subito mi schiarii la voce, e sorrisi.
“Una ricerca piena di meraviglie, dunque, la vostra, signore!” dissi in tono fin troppo leggero “Conoscerete mille e più storie incredibili, allora... avrete visto i luoghi più impensati, e misteriosi, ed affascinanti...”
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