03-06-2014, 02.08.47 | #2251 |
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Faticavo a muovermi, il corpo stremato.
"Dort.." Riuscii ad urlare. No, non potevano farlo, non lui, non per colpa mia. Dovevo andare sola, sola. "Dort.." La voce soffocata. I ragazzi arriveranno, continuavo a ripetermi, lo salveranno. Vortex, Porturos, e non ricordavo chi altri erano andati nella radura della pietra. Lo avrebbero salvato, dovevano salvarlo. No, no, no.. Fratello mio.. Perché non sono venuta sola? Perché? "Gufo è lontano ormai.. Ha lasciato la città.. Lascialo stare.. Che male può farti? È me che vuoi.. Lasciali stare.. Ti prego, è me che vuoi.. Mio fratello non c'entra.. La bestia non uccide uomini armati... Solo donne.. Se la prende con chi non può difendersi.." Ero sempre più debole. "Non mi hai risposto.." Alzando gli occhi su di lei "Perché lo fai? Tanto stai per uccidermi, no? Ho il diritto di sapere perché vuoi uccidere le persone che amo di più al mondo.. Non certo per tua zia.. Io l'ho difesa, ho accusato questa gente.. No, non è per lei o non sarei qui.. Allora perché? Ti prego.. Dimmi solo perché..". Ero terrorizzata. Vedere Dort in quel modo, sapere di non poter far niente per lui. Era colpa mia, colpa mia. Dovevo venire sola. Sola. Guisgard è lontano, continuavo a ripetermi, non lo prenderà. Scappa, ti prego, scappa via.. Scappa, Amor mio.. Ti prego.. "Non lo troverai.. È lontano ormai.. È lontano.." Mormorai, intontita. |
03-06-2014, 02.13.24 | #2252 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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“Addirittura il rogo.” Disse sorridendo Guisgard ad Altea. “Siete dunque così pericolosa?” Rise appena. “In verità non vorrei apparirvi scortese, milady, ma sono ormai in partenza. Mi sono fermato già troppo in questa città e adesso nulla più mi lega a questo luogo. Ora, qualsiasi cosa voi vogliate dirmi, beh, devo chiedervi di farlo qui, perchè non credo di avere molto tempo. Astus ha preparato tutto e siamo intenzionati a partire prima che faccia buio. Avanti, vi ascolto. Ditemi tutto...”
Accanto a loro vi era il piccolo Albio, che li fissava incuriosito. “Chi è questa dama, cavaliere?” Chiese poi a Guisgard. “E' una nobile dama che ama andare in cerca di avventure e con la discutibile abitudine di mettersi sempre nei guai.” Sorridendo il cavaliere al piccolo. “Dunque tieni ben in conto che, se da grande vorrai essere un cavaliere, questo genere di faccende, in cui le dame sono quasi sempre in balia di un qualche pericolo, poi toccherà a te risolverle.” Rise appena. “Avanti, milady, di cosa volevate parlarmi?” Tornando a rivolgersi ad Altea.
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03-06-2014, 02.33.23 | #2253 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Avevano appena portato via Dort, chiudendo la porta dietro di loro.
Un rumore sordo, che si ripeté mille volte, come un'eco, nella mente di Clio. E ormai solo la mente della ragazza sembrava essere ancora lucida. Il suo corpo rispondeva in maniera sempre più lenta. “Morirete tutti, poiché avete osato mettervi contro di me.” Disse Roxanne con un tono che non ammetteva repliche. “E tu sarai quella che soffrirà di più. Tu, che hai ucciso una delle mie bestie. Nessun altro ci era mai riuscito. Nessuno. Per questo io ti punirò come meriti. Vedrai morire uno dopo l'altro tutti i tuoi compagni. Persino tuo fratello. Ed infine anche tuo marito. E solo allora ucciderò anche a te.” Soffocò una risata. “Perchè? Per mia zia? No, certo che no... non era mia zia, ma mia madre quella che hanno mandato al rogo. E per questo pagheranno tutti. Tutti. Sciocca... cosa credevi? Di aver ucciso la bestia? E invece cento, mille, un milione se necessario torneranno a portare giustizia.” Ebbe un impeto che tradì il trionfo che ormai assaporava. “Dici che Gufo è lontano?” Sorrise. “Davvero? Vedremo quanto lo sarà e se tutte le miglia del mondo sapranno tenerlo lontano dalla morte.” In quel momento ritornarono Older e Posteg. “Portatela via.” Ordinò Roxanne. I due annuirono. Ma quando Older si chinò per prenderla, si accorse del ciondolo al collo di Clio. Quello che Guisgard aveva vinto alla festa per lei. Il vecchio allora lo afferrò, tirandola via con forza e strappandolo alla ragazza. “Questo adesso è mio.” Mormorò. “E' prezioso?” Chiese Posteg al suo compare. “Spero di si.” Fece Older. “E' il regalo di un innamorato.” Mormorò Roxanne. “E questo mi fa pensare che il nostro Gufo forse non è poi così lontano come si crede...” “Perchè mai?” Fissandola Older. “Lancillotto” fece Roxanne “regalò un monile simile a questo alla sua Ginevra... e proprio grazie a quel dono il Primo Cavaliere scoprì che la sua amata regina era prigioniera di Meleagant, nella diabolica terra di Gorre...” sorrise “... ma stavolta da Gorre non uscirà nessuno vivo...”
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03-06-2014, 15.26.46 | #2254 |
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Non osai replicare, non sarebbe servito a niente.
Avevo ucciso una delle sue bestie, e voleva farmi soffrire nel peggiore dei modi. Aveva perfettamente senso. Ma cosa voleva ottenere, uccidere tutto il regno? "Questa non è giustizia, Roxanne.." risi appena "Giustizia era prendere uno per uno i responsabili e ucciderli di tua mano, senza lasciare che fossero le bestie a fare il lavoro sporco.. troppo comodo così.. E' da vigliacchi.. Quando finirà tutto questo? Quando avrai ucciso tutto il regno? E credi davvero di passarla liscia? Povera illusa.." risi ancora, non avevo niente da perdere. "Non ti invidio... uccidere degli ospiti.." sorrisi appena. Per essere la figlia di una strega, pensai, non hai dei gran poteri. Continui a parlare di mio fratello, mio marito, non ti sei nemmeno accorta che ti ho sempre mentito. Ma non aveva senso dirglielo, non sarebbe servito a niente. Poi tornarono i due uomini, e uno di loro mi stappò la collana. Alzai di nuovo gli occhi su Roxanne. "L'ho cacciato via.. non tornerà mai più.. puoi uccidere me, anzi scusa.. " sorrisi di nuovo "Farmi uccidere, perché non hai il coraggio di farlo con le tue manine.. ma lui no... non lo raggiungerai mai... mai..". |
03-06-2014, 16.27.57 | #2255 |
Cittadino di Camelot
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Sorrisi alle parole di Guisgard al bambino, eppure avvertivo un senso di inquietudine non dovuto a ciò che dovevo compiere...guardai istintivamente verso la foresta.
"Sai piccolo, io sono una temeraria e lo ammetto e per questo mi caccio nei guai o nei pericoli, ma per sapere la verità si deve riuscire a uscirne fuori indenni..è questo che mi attira dei pericoli..io sono stata pure in Terra Santa e nel deserto.." mi bloccai un attimo e il bambino mi fissava, mi slacciai la collana di Thomas e mi abbassai.."Vedi questo ciondolo, è di mio fratello, Thomas, egli ha combattuto le Crociate ed è un cavaliere valente...eppure lui si è messo nei guai, per causa mia..si..solo mia...allora forse spetta a te questo ciondolo..fammi una promessa Albio. Tu credi nel Signore?" e gli feci un buffetto sulla guancia mentre gli allacciavo la collana di Thomas al collo "Allora prega ogni sera per questo Cavaliere, che torni sano e salvo a casa, e io ti auguro di diventare come lui". Gli accarezzai i capelli..."Ora vai a fare la sentinella, io devo parlare col cavaliere e nessuno venga a disturbarci". Presi Guisgard per il braccio e lo portai dietro alla casa nascosta a un albero e presi un ramo.."Siete pieno di lividi, cavaliere, e immagino non sia certo per una partita di dadi persa...si vi parlerò ora...ma non qui, vi porto in un luogo speciale..preparatevi non abbiate timore". Pronta Altea...niente titubanze..Iniziai a formare un cerchio su Guisgard e scrissi antichi simboli mentre a bassa voce ripetevo la formula in lingua araba antica che era riportata nel Libro Ancestrale, giravo come in una danza, lo smeraldo iniziò a brillare, fissai il cavaliere e mi trovai in uno strano vortice verde..era come provenisse dallo smeraldo stesso, forza Altea..afferrai il cavaliere a un braccio continuando a ripetere la formula finchè..musica proveniva, vi era un viavai di sacerdotesse e ancelle che svolgevano tranquillamente i propri compiti, i profumi degli incensi misti ad essenze che avvolgevano l'aria. Lui non parlava ma guardava..."Sono Altea, si sono sempre io..siamo nell' Antico Sacro Tempio di Petra, ma voi vedete tutto questo sotto forma di visione perchè ho chiesto alla Gransacerdotessa Shalazam e il Gran Consiglio di essere prescelto, poichè vi è una Legge non può essere infranta ma ho chiesto per voi una eccezione. Io sono una mortale come voi, anni fa mi trovai qui a Petra e Shalazam mi apparì in altre vesti, solo dopo molto scoprii tutto questo e mi nominò Sacerdotessa del Tempio..ora mi vedete coi miei panni e forse mi vedrete sempre cosi ora.. non mi è stato negato di avere il mio Dio e di essere una mortale...mi è stata data una missione, che sto combattendo sola..combattere il Male e Isolde, e qualsiasi forma di essere maligno, poichè anni fa molte persone perirono in questi posti per opere di queste entità..queste sacerdotesse non possono operare nelle nostre zone..io ho visto in voi, cavaliere, il valore e un animo giusto e ho chiesto di condurvi qui cosi potevate vedere ciò che sono diventata e sto facendo" il mio sguardo andò lontano e vidi sul trono Shalazam che ci osservava e guardandomi annuì .." Laggiù sul trono vi è la Gransacerdotessa..ma voi avete detto state partendo e quindi non potete aiutarmi...Lei ha detto la scelta sta a voi...Guisgard..e so non siete un mercenario e nemmeno il Gufo..se avete domande". Rimasi in silenzio, mi sentivo inquieta, le ancelle si avvicinavano ma le scansavo innervosita e il mio sguardo tornò sul cavaliere e gli sorrisi per tranquilizzarlo.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
03-06-2014, 17.29.40 | #2256 |
Cittadino di Camelot
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Santa Lucia esaudiva sempre i suoi devoti......mi aveva ascoltato ?.....non so....avevo chiesto il fuoco su di me..perchè il fuoco cancellasse ogni dubbio e peccato invece era successa..un'altra cosa.....migliaia di scorpioni ...e Daizer mi aveva fatto uscire indenne....da quel luogo.......non c'era niente altro che lui avrebbe voluto....Daizer ...aveva trovato in me il suo tesoro.......il vecchio era lì e le campane dettero i loro ultimi rintocchi mentre il cimitero chiudeva le sue finte porte per scendere nel silenzio.......Daizer tuffò i suoi occhi nei miei....e io ....provai vergogna.....le sue labbra scesero sulle mie.......provai una stretta al cuore......le sue labbra divennero passione e io divenni vergogna...risposi al suo bacio........abbandonandomi a lui......e quando si staccò da me......" Ho la sensazione che dormiremo qui stanotte.......la Cripta o la Cappella.....scegli tu.......anche perchè ho bisogno di parlarti.......e' quello che ho tentato di fare alla Locanda.....ma....e' venuto fuori un discorso senza senso....le lacrime hanno coperto le mie parole.....L' Amore Daizer e' tante cose......ma la cosa più importante e' il rispetto........io non andrò da nessuna parte se prima...non ascolterai ciò che io ho da dirti.....".......Era giusto che lui sapesse....e in un certo modo..era corretto che Io comprendessi.......Flees...mi aveva lasciata....era andato via.......forse era quello che io temevo......un ragazzino che doveva avere tutto e subito.........rimasi delusa.....sentii una stretta in petto.....forse non era Amore era la delusione che mi faceva male......già bruciava e anche tanto........Ma Daizer aveva tutto il mio rispetto......ed attesi che scegliesse il luogo...dove avremmo passato la notte
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03-06-2014, 18.38.43 | #2257 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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“Le tue provocazioni non mi toccano...” disse Roxanne a Clio.
E quelle furono le ultime cose che la spadaccina udì. Poi tutto divenne buio... Il gradevole vento che soffiava dalla terra sembrava come accarezzare quel prato verde e screziato dai riflessi giallini, azzurrognoli, rosati e violacei dei fiori che lo tingevano. I monti apparivano vicinissimi, con gli alberi che quasi potevano toccarsi. Sui pendii irregolari e selvaggi, tra rocce e chiazze irregolari di muschio, sorgevano, un po' qua e un po' là, qualche torre diroccata, la sagoma di un castello abbandonato e dimenticato, i resti di qualche vecchia magione e un monastero dormiente. “Magari la frase incisa su questo ciondolo” disse Guisgard facendo oscillare la catenina del monile tra le dita “è di qualche innamorato che voleva farsi perdonare dalla sua bella...” Clio lo fissava. “Voi donne quando mettete su il broncio” continuo lui, lanciando una rapida occhiata alla ragazza seduta sull'erba accanto a lui “poi ce ne vuole per farvi tornare su il sorriso...” “Si vede” fece lei “che voi uomini ce la mettete tutta per farci imbronciare.” Sorridendo. “Chissà...” lui con una finta indifferenza “... magari lo facciamo apposta per farci poi perdonare...” “E perchè mai?” “Beh, perchè fare la pace è una delle cose più belle quando si ama qualcuno...” “Capisco...” voltandosi a guardare i monti lei “... immagino sia uno dei tanti trucchi che adoperi per quel tipo di donne che frequenti...” “Quale tipo?” “Quelle che poi paghi...” tornando a guardarlo lei “... comunque non mi interessa... essere donna, intendo quelle che piacciono a te, frivole e civette, non fa per me...” “Chi ha scritto questa frase” osservando il ciondolo lui “voleva anch'egli pagare la donna a cui era destinato il ciondolo...” Lei non rispose nulla. “Col suo Amore intendo...” aggiunse lui “... e questa frase credo ne sia il pegno...” guardò la ragazza. “Non guardarmi così...” voltandosi di nuovo verso i monti lei “... mi infastidisce...” “Forse ti spaventa...” fece lui. “No, mi infastidisce... mi imbarazza ecco...” “Già, sei un soldato” mormorò lui “e nulla ti spaventa...” Lei non rispose nulla. Lui allora le si avvicinò e le mise di nuovo al collo il ciondolo. E nel farlo le accarezzò lievemente il collo e poi le spalle. Restarono a guardarsi negli occhi e lui poi, all'improvviso, la baciò. “Io...” sussurrò lei, portandosi la mano sulle labbra “... io non sono come le altre...” “Lo so...” annuì lui. “Io non sono brava...” Lui non disse nulla. “Io...” continuò lei “... io forse non so neanche amare...” Lui le si avvicinò e la baciò di nuovo. Poi si stese sull'erba e restò a guardare i suoi occhi azzurri. “Cosa...” arrossendo lei “... cosa devo fare ora?” “Lo scopriremo insieme...” prendendo la sua mano e portandola dolcemente a sdraiarsi sull'erba accanto a lui. Clio si svegliò. Era stato un sogno. Il prato fiorito, l'aria profumata di campo e i nitidi monti tutt'intorno non c'erano più. Era in un luogo semibuio, umido e maleodorante. Dalle pareti giungevano strani rumori. Erano versi di animali, diversi animali, che si accavallavano fino a confondersi, rendendoli simili a suoni innaturali e disperati. La ragazza era con le spalle contro un freddo muro di pietra, seduta su un pavimento fatto di selce e muschio, con i polsi legati a pesanti catene inchiodate alle pareti. E poco a poco i suoi occhi cominciarono ad abituarsi a quell'opprimente penombra, tanto da farle scorgere qualcuno non distante da lei, immobilizzato nella sua stessa posizione. Quel qualcuno però era senza conoscenza.
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03-06-2014, 18.56.22 | #2258 |
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Era stato solo un sogno, dolce ed etereo.
Certo, come poteva essere diversamente? Oh, Guisgard... Sospirai, per poi sorridere. Per la prima volta ero lieta che lui non fosse accanto a me. L'idea che lui fosse lontano, al sicuro, era rassicurante. Avanti, Clio.. Vediamo come finisce questa storia.. Cercai di capire dov'ero. Una stanza umida, i polsi legati alle pareti. La nausea era sparita, però. Provai a muovere le mani, saggiando la resistenza delle catene, ma erano forti e robuste. Mi guardai attorno. Riuscii a scorgere una persona incatenata accanto a me, priva di conoscenza. Non riuscivo a vedere il suo viso. Una flebile speranza mi attraversò.. Dort.. Non si incatenano i morti. Cercai di sporgermi verso di lui, di scuoterlo con un piede. "Ehi.." chiamai "Svegliati... svegliati.. andiamo.. svegliati..". Come mi ero svegliata io, si sarebbe svegliato anche lui. Almeno, lo speravo. Continuai a guardarmi intorno. Quei rumori.. allora è qui che tengono le bestie.. fantastico.. |
03-06-2014, 19.02.38 | #2259 |
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Clio tentò di svegliare il prigioniero incatenato non distante da lei, ma senza sortire effetti.
Poi dei rumori. Erano dei passi. Poco dopo qualcuno si avvicinò a quella cella. Era Posteg. L'uomo si chinò sul prigioniero incatenato accanto a Clio ed afferrandolo per i capelli gli alzò la testa verso di lui. Ora la spadaccina poteva vederne il viso: era proprio Dort.
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03-06-2014, 19.14.29 | #2260 |
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Svegliati, maledizione.. svegliati..
Dei passi, uno degli uomini che ci avevano portato lì. Si avvicinò all'uomo accanto a me e gli alzò la testa. Trattenni il fiato. Dort.. Oh, amico mio, fratello mio.. Era vivo. Cosa voleva fargli? Secondo te, darlo in pasto alle belve, genio.. No, no, no.. non lui.. Svegliati.. svegliati.. questo qui lo stendi con un colpo, maledizione.. Dovevano pur slegarlo per mandarlo al macello.. finché stava lì con me ero al sicuro.. Lei avrebbe provato ad uccidere gli altri prima, non ci sarebbe riuscita.. e i ragazzi sarebbero venuti da noi.. Odiavo essere impotente in quel modo, immobilizzata senza poter far nulla. Dovevo trovare il modo di liberarmi, ma come? Avevo le mani legate, letteralmente. Eppure doveva pur esserci un modo. Un modo per uscirne vivi. I ragazzi si sarebbero preoccupati non vedendoci, sarebbero venuti a cercarci. Ci avrebbero salvato. Pensa, Clio.. Pensa.. ci sarà pur qualcosa che puoi fare.. |
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