18-10-2010, 03.26.02 | #221 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Nel cuore del bosco, nel frattempo, lontano dagli auspici del giorno nascente, il cavallo di Llamrei continuava a galoppare, forse senza meta.
Ad un tratto la donna udì una strana voce. Sembrava appartenere ad una ragazza. "Aiutami, mia signora..." diceva. Proveniva dalle profondità del bosco. "Aiutami, in nome del Cielo, mia signora..." supplicava "... aiutami, loro presto torneranno, aiutami..." La voce era sofferente, affaticata e tradiva una cupa disperazione. Ad un tratto Llamrei capì da quale punto del bosco proveniva. Era uno stretto passaggio che giungeva in uno spiazzo irregolare e racchiuso da alti alberi che, intrecciando i rami fra loro, rendevano quasi difficile alla luce del giorno illuminare quel punto. E proprio al centro di quello spiazzo vi era un grosso tronco cavo, quasi pietrificato, risalente probabilmente a tantissimo tempo fa.
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18-10-2010, 03.40.22 | #222 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Guisgard si voltò e di nuovo fissò Morven.
"Dirvi cosa?" Chiese. "Che non sono questo o quel cavaliere? Perchè Mordred tradì la più alta compagnia cavalleresca di sempre? Perchè era un bastardo? Beh, vi rivelerò che molti pensano questo di me! E per quale motivo Gano vendette la sua patria e la sua Fede al nemico? Forse perchè era un rinnegato? Ecco, in Cornovaglia più di uno affianca questa parola al mio nome!" Chiuse gli occhi e sorrise come era solito fare, quando sembrava porsi da solo contro tutto il mondo. "Perdete il vostro tempo con me, cavaliere idealista..." aggiunse "... non ho speranza e, detto fra noi, non la cerco nemmeno." E di nuovo rise, quasi a voler dimostrare una stentata indifferenza verso tutto e tutti.
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18-10-2010, 04.17.35 | #223 |
Cittadino di Camelot
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Le parole di Guisgard gli piombarono addosso come una pietra scagliata dal cielo... dolore... dolore... quanto insensato dolore esiste a questo mondo!
Quelle frasi tradivano un passato segnato, un'anima le cui profondità erano forse così complesse che lui non poteva certo avere la pretesa di scandagliare. D'un tratto si sentì giovane, troppo giovane, temendamente giovane ed inesperto... troppo lontano da quella realtà che l'altro gli stava facendo intravedere. No, forse non era impresa per lui, quella di cimentarsi con un'anima! Era stato troppo superbo nel giudicare il suo valore... aveva commesso un grave peccato! Per un attimo ebbe vergogna di rispondere a Guisgard, perchè pensò che qualsiasi risposta, che venisse da una bocca vergine di reali esperienze e piena soltanto di ideali, potesse risuonare solamente stupida e inutile. Ma poi, ripensando alle ultime parole di Guisgard, un nuovo dolore gli colpì il petto... "non ho speranza"... no, questo mai... si può perdere la fede, si può perdere la carità... ma non si deve mai perdere la speranza! Allora fu preso da un'idea folle ed insensata... tanto folle ed insensata quanto bizzarra era stata per lui quella notte. Uno spirito lo guidava e lo spingeva, incitandolo... ripetendogli nella mente che non era sbagliato, non era inutile... Morven si abbandonò infine a quel consiglio e a quell'emozione che lo guidava... era sempre stato così, fin dalla sua infanzia... il suo istinto lo guidava, e fino a quel momento, grazie a Dio, lo aveva sempre condotto nella direzione giusta. Chi era dunque, lui, per rifiutarne anche solo un invito? Fissò Guisgard, cercando di non farsi frenare dalla sua espressione, che di certo si sarebbe fatta ironica e pungente, investendolo con il suo sarcasmo, poi disse: "E' facile giudicare i peccati di Mordred o il tradimento di Gano... è facile credere di essere Parsifal o Galahad quando si devo giudicare l'operato degli altri... ... ma io non potrei mai diventare Parsifal, e vi giuro signore che lo desidero, se non pensassi che esiste sempre una speranza per tutti... l'ultimo dono degli dei a Pandora, il dono più grande dello spirito umano... chiamatemi sciocco, ingenuo, inesperto... rimproveratemi il mio idealismo e la mia fede nel nulla... ridete di me, e dite pure ciò che più vi aggrada, ma..." Con un gesto rapido estrasse la spada dal fodero, la impugnò dalla lama e rivolse il codolo verso Guisgard. "... può Parsifal chiedere a Mordred di combattere al suo fianco? Luce e ombra si completano, Guisgard... in questo c'è speranza! Il mondo non è nato dal solo ordine, ciò non sarebbe potuto accadere... è occorsa la sua unione con il caos perchè nascesse la meraviglia! Stringete questa spada e io sarò il vostro compagno d'armi... stringetela, e cambieremo i libri e le ballate... Parsifal combatterà accanto a Mordred!"
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"E tu, Morrigan, strega da battaglia, cosa sai fare?" "Rimarrò ben salda. Inseguirò qualsiasi cosa io veda. Distruggerò coloro su cui avrò poggiato gli occhi!" |
18-10-2010, 04.41.13 | #224 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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La spada di Morven.
Quanti significati, quanto simbolismo c'erano in quel gesto del giovane cavaliere. Guisgard fissò quella spada. Ad un tratto allungò la mano. "Un cavaliere non dovrebbe mai porgere la spada e restare disarmato..." disse "... senza armi saremmo alla mercè dei nemici e per batterli non ci serviranno i paroloni e i grandi ideali. Cercatevi quindi un compagno degno del vostra candido idealismo, amico mio... quanto a me, forse già oggi o domani vorrei partire da questa città... non vi è nulla che mi trattenga ancora qui..." Risalì allora sul muretto e tirò di nuovo fuori la sua ocarina. "E poi, vi rivelerò che a me Mordred sta antipatico." Aggiunse, per poi rimettersi a suonare.
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18-10-2010, 04.55.38 | #225 |
Cittadino di Camelot
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Morven abbassò le ciglia scure a velare il suo sguardo, e i suoi occhi caddero sulla spada.
Le parole di Guisgard... in un certo senso le aveva temute, ma temendole aveva implicitamente ammesso di aspettarsele... la speranza, la speranza... c'è ancora tanta speranza in questo mondo! Ritirò la spada, la rimese nel fodero, con cura, con delicatezza quasi eccessiva. "Non porgo la spada che ai miei simili..." mormorò con tono oscuro "e credevo aveste già notato alla locanda che non resto mai disarmato..." Quindi sollevò su Guisgard uno sguardo chiaro, schietto, per nulla offuscato da ombre o da tristezza. I suoi occhi brillavano di una strana sicurezza interiore. "La mia offerta, comunque, è sempre valida... attenderò il giorno in cui sarete voi a chiedermi la spada per questo giuramento" Chinò il capo in un cenno di saluto, quindi si voltò e fece per prendere la strada verso il palazzo, la strada che aveva abbandonato per raggiungere Guisgard. Fece qualche passò, quindi girò il capo a guardarlo nuovamente, mentre l'altro ormai non lo guardava più e aveva ripreso a suonare. "Mordred vi sta antipatico..." disse "Francamente ne avevo il sospetto, amico mio, Lancillotto..." Rise piano di sè, di quella situazione e probabilmente delle bizzarre parole che aveva appena detto... fortuna, si disse, che potrò di questo incolpare la birra! "E con questo, Parsifal vi augura il buon giorno, o la buona notte!" Disse questo e si incamminò verso il castello di buona lena, fischiettando piano il motivo che Guisgard aveva suonato quella notte,
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18-10-2010, 05.21.06 | #226 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Guisgard sentì i passi di Morven mentre si allontanava.
Non smise di suonare, ma avvertì una strana sensazione. Una sensazione già provata tante volte in passato. La musica della sua ocarina. Malinconica, inquieta, sognante. Suonare dove nessuno può darti conforto. Suonare come chiamare a sè chissà cosa o chissà chi. Ma chi avrebbe risposto a quella musica? Forse nessuno. In fondo solo lui e la sua ocarina comprendevano quel linguaggio. "Voglio ripartire al più presto..." pensava mentre suonava "... non voglio restare oltre in questo posto..." Intanto, al palazzo reale di Cartignone, tutto era pronto. Belven diede ordine che tutti i suoi si radunassero per partire alla volta del bosco, con l'intento di perlustrarlo col favore del giorno. "Col vostro permesso, milord..." disse Belven a Frigoros "... noi partiremo per cercare indizi e tracce nel bosco. Il giorno ed il nostro numero, insieme al valore ed al coraggio, ci metteranno al sicuro dai pericoli che potrebbero attenderci." "Si, avete il mio permesso..." rispose il principe "... ma fate attenzione... ormai è chiaro a tutti che nel bosco dimora qualcosa di tanto misterioso quanto terribile..." "Non temete, milord, torneremo presto." Lo assicurò il cavaliere.
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18-10-2010, 12.32.54 | #227 |
Cittadino di Camelot
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Guardai fuori dalla locanda e vidi due uomini che conversavano tra di loro allora mi girai verso Idiox e dissi certamente vi offrirò da bere messere poi dissi al locandiere un altro boccale di idromele per il mio amico poi misi delle monete sul bancone e usci dalla locanda e mi avvicinai hai due uomini e dissi salve signori come va?
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fabrizio Ultima modifica di cavaliere25 : 18-10-2010 alle ore 12.44.51. |
18-10-2010, 12.44.25 | #228 |
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Morven si era appena allontanato da Guisgard quando udì dei passi ed una voce a lui nota che rivolgeva loro un saluto.
Si voltò e riconobbe Cavaliere25 che usciva proprio allora dalla locanda e si avvicinava allo spiazzo dove, fino a qualche minuto prima, stava conversando con Guisgard. Tornò indietro, a quel punto, e si avvicinò al suo compagno di Camelot. "Salve, cavaliere!" rispose al saluto di Cavaliere25 "Anche voi alla locanda? Si vede che stanotte eravamo tutti troppo scossi per dormire!"
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18-10-2010, 12.56.14 | #229 |
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Guardai Morven e dissi salve cavaliere si sono passato dalla locanda perche sto cercando un uomo non si conosce la sua identità mi hanno chiesto di cercarlo.
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fabrizio |
18-10-2010, 13.19.07 | #230 |
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"Un uomo?" rispose Morven "Che genere di uomo? Ditemi, e vediamo se posso esservi d'aiuto in qualche modo..."
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