13-09-2011, 04.20.28 | #221 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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E appena ritiratasi Melisendra, in compagnia della sua governante, lord Tudor si abbandonò ai suoi pensieri.
Ricordi, sensazioni, emozioni, sogni di un’intera vita attraversarono il suo sguardo perso oltre la finestra, nel paesaggio notturno. “Che silenzio vi è qui!” Esclamò qualcuno entrando nella stanza. “Questo vecchio palazzo diventa ad ogni mio ritorno più austero…” continuò Guisgard sorridendo a suo zio “… i miei amici toscani, di certo più abituati ad un clima di borgata, non esiterebbero a definirlo… diciamo, di gusto gotico. Dico bene Jalem?” Voltandosi verso il servitore che l’aveva accompagnato. “Ah, abbiamo il ritorno del figliol prodigo.” Disse lord Tudor. “Ma qui non vedo vitelli grassi uccisi per me.” Ridendo di gusto Guisgard. “Forse perché i vitelli grassi, ossia il mio patrimonio, già lo consumi a dovere tra viaggi, battute di caccia nei luoghi più assurdi ed impensabili d’Europa, gioco ed il tuo guardaroba che farebbe invidia alla regina.” “Ah, vi prego, zio, non alzate troppo la voce…” con sufficienza Guisgard e lasciandosi cadere su un divano “… il viaggio è stato lungo e per nulla gradevole… e temo che dovrò lavarmi di nuovo i capelli, se vorrò essere almeno sufficientemente presentabile…” Lord Tudor scosse la testa e brontolò. “Novità, caro zio?” “Ti riferisci ai miei affari? Affari che in teoria dovrebbero essere anche i tuoi.” “No, vi supplico…” portandosi una mano sulla fronte “… risparmiatemi queste cose… sapete che mi deprimono…” “Ti deprimono?” Sempre più contrariato il duca. “Eppure sono proprio i miei affari che ti consentono la vita che fai!” Guisgard sorrise, socchiudendo poi gli occhi. In quel momento Gonzaga rientrò nella stanza. “Gonzaga, questa è la piaga della mia vecchiaia…” indicando il nipote assopito sul divano “… mio nipote Guisgard… lei è lady Gonzaga.” “Incantato, milady…” aprendo gli occhi Guisgard e alzandosi dal divano “… i miei omaggi alla vostra bellezza…” aggiunse baciandole la mano, per poi cadere di nuovo sul divano “… perdonate, ma nulla stanca al mondo come un viaggio… credo che le vere fatiche per il mitico Ercole siano stati i viaggi che lo portarono da un capo all’altro della Grecia, proprio per superare le sue imprese…” “Componiti, sei un Tudor!” Tuonò lord Tudor. “Vi supplico, non alzate la voce, zio…” “Ah, che il diavolo ti porti!” Esclamò il duca. “Stasera ci sarà una cena in onore di alcuni ospiti e voglio che tutto sia in regola!” “Quali ospiti, zio caro?” “Alcuni amici giunti qui dalla Repubblica di Magnus.” In quello stesso momento Melisendra, accompagnata da un’ancella, entrò nella sala.
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13-09-2011, 04.31.37 | #222 |
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Non feci caso, prima di fare il mio ingresso, alle voci che provenivano dalla sala. Sembrava fosse in atto un aspro rimprovero.
Una volta varcata la soglia mi accorsi del furore che aveva arrossato le gote del mio benefattore mentre, almeno così sembrava, la causa di tanto affanno se ne stava comodamente seduto su un divanetto. "Milord..." mi inchinai alla maniera della corte di Animos, dove qualunque inchino doveva essere aggraziato e flessuoso quanto un passo di danza o un giunco nel vento. "La vostra ospitalità non ha eguali..." Lo ringraziai. Mi accorsi dell'aria un po' tesa. "Spero di non aver interrotto niente..."
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13-09-2011, 04.55.07 | #223 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Lord Tudor, nel vedere Melisendra, cambiò espressione e si ricompose.
“Milady, è la vostra presenza che nobilita ed impreziosisce la mia dimora.” Sorridendole. “Ed è una gioia ed un onore ospitare una dama del vostro lignaggio.” Fissò poi il nipote ozioso sul divano. “Avete solo interrotto l’ennesima arrabbiatura che mio nipote si diverte a procurarmi… milady, questi è sir Guisgard, il mio unico nipote e bastone della mia vecchiaia.” Fece con ironia il duca. “Guisgard, questa è lady Melisendra Du Blois, Duchessa di Beuchamps.” “Incantato e vostro schiavo, milady.” Alzandosi Guisgard e sfiorando con le labbra la mano della ragazza. “Purtroppo mio zio è facilmente irascibile…” sorridendo “… io credo che sia questo palazzo… non trovate anche voi che sia, come dire… si, decadente, di un’atmosfera un po’ ammuffita? Io credo che lo eviterei anche da fantasma.” “Beh, potresti sempre andare a vivere altrove.” Accigliato lord Tudor. “Magari in qualche sperduta landa scozzese.” “Troppo aspra la vecchia Scozia, caro zio…” accennando uno sbadiglio Guisgard “… ma ditemi, milady, come vi sembra l’Inghilterra?” Rivolgendosi poi a Melisendra. “Io devo dire di essere molto incuriosito da voi. Oh, intendo dire che sono incuriosito dalle donne francesi. Vedete, mi affascina la vostra capacità di far confondere noi uomini… per esempio, perché voi dame d’oltre Manica amate tanto farci ammattire? Quando dite si è spesso invece da intendere come no, mentre poi, talvolta, dite no per voler invece dire si. Ecco perché nei vostri romanzi cortesi gli amori erano così complicati. Ah, quanto è affascinante la vostra cultura.”
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13-09-2011, 05.06.45 | #224 |
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“Madame, la strada per Ostyen è dall’altra parte della cittadina.” Disse quel misterioso uomo ad Elisabeth. “Ma in questo momento vi sconsiglio anche solo di pensare di poterla percorrere. Da quelle parti infuriano gli scontri tra i Ginestrini e i Pomerini… scontri feroci e violenti, animati dall’odio… sarebbe un suicido tentare di attraversare quel passaggio…” la fissò per qualche istante senza dire nulla “… vi farò una proposta, madame…” rompendo il suo silenzio “… se attenderete che la situazione migliori, allora vi condurrò io stesso alla strada per Ostyen… nel frattempo troveremo un posto dove rifugiarci. Cosa ne dite?”
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13-09-2011, 05.24.43 | #225 |
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Daniel fissava le nuvole che percorrevano come immense isole galleggianti lo sterminato mare azzurro dei Cieli.
Nel guardarle il giovane sembrava riconoscere in esse strane immagini. Città oltre la Terra, reami lontani e poi torri, manieri, mura, bastoni. Nella sua vivace fantasia un intero mondo sembrava prendere forma. Un mondo che lui immaginava di percorrere libero come il vento. Quello stesso vento che gonfiava e muoveva quelle nuvole sopra i suoi occhi. Ma ad un tratto qualcosa riportò Daniel alla dura realtà. Due mani forti lo tennero fermo, mentre un secondo uomo con un piede sopra il suo petto lo bloccava a terra. “E così stavi tentando la fuga, eh?” Disse una voce sopra il ragazzo. “Voi inferiori vi credete sempre migliori di noi, ma stavolta ti sei messo nei guai, gaglioffo… hai insultato lord Tudor ed ora vorresti farla franca? Avrai ciò che ti meriti!” Il giovane finalmente riconobbe quella voce: era lord Carrinton. “Tenetelo fermo!” Ordinò ai due uomini il nobile inglese. “Ora lo farò strillare come un maiale…” e cominciò a far schioccare il frustino che adoperava per cavalcare.
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13-09-2011, 05.34.54 | #226 |
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Osservai quel giovane con aperta curiosità e lo soppesai con lo stessa stessa sfacciataggine che mi aveva riservato.
"Non sono francese, Nobile Guisgard, sono una dama della corte di Animos... siamo molto più pungenti... e per di più per metà sono inglese. La frivolezza che voi imputate ai natali d'oltre Manica dovrebbe essere mitigata dalla temperanza che mi insegnò mia madre, una lady della casata dei Wendron." Sorrisi. "Non posso lamentarmi del paesaggio e dell'atmosfera che si respira nelle vostre terre, giacchè le mie sono diventate ben più tetre... trovo che questi luoghi che voi definite gotici siano invece molto romantici... mi hanno accolto la dolce e malinconica nebbia che avvolge le scogliere di Dover e il calore di questo palazzo... di cosa mai potrei lagnarmi senza sembrare una sciocca?"
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13-09-2011, 05.58.02 | #227 |
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“Beh, la vostra metà francese, pardon, di Animos, si fa sentire, eccome, milady.” Sorridendo Guisgard. “Ma poi non ha assunto un nuovo nome la vostra terra? Com’era? Aiutatemi, zio.”
“Io sinceramente non ho capito nulla di ciò che hai detto fino ad ora.” Scuotendo il capo il duca. “Ah, si!” Esclamò Guisgard. “Magnus! Si, Repubblica di Magnus! Ma dicevo, la vostra metà d’oltre Manica si fa di certo apprezzare, milady, ma vi insegnerò, col vostro permesso, qualcosa che riguarda l’altra vostra metà, quell’inglese intendo… vedete, milady, una dama inglese trova sempre il modo per lamentarsi di qualcosa… ora di un vestito, ora di un diadema, ora della città, ora della campagna… persino del tempo una dama inglese trova il modo per lamentarsi… immagino sia per questo che gli uomini di queste terre hanno imparato ed essere così pignoli.” Sorridendo nuovamente. “Lady Melisendra ha dovuto affrontare alcune situazioni ed un viaggio tutt’altro che semplici.” Intervenne lord Tudor. “Cerchiamo di farla sentire come a casa.” “Immagino non sia difficile, essendo già per metà compiuta questa cosa, visto che la nostra bella dama è per metà inglese.” E rise di gusto Guisgard. “Perdonatemi, ma ho una particolare abilità, nonché un audace brillantezza, per le battute di spirito. Temo dovrete farci l’abitudine, milady. Però, magari, il mio spirito vi farà dimenticare le peripezie subite in patria.” Restò poi per qualche istante a fissare la preziosa spilla che la ragazza aveva indosso. “Per Diana!” Esclamò. “Davvero un gioiello degno di tale nome! Posso ammirarlo, milady? Davvero notevole… anche perché riesce quasi a non essere oscurato del tutto dalla vostra folgorante bellezza. Ma, mi chiedo… come avete fatto a portarlo con voi? Non sarà stato certo facile eludere i controlli dei repubblicani… mi viene quasi da chiedervi, milady, dove la tenevate nascosta una simile meraviglia… eh, è proprio vero… avete mille virtù e mille risorse voi dame francesi… ops, perdono, volevo dire di Animos…” e sorrise.
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13-09-2011, 06.09.23 | #228 |
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Theo strinse a sé Brianna.
La sua pelle morbida e chiara, i capelli profumati e del colore del Sole ridestarono il giovane cavaliere da ogni fatica e stanchezza. “Vorresti venire con noi in uno di quei viaggi?” Sorridendo ed un po’ stupito Theo. “Beh, potresti annoiarti alla fine. Magari tu sogni l’avventura, scenari da romanzo, ma in realtà noi dobbiamo fare da scorta a sir Hagus quando si reca in Francia per curare gli interessi di lord Tudor.” La fissò vagamente divertito. “Sin da quando ti conosco hai sempre avuto un debole per le avventure cavalleresche… ecco perché mi hai chiesto di insegnarti a tirare di spada… avresti dovuto innamorarti di uno scrittore, così ti avrebbe resa l’eroina di uno dei suoi racconti.” Rise. “Su, va a prepararti che tra un po’ ci recheremo al palazzo del Belvedere, dove ti presenterò a lord Tudor.” Poi, di colpo, si fece serio ed abbandonò i suoi occhi in quelli di lei. Un attimo dopo gli occhi di entrambi si chiusero e le loro labbra si sfiorarono fino a congiungersi in un dolce e lungo bacio.
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13-09-2011, 06.27.11 | #229 |
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"Suppongo che farò l'abitudine al vostro senso dell'umorismo... così come ho fatto l'abitudine al vostro clima... ma forse, come dite voi, parto avvantaggiata dal mio retaggio." Mi portai una mano alla gola, dove splendeva il gioiello di mia madre, appeso a un nastro. "Questo? Apparteneva appunto a mia madre... l'ho salvato dai saccheggi e dalle confische dei ribelli... non potevo permettere che la dote di mia madre cadesse nelle loro mani. Ora sono tornati al luogo a cui appartenevano... e presto, forse, nella loro casa."Sospirai.
"Non sono sicura che sia cosa da dire in compagnia di persone per bene come voi, ma sono riuscita a salvare i gioielli di mia madre... cucendoli... bè... nella fodera del mio corsetto!" Non riuscii a trattenere un sorriso di soddisfazione.
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13-09-2011, 09.01.58 | #230 |
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Incominciai a stropicciarmi i lembi del mantello.....ero nervosissima, gli scontri li avevo visti, e se ancora ero viva lo dovevo a quell'uomo ...... che motivo poteva avere per allontanarmi dal mio obiettivo !!! " Ascoltate, ormai sono qui e devo portare a termine la mia missione ...... non vorrei pero' che qui gli scontri si protrassero all' infinito, non ho molto tempo......verro' con voi, ma ascoltatemi bene, se per qualche assurdo motivo vi state prendendo gioco di me, non sara' contro le armi che dovrete lottare....!!....
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