Flegeemerone

[Destresya]

Mi piaceva affacciarmi alla finestra e osservare il mondo attorno a me, quella massa ignara di uomini, così caduchi, deboli, mortali.
Certo, questa loro debolezza alle volte poteva essere utile, intrigante persino attraente.
C'erano stati uomini capaci di sorprendermi, di suscitare in me il desiderio e la fame, li avevo tenuti in vita per giorni, mesi, alcuni anni persino perchè potessero soddisfare tutte le fami del mio essere maledetto.
Avevo sempre dovuto ucciderli alla fine, ma anche quello era fonte di piacere che corroborava quel vuoto lasciato dall'anima ormai nulla.
Mi resi subito conto che c'era una certa agitazione in città, una sorta di fermento, di attesa.
Mi sporsi appena dal mio balcone e osservai la scena, incuriosita.

[Altea]

"Mi dispiace deluderla signor Maladai, ma io ho amiche nobili in città e frequentavano il mio collegio, per me andare nei salotti è normale, ho ricevuto molti inviti..purtroppo mio padre mi ha mandato nel posto sbagliato. Ma a me importa sapere solo chi ha ucciso mio padre...bene, sia il benvenuto ad Afragopolis questo rampollo, sembra non siano affari miei" osservando la dama di compagnia "E' meglio andare nel nostro palazzo, madame, qui la mia testa si sta confusionando troppo...aspetto mi mandiate la vostra guardia del corpo" osservando Maladai da capo a piedi, mi chiesi come mio padre poteva essergli amico visto i suoi ideali sulle donne e pure la poca grazia nei comportamenti.

[Guisgard]

Era un ragazzotto, forse il garzone di qualche fornaio visto i suoi vestiti erano sporchi di farina.
“Oh, perdonatemi, damigella...” disse il modesto garzone a Gwen.



“Mi spiace deludervi, madama, ma lord Corcion detesta tutto ciò che non è nobile.” Disse ad Altea. “Dubito le vostre aristocratiche amiche possano invitarvi ad una delle sue feste.” Poi annuì. “Certo, faccio chiamare subito Mameluc...” dando ordine di chiamarlo.
Arrivò così un alto e robusto berbero.
Si trattava di un ex soldato di un visir di Cipro, fedele al Sultano turco.
Maladai gli ordinò di vegliare su Altea.



Destresya si affacciò e guardò la carrozza che attraversava la strada, seguita da molte persone entusiaste.
“Lunga vita a vossignoria...” disse una donna.
“Lunga vita al signorino!” Un'altra.

[Lady Gwen]

Era il garzone di un fornaio, sporco dalla testa ai piedi di farina.
"Non curartene" minimizzai "Piuttosto, ditemi. Che accade? Chi è la persona dentro la carrozza?" curiosa.

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[Destresya]

La cosa si faceva sempre più interessante, era come se in città fosse arrivato qualcuno di importante, qualcuno che le donne chiamavano come si conveniva a un nobile, ma anche a qualcuno di giovane.
Oh, bene... adoro la carne fresca, strappare l'innocenza agli occhi di qualche fanciullo.
Così, sempre più incuriosita da quella vicenda, mi sporsi appena dalla finestra, per vedere meglio, stando sempre attenta al rimanere lontana dai raggi del sole.

[Altea]

Risi alle parole di Maladai "Messere, non è un dramma se Lord Corcion e il suo amato rampollo non mi inviteranno da loro, d' altronde chi vorrebbe una donna semplice come me, so benissimo di non essere una donna di valore purtroppo. Anzi persone così sono veramente detestabili".
Poi arrivò la mia guardia del corpo e dissi "Vi ringrazio, Mameluc, spero sappiate vegliare sulla mia dimora, possiamo andare".
Uscii da casa e mi apprestai verso la carrozza, ero molto stanca.

[Guisgard]

“E' giunto in città il rampollo di lord Corcion, damigella...” disse il garzone a Gwen “... ora suo zio organizzerà di sicuro una gran festa e ci saranno distribuzione gratuite a chi accorrerà al suo palazzo.”



Maladai salutò Altea e si raccomandò con Malemuc affinchè svolgesse al meglio il suo compito.
Poi lei, il berbero e la governante lasciarono la casa del borghese e si diressero verso la dimora di Altea.
Ma in strada c'era ancora molta gente, tutta intenta a seguire la vettura del rampollo di lord Corcion.



Era sera ed il Sole ormai non poteva più nuocere a Destresya.
La vampira vide così la carrozza continuare il suo cammino, sempre seguita da le tante persone accorse in strada.
In quel momento nel palazzo tornò il suo domestico.

[Lady Gwen]

Annuii lentamente al ragazzo.
"Capisco" risposi "E qual è il suo nome?" chiesi ancora, sempre curiosa.

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[Altea]

Mi accomodai nella carrozza ma si andava piano in strada.."Ma guardate se per un ragazzo viziato dobbiamo rallentare la nostra corsa, nemmeno fosse arrivato il Duca o il Re in persona, è proprio vero...questi aristocratici sono veramente snob, dite al cocchiere di superare la carrozza del rampollo di Lord Corcion, gli faremo vedere di cosa sono capace" effettivamente in me ribolliva il sangue, non sopportavo di essere trattata con inferiorità.

[Destresya]

Sentii i passi del domestico già da quando era sulle scale, col mio udito sopraffino, mentre continuavo a guardare la folla nella via, che si stringeva attorno a una carrozza, evidentemente quella del "signorino" che acclamavano a gran voce.
Quando ritenni che il domestico fosse abbastanza vicino, schioccai le dita, richiamandolo nella mia stanza.
"Dimmi un po', cos'è tutta questa eccitazione?" chiesi, senza distogliere lo sguardo "Sai niente di questo signorino giunto in città?" incuriosita.