I racconti del Bianco e del nero

[Destresya]

Lo fissai intensamente, andandomi a sedere sulla sedia che era posizionata davanti alla grande vetrata che non dava nemmeno un po' di privacy al prigioniero, un diritto a cui aveva rinunciato nel momento in cui aveva commesso dei crimini.
"Beh, non è obbligato a conversare con me, se non vuole..." sorridendo gentile "Ma mi piacerebbe conoscerla meglio, sapere qualcosa di lei che non è scritto in questa fredda cartella clinica..." come se non avesse importanza.

[Guisgard]

"Mi cheda tutto ciò che desidera, dottoressa." Disse il Generale a Destresya, fissandola negli occhi attraverso la fredda maschera che aveva sul viso. "Purchè anche io possa avere facoltà di domandarle tutto ciò che voglio."
Intanto Gwen aveva dribblato ogni pretesa di Goz, salutato suo zio ed uscita dal suo ufficio.
L'auto del loro autista la portò fuori dal penitenziario, di nuovo nel mondo libero.
Al porto la macchina salì sul traghetto che ogni ora univa l'isoletta di Santa Maria del Ritorno con la terraferma di Afragolopolis tagliata dal lungo Lagno.
Tornata fra le strade della grande città, ora immerse nei colori sfumati e vaghi del primo imbrunire, notò fermento davanti a delle edicole, dove ragazzini che vendevano giornali gridavano una notizia appena pbblicata, ossia il furto in un istituto Religioso.

[Lady Gwen]

Imbarcammo la macchina sul traghetto ed una volta che arrivammo sulla terraferma, tornarono anche i colori, la vivacità, la vita.
Tutto ciò che in quel luogo mancava.
Anche se qualcosa per me mancava qui, cioè Elv.
Erano due puzzle ancora incompleti, che speravo avrebbero avuto presto i pezzi che spettavano ad ognuno.
Quel carcere col suo grigiore ed Elv qui con me, finalmente nella vita, nella positività.
Mi mancava terribilmente, ma dissi a me stessa che dovevo avere pazienza, dovevo tenere duro.
Mentre scorrevano lungo le strade cittadine, vidi i ragazzi davanti alle edicole annunciare un furto in un Istituto Religioso.
Feci così fermare l'autista per acquistare una copia del giornale.

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[Destresya]

Sorrisi, piacevolmente colpita da quel suo modo di fare, sembrava quasi aristocratico, raffinato, così diverso dagli altri detenuti che avevo incontrato in quel posto così cupo e tetro.
"Dunque, mi sembra equo..." fissandolo intensamente "Una domanda a testa e la massima sincerità!".
Quel gioco poteva essere molto utile e anche molto pericoloso, ma io certo sapevo come non farmi coinvolgere dai miei pazienti.
"Dunque, mi racconti come è finito in questo posto, il suo fascicolo non lo dice e trovo la cosa moto strana!" con un leggero sorriso.

[Guisgard]

Gwen fece fermare la macchina ed acquistò una copia del gornale, scoprendo così che 2 giorni prima c'era stato uno strano furto in un istituto Religioso. Erano stati portati via soldi e diversi abiti di più sacerdoti.
La polizia era impegnata nelle indagini ma il furto appariva strano, misterioso.
Intanto, nell'Imperium Nolhiae, Destresya era con il detenuto chiamato Generale.
"Mi hanno rinchiuso qui perchè ho cercato di liberare il mondo." Disse. "Immagino l'avrà sentita molte volte una rivendicazione simile, eppure è così. Salvare il mondo da ciò che potrebbe diventare, poichè io ho visto cosa sarà il mondo in un prossimo tragico futuro."

[Lady Gwen]

Nell'Istituto, erano stati rubati soldi e diversi abiti.
Tuttavia, sembrava che qualcosa non quadrasse, poichè il furto appariva comunque misterioso.
Mentre risalivo in macchina, allora, continuai a leggere l'articolo in merito al furto.

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[Guisgard]

C'erano altre poche notizie circa quello strano furto.
L'ipotesi più credibile, secondo gli inquirenti, era che il colpevole aveva rubato il denaro e poi, verosimilmente, si era premunito di portar via anche alcuni abiti da sacerdote per spacciarsi da chierico.
Questo lesse Gwen da quell'articolo.

[Lady Gwen]

Certamente era stata una furbata quella di fingersi un chierico per scappare dopo il furto.
Ne avrei comunque discusso meglio con lo zio una volta che fosse tornato a casa.
Ora volevo solo rientrare e togliermi di dosso le brutte sensazioni che quel posto mi dava.
Ovviamente, tranne i momenti che avevo passato con Elv.

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[Guisgard]

L'autista riportò a casa Gwen, nell'attico al centro della città, da dove si poteva godere di una vista mozzafiato su Afragolopolis immersa nelle luci della sera.
La ragazza attese a lungo il ritorno di suo zio, che rientrò solo verso a Mezzanotte.

[Lady Gwen]

Tornai finalmente a casa, dove trascorsi il resto della serata.
Vedendo che lo zio continuava a non rientrare, dissi alla cameriera di preparare la cena, lasciandone un po' da parte per lui.
A quel punto, cenai e mi ritirai in camera, stesa a letto col mio cellulare.
Verso Mezzanotte, quando ero ormai quasi assopita, lo zio tornò e subito lo raggiunsi all'ingresso.
"Ti ho fatto lasciare la cena in caldo..." gli dissi subito.

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