Gli strani e misteriosi casi del professor Minsk

[Guisgard]

I 3 risero ancora.
"In effetti Gwen" disse divertito Pit "passerà la serata a parlare di Storia dell'Arte col suo amico cantante!"
"E come Cenerentola" fece Gus "a Mezzanotte sarà nella sua camera a dormire!"
"Da sola?" Pit. "Chissà!" Ridendo.

[Lady Gwen]

Li guardai mentre ancora sghignazzavano e se la ridevano.
La mettevano su questo piano?
Bene.
Sfoggiai il mio miglior sorriso sfrontato e per nulla imbarazzato.
"O magari, siete solo gelosi perchè sarete voi a passare la notte in bianco, nei vostri letti freddi e vuoti, da soli, a letto prima di mezzanotte... Buona serata, ragazzi..." con tono serafico e candido e sempre quel sorriso sul volto, poi andai via, tranquillamente diretta alla mia camera per prepararmi.

[Guisgard]

La baronessa sorseggiò del tè, restò un attimo in silenzio e poi guardò Altea.
"Il Sospiro di Laveria" disse "ha una lunga storia. Appartenne ad una principessa, un dono datole dal duca di Capomazda come pegno d'Amore... Dopo alcuni secoli il diamante fu donato al Clero Flegeese e fu poi confiscato dal governo Comunista del tempo che non ammetteva il possesso da parte della Chiesa di beni privati... quando le Fleegese tornarono sotto il dominio Afragolignonese, tutti i beni confiscati alla Chiesa furono restituiti al Clero, compreso il diamante, che fu poi successivamente donato dal vescovo per un'asta di beneficenza. Da qui io acquistai il diamante."

[Guisgard]

Gwen lasciò la sala della mostra ed i suoi pettogoli amici, per incamminarsi verso la sua camera.
Ebbe però il tempo di veder entrare nella hall alcuni uomini.
Erano in divisa da poliziotti.
Il vicedirettore stava parlando con un uomo il cui aspetto ricordava i poliziotti di quei vecchi film fatti di sparatorie e modi burberi.

[Lady Gwen]

Mi stavo dirigendo verso gli ascensori, ma vidi dei poliziotti entrare nella hall.
Sicuramente, il vicedirettore li aveva chiamati a causa del biglietto minatorio della Baronessa, quando niente, nemmeno la sicurezza, aveva impedito die sere minacciata.

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[Guisgard]

Gwen vide quel poliziotto accanto al vicepresidente.
Era magro, asciutto nel fisico e nei modi, dallo sguardo sottile, l'spressione attenta ma indecifrabile, i lineamenti duri.
Il vicedirettore parlava e lui, pur ascoltandolo con attenzione, si guardava intorno, squadrando tutto e tutti.
"Voglio una lista di tutti i clienti dell'albergo." Disse. "Inoltre nessuno degli ospiti potrà allontanarsi dalla struttura. Nessuno di loro ha avuto comportamenti strani?"
"Ecco..." il vicedirettore "... forse solo il signor Tuwelv... stamani... ma è un artista ed immagino sia normale essere un tantino eccentrici..."
"Cosa ha fatto?" chiese il poliziotto.
"Ecco..." mormorò il vicedirettore "... si è messo a suonare la chitarra sulla ringhiera del balcone della sua camera, capitano Reddas..."
"Allora non è eccentrico, ma soltanto idiota." Sentenziò Reddas.

[Lady Gwen]

Sentii la discussione fra i due, dicevano che nessuno poteva lasciare l'albergo, ma era scontato.
Poi accennai un risolino e alzai gli occhi in su ai commenti su Elv.
Beh...
Non era stato il massimo della vita, ma non avrei avuto un impegno per la serata se non fosse andata in quel modo, quindi mi andava bene così.
A quel punto, salii in camera.

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[Guisgard]

Gwen salì in camera per prepararsi.
Da fuori sentiva giungere i passi dei poliziotti che avevano cominciato a presiedere ogni angolo dell'albergo, scrutando la situazione generale affinchè nulla e nessuno sfuggisse al loro controllo.
Intanto il tramonto tinse con riccioli purpurei il bel cielo sopra quei boschi, con riflessi cangianti, bagliori soffusi e spendidi balenii che annunciavano un magico crepuscolo.

[Lady Gwen]

Dalla finestra, vidi il cielo tinto dal crepuscolo arancione e dorato.
Intanto, avevo finito di prepararmi.
Uscii dalla camera e mi diressi in quella di Elv, bussando un paio di colpi.

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[Guisgard]

Dopo un istante la porta si aprì e Gwen vide apparire Elv davanti a lei.
Era spettinato, assonnato, praticamente tutto nudo se non fosse stato per i boxer che aveva indosso.
Mostrava un fisico asciutto, con fasce muscolari ben accennate ed allungate, gambe sode e dritte, qualche tatuaggio ben in evidenza.
"Ehi, ciao..." disse stropicciandosi gli occhi "... credo di aver dormito più del previsto... da queste parti il vino fa davvero brutti scherzi..." divertito "... wow, sei uno schianto..." guardandola tutta "... entra dai... sarò pronto fra pochissimo..."