Redemptio

[Altea]

"Nessun torneo" perplessa ma pure un pò adirata.."Ma scusate...e la storia del Torneo e di mio fratello...è pure quello falso?" poi quelle parole.."Oh no" bevendo dell' ottimo champagne "Volete mi faccia spaventare da queste cose...turbata si.."sorridendo al maestro "Peccato non sia un vero combattente quel..Icarius Hero..non era male come tipo" guardando il maestro in modo eloquente mentre mangiavo una fetta di torta..ormai Rovolin era diventato pure un amico per me.

[Clio]

Fissavo un punto indefinito davanti a me, mentre la mia mente era immersa in una serie di immagini, storie, sensazioni che non si potevano dire ad alta voce.
Di quelle epiche in cui i combattimenti poi finiscono per essere molto più interessanti del previsto.
Ehh...
Poi Musashi mi destò de quei pensieri, purtroppo.
“Beh, abbiamo solo perso tempo..” scuotendo la testa “Vado a prendere un po’ d’aria, mi farà bene..”.
Così mi alzai e andai sul ponte a passeggiare.

[Guisgard]

“Già, una perdita di tempo ed energie, fisiche e mentali...” disse Elv a Gwen “... li denuncerò... tutti.”
“Questo è un bluff” Rovolin ad Altea “ma il Torneo esiste... e magari il Signore del Drago lo starà già organizzando... presto, se Dio vorrà.”
"Vengo con te?" Musashi fissando Clio.

[Lady Gwen]

"Beh, dai, magari una denuncia è eccessiva... E secondo me c'è qualcosa sotto..." pensierosa "Non so cosa, ma sicuramente è così. Non possono annullare tutto così, facendolo ridurre a una bolla di sapone."

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[Altea]

"E ora...torneremo a Baias e poi a Serenica? Devo ammettere, maestro Rovolin, se fosse cosi sarei contenta poichè non avrei potuto abbandonare il mio Regno a se stesso...bel tipo l' attore...poi non so se è pure bravo a combattere veramente...cosa dite..forse è meglio rifacciamo i bagagli, presto torneremo al porto visto era tutto finto" ridendo e poggiando il bicchiere.."Buffa situazione direi.." mi alzai e mi congedai e andai nella mia cabina.
Presi i vestiti che avevo messo nell' armadio e li rimisi nella valigia, lo avevano detto chiaramente presto saremmo tornati a Baias.
Mi sedetti, pensando a Parotazmi, magari lo avrei ritrovato a Serenica ma questo regista come poteva sapere i nomi di chi chiamare poi...

[Nyoko]

No.
Non poteva succedere veramente.
Non stava accadendo davvero! Era senza dubbio un sogno!
Forse non era erba buona, quella!
Non volevo morire! Non in quel modo!
"No! Vi supplico, no!!" urlai cercando ancora di divincolarmi.

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[Clio]

“No grazie, goditi pure il viaggio...” sorrisi a Musashi.
Lasciai così la sala da pranzo e me ne andai sul ponte.
Camminavo, guardando il mare davanti a me, in silenzio.
E se avessi preso una nave?
Si, la prima nave nel porto... una a caso, partire e andare ovunque mi portasse la corrente, per ricominciare.
Ricominciare una nuova vita lontano da lì.
Dopotutto non avevo niente, nessun legame, nessun motivo, niente di niente.
Ero solo un fantasma, il fantasma di ciò che ero stata, e che ora non ero più.
Chissà cosa c’era per me oltre il mare, chissà se avrei trovato qualcuno o qualcosa per cui valeva la pena vivere.
Chissà se mi sarei emozionata di nuovo, se avrei potuto innamorarmi, dimenticare, ricominciare.
Ero lì, sul ponte di quella nave fatta solo di menzogne, a godermi la brezza sul viso, tra i capelli, a scrutare le onde che si muovevano, placide e calme.

[Guisgard]

La vita altro non è che un grande romanzo, o un grande film e ciascuno è i protagonista della propria storia, della propria vita.
Così soleva ripetere spesso un grande attore del passato.
Di un passato in cui i vecchi film erano in bianco e nero, senza effetti speciali e senza sonoro digitale, ma i cui protagonisti sapevano riempire da soli lo schermo e far sognare davvero tutti coloro che assistevano allo spettacolo.
E proprio solo un film si era dimostrata essere tutta quell'avventura.
La nave continuava a navigare lungo il meraviglioso litorale Flegeese, con le sue coste frastagliate, le isole così vicine da potersi quasi toccare e le infinite luci che cominciavano ad accendersi e perdersi nella foschia intrisa di salsedine.
Clio lasciò Musashi al loro tavolo ed uscì sul ponte ad ammirare quell'esotico e misterioso orizzonte che poteva davvero essere come un romanzo sconosciuto, tutto da sfogliare e da vivere.
Un romanzo che si sarebbe confuso col suo Destino tutto da scrivere.
In sala Rovolin annuì ad Altea.
“Si, torneremo a Serenica...” disse “... cominceremo un duro allenamento, così che quando il Torneo del Drago comincerà davvero noi saremo pronti ad affrontarlo...”
Elv fissando Gwen sorrise piano.
“Massì, hai ragione...” riempiendo i loro bicchieri “... si, hai ragione tu... forse mi sono lasciato prendere dai nervi... dopotutto è una minicrociera gratuita, no?” Alzando il bicchiere per brindare con lei. “E poi, se non fosse stato per questo falso invito io non ti avrei mai incontrata... brindiamo al nostro incontro... ed alla prossima avventura da vivere insieme...”

[Guisgard]

Il coltello affondo nella bianca pelle di Nyoko, aprendo uno squarcio di sangue che schizzò ovunque, tra le grida disperate di lei.
E gridò ancora la ragazza, a lungo e forte.
Gridò fino a svegliarsi.
Aveva sognato tutto.
Era in quel letto, ben legata alle caviglie ed ai polsi.
Trascorsero diversi istanti, fino a quando comprese dove si trovava.
Era stata rapita da quei teppisti, dopo che quel bastardo di Ryusei l'aveva attirata con l'inganno.
Sentiva le voci dei clienti che gemevano e delle ragazze che gridavano dalle stanze vicine.
Era in un bordello.

[Nyoko]

Il dolore che avevo sognato mi fece svegliare.
Ero legata alle caviglie e ai polsi e in un certo senso, fui contenta di trovarmi lì.
Cercai di liberarmi, senza riuscirci.

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