12-06-2012, 21.19.29 | #2381 |
Cittadino di Camelot
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Potevo udire un canto antico uscire tra le pieghe del cuore della Regina...gia' l'Amore, chi avrebbe potuto cedere che tutto questo sarebbe successo per Amore........Era inorridita...alla nostra vista, come potevamo aver varcato quel luogo consacrato....." Nessuna messa in scena mia Regina....nessuna trovata teatrale, ma era l'unico modo per potervi parlare...per poter parlare al vostro cuore che a quanto pare non riesce piu' a battere, desidero informarvi su alcuni fatti, che probabilmente qualcuno vi ha tenuto nascosti......non fate un passo...non urlate...perche' se lo fate, qualcuno che vi e' molto a cuore morira' e adesso siccome siamo qui portate da Messer Amore....dovrete ascoltarmi......."......mi sedetti su una panchina vicina a noi..e sperai vivamente che Vivian e la Regina, facessero la stessa cosa....." Ascoltatemi....vi siete presa cura di Goz, lo avete sfamato, lo avete vestito e anche se per molti e' èazzo, voi non lo avete mai deriso...bene....sappiate che Goz sta lavorando per conto di Guxio...deve forgiare un'armatura, un'armatura invincibile.....ma chi poteva imporre a Goz questa richiesta ? la sottoscritta....dovete sapere che sono stata colpevolizzata di Stregoneria......ma solo se avessi convinto Goz alla costruzione di questa armatura.....avrebbe firmato per la mia innocenza.....Goz ha accettato, ma ad un patto che io ritrovassi i suoi cigni..e qui entra in gioco il Comandante Reas......era l'unica persona a cui avrei potuto raccontare ogni cosa....e cosi' e' stato, se vi ricordate qualche giorno fa...e' partito per andare in un luogo a lui conoscoiuto si n da bambino, ero con lui...secondo una mappa, fattami arrivare da Goz...lui conosceva quel posto e li' avrei trovato i suoi cigni.....ognuno ha le sue disgrazie e io ne devo avere una immensa......dopo qualche piccolo intoppo.....abbiato ritrovato i cigni..ma un Monachello.....ha avvelenato Reas...e mi ha ricattata, se non gli avessi portato il fiore celato nel vostro giardino privato.....lui non avrebbe dato l'antitodo a Reas e lo avrebbe lasciato morire......mi consiglia di farmi aiutare dal vostro precettore..il padre di Vivian, ma che volete, la fortuna non perseguita tutti....e cosi' il tempo di arrivare a lui...che questi viene portato via e segregato con accuse che trattano L'Amore....figuriamoci, mia Regina.......L'Amore e' primario..........non e' cosi' che la pensate ?.....no..non e' cosi' che la pensate.....perche' se cosi' fosse, non saremmo qui travestiti da monaci a parlarvi sotto minaccia.............Adesso...mia soave donna, voi forse avete perduto la persona amata....io ne ho persa piu' di una e non intendo perdere ancora qualcuno...a Vivian e' rimasto solo suo padre...un uomo che per voi darebbe la vita.......Sono stanca.....ma ho bisogno di Voi...ho bisogno che voi risorgiate come Donna e intendo Donna in tutta la sua essenza........se questo non succedera'...vi giuro che solo con l'aiuto del pensiero....sdradichero' ogni pianta...ogni filo d'erba..ogni albero..ogni essere vivente del vestro giardino"...........Non avevo piu' fiato.....avevo solo voglia di pregare....e questa volta avrei incendiato Tylesia......
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13-06-2012, 01.13.44 | #2382 |
Cittadino di Camelot
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Riprendemmo il cammino ed io continuavo a ripensare a quello strano disegno che non avevo fatto ma mi era giunto fra le mie carte. Lilith er in sella con me e sembrava che anche lei pensasse.
Improvvisamente, il Maestro Redentos irruppe il silenzio parlandomi della prova da poco affrontata. Mi rammentò del premio dell'Avvilente Costumanza.....ricordavo dell'armatura......ma non sapevo che sir Fyellon avesse commesso una tale infamia, e Lady Altea.....come mai non è intervenuta, forse anche lei ha avuto la sua parte in questa storia, ma non posso permettermi di giudicare.....avreì potuto pensarci anche io però i miei dogmi parlano chiaro poichè si fondano sui più alti dettami dell'Antico Codice. Oramai il premio era lontano e non sapevo come avreì potuto recuperarlo. Di certo, non mi sarebbe stato restituito gratuitamente......un prezzo da pagare ci sarebbe stato, forse quello più tremendo.......no......non mi sareì macchiato di un crimine così nefando. Il volere divino saprà cosa farne dell'usurpatore ed assassino.
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"Covenant's Love"..... le dolci parole di colei che è entrata nel mio cuore..... Ultima modifica di Parsifal25 : 13-06-2012 alle ore 01.19.13. |
13-06-2012, 01.25.53 | #2383 |
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Fyellon annuì sorridendo a quelle parole di Altea.
“Sapete” disse “che non è poi una malvagia idea? Ma dubito che questa corazza riuscirà a mettere in evidenza le vostre grazie, milady.” Un attimo dopo si fece serio. “Ora cominciamo ad uscire da qui... con attenzione e molto lentamente...” aprì la tenda e fece cenno ad Altea di uscire con lui. Ma appena furono fuori, subito si mostrarono alcune figure, come emerse dal buio circostante. “Ci rincontriamo, cavaliere...” disse Heyto nel vedere Fyellon “... rammentate? Eravamo sulla stessa nave che attraversava il Calars...” “Si, ora ricordo il vostro volto...” con un ghigno Fyellon “... e a quanto vedo non avete perso l'abitudine di mettere a morte delle povere ragazze...” “Ora” fissandolo Heyto “non moriranno solo ragazze... uccidetelo!” Ordinò ai suoi uomini, che, a quell'ordine, estrassero le spade e circondarono Fyellon ed Altea.
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13-06-2012, 01.41.02 | #2384 |
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La regina ascoltò Elisabeth senza battere ciglio.
Solo quando la maga terminò di parlare, Destefya guardò, ma solo per un momento, Vivian. “Il capitano Reas” disse la sovrana di Tylesia “mi ha dunque mentito... era partito per questa assurda missione senza rivelarmi le sue reali intenzioni... ed io cosa dovrei fare adesso? Mettere a repentaglio il mio popolo per salvare uno solo dei miei sudditi, perlopiù bugiardo?” Si avvicinò al muretto e si appoggiò, come a voler cercare un sostegno. “Reas... anche voi, dunque, mi avete delusa...” “Maestà!” Esclamò Vivian. “Mio padre è innocente e devoto alla corona! Aiutatelo!” “Ragazza mia...” voltandosi a guardarla la regina “... vostro padre ha disobbedito ad un mio ordine e perciò ha tradito il suo popolo... non posso fare nulla per aiutarlo...” lo sguardo era fiero, ma nel fondo dei suoi occhi era possibile scorgere un dolore sconfinato. “Forse questa questione” disse all'improvviso qualcuno “riguarda da vicino noi Cavalieri del Tulipano. E credo sia giusto mettere al corrente lord Guxyo di tutta questa storia.” “Lady Shoyo.” Mormorò la regina. “Non vi siete fatta annunciare.” “Perdonatemi, maestà, ma il protocollo di corte non è mai stato il mio forte.” Fissandola la ragazza guerriera. “Ora, col vostro permesso, condurrò lady Elisabeth da lord Guxyo. Ci penseremo noi cavalieri a risolvere questa faccenda.”
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13-06-2012, 01.43.25 | #2385 |
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Seguii le parole di Fyellon, non senza inquietudine..Heyto e i suoi uomini sicuramente non mi avrebbero perso di vista poichè ero da "offrire" a qualche divinità o demone per Tylesia.
Lo seguii lentamente, egli aprì la porta della tenda, vi era un silenzio stranamente surreale e all'improvviso sentii delle voci e come pensai Heyto e i suoi uomini ci scoprirono. Rimasi allibita quando ordinò ai suoi uomini di uccidere Fyellon...non pensavo Heyto arrivasse a questo gesto estremo. Fummo circondati da quegli uomini e da ciò che capii loro due si conoscevamo dapprima, Fyellon era un combattente eccellente ma sarebbe riuscito da solo a sconfiggerli? "Heyto vi prego, lasciate andare Fyellon...non uccidetelo, io rimarrò qui, e farò come da Voi richiesto e manterrò la promessa data, ma non fate del male al cavaliere" il mio volto si incrociò con quello di Fyellon "questa volta non voglio sentire ragioni, Fyellon, se vi daranno la grazia e vi libereranno dovete andarvene, non voglio che rischiate la vita per me".
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
13-06-2012, 02.46.30 | #2386 |
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“State indietro, Altea...” disse Fyellon con un tono di voce che non dava la possibilità di essere contraddetto “... non si può patteggiare con simili fanatici...” ed estrasse la spada.
Tutti allora si lanciarono contro il Cavaliere Rosso, che con violenza cominciò a rispondere a quegli attacchi. Lo scontro fu durissimo. Sembrava disperato, eppure Fyellon riusciva a tenere testa a quegli uomini. Alla fine, però, uno dei pochi superstiti, approfittando della confusione, afferrò Altea e puntò la sua spada al collo della ragazza. “Fermati, cavaliere!” Urlò a Fyellon. “Fermati o la tua amica sarà sacrificata ora!”
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13-06-2012, 03.01.08 | #2387 |
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Lady Vicenzia ascoltò ogni parola di Talia, fissando con attenzione l'espressione della ragazza.
“E' cosa di certo sconveniente” disse la duchessa “che una mia dama di compagnia parli così spesso di un uomo. Da quanto ho potuto comprendere, quel tale... Guisgard?” Per poi tossire. “Rammentare i nomi altrui non è mai stata tra le mie vocazioni... dicevo, quell'individuo è tuo fratello, o un qualcosa di simile, vista la dubbia condizione che legava tutti voi a quel maestro... ebbene, sappi, che non voglio assolutamente sentire pronunciare in mia presenza nomi di persone estranee a questa corte... un detto antico recita... lontano dagli occhi, lontano dal cuore... faremo dunque in modo di allontanare il ricordo di quell'individuo da te...” prese allora il piccolo campanellino in ottone che aveva sul tavolino e lo fece suonare. Un attimo dopo, Paolo ritornò nella sala. “Milady...” mostrando un lieve inchino. “Avvicinatevi, non posso urlare da qui.” Paolo si avvicinò alla donna. “Date ordine di liberare l'individuo che avete arrestato al castello.” “Non volete più punirlo per essersi intrufolato nel castello, milady?” “Forse è colpa mia...” mormorò la duchessa “... forse sono davvero diventata così vecchia da non essere più in grado di dare ordini convincenti ai miei servitori... sarà probabilmente per il tono più incerto della mia voce, o per questa tosse che mi perseguita dando alle mie parole meno efficacia... o forse, potrei pensare, che non sono più capace di scegliermi servitori all'altezza, in grado di comprendere subito i miei ordini senza aver invece bisogno di commentarli, giudicarli o, peggio ancora, di discuterli...” “Perdonatemi, milady.” Annuendo Paolo. “Farò subito liberare il prigioniero.” “Bene.” Disse la duchessa, per poi congedarlo con un cenno della mano. “Dove eravamo rimasti?” Rivolgendosi nuovamente a Talia. “Ah, si... non mi hai ancora detto del motivo che ti ha condotta a Faycus...” la fissò di nuovo col suo sguardo indagatore “... e smetti di pensare a quel gaglioffo... ora che è tornato libero, credimi, monterà in sella al suo cavallo e abbandonerà questo luogo... gli uomini conoscono il senso della paura come se fosse un istinto primordiale racchiuso dentro di loro e lui non metterà di nuovo alla prova la sua buona sorte...” Poco dopo, nelle segrete del castello, tre soldati entrarono nella cella di Guisgard. “In piedi, cane!” Urlò uno di quelli. “Vieni con noi!” “Dove mi portate?” Chiese lui. “Voglio vedere Talia... dove si trova?” I soldati lo spintonarono attraverso un lungo corridoio, senza però rispondere nulla a quanto domandava. Giunsero così davanti al portone del castello e lo buttarono giù per le scale. “Che vuol dire?” Gridò Guisgard. “Dov'è Talia?” “Dimenticala, cane!” Urlò con disprezzo uno di loro. “E se ti rivediamo per la città, sai cosa ti attende!” E richiusero il portone. Guisgard allora si lanciò contro quell'ingresso, urlando e mandando pugni e calci contro il legno. Ad un tratto, però, qualcuno si avvicinò al cavaliere e cercò di portarlo via. “Lasciatemi!” Gridò Guisgard, tentando di liberarsi da quella presa. “Sto cercando...” a fatica quell'uomo “... di salvarvi la vita... e cercate di calmarvi, diamine...” “Lasciami!” Con vigore Guisgard. “Hanno preso Talia! Devo liberarla!” “Vi farete solo uccidere...” portandolo via quell'uomo “... se continuerete a gridare come un ossesso...” Alla fine, vinto dalla disperazione e dalle percosse subite nel castello, Guisgard si accasciò, permettendo così a quell'uomo di portarlo via.
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13-06-2012, 13.44.15 | #2388 |
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Fyellon non volle sapere ragioni, e non potei farlo persuadere, era più convinto che mai, estrasse la spada e lo vidi combattere, come sempre dimostrando quella abilità di Cavaliere che solo suo padre poteva avergli insegnato, doveva essere stato un grande guerriero.
A terra vedevo uomini morti, mi ricordai di quello scontro coi nani nella fucina, Fyellon non aveva pena per la morte di un uomo, io invece ero innoridita, stava uccidendo di nuovo anche per me, mentre io detestavo la violenza. Ad un tratto sentii una forte stretta e vidi la lama di una spada sul mio collo, uno degli uomini di Heyto mi aveva preso e minacciava Fyellon di fermarsi o mi avrebbe uccisa subito..un impeto di rabbia mi pervase.."Smettela per carità cristiana...cosa state combinando? Heyto, voi dovevate sacrificarmi per placare i demoni che minacciavano Tylesia e il suo popolo...e voi e i vostri uomini cosa state facendo? vi state comportando al pari...usate la violenza e la minaccia peggio di quei demoni. Avete iniziato voi, sir Heyto, minacciando di uccidere Fyellon. Ebbene sappiate, che io non sono di vostra proprietà e non potete decidere della mia vita, morte e nemmeno su quella di Fyellon, dite al vostro uomo di riporre subito questa spada dal mio collo e parliamone civilmente".
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13-06-2012, 17.15.53 | #2389 | |
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Citazione:
In un lampo, quella parola fece breccia tra i miei pensieri spazzando via tutto il resto. Ora che è tornato libero... Niente gogna, dunque... nessuna punizione, nessuno scotto... nessun rischio di giungere alle orecchie dei cavalieri... sospirai ed un vago sorriso salì ad incresparmi le labbra... un sorriso che svanì appena un istante dopo, quando l’altra parte di me –non senza un filo di panico- iniziò a chiedersi dove fosse in quel momento, quanto fosse lontano... Ma forse, pensai poi, non era il caso di irritare ulteriormente quella donna... non finché non avessi compreso che cosa volesse da me, almeno. "Oh..." sussurrai quindi, nel vago tentativo di prender tempo "Avete ragione, milady... perdonatemi! Ma vedete... Faycus in realtà era solo una tappa di un viaggio. Un caso che mi sia fermata qui, si potrebbe dire... Un caso fortunato, tuttavia: da ciò che ho sentito ed appreso credo che sia un luogo davvero incantevole!"
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** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
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13-06-2012, 18.13.14 | #2390 |
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XXVII Quadro: La leggenda della spada sepolta
“Un guerriero sa che la stella più lontana dell'Universo si manifesta nelle cose che stanno intorno a lui.” (Paulo Coelho, Manuale del guerriero della luce) Guisgard fissava il bicchiere davanti a lui, girandolo e rigirandolo fra le sue mani. Lo sguardo era cupo e l'espressione stravolta. “Eh, se questo tuo buon vino, caro oste, fosse invece un elisir...” disse Umans appoggiato al bancone con l'oste che lo fissava dall'altra parte “... di lunga vita, o magari capace di tramutare in oro i materiali vili... eh, caro oste, quanti problemi si potrebbero risolvere...” e scolò il bicchiere tutto d'un fiato. “Quell'uomo che avete condotto qui...” mormorò l'oste indicando Guisgard che stava seduto ad uno dei tavoli “... cos'ha? E' forse muto? O pazzo? Non sarà, voglio sperare, un ricercato o qualcosa di simile.” “Eh...” con un ghigno Umans “... il nostro uomo è malato...” “Malato?” Ripetè l'oste. “Ed è grave?” Umans però non rispose e raggiunse Guisgard al suo tavolo. “Perchè mi avete portato via dal castello?” Domandò il cavaliere. “Forse per non vedervi morto, messere.” Rispose Umans. “Meglio per voi andare via da questa città. E dimenticarvi di tutto e tutti.” In quel momento un menestrello iniziò a strimpellare la sua lira. “Miei signori...” disse “... per un piatto caldo vi ripagherò con qualcosa di straordinario... una storia... ma non una storia qualunque...” “Avanti, menestrello!” Fece Umans. “Vediamo se sai davvero meritartelo quel piatto caldo!” Il menestrello annuì e cominciò a suonare il suo strumento... Il cielo. Immenso, indefinito, imperscrutabile. Attraversato da inquiete e smisurate nuvole, rese bianchissime e luminose dai vigorosi raggi del Sole che scolpivano sul loro manto contorni da sogno, quel cielo copriva l’inquieta terra tra la lussureggiante tundra di Taburingia e le grandi città del lontano Nord. Alberi secolari e colline dalle forme incantate e primordiali rendevano spettrale ed immutabile quel remoto scenario. Sareste riusciti a percorrere miglia e miglia senza incontrare nessuno e a fantasticare sulle misteriose presenze che, secondo leggende e tradizioni ormai dimenticate, abitavano quei luoghi inospitali e sperduti. La strada, qualsiasi direzione si fosse scelta, mostrava sempre lo stesso desolante scenario. L’unica fortuna, l'unica speranza per i viaggiatori di quei meandri maledetti era quella di imbattersi in uno di quei dimenticati villaggi che sorgevano dove le condizioni di vita apparivano più sopportabili. Questi erano gli unici posti in cui la civiltà sembrava aver toccato quei luoghi e dove potevano trovarsi scorte e viveri per proseguire la risalita verso il mondo conosciuto. E fu per questo motivo che quella mattina, al villaggio fortificato di Caias gli abitanti del posto videro giungere tre cavalieri pesantemente armati. Veloci e silenziosi come avvoltoi che hanno fiutato la loro preda, arrivarono alle prime luci dell’alba, forse nascosti tra la foschia che la notte appena trascorsa aveva lasciato in quella landa. Ebbero facilmente la meglio sulla debole squadriglia di mercenari che difendeva svogliatamente il villaggio, che serviva come tappa verso l'entroterra più profondo e raccolsero tutto ciò che era possibile trasportare. Ma mentre stavano per andar via, emerse dal silenzio l’ultimo soldato della squadriglia. “Prendete ciò che vi occorre e andatevene da qui!” Disse il sopravvissuto. “Siete feccia... e qui non ne vogliamo di gente come voi!” “Non scaldarti troppo, amico!” Rispose uno dei tre. “Del resto non sono morte donne, né bambini! Quanto ai tuoi uomini, beh, avresti dovuto addestrarli meglio!” E rise di gusto, seguito dai suoi due compagni. “Maledetti!” Ringhiò il superstite. “ Io, capitano Karlyon, giuro che vi darò la caccia fino in capo al mondo!” “Karylon?” Ripetè colui che sembrava essere il capo dei tre criminali. “Pyt Karylon? Il famoso mercenario? Quelli che molti definiscono la spada più abile della Taburingia?” “Se conoscete la mia fama” rispose Karylon “allora saprete che vi darò la caccia fino all’Inferno!” “Non c’è bisogno di attendere tanto!” Disse il capo dei tre. “Raccogliete la spada di uno dei vostri compagni morti. Vi do la possibilità di vendicarli.” “Non farlo, Feudis!” Gridò uno dei tre al suo capo. “Abbiamo ciò che ci occorre! E’ inutile perdere tempo con queste sfide!” “Tranquillo, sarà questione di un momento!” Rispose Feudis. “Avanti, raccogliete quell’arma” gridò poi al suo avversario “e dimostrate di essere degno della vostra fama!” Karylon raccolse la spada appartenuta ad uno dei suoi e si mise in posizione di scontro. Un attimo dopo i due contendenti cominciarono a studiarsi come due bestie feroci che si contendono il controllo del territorio. All’improvviso entrambi e con la medesima velocità cominciarono a vomitarsi addosso una pioggia di colpi avvolti dal bagliore e dal tintinnio delle loro spade. Feudis però era abilissimo, scaltro e veloce. Colpì al busto il suo avversario, facendolo cadere al suolo. Si fiondò poi verso di lui e un attimo dopo Karylon si accasciò su stesso. “Non era poi così forte!” Gridò compiaciuto Feudis. “Era necessaria questa perdita di tempo?” Gli chiese infastidito uno dei suoi. “Certo che lo era, Duxa!” Rispose Feudis. “Io sono il miglior guerriero del mondo! E chi non è d’accordo dovrà dimostrarlo sul campo!” Un attimo dopo, i tre criminali cavalcarono via, lasciando nel villaggio una nuvola di polvere ed una scia di morte... Intanto, nel castello, Talia era ancora al cospetto della duchessa. “Un posto vale l'altro...” disse la donna “... sono le persone e le sensazioni che sanno trasmetterci a renderli speciali...” fissò dalla finestra “... qui è molto diverso da Capomazda... vi giunsi per via dell'aria pulita dei monti... e poi vidi lei...” mormorò quasi senza accorgersene.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO Ultima modifica di Guisgard : 13-06-2012 alle ore 18.35.55. |
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