20-11-2014, 19.35.16 | #2561 |
Cittadino di Camelot
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"Ma siete impazziti..come uccidere Clio.." e la guardai spaventata..era una parola stare calma..speravo veramente fosse finzione e me ne entrai nella camera perplessa..presi un bicchiere di acqua e la bevvi.
Mi sedetti su una poltrona pensando..se fosse finzione o realtà, Clio era brava, era una combattente se la sarebbe cavata, magari sarebbe fuggita..quanto a Guisgard..ovvio se lo avessi visto gli avrei detto tutto.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
20-11-2014, 19.47.06 | #2562 |
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"Maledizione.." Imprecai, mentre quella pietra ci raggiunse.
"Grazie.." Mormorai a Guisgard che mi aveva protetto. Poi il gigante ci fece cenno di seguirlo in giardino. Raccolsi anche io una spada che sistemai in qualche modo nella leggera cintura. Uscimmo e Guisgard si avvicinò all'omone che lo scaraventò contro un albero, facendogli perdere i sensi. "Guisgard!" Urlai, ma quello si avvicinò a me. Non l'avrebbe ucciso. Bene. Sorrisi appena. "Oh, non è così facile uccidetemi.." Mormorai alzando gli occhi gelidi sull'omone. Sentii una voce, era Altea che mi avvertiva della trappola. "Lo so, Milady.." Urlai "Non temete.. Farò il possibile..." Senza però smettere di osservare il gigante, aspettando che fosse alla giusta distanza. Cambiai impugnatura ai pugnali, non potevo avvicinarmi o avrei fatto la fine di Guisgard. Così li lanciai, contemporaneamente, mirando agli occhi del gigante, per poi impugnare la spada e correre più veloce che potevo verso Guisgard che giaceva a terra, immobile. |
20-11-2014, 19.57.36 | #2563 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Il pittore scoppiò a ridere.
“Sir Guisgard” disse fissando la scena dal balcone “si è spesso definito un novello Davide. Ebbene, il Biblico Re d'Israele sconfisse in uno scontro impari il gigantesco Golia, campione dei Filistei. Vedremo ora se riuscirà a salvare lady Clio e voi, lady Altea.” Voltandosi nella stanza, dove c'era Altea. Ma Guisgard era ancora immobile e senza conoscenza ai piedi di quell'albero. Proseguiva però lo scontro tra il gigante e Clio. Il grottesco omone stava avanzando verso la ragazza per ridurla in poltiglia, quando lei, lesta, lanciò contro di lui i suoi affilati pugnali. La mossa fu semplice ed efficace. I pugnali raggiunsero gli occhi del gigante, che a quell'impatto lanciò un grido disumano. Cominciò allora ad agitarsi, fino a quando riuscì ad estrarre le due lame dai suoi occhi. Dalle orbite, ormai squarciate, cominciarono così a scendere lacrime di sangue. Lacrime che dopo un po' divennero vomiti rossi, mentre il gigante, come un Polifemo accecato ed impazzito, correva e si dimenava per il giardino, urlando e maledicendo se stesso. E correndo correndo, finì contro un barbacane, spaccandosi la testa e morendo sul colpo. Cadde poi pesantemente a terra, generando un sordo boato.
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20-11-2014, 20.03.43 | #2564 |
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Udii le parole sarcastiche del pittore..e uscii di nuovo nel balcone e osservai la scena di Clio che riusciva a sconfiggere il gigante.."Anche le donne, messer pittore, sono in gamba e sanno farsi valere" e continuai a guardare la scena, Guisgard era ancora privo di sensi.."Non penso Guisgard arriverà qui..è privo di sensi, non vedete? Il vostro piano è rovinato, pensavate di uccidere Clio e avete fallito" e risi...speravo solo lui si salvasse, non avrei potuto immaginare lo uccidessero veramente..oppure era tutta una finzione e volevano mettere alla prova le nostre abilità e veri sentimenti.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
20-11-2014, 20.09.54 | #2565 |
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Ce l'avevo fatta, aveva funzionato.
Mi voltai solo un momento, in tempo per vedere il gigante cadere con un grido. "Crepa, maledetto.." con un ghigno. Ormai avevo raggiunto Guigard. Mi inginocchiai accanto a lui, con la spada in mano e un ginocchio alzato, non l'avrei certo lasciato indifeso. Sospirai, voltandolo delicatamente, scostandogli poi i capelli dal viso con la mano libera. "Guisgard.." mormorai dolcemente, scuotendolo piano "Sono qui.. sono qui.." accarezzandogli il viso "Avanti, apri gli occhi.. ti prego.. ti prego.." mi chinai su di lui, posandogli un lieve bacio sulle labbra. Ma mi scostai subito, prima che arrivasse qualcuno. "Guisgard.." chiamai di nuovo, col cuore che tremava. |
20-11-2014, 20.23.47 | #2566 |
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A quelle parole di Altea, il pittore rise forte.
Guardò allora in alto, per poi afferrare dei rampicanti e issarsi su, svanendo nel nulla. Sul balcone cadde poi dopo un istante una maschera. Raffigurava il volto del pittore. Nel giardino, intanto, Clio aveva raggiunto Guisgard, cercando di farlo rinvenire. E pian piano il presunto Taddeide riaprì gli occhi. “Ah...” disse lentamente “... che mal di testa...” riconobbe Clio “... cos'è successo?” Ma in quello stesso momento alcuni valletti uscirono nel giardino, montando dei grossi panelli dipinti, sui quali erano raffigurate le mura di Capomazda e la sua verde campagna. “Ma che diavolo...” mormorò Guisgard guardando quello fondo. “Ed ora” annunciò uno di quei valletti “lo scontro tanto atteso... sir Guisgard contro il grande Maccus!” Un attimo dopo si udì una risata ed una figura apparve nel giardino.
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20-11-2014, 20.31.54 | #2567 |
Cittadino di Camelot
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Il pittore rise fortemente e sadicamente, sparì cosi lasciando una maschera..lo sapevo..forse era Maccus. Udii delle voci nel giardino..oh sicuro un trucco lo avrebbero trovato.
Guisgard aveva ripreso i sensi e mi appoggiai al balcone guardando il Cielo e pregando Iddio, che gli desse la forza necessaria...e urlai automaticamente.."Guisgard, amore mio..stai attento". Guardai la strana scena..dei pannelli, ma non capivo cosa fossero e dei valletti, ma poi il silenzio.. dissero la lotta tra Maccus e lui era iniziata e una figura apparve nel giardino.
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20-11-2014, 20.40.39 | #2568 |
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Sorrisi nel vederlo rinvenire.
"Sei stato scaraventato contro un albero da un gigante, e io l'ho accoppato.." Con un sorriso. Poi alcuni valletti portarono dei quadri. Sembrava Capomazda. "Che roba è?" Guardandoli perplessa. E poi annunciarono la sfida, e una figura apparve. Maledetto.. Il mio primo pensiero fu di combattere al suo posto, ma immaginavo che non me ne sarebbe stato grato. "Sei in grado di batterti?" Mormorai a Guisgard "Sappi che se osi farti ammazzare poi dovrai vedertela con me.." Sorrisi appena, senza allegria, con gli occhi nei suoi. Questo Maccus non poteva essere migliore di lui, eppure avevo paura, non che potesse batterlo, ma che usasse qualche stratagemma. Avrei voluto stringerlo a me, baciarlo come fosse davvero l'ultimo istante. Ma sapevo che non era il momento, e rimasi al mio posto. "Posso sempre andare avanti io.." Mormorai piano "Sarà così sprovveduto da sfidarti lealmente?". |
21-11-2014, 01.29.43 | #2569 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Il Maggiordomo sorrise lievemente a quelle parole di Galgan, per poi prendere, forse a caso, uno dei libri conservati su una mensola alle sue spalle.
“Cavaliere...” disse sfogliando distrattamente le pagine di quel libro “... conoscete la leggenda del dottor Faust? E' molto diffusa nell'Europa del Nord. Ebbene essa narra di una grand'uomo. Un uomo incapace di arrendersi ai limiti ed alle miserie della natura umana. I demoni di Faust non erano Mefistofele, Belzebù, né tanto meno Asmodeo.” Rise piano. “No, i suoi demoni erano molto più infimi... erano la vecchiaia, l'ignoranza, la superstizione. Erano questi i suoi veri fantasmi. Quelli cioè che assediano e tormentano l'animo umano da sempre.” I suoi occhi freddi si alzarono su Galgan. “L'uomo è nato per essere libero. Ma può esserlo solo vincendo quei suoi demoni. Ecco” chiudendo il libro che aveva d'avanti “dunque come Faust ha davvero liberato la sua anima.” Sorrise. “Ebbene, cavaliere, grato che abbiate accettato la mia proposta, ritenetemi da questo momento vostro debitore. Un po' come Mefistofele che rivela a Faust di essere il suo servo in questa vita, a patto che lui, cioè voi siate la medesima cosa per me nell'altra vita.” Rise. “Naturalmente per altra vita intendo il momento in cui partirete per unirvi a quelli che danno la caccia al traditore.” Annuì. “Rivelatemi allora quella richiesta d'aiuto, cavaliere ed io vi esaudirò.”
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21-11-2014, 01.53.51 | #2570 |
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Altea vide tutto dal suo balcone: Guisgard, con accanto Clio, che riprendeva i sensi e poi quei valletti impegnati a montare una vera e propria scenografia teatrale intorno a loro.
Come se un'irreale arena avesse preso forma in quel luogo, come l'ultimo scenario di un qualcosa di folle, a metà tra la farsa e la tragedia. Poi uno dei valletti annunciò la contesa finale. Apparve allora una figura. Camminava lenta e sicura di sè tra i viali fioriti di quel giardino. Non era alta, ne aggraziata, ma libera e lesta nei movimenti. E quando fu a pochi passi da Guisgard e da Clio fu possibile finalmente scorgerne i tratti. Dai capelli bruni, lo sguardo tagliente e con un sorriso irriverente. Aveva baffi ben curati, un abito da signorotto di campagna, con ben due spade che pendevano dalla sua cintura. “Finalmente ciò che il pubblico attende, milord...” disse fissando il presunto Taddeide. “La testa mi fa male...” Guisgard a Clio “... ed avverto lievi capogiri, ma credo che questa faccenda spetti a me...” prese la mano della ragazza per alzarsi. Si voltò poi verso il balcone, dove Altea lo aveva chiamato. “Tu occupati di Altea...” guardando di nuovo Clio “... qualsiasi cosa accada tu pensa a difenderla e a portarla fuori da questo posto...” restò a fissarla per un lungo momento “... va, Clio...” sussurrò. Il suo sguardo si spostò allora verso la figura armata. “Immagino siate Maccus...” con un sorriso di sfida. “Immaginate bene, milord.” Annuì la figura. “Non vedo l'ora di scoprire il vostro vero volto, allora.” Fece il presunto impostore. “Non credete sia questo che ora vi sto mostrando?” Ridendo Maccus. “Non credo...” scuotendo il capo Guisgard “... solitamente i ratti si nascondono nelle fogne fino all'ultimo istante... e non penso dunque che voi facciate eccezione.” “Sempre presuntuoso ed arrogante, vero?” Fissandolo Maccus. “Un degno Taddeo.” “I Taddei” replicò il presunto duca “sono un qualcosa che uno come voi non potrà comprendere mai.” Con aria di sfida. “I Taddei sono reali, mentre voi invece siete una sorta di burattinaio rinchiuso in questo grande e patetico teatro per sfuggire alla realtà. E sapete perchè? Perchè siete incapace di vivere davvero. Di avere una vita tutta vostra.” “Le vostre provocazioni non mi toccano.” Con fare teatrale Maccus. “Ed è un vero un peccato, per voi, morire senza poter impugnare Mia Amata, la spada dei Taddei. Ma forse è giusto così... dopotutto, morendo qui, il vostro viaggio si interromperà e a Capomazda si dimenticheranno di voi. Di voi e della vostra illusione di essere duca.” “Avete commesso un errore, Maccus.” Con un sorriso beffardo Guisgard. “Il copione non andrà come vi aspettate. Vi è un unico Regista e non siete certo voi.” “Già...” annuendo Maccus “... dimenticavo... sir Guisgard è un novello Re Davide, prediletto dal Signore.” Un ghigno sul suo volto. “Ma oggi nessuno verrà a salvarvi.” Sfoderando la sua spada. “Ma non temete... guardatevi intorno... ammirate la scenografia che ho fatto montare per voi... morirete a Capomazda.” Guisgard rise. “Cosa avete da ridere?” Sorpreso Maccus. “Vi ho detto che c'era un colpo di scena...” divertito Guisgard. “Mentite!” Esclamò Maccus. “Dimenticate che i Taddei, a Dio piacendo, non sono destinati a governare solo su Capomazda” saltando su un basso muretto il presunto Taddeide “ma anche su Sygma. E sapete quale grande Santa protegge Sygma e gli stessi Taddei?” Maccus lo ascoltava in silenzio. Allora Guisgard prese un ciondolo dalla tasca, per poi premere il piccolo pulsante sulla sua estremità. Trascorsero alcuni lunghi istanti. Poi il Sole parve oscurarsi ed un sibilo riempì l'aria. Sul castello apparve come dal nulla la Santa Caterina.
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