28-06-2012, 02.25.42 | #2571 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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“Purtroppo” disse quell'uomo ad Altea “la tristezza di Cayassian non appartiene al passato... la nostra tristezza vive nel presente e temo continuerà a farlo anche nel futuro...” alzò gli occhi verso il castello sul colle “... non lasciatevi ingannare dalla bellezza del nostro castello... è proprio in quel luogo che dimora la nostra tristezza... è da lì che una profonda pena tiene in una morsa tutta la nostra città...”
“Ma da cosa dipende questa tristezza?” Chiese Fyellon. “Il nostro re” rispose l'uomo “è sempre stato un grande sovrano, illuminato e misericordioso. Ma dal giorno in cui ha perduto l'armonia nel suo castello, egli è divenuto un tiranno...”
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28-06-2012, 03.19.06 | #2572 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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“Suvvia...” disse Ludovico fissando Talia “... una così bella ragazza ha perduto la lingua?” E rise. “Cara cugina, le scegliete dunque tanto timide le vostre dame di compagnia adesso?”
“Hanno solo il buongusto di non rispondere alle vostre sciagurate domande.” Rispose lady Vicenzia. “Comunque, vi ricordo che state ritardando la nostra partenza.” “Ah, si rammento. E dove siete diretta, milady?” Chiese Ludovico alla duchessa. “A Capomazda.” Rispose la duchessa per poi tossire. “A Capomazda?” Ripeté lui. “Ma lì è troppo caldo in questo periodo. Meglio per voi restare a Faycus. Qui l'aria è più asciutta e fresca.” “Mi attendono alcune questioni da risolvere nella capitale.” “Capisco...” mormorò Ludovico “... ah, uscire da Faycus oggi forse sarà un po' complicato, cara cugina.” “Come sarebbe?” “Ecco, ho organizzato alcuni controlli” rispose lui “presso la porta della città. I miei uomini controllano tutti coloro che arrivano e che partono. Ci sarà così un po' di calca all'ingresso.” “Perchè mai tutto questo?” “Pare che in città siano giunti dei cavalieri.” Fissandola lui. “E voi sapete che un decreto regio vieta di entrare nelle città senza aver dichiarato le proprie armi. Si tratta dunque solo di una normale procedura.” “Che seccatura!” Esclamò la duchessa. “Ora impiegheremo del tempo ad uscire dalla città!” “Perchè tanta fretta, cara cugina?” Domandò Ludovico. “Capomazda non scappa mica. Oppure forse siete voi a voler scappare?” E rise di gusto. “Il vostro spirito è del tutto fuori luogo in questo momento.” “Noto che siete più eccitabile del solito, cara cugina.” Fece lui. “Come mai questo nervosismo? Avere al fianco una così bella dama di compagnia non vi rende più lieta?” “Meglio avviarci allora.” Disse la duchessa. “Visto che i vostri controlli ci porteranno via molto tempo.” “Sono semplici controlli, cara cugina.” Mormorò Ludovico. “I miei uomini possono ben poco. Quei cavalieri giunti in città sono sotto il comando e la protezione del vescovo. Hanno il suo lasciapassare e possono entrare in qualsiasi città del ducato e del regno. Anche a Capomazda dunque. Se cercano qualcuno, essi lo troveranno.” La duchessa lo fissò. “Aspettami qui, Talia.” Disse la donna, per poi scendere dalla carrozza. Si allontanò allora di qualche passo insieme a Ludovico. “Andare via da Faycus non vi servirà a nulla, cugina.” “Come sapete che...” “Questo ora non è importante.” La interruppe lui. “Quella ragazza è sotto la mia protezione.” Fece la donna. “Il lasciapassare del vescovo aprirà qualsiasi porta” fissandola lui “e portarla a Capomazda sarà come esporla in pubblica piazza. Lì nessuno potrà salvarla dal suo destino. Credete che il ducato si metterà contro il vescovo per una sconosciuta?” “Devo dunque consegnarla a quei cavalieri?” “No, ovvio che no.” Rispose lui. “Ma lasciarla al suo Angelo Custode. Ella ne possiede uno e credetemi, egli saprà proteggerla.” “Sciocchezze, non ha nessuno al mondo.” “Invece si.” Annuì lui. “Io stesso gli ho parlato.” “Non parlerete di quel ladruncolo, di quel poco di buono che hanno arrestato al castello?” “Quel ladruncolo, come dite voi, mi ha salvato la vita.” Replicò lui. “Lo avevo assoldato con la forza per una battuta di caccia, ma quando ha avuto la possibilità, invece di fuggire, ha rischiato la vita per salvarmi. Gli avevo promesso denaro, titoli e protezione, ma lui vuole solo andarsene via con la ragazza. E con lui, lei sarà più al sicuro che in qualsiasi altro posto al mondo.” “Quando ho visto Talia” sussurrò la duchessa “ho subito pensato al Ritratto... ho subito pensato che fosse lei la ragazza che a Capomazda cerchiamo da secoli...” “Se è davvero lei la ragazza della profezia” disse lui “allora un giorno arriverà comunque a Capomazda. Come si dice? Quando in Cielo è scritto, in terra avverrà.” “Cosa dobbiamo fare ora?” “Lasciarla andare.” “Lasciarla andare?” Stupita la duchessa. “Da sola? Ma è cieca!” “Quella ragazza non è mai sola.” Rispose lui. “Lasciamola andare adesso.” I due taddeidi tornarono alla carrozza e Ludovico aprì la porta della vettura. “Talia, non ho più bisogno di te.” Disse la duchessa. “Sei libera.” Un servo aiutò la ragazza a scendere. “Cammina sempre innanzi a te.” Continuò la duchessa. “Oltrepasserai il portone del convento e sarai libera. Non c'è altro. E che Dio ti assista.” Le si avvicinò e la baciò sulla fronte, mettendole nella mano il suo Rosario d'argento.
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28-06-2012, 09.55.16 | #2573 |
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"Avete ragione, messere, non sempre le cose belle risplendono di tale bellezza anche internamente, la stessa cosa vale per noi uomini. Mi spiace per ciò che voi e gli abitanti di questa cittadina dovete sopportare, spero le angherie non siano crudeli, ma io e Fyellon non possiamo aiutarvi, penso" guardai istintivamente Fyellon, ricordando l'avventura della Avvilente Costumanza.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
28-06-2012, 11.55.41 | #2574 |
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risposi no signore e guardai tutti i soldati e poi mi girai verso il capitano capendo che intenzioni avesse e che persona era
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fabrizio |
28-06-2012, 17.23.00 | #2575 |
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“Non so...” disse Fyellon “... io sono incuriosito... voi no, Altea?” Fissando la ragazza. “E che genere di tristezza domina in questo posto?” Chiese poi a quell'uomo.
“Il nostro re” rispose quello “è cambiato totalmente. Sempre accigliato, irascibile e intollerante. Le prigioni sono sempre piene e siamo costantemente in guerra con tutte le città vicine.” “E a cosa si deve questo stato di cose?” Domandò Fyellon. “Perchè egli...” Ma delle grida interruppero le parole dell'uomo. “Presto, scappate!” Urlò qualcuno nella strada. “Sta arrivando il re! Ed è più arrabbiato del solito!”
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28-06-2012, 17.28.55 | #2576 |
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Alla domanda di Fyellon, feci un cenno negativo col capo..no, non ero interessata, già ci eravamo imbarcati in situazioni strane e difficili, ma Fyellon invece era entusiasta e chiedeva informazioni al cittadino, ma noi soli...cosa potevamo fare?
Ad un tratto si sentirono delle urla...il re stava arrivando..strattonai Fyellon "Presto nascondiamoci...o volete che finiamo nelle prigioni pure noi?"
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28-06-2012, 17.35.56 | #2577 | |
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Rimasi nella carrozza così come la duchessa aveva detto... ma ero agitata e tesa: continuavo a muovermi e a tendere le orecchie nel tentativo di sentire ciò di cui stavano parlando, tormentando con le mani il bordo rigido dell’abito che indossavo... per un attimo ebbi la tentazione di fuggire... fu solo per un attimo: immaginai di aprire lo sportello della carrozza e correre via senza voltarmi indietro, correre fino in paese a cercare Guisgard... ma durò solo un attimo quel proposito, poi dovetti metterlo da parte pur se di malavoglia, dovetti ammettere che era un’idea sciocca e avventata, dovetti ammettere che non potevo sperare di arrivare lontano in quella condizione...
E così la mia ansia, la mia preoccupazione e quel vago senso di smarrimento si intensificavano... Citazione:
Poi quel servitore prese la mia mano per aiutarmi a scendere dalla carrozza... lo feci quasi meccanicamente... esitavo... non capivo... Poi quel bacio, ed il rosario... “Oh, milady...” mormorai allora, inchinandomi e prendendo la sua mano tra le mie “Grazie, mia signora... grazie!” Era accaduto tutto tanto in fretta che faticavo quasi a crederci... l’arrivo di quell’uomo, lord Ludovico, aveva radicalmente cambiato la situazione... ero stupita... non sapevo chi fosse quell’uomo né che cosa avesse detto alla duchessa per farle cambiare idea, né perché si fosse dato la pena di farlo... esitai... era una follia, forse... ma era quello che volevo, in fondo... ciò che avevo sognato di fare appena pochi momenti prima... E così, risolvendomi a non pensarci oltre, mi voltai e poco dopo stavo già camminando lentamente nella direzione indicatami... Un passo dopo l’altro, li sentivo risuonare sul selciato... e mi trovai a chiedermi quanto mancasse al portone... e mi trovai a chiedermi che direzione avrei preso dopo averlo varcato...
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** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
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28-06-2012, 19.31.25 | #2578 |
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Il tiepido e limpido pomeriggio sembrava riflettersi nel giardino del Casale, col suo cielo terso e azzurro, le foglie dei tigli, degli olmi e degli aceri fatte appena vibrare, con un'incantata musicalità, dal vento fresco ed asciutto e la luminosità delle vaste nuvole che sembravano naufragare fin verso i più lontani e sognanti confini di quel mondo.
Talia sedeva all'ombra degli alberi, su una sedia austera e robusta, che sembrava intrisa di un sapore antico e di un profumo d'altri tempi, con bellissime e ormai consumate immagini intagliate nel legno. “Avanti, su...” disse Guisgard che le stava davanti “... riproviamo ancora...” “No, Guisgard...” scuotendo il capo lei “... è inutile, la gamba mi fa troppo male...” “Hai sentito il medico, no?” Fissandola lui. “Devi sforzarti. Devi vincere la paura.” “Ma la gamba mi fa male!” Quasi arrabbiandosi lei. “Ma devi sforzarti!” Alzando la voce lui. “Se non lo farai, allora la guarigione sarà molto più lunga! Su, ora indietreggio di qualche passo... vieni verso di me... coraggio...” Talia allora, facendo leva con le mani sulla sedia, cercò di alzarsi, ma senza riuscirci. “E' inutile, sono troppo stanca...” “Ma ci stavi riuscendo!” “Guisgard, per oggi basta così.” Disse il Maestro. “Non si sente ancora pronta.” “Ma è solo un blocco il suo!” “Si e forse ha bisogno di altro tempo per superarlo.” “A te non interessa niente di lei.” Arrivando Fyellon. “Cerchi solo una compagnia per i tuoi pomeriggi.” “Pezzo di...” mormorò Guisgard voltandosi. “Smettetela!” Gridò Talia. “Pensate solo a litigare!” “Basta voi due!” Disse il Maestro. “Talia ha ragione! Se avete voglia di gareggiare, allora conservate le forze, visto che domani è il gran giorno.” “Si, hai ragione, Maestro.” Annuendo Fyellon. “E scusami anche tu, Talia... domani tornerò dal bosco con le corna del Cervo Bianco e dimostrerò che sono il migliore.” “Lo vedremo...” fissandolo Guisgard. Il Maestro allora prese Talia in braccio e rientrò in casa. Giunse la sera e poi la notte. All'alba, Guisgard e Fyellon partirono alla volta del bosco per cercare le corna del Cervo Bianco. Giunse di nuovo il pomeriggio e Talia chiese al Maestro di essere portata fuori. Egli allora la prese in braccio e la fece sedere sulla sedia posta proprio verso il bosco. E li attese fino a sera. E ad un tratto le apparve una figura lontana. Sembrava confondersi con l'ultimo chiarore morente del crepuscolo e appariva incerta e mutevole. Ma lei riconobbe quella figura. “Guisgard!” Chiamò. La figura così cominciò ad avvicinarsi verso il Casale e poi a correre verso di lei. Talia allora cominciò a far forza con le mani per alzarsi. Tremava per il dolore alla gamba, ma non si fermò. Alla fine riuscì ad alzarsi dalla sedia. Avanzò così di qualche passo fino a quando, per la stanchezza inciampò. Ma si ritrovò fra le braccia di Guisgard. “Ti...” con gli occhi lucidi lei “... ti aspettavo... hai visto? Mi sono alzata...” “Sei bravissima, gioia...” sorridendole lui, per poi asciugarle una lacrima che cominciò a rigare il suo viso “... bravissima...” “E dimmi...” sussurrò lei “... hai trovato...” “Si.” Interrompendola lui e mostrandole delle meravigliose corna bianche come l'avorio. “Il Maestro aveva ragione... il Cervo Bianco esiste... ha perduto queste corna, forse per essersi impigliato in qualche ramo...” “Sei...” sorridendo lei “... sei tu il migliore...” e lo baciò sulla guancia. Lui allora la prese in braccio e rientrarono in casa, lasciandosi alle spalle la magia di quella sera. “Talia!” Chiamò una voce appena la ragazza ebbe varcato il portone del convento. Una voce che la destò da quel ricordo. Il vento le aveva fatto comprendere di essere fuori. “Talia!” Di nuovo quella voce. E continuò a chiamarla, facendosi sempre più vicina. Perchè Guisgard stava correndo verso di lei. E corse fino a raggiungerla, per poi abbracciarla forte.
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28-06-2012, 22.18.37 | #2579 |
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I miei passi sulla pietra del cortile... lenti, ritmici, cadenzati... le mie mani leggermente protese in avanti, come a tentare di individuare potenziali ostacoli...
E poi quel ricordo... sorrisi ad esso e, quasi allo stesso tempo, dovetti reprimere una lacrima... mille ricordi attraversavano la mia mente: il Casale, Guisgard, quei giorni così felici, Guisgard, il Maestro, Guisgard, il Cervo Bianco, Guisgard, il mio incidente, Guisgard... Ad un tratto, poi, un improvviso ed inatteso colpo di vento fece volare i miei capelli... portandomi via da quei pensieri... E fu allora che la udii... quella voce... In un primo momento credetti di aver solo sognato... mi bloccai, tuttavia... in ascolto... E la udii di nuovo. Il cuore prese a battermi forte, allora... vertiginosamente forte... “Guisgard!” gridai, protendendo di più le braccia e iniziando a correre... Non sapevo dove correvo, non sapevo dov’ero... ma non mi importava in quel momento, non mi importava di niente... sapevo solo che stavo correndo da lui. E poi non corsi per molto... appena un istante dopo, infatti, lui mi raggiunse e mi strinse forte. Ed anche io lo strinsi... lo strinsi e lo strinsi ancora... ero felice, ero tanto felice che dimenticai tutto il resto, dimenticai qualsiasi altra cosa... “Oh, Guisgard...” sussurravo, mentre lacrime di gioia mi rigavano le guance “Quanto mi sei mancato, Guisgard... quanto!” E poi, istintivamente, quasi senza rendermene conto, sollevai il viso e lo baciai piano.
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28-06-2012, 22.34.41 | #2580 |
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"Ti aiuterò" dissi alla ragazza nel pozzo, pur non sapendo chi ella fosse "ma dimmi almeno perché vogliono ucciderti... Che cosa hai fatto di cosi grave a questi uomini da spingerli a fare ciò?" aggiunsi, per poter comprendere meglio la situazione.
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