31-05-2018, 18.37.14 | #251 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Quella stanza, la sua atmosfera di sensualità, lussuria, abbandono dei sensi.
La luce tremula delle candele, il vassoio portato dalla servetta poi andata via. Ed Elyse. Aegos la guardava tutta. La guardava muoversi sensuale e provocante, di una bellezza perduta, maledetta. Quel cenno, quell'ordine, fatto con la gamba tutta fuori dallo spacco. Lui sorrise eccitato. Stava al gioco, ma si sentiva il maschio, quello forte e dominante. Era un gioco e lui voleva giocare, ma sapeva di essere in grado di farsi valere. “Si, padrona...” disse fissandola tutta “... lo stallone della marchesa è pronto per farla cavalcare...” raggiungendola. In quel momento una servetta arrivò. “Madama...” intimidita ed impaurita “... c'è... c'è una visita per voi... molto importante...” a capo chino "... si tratta di sua eminenza il presbitero..." La carrozza era pronta. Gwen era salita a bordo. “Aspettate...” disse all'improvviso una voce “... è sciocco ripartire ora...” Elv sul cancello “... partirete domattina... non voglio avere il vostro sangue sulla coscienza.” “Se andrete” disse Ruspon a Dacey “io non ne sarò responsabile, chiaro?” “Certo, sarò io responsabile.” Cales. “Bene.” Seccato Ruspon, per poi andare via. “Ascoltatemi...” Cales ai cacciatori “... saremo un gruppo compatto e non ci divideremo, chiaro? Qualunque predatore preferisce attaccare prede singola e noi non gli faciliteremo la cosa.” Tutti annuirono. Poco dopo il gruppo uscì dalla città. Vi erano dei cani con loro a cui avevano fatto annusare i vetiti lerci di sangue di una delle vittime, in modo che i segugi riconoscessero il possibile odore della misteriosa preda. Partirono. Erano Hiss, Altea, Gozil e Guan. Gli altri erano rimasti al covo. “Sarete anche la regina di questi boschi” disse Hiss ad Altea “ma ora pare ci sia un potere più forte... quello misterioso della bestia.” Annuì. “Ma lo debelleremo presto.” Seguivano un sentiero che li avrebbe condotti in città, sebbene il cammino era tutt'altro che breve. I briganti vivevano lontano da Sant'Agata di Gotya. “Questi boschi sono sinistri e selvaggi” guardandosi intorno Hiss “eppure hanno un fascino fortissimo... vi è qualcosa di sognante e romantico in questa natura sconosciuta e dimenticata... qualcosa di magico direi...”
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31-05-2018, 18.44.16 | #252 |
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Con noi vi erano ovviamente Guan, il tiratore scelto, e Gozil che conosceva ogni angolo della foresta.
"Si, hai ragione...purtroppo forze strane stanno compiendo qualcosa di malvagio. Il bosco...si...di notte poi ha un fascino particolare con la Luna che brilla nei rivoli di acqua e nei laghetti o cascate, e durante il giorno il Sole trionfa tra le fronde degli alberi. Farne parte è qualcosa di magico, non tutti possono esserlo...io lo sono, forse un giorno pure tu" lasciando la mia mano calda sfiorasse il suo volto in modo sensuale.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
31-05-2018, 18.44.26 | #253 |
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Sentii la sua voce sul cancello, ma non mi importava.
Non volevo restare e non lo avrei fatto, soprattutto se era lui a chiederlo. "Andate" al cocchiere.
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31-05-2018, 18.47.02 | #254 |
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Lasciai perdere Ruspon, comandando a un servo di prepare la mia cavalcatura per quella uscita.
Cales sapeva come farsi ascoltare, ben presto i cacciatori si erano radunati attorno a lui per seguire le sue direttive chiare e precise. Approfittai di quel momento per andarmi a cambiare, preferendo al vestito morbido e lungo un completo da cavallerizza con una tela a quadretti verde. Presto la colonna di uomini e cani da caccia di formò, con gli animali che scalpitavano e latravano avendo odorato il sangue delle vittime e probabilmente anche quello della bestia. Eravamo dunque pronti a partire. Mi portai ad affiancare Cales, che pareva così serio e concentrato e proprio con quella determinazione nel volto rivelava un’area affascinante. “ Credete che troveremo davvero qualcosa? Non vorrei essere pessimista ma siamo in molti, siamo rumorosi... qualsiasi cosa sia quella bestia potrebbe facilmente sentirci e andare lontano.” Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk
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31-05-2018, 19.01.11 | #255 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Il cocchiere era restio.
Elv allora si avvicinò alla carrozza. “Ma dico...” disse a Gwen “... siete anche stupida oltre che irriverente? Possibile non vi rendiate conto di cosa sta succedendo nei nostri boschi? Non capite che uscire di notte è quasi un suicidio?” A muso duro. Hiss sorrise ad Altea e le baciò la mano. “Beh, se siamo marito e moglie” disse “immagino debba darti del tu.” Facendole l'occhiolino. “Che melense e sdolcinate idiozie...” sbottò Gozil. Allora si mise a cantare a squarciagola, rompendo un po' l'atmosfera sognante di quel momento. “Sei una frana col canto, capo.” Ridendo Guan. Avanzarono lungo il sentiero per circa un'ora, quando cominciarono ad udire dei rumori. Come dei latrati lontani. “Aspettate...” fece Hiss “... sentite?” Gozil e Guan subito misero mano alle armi. “Anche questo ci aiuterà a capire un po' più di questa storia.” Disse Hiss a Dacey. “Comprendere come ragiona la cosiddetta bestia... come un animale oppure come un uomo? Sarà interessante scoprirlo.” Partirono. Vagarono per il bosco per circa un paio d'ore, tutti armati, tranne Cales e Dacey, con la muta di cani intorno a loro. Abbaiavano forte i cani, in ogni direzione, guidando il drappello di cacciatori verso il cuore del bosco e della notte. Al chiarore soffuso e stregato della Luna il bosco assumeva strane forme, sconosciute e maledette. Il sibilo del vento era lento, quasi simile ad un lamento. Accarezzava le foglie senza avere la forza di sferzare le cime degli alberi, che immutabili nel loro secolare silenzio restavano simili a guardiani addormentati. Ad un tratto uno dei cacciatori udì qualcosa nella vegetazione.
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31-05-2018, 19.09.56 | #256 |
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Quel bacio sulla mano fu inebriante come se fosse stato un bacio caldo sulle labbra.. "Ovviamente devi darmi del tu.. E attento potrei essere gelosa".
Quel momento romantico e di ilarità tra noi due e poi il gruppo si interruppe udendo dei latrati.. "A bassa voce" sguainando Volpe Ambrata ma ricordavo pure Hiss aveva spada e pistola"Da dove proviene?"guardandomi attorno. Inviato dal mio PRA-LX1 utilizzando Tapatalk
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31-05-2018, 19.12.32 | #257 |
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“ Suppongo che abbiate ragione voi. Dopotutto abbiamo bisogno di ogni elemento possibile per far luce sulla misteriosa creatura.”
Convenni alle parole di Cales, magari saremmo anche stati fortunati e avremmo trovato qualcosa di davvero determinante, come un’impronta ad esempio. Dunque mi accinsi a trovare tutta la concentrazione possibile, tenendo sempre gli occhi vigili mentre procedevamo sempre più nel cuore del bosco. L’aria era fresca e carica di quell’odore tipico del sottobosco, di erba, pini, piccoli frutti nascosti negli arbusti, fiori senza dimenticare gli animali più disparati che però si celavano al nostro passaggio. La notte si faceva strada nel bosco di pari passo a noi, rendendo il clima più pungente e alimentando l’inquietudine delle ombre . “ Forse hanno trovato qualcosa!” Vedendo le mosse di uno dei cacciatori e affrettandomi a raggiungerlo. Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk
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31-05-2018, 19.13.28 | #258 |
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Si avvicinò alla carrozza e lo guardai.
Poi distolsi lo sguardo. "Magari preferisco il suicidio a voi che non avete rispetto per niente e nessuno..." il mio tono, che voleva essere sprezzante, risultò invece un mormorio sommesso, quasi un pigolio, ma davvero non mi sarei aspettata un comportamento così da lui. Forse perché ero stata troppo ostinata nel dare per scontato che De Goth avesse torto, ma non era così.
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31-05-2018, 19.17.07 | #259 |
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Il nome della perla
L'atmosfera era sempre più intensa, sempre più calda in quella stanza che aveva visto le nefandezze più inconfessabili, ma che sembrava bramare sempre di più il suo tributo di oscura perversione.
Adoravo quel momento, quello sguardo che si perdeva sempre di più nell'abisso, l'incedere famelico ma controllato, l'eccitazione che sicuramente cresceva sempre di più sotto i pantaloni di pelle, e quella sensazione di dominio, controllo, che serpeggiava sempre di più in me, dardeggiando nel mio sguardo. Sorrisi, enigmatica a quelle parole. Oh non hai idea di come siano le mie cavalcate, occhioni blu... Alzai il piede per cercare il suo corpo, accarezzandolo dolcemente, partendo dalla sua spalla, per poi scendere lungo il suo petto, fino alla vita, e poi ancora più giù... Durante tutto quel movimento sensuale non lasciavo mai i suoi occhi, li incatenavo ai miei, li rapivo, li possedevo. La porta si aprì ed arrivò Lariela, la servetta che mi avrebbe portato cibo e vino, per rendere tutto quello ancora più intenso e peccaminoso. Ma la piccola insolente non mi aveva portato il pranzo come ordinato. Nel vederla entrare a mani vuote i miei occhi si accesero di una luce diversa, crudele, furiosa, quel fuoco che si accendeva in me quando qualcuno mi disobbediva. Alle sue parole, poi, i miei occhi diventarono quelli di un demone furibondo. Con un balzo scesi dal piano e raggiunsi la servetta. "Come osi Interrompermi?" tuonai, per poi tirarle uno schiaffo così forte da farle fare un volo di alcuni metri "Ora, da brava, servirai Aegos, chiaro?" tuonai "Vedi di non deludermi un'altra volta!". La mia voce era un rimbombo crudele, ma più il viso della servetta era terrorizzato, più mi sentivo eccitata e infuocata. Non riuscii più a trattenermi, mi voltai verso Aegos, lo strisi a me con forza e lo baciai violentemente. Un bacio fatto interamente di lussuria sfrenata, desiderio. Un bacio lascivo, caldo, disperato. "Aspettami qui..." con la voce calda e lo sguardo che presagiva le più incredibili perversioni. Non potevo ignorare una visita del presbitero, anche se volevo liberarmene il prima possibile perchè se c'era una cosa che non sopportavo era qualcuno che ficcasse il naso nei miei affari, a maggior ragione quel presbitero che l'idiota di mio cugino non sapeva far stare al suo posto. Ignorai completamente Aegos, spogliandomi davanti a lui come nulla fosse, per poi indossare un abito che si confaceva al mio rango, di un rosa salmone con ricami arancio e pizzi bianchi, acconciai i capelli alla moda dell'aristocrazia, e me ne andai, raggiungendo la sala grande. "Vostra eminenza!" lo salutai, prima di sedermi su un'imponente poltrona, facendogli cenno di fare altrettanto "A cosa devo la visita?" con la voce impostata che ero solita usare in società. Intanto, suonai un'altra campanellina. "Spero gradirete del vino..." con un leggero sorriso "la mia vigna a Solpacus ha goduto di un'ottima annata!" fissandolo con aria seria e composta. Ultima modifica di Clio : 01-06-2018 alle ore 01.03.10. |
31-05-2018, 19.22.36 | #260 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Il latrato confuso dei cani che divenne assordante, i cacciatori che puntarono i fucili.
“Liberateli...” disse Cales “... liberati i cani!” Urlò. Dacey era accanto a lui. La muta fu sciolta e subito si riversò nella boscaglia davanti a loro. “Che diavolo succede?” Gridò Gozil. Alcuni cani sbucarono dai cespugli, con la Luna che illuminava i loro occhi rendendoli splendenti. Allora Gozil, Guan e Hiss puntarono i loro fucili e fecero fuoco, abbattendo subito alcuni di quei cani. I colpi di fucili furono uditi dai cacciatori che raggiunsero i cani. “Richiamateli!” Gridò uno dei cacciatori. Finalmente i due gruppi si incontrarono. Da un lato c'erano Dacey, Cales e gli altri cacciatori, dall'altro Hiss, Altea, Gozil e Guan. “Chi siete?” Stupito Cales. “Siete folli ad uscire per questi boschi di notte?” “E voi?” Hiss. “Cerchiamo la bestia!” Uno dei cacciatori. “Anche noi.” Rispose Hiss. “Sono un inviato del duca... sono il Gran Cacciatore Reale alla corte di Taddeo l'Intollerante, Arciduca di Capomazda.” “Ottimo...” Cales “... anche io sono inviato da sua signoria... sono uno studioso dell'Accademia Naturalistica del Ducato di Capomazda.” “Ci avete ucciso dei cani!” Adirato un altro dei cacciatori. “Non potevamo certo farci aggredire dai vostri cagnacci!” Gozil.
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