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Vecchio 21-01-2012, 14.56.27   #261
Daniel
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Vidi Elisabeth che si trascinava e corsi verso di lei:
<<Che cosa avete fatto??>> Presi una boccetta dalla mia sacca e gliela porsi:
<<Bevetela presto vi farà bene!>>
Poi fui distratto dal vecchio che parlava della strega.. Io avevo ragione, ma accusare Isolde subito non avrebbe avuto senso allora urlai:
<<Dov'è Isolde?>> Tutti mi fissarono..
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Vecchio 21-01-2012, 15.19.53   #262
Parsifal25
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Parsifal25 sarà presto famoso
Ciò che nascondeva quel libro era un qualcosa di incredibile: immagini strane, scritte subliminali e finalmente..... il significato di quel crine.

Era deducibile che quel libro contenesse antiche pratiche di paganesimo e occulto. Il latino non era un problema complicato, quindi, era possibile riportare lo scopo del crine e il suo simbolismo. Presi il mio diario e riportai il tutto.
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"Covenant's Love"..... le dolci parole di colei che è entrata nel mio cuore.....
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Vecchio 21-01-2012, 20.56.27   #263
elisabeth
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elisabeth è un gioiello nella rocciaelisabeth è un gioiello nella rocciaelisabeth è un gioiello nella roccia
Alla voce di Daniel mi voltai verso di lui come fossi una sonnambula " Daniel, figlio mio .....la mia mano e' vecchia..la bimba, la sua testa e' avvolta dalle tenebre e dal male, lei deve essere solo un mezzo , e' stata investita da un energia negativa.......che c'e' in questa boccetta, Dio mi sento ubbriaca......Daniel devi fare una cosa importante, prendi questa fiala e danne da bere al boscaiolouna piccola parte, si riprendera' subito.......e nessun'altro morira' o verra' investito dalla malia......aiutato il boscaliolo tutto svanira'......e lascia stare Isolde....vedrai che avremo tutto il tempo per maledire il momento di averla incontrata...." Presi la boccetta che Daniel mi offriva e la mandai giu', sapevo che poco poteva fare....ma mi avrebbe aiutato, ad affrontare la situazione e l' energia di Daniel mi dava forza una forza che non avevo mai provato prima........sentii quindi martellare e guardai l'uomo sul pennone......o mio Dio la caccia alle streghe,Goz non sembrava ancora invaso da strane sensazioni.......ma se la paura si diffondeva per Isolde sarebbe stao molto piu' semplice mettere in atto i suoi piani, " Daniel vai e fai in fretta..."....mi appoggiai al passamano del ponte e osservai Altea con la bimba.........sono sicura che l sua dolcezza fara' miracoli........
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Vecchio 21-01-2012, 23.04.52   #264
Daniel
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Daniel è sulla buona strada
Guardai elisabeth accasciarsi..
<<Non ti lascerò certo qui!>> Schioccai le dita e feci comparire una nuvola su cui appoggiai Elisabeth..
<<Aspettatemi qui..>> Cosi velocissimo verso la satnza del Boscaiolo e dissi:
<<Fategli bere questa.. - Mi guardai intorno e urlai- PRESTO!>>
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Vecchio 22-01-2012, 18.03.07   #265
elisabeth
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Mi sembrava di fluttuare tra la vita e la morte....era una dolce sensazione, quasi di oblio, fui poggiata amorevolmente su una coltre di eterea visione e varcai il bosco del silenzio......tutto dormiva e sembrava essere in attesa.....ogni albero si inchinava al mio passaggio.....ogni fiore si apriva emanando un profumo speziato.....sino a quando non vidi il padre di Daniel era li' come se ttendesse il mio arrivo...ed io incominciai a correre correvo senza mai raggiungerlo...metre Isolde apparsa dal nulla uccise l'amata figura...mi destai in preda all'affanno....e cercai di comprendere dove fossi.....

Ultima modifica di elisabeth : 22-01-2012 alle ore 22.46.59.
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Vecchio 22-01-2012, 23.58.25   #266
Chantal
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Chantal sarà presto famosoChantal sarà presto famoso
La governante tentò di farsi forza.
Accennò un lieve e forzato sorriso e baciò teneramente il capo di Chantal.
“La Città dei Cieli…” mormorò, accompagnata dal rassicurante rumore della legna che si consumava nel focolare “… si, vi sono Angeli… essa ha quattro porte… ricordo che così recitava un mendicante giunto un giorno a casa mia… io ero una fanciulla e restai incantata dal suo racconto… diceva di essere stato un poeta poi caduto in disgrazia… al seguito di un potente signore, raccontava, aveva visitato contrade e regioni lontane… e mi narrò della Città dei Cieli e delle sue quattro porte… tante quanti sono gli elementi di cui è composto il mondo… e a guardia di quelle porte vi sono quattro cavalieri, simili ad Angeli…” mentre narrava di queste cose, calde lacrime rigavano il volto della governante, impaurita com’era dalla presenza di quei tre fuggiaschi.

Chantal ascoltava paziente,di una pazienza volta a smussare le acuminose spigolature di quella notte fatta di paura e sangue mentre la governante disquisiva su quella città fantastica locata nelle nuvole.
E ritmata di gemiti e lamenti.
Chiuse gli occhi e ricreò nella sua mente le immagini che la donna aveva così minuziosamente decritto.
Angeli che armavano cavalieri..questo le era rimasto impresso negli occhi di quella città dei Cieli.
Angeli che armano cavalieri..cavalieri simili ad Angeli..



Oh!Come fu tenero al cuore di Chantal quel racconto così delicato e colorito di sogni della governante.
Appariva un sogno anche alla ragazza.
Lei che aveva sempre saputo essere i cavalieri gli esseri più vicini a Dio,le creature più degne di assimilarsi agli Angeli..lo udiva,ora,in quelle parole insorte nel cuore di una donna saggia e cara.
Quel racconto, finemente avvolto in una sindone di incanto e divinità, spezzava le sofferenze di quella notte che non accennava a cedere il passo ai lumi del giorno,pregna com'era,di tenebre e turbamenti..
In quella voce tremante della governante,tuttavia,Chantal aveva colto come un dissapore di chi evoca qualcosa di perduto o molto lontano.
Il ricordo di quel poeta disgraziato aveva,forse,riacceso in lei antichi e spenti sogni.
La ragazza convenne ascoltare in silenzio,senza domandare cosa procurasse una sì tremolante emozione alla donna nel narrare di quella città del Cieli e del suo cantore.
Desiderava solo che la donna lasciasse fluire dalla bocca e dai suoi occhi quei ricordi vissuti con tanta partecipazione e vibrante emozione.
Convenne abbandonarsi al dolce evocare di quelle immagini che la governante le proponeva come se davvero l'avesse veduta e attraversata la città dei Cieli.
Intanto,la governante,aveva preso ad accarezzare la ragazza teneramente,poggiando la sua mano sul capo di Chantal.
Emanava calore il grembo della donna che accoglieva il capo della ragazza,la donna prese a curare i capelli di Chantal,delicatamenti trattenuti da un nastro avorio che si intrecciava ad essi per tutta la lunghezza,essi apparivano morbidi e setosi al palmo della mano della donna che li lisciava come a volerli accomodare e coccolare.
Chantal sentì che la governante,a quel racconto,fosse riuscita a rasserenarsi un poco.Lo sentiva attraverso la sua mano che la donna lasciava scivolare sui suoi capelli in modo sicuro e leggero.
Per un momento parve che quel sorriso,inizialmente forzato e lieve della governante,si stesse vestendo di franca autenticità e sospirata speranza,e ne fu grata.
La ragazza,allora,alzò il capo e posò i suoi occhi in quelli della governante,e vide le sue lacrime scendere come un filo di perle sul volto della donna.Chantal tentò di asciugarle,anzi,raccoglierle con la punta delle dita,le sfiorò piano poggiando i polpastrelli sulla pelle non più giovane della donna,ma che al tatto ancora era morbida e vellutata,sebbene appena increspata dallo scorrere inesorabile del tempo sui suoi anni.
Poi,con un gesto inconsueto,stupì la donna fino a strapparle ancora un sorriso,un sorriso di meraviglia e di lieve commozione dinnanzi all'ingenuità della ragazza.
Chantal,infatti,poggiate le dita sulle guance della donna aveva lasciato che si impregnassero di quell'umore impalpabile e trasparente e così volatile al flebile calore trasudato dai pori,e piano piano aveva portato le dita umide delle lacrime della donna a poggiarsi sule sue labbra,come se queste volessero schiudersi in un bacio,lasciando che una lacrima della donna le affiorasse alla bocca per assaporarla.
E senza mai staccare gli occhi da quelli della donna Chantal accennò a queste parole:"Allora è vero,le lacrime hanno il sapore dei ricordi..Non sono salate,ma dolci come nettare di ambrosia.."
La governante,allora,la strinse al seno,come sorpresa da quella ragazza oramai donna che ancora riusciva a destare stupore in lei,pur saggia ed anziana,con i suoi semplici e fanciulleschi atteggiamenti.
E sembrò rasserenarsi un momento,inducendo anche in Chantal un sorriso che affiorava con leggerezza alle sue labbra.
E in quel momento di tenerezza tra le due si posò la triste realtà di quella notte a smorzarlo.
Un lamento.Un sofferto ed agonizzante sibilo..

Ad un tratto Vayvet cominciò a lamentarsi.
“Deve essere il delirio causato dalla febbre…” fissandolo la governante.
“No!” Saltò su all’improvviso il ferito.
Si guardava intorno ansimando.
Fissò le due donne: prima la governante, poi Chantal.
Un attimo dopo cadde di nuovo addormentato.

Chantal annuì alle parole della governante.
Sì,doveva essere a causa della febbre indotta da una ferita che,probabilmente,stava divenendo purulenta e infiammata.
Tuttavia il cuore di Chantal si strinse nella morsa della pena.
E nel sentirsi gli occhi di quel fuggiasco addosso la aveva indotta a credere che quell'uomo potesse essere persino pentito di ciò che aveva,inesorabilmente,procurato alle due donne.
Quell'uomo,lì,accanto al fuoco,sdraiato,con un pugnale che gli pendeva di fianco ed ancora la catenina con l'effige dellaVvergine stretta nella mano serrata a pugno,pur malvagio,forse,non sarebbe stato in grado di ledere o fendere neppure l'aria col suo respiro per quanto fosse provato e vinto dalle sue stesse miserie.
Si,Chantal riteneva il confidare degli uomini nella forza del ferro e dell'uso della violenza una debolezza che rendesse l'uomo ancorato alle sue miserie.
Ma ora era ferito quell'uomo,non più carnefice ai suoi occhi,ma fragile vittima di una sorte avversa.
Chantal lo udì lamentarsi e si voltò verso di lui,poi guardò la governante in cerca di un segno che le infondesse coraggio.
Le due si compresero anche senza parlare e gli occhi della governante le avevano dato quell'approvazione che Chantal aveva ricercato nel suo sguardo pur senza proferire parola alcuna.
Allora la ragazza si staccò dal grembo della donna,ed andò a prendere posto vicino al moribondo.
Si inginocchiò dietro di lui,sollevando appena la testa del f e poggiandola sulle sue ginocchia dove Chantal aveva ripiegato più volte l'orlo della sua lunga camicia perchè il capo dell'uomo affondasse nella freschezza del lino della sua veste.
L'uomo aveva la fronte calda e madida di sudore,anche i suoi capelli erano umidi,sebbene vigorosi,e l'uomo tremava sotto l'alta temperatura corporea che scuoteva i suoi muscoli percuotendoli dalle tempie fino al collo,poi alle spalle,infine alle braccia,percuotendo tutto il suo corpo.
E Chantal lo percorreva con gli occhi,attraversando la sua figura massiccia e ben tornita da muscolo a muscolo.
Gli poggiò un momento le mani con le sue palme sul petto,lasciando che le maniche della sua camicia facessero da fresco lembo di tessuto asciutto sulla pelle dell'uomo umida e calda,penetrò con esse sotto la vestaglia dalla quale era riparato senza scoprirlo per non raffreddarlo.Il petto dell'uomo era ansimante,e si scuoteva con violenza sotto i brividi e attraversato dagli affannosi e sofferti respiri.
Chantal potè anche apprezzare i contorni della ferita con la punta delle dita,era molto calda,lievemente imbevuta,lo percepiva da sopra la benda di fortuna utilizzata per fasciarla.
Le mani risalirono poi dal petto al collo dell'uomo.Qui,Chantal aveva imparato ad apprezzare la frequenza dei battiti cardiaci,tastò lievemente i muscoli del collo fino a che riuscì a percepire nel varco tra essi le carotidi sotto le sue dita,ed ascoltò.Ascoltò trattenendo il respiro i battiti che attraversavano il flusso delle arterie,si accorse del loro susseguirsi con una velicità tale che non lasciava dubbi ad una ipertermia febbrile.
Ma sapeva che solo lui,con le sue forze,avrebbe potuto superare quella notte che lo vedeva tanto provato.
Solo lui ed il suo robusto fisico.
Nè lei,nè la governante potevano nulla se non confidare in Dio e nella robustezza di quel corpo di maschio adulto ed allenato alla lotta.Almeno,era quello che appariva scrutando il suo fisico ben tornito.
Chantal cercò un momento lo sguardo della governante che se ne stava adagiata ancora sulla pietra accanto al camino a scrutare i movimenti della ragazza,questa annuì col capo,come in un cenno di approvazione a come stava agendo.
In fondo,Chantal faceva tenerezza alla governante che la guardava in ogni suo movimento in quella situazione così inusuale.
E Chantal si rincuorò a sapere d'essere assecondata.
Allora la ragazza portò le sue mani dal collo alle tempie dell'uomo,con esse asciugò il sudore,strofinando piano la fronte,poi lasciò che si posassero e a lungo ancora sulle tempie,cercando di costringerle nelle sue palme affinchè pulsassero con minor violenza e consentissero qualche momento di sollievo all'uomo.
Questi si era abbandonato al sonno,pur delirando,pur in uno stato di incoscienza.
Eppure,Chantal sussurrò qualcosa muovendo appena le labbra,accennò ad una dolce e vecchia canzone che le cantavano sempre quando da bambina si ammalava,una canzone di antichi sapori.
Una canzone lei cui strofe accoglievano gesti di amore e di coraggio di donne che vegliavano sui cavalieri alla guerra,e che forgiavano le loro armi nella pietà e nelle acque di fiori..
"C'era un giardino incantato..
dai fiori nascevano spade
d'amore e di petà eran forgiate
e come creature di acque di fiori innaffiate."
Chantal amava quella canzone,ed era cresciuta desiderando di emulare quelle donne che si ponevano a fautrici di virtù di grazia e miserricordia da infondere nel braccio dei cavalieri erranti..
I cavalieri erranti..
Ancora una volta si interrogò cosa potesse accomunare quel fuggitivo ad un cavaliere.
Niente,forse.O forse tutto.Erano uomini entrambi.Uomini dal braccio armato.
E Chantal avrebbe desiderato armare il braccio di quell'uomo di misericordia.
Ma non le importava ricercare una risposta o delle similitudini,ora le interessava che quell'uomo,in un modo o in un altro,superasse la notte e vivesse.
E Chantal aveva visto quella canzone sempre un po' magica,capace di suscitare buoni principi e soprattutto,capace di farle vedere in ogni uomo le virtù divine per i quali era stato creato e destinato.
Cantava per lui,per rasserenarlo,ma anche per se stessa,per riuscire a guardarlo con gli occhi del perdono dopo tutto.
Forse,Chantal,voleva che quelle immagini a lei tanto care entrassero nella mente di quell'uomo e lo inducessero a non compiere più malvagità,rinnegando di spargere sangue senza pietà.
Così,intonava sottovoce,con un tono appena udibile e percepibile solo da chi le era così vicino,solo da quell'uomo delirante e moribondo,il susseguirsi delle strofe che ancora riuscivano a suggestionarla fino a vedere animarsi le donne di cui ella stessa andava,ora,cantando..



E mentre ne icordava le parole anche lei andava acquietandosi,lenendo il male che le procuravano quei concitati momenti.
E la governante sentì il suo spirito placarsi,sebbene fosse ancora irrequieta e preoccupata.
Intanto..l'attesa andava consumandosi piano tra i fremiti del cuore delle due donne e gli affannosi respiri di quell'uomo sofferente e delirante.

Ultima modifica di Chantal : 23-01-2012 alle ore 00.09.04.
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Vecchio 23-01-2012, 01.23.52   #267
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Daniel entrò di corsa nella cabina dove si trovava Cavaliere25.
All’agitazione del giovane apprendista mago, Jovinus lo fissò turbato.
“Perché arrivi qui gridando?” Alzandosi e avvicinandosi verso Daniel. “Questo ragazzo è molto malato” indicando il boscaiolo “e ha bisogno di riposo. Cosa agiti nella tua mano?” Fissando la fiala che aveva il mago.
In quel momento un uomo dell’equipaggio entrò nella cabina.
“Frate…” rivolgendosi a Jovinus “… come sta il boscaiolo?”
“Non bene, buonuomo…” rispose Jovinus.
“Purtroppo…” mormorò l’uomo “… anche l’ultimo dei marinai colpito da questa febbre è morto… è morto un’ora fa… cinque uomini uccisi… ormai è rimasto in vita solo questo povero boscaiolo, fra quelli che hanno contratto questa febbre…”
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Vecchio 23-01-2012, 01.45.13   #268
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I colpi di Bar contro il pennone, per inchiodare quella coda di crine, sembravano come scandire un lungo ed inesorabile conto alla rovescia.
Quei colpi destarono Elisabeth da quella veglia e dalle visioni che essa aveva procurato alla maga.
Il Carrozzone scivolava apparentemente tranquillo sulle calme e calde acque del Calars.
“Insomma, Bar!” Visibilmente seccato Goz. “Perché diffondere questa superstizione a bordo?”
“Superstizione?” Fissandolo il vecchio marinaio. “Capitano aprite gli occhi! Alcuni uomini sono morti a causa di una misteriosa e letale febbre! E solo perché si sono tuffati nelle acque di questo fiume! E poi, diteci… dove stiamo andando? Dove ci sta conducendo questo viaggio?”
“Bar, cosa ti prende?”
“Capitano, c’è qualcosa di oscuro!” Esclamò Bar. “Qualcosa che ci sta seguendo, o che forse è già su questa nave!”
“Stai solamente diffondendo il panico a bordo.”
“Il capitano Goz ha ragione.” Intervenendo Lainus. “Capisco che siete uomini di mare e che avete a che fare con tutta una serie di tradizioni e leggende legate alla navigazione, ma tutto questo è ridicolo! Probabilmente le acque del Calars in questo punto sono avvelenate a causa di qualche palude o stagno! Non c’è nessuna stregoneria!” Si voltò poi verso Altea. “Forse sarà meglio portare dentro la piccola Rykeira, milady… è meglio che non ascolti questi discorsi…”
Il maestro si voltò allora verso Rykeira, ma rimase stupito da ciò che vide: accanto ad Altea non vi era più una bambina, ma una fanciulla di qualche anno più grande.
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Vecchio 23-01-2012, 02.33.34   #269
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Parsifal lesse ed annotò ogni cosa.
Nel libro era riportato un dialogo tra un frate di nome Isoleno ed un novizio:

NOVIZIO: “Sono pratiche pagane e lontane dai lumi della ragione…”
ISOLENO: “Figliolo... esistono pratiche oscure, rituali remoti eppure ancora vivi ed efficaci...”
NOVIZIO: “La Fede non illumina solo la verità e ciò che esiste realmente?”
ISOLENO: “Si, ma la Fece non nega l’esistenza di ciò che ci circonda…”
NOVIZIO: “Il paganesimo non è falso e bugiardo?”
ISOLENO: “Si, il paganesimo si... ma le forze del Male sono reali come lo siamo io e te in questo momento, figliolo...”
NOVIZIO: “Perché Dio permette al Male di esistere?”
ISOLENO: “Dio non crea il Male... esso nasce da solo... il Male è la negazione della Divina Volontà, figliolo...”
NOVIZIO: “Non comprendo...”
ISOLENO: “Un giorno comprenderai... questa è la perfezione del Creato... essa è il Bene e andare contro le sue leggi genera il Male...”
NOVIZIO: “E come difenderci dal Male?”
ISOLENO: “Riconoscendolo… ricordi la casa di quei contadini? Le capre sgozzate, le galline mutilate e i cavalli stremati come se avessero corso per tutta la notte? Rammenti cosa ho fatto ieri sera? Seguimi...”
NOVIZIO: “Il crine di cavallo che avete inchiodato sulla porta della loro casa... perché ora è intrecciato?”
ISOLENO: “Quel crine ha salvato quella gente… la bestia non è entrata nella loro casa stanotte… ha impiegato tutta la notte per intrecciare il crine e con l’albeggiare è poi fuggita via…”
NOVIZIO: “Che storia è questa? Quel crine è forse magico?”
ISOLENO: “Ti ho detto, figliolo… vi sono oscure tradizioni… antiche quanto il mondo…”

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Vecchio 23-01-2012, 02.58.17   #270
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Chantal e la governante fissavano quell’uomo, tra le mille inquietudini della notte.
Ad un tratto un rumore proveniente da fuori.
“Forse…” mormorò la governante “… forse è tuo padre…”
Sulla porta apparve allora una figura.
“Una di voi due venga qui…” disse Monty “… presto…”
La governante ebbe un attimo di paura.
“Avanti, non aver paura…” sbuffò l’uomo “… allora vieni tu… su, non ti accadrà nulla…” rivolgendosi a Chantal “… devi spiegarmi una cosa di questa casa… per meglio sorvegliarla…” spiegò Monty “… avanti, vieni e non farmi perdere tempo…” fissò poi la governante “… tu resta qui e bada che al capo non accada nulla…”
Vayvet, infatti, era ancora addormentato.
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