17-09-2013, 01.28.34 | #261 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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A quelle parole di Clio, Simone mostrò un lieve inchino col capo.
“E sta bene.” Disse piano. “Ma sono certo che non mi negherete l'onore e il piacere di farvi da cavaliere per il prossimo ballo.” La fissò con occhi enigmatici. “Vostro fratello ve ne sarà grato...” “Permettete dunque signor viceprocuratore?” Roberto prendendo la mano di Clio. “Cara moglie?” E con la sua falsa cugina raggiunse il centro della sala, dove le altre coppie ballavano al suono di quel meraviglioso valzer. “Come sei stata fredda verso il nostro povero viceprocuratore...” mormorò Roberto mentre ballavano “... non rammentavo questo tuo lato tanto intransigente...” sorrise “... ci sarà rimasto male... però devo dire che non mi dispiace questo mio ruolo da cugino... così posso controllarti e magari ho anche la scusa per prendere a calci qualche spasimante troppo insistente...” e le fece l'occhiolino “... sai che sei molto bella, stasera?” Guardandola negli occhi. “Non credo che impiegheranno molto qui a scoprire che sei una principessa...” e le sorrise nuovamente, mentre la musica riempiva la sala.
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17-09-2013, 02.02.07 | #262 |
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Stranamente il Cavaliere d' Altafonte mi ricordava un ragazzino di tredici anni, di cui mi ero innamorata quando ero bambina.
Gli avevo chiesto se potevo fargli un ritratto e lui felicemente accettò. Fu il mio primo amore. [/URL] http://images2.fanpop.com/image/photos/10400000/ROBIN-UNMASKED-teen-titans-10474170-300-452.jpg[/URL]
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17-09-2013, 02.23.28 | #263 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Il cavaliere era diventato serio e silenzio tutto ad un tratto.
In un attimo i suoi occhi avevano assunto l'inquietudine che scuote il mare quando si approssima la tempesta, dove all'azzurro terso del cielo si sostituisce un indefinito blu cobalto. Ma fu solo un attimo. Poi quell'inquietudine sembrò dissolversi, o almeno i suoi tratti parvero distendersi, più per una volontà di destarsi, che non da una tranquillità riconquistata. La mano di Altea era ancora nella sua, quando tornò a guardare la dama davanti a lui. “Lady Altea...” disse piano “... solo per me questo privilegio? Oh, voi mi fate un grande onore, milady... spero di trarre il giusto beneficio da questa simile fortuna...” sorrise “... spero che siate giunta da sola al ballo, o sarò costretto a sfidare a duello il vostro accompagnatore... a meno che non si tratti di vostro padre o di vostro fratello...” guardò poi la giovane Eilonwy “... davvero, mia giovane Ero, i miei occhi vi sono apparsi come... lame di ghiaccio? Oh, sarà stato certo a causa della bellezza delle dame di Sygma, della quale, voi e lady Altea, siete magnifiche rappresentanti...” e mostrò un lieve inchino ad entrambe. Ma proprio in quel momento Altea vide Azable, poco distante, che la chiamava con un cenno della mano.
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17-09-2013, 02.34.22 | #264 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Talia stava ancora fissando il punto da dove il misterioso forestiero aveva fatto il suo ingresso nella sala, quando qualcuno prese il suo braccio.
“Quello è il famoso Cavaliere d'Altafonte...” disse Jacopo alla ragazza “... vieni, messer Nicolò vuol presentarcelo...” e con lei si avvicinarono al banchiere. Questi allora condusse i due dove si trovava il misterioso ospite. “Milord...” fece il banchiere “... lasciate che vi presenti messer Jacopo de' Gufoni, Capitano della Guardia Reale, e la sua bellissima moglie, lady Talia...” A quelle parole Altafonte si voltò di scatto, restando tuttavia accanto alla tendina che lo riparava dai riflessi delle candele sullo specchio accanto a lui. E per una frazione di secondo ebbe l'istinto di indietreggiare, e forse impercettibilmente arretrò di un passo, così da mostrare per un attimo solo i suoi occhi chiari. Occhi che durante quel lungo attimo tornarono a diventare enigmatici ed impenetrabili, freddi ed inquieti.
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17-09-2013, 03.32.11 | #265 | |
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La mano di Jacopo intorno al mio braccio mi fece sussultare...
fissavo ancora la porta, come in preda a violente sensazioni, a quel senso di dejà vu che mi aveva turbata... “Jacopo, aspetta... io...” iniziai a dire... ma lui non badò alle mie parole, prendendomi invece sottobraccio e conducendomi verso il banchiere Accio ed i suoi convitati... Citazione:
aveva un’espressione fuggevole e altera, inquieta, impenetrabile. Altafonte... pensai che quel nome mi rammentava qualcosa... un’antica leggenda... e antichi ricordi... Ma più di tutto furono i suoi occhi a turbarmi... quegli occhi di un azzurro quasi trasparente, vividi come credevo non ne esistessero altri... eppure mi sorpresi a pensare che io avevo già visto occhi uguali a quelli... occhi altrettanto trasparenti ed altrettanto impertinenti... E fu quel pensiero, più di qualsiasi altra cosa, a turbarmi e a farmi tremare: un pensiero troppo folle, assurdo... ripensai alle parole di Jacopo quel giorno di più di sette anni prima: era morto... morto... mio malgrado, rabbrividii forte e sentii che stava per mancarmi l'aria... E così, come tentando di ritrovare pace, chiusi gli occhi per un istante. Solo per un istante, poi mi costrinsi a tornare ad aprirli sul misterioso Cavaliere.
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** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
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17-09-2013, 04.14.45 | #266 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Gli occhi del cavaliere quasi scivolarono prima su Talia, poi sul marito ed infine ancora sulla ragazza.
Raggiunsero i suoi, per poi abbandonarli, rapidi e furtivi, come il lampo che squarcia la notte ed illumina per un attimo ogni cosa. “Finalmente” disse Jacopo, rompendo quel profondo silenzio fatto di inquietudini “incontriamo il misterioso Cavaliere d'Altafonte. Ormai in città non si parla che di voi.” Il suo sguardo appariva mite, la voce tranquilla. E nel vedere questo, il cavaliere si rasserenò dentro di sé. “E nel resto del regno” fece lui “del capitano de' Gufoni...” con un tiepido sorriso. “Vi hanno dunque parlato di me?” “La fama, amico mio, precede sempre un uomo.” Rispose il cavaliere. “E' un po' come la sua coscienza, sebbene essa sia infinitamente più silenziosa.” “Mia moglie, cavaliere...” indicando Talia il capitano. Altafonte allora portò gli occhi di nuovo su di lei. “Sono incantato, milady...” prendendo la sua mano e sfiorandola con le labbra “... e non vi nascondo che invidio vostro marito... non tanto per le conquiste militari... ma per aver saputo conquistare il vostro cuore...” la fissò senza tradire emozioni sul viso, mentre invece gli occhi sembravano pulsare “... ma temo che dovrò rassegnarmi...” “Forse vi è arrivata anche la voce che sono il miglior spadaccino del regno, cavaliere?” Scherzosamente, ma neanche tanto, Jacopo. “Affatto, capitano...” ancora con quel lieve sorriso Altafonte “... non è la vostra maestria con la spada ad intimorirmi... dopotutto anche i macellai sanno usare i coltelli come nessun altro... ma credo di poter dire che siete una coppia felice... se davvero l'amore, come recitano i poeti, è in grado di dare la felicità... e temo dunque che morirebbe se non vi avesse accanto...” aggiunse fissando Talia negli occhi. “Ma ho saputo che anche voi siete in cerca dell'amore, cavaliere.” Sorridendo Jacopo, che si sforzava di comprendere la battuta sui macellai. “Che cercate moglie qui a Sygma.” “Di una moglie si” sorridendo ancora il cavaliere “ma non necessariamente dell'amore... del resto per far funzionare un matrimonio occorre molto meno, senza tirare in ballo gli amanti dei romanzi... un po' di tranquillità, di sicurezza, di agiatezza...” “Siete davvero così cinico, milord?” Intervenne il banchiere. “Cinico?” Ripetè Altafonte. “Assolutamente. Direi realista piuttosto. Voi credete davvero che Penelope riconobbe Ulisse dopo vent'anni? Forse il suo cane Argo. Ma nessun' altro credo di poter dire. O che Alcesti morì al posto di Admeto? O che Giulietta si uccise per non vivere senza Romeo? Ahimè, i romanzi devono intrattenere, la vita invece va trattenuta e lo si fa solo con i compromessi. Un matrimonio, potrei giurare, vive di gesti di buona volontà, non di gesti d'amore.” “Allora vi farò cambiare idea io, cavaliere.” Arrivando Silvia. “Mi permetterete di farlo, vero?” “Milord...” disse Nicolò “... questa è lady Silvia.” E Altafonte la salutò con un inchino e poi baciandole la mano.
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17-09-2013, 08.03.06 | #267 |
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Lasciai che Roberto mi conducesse al centro della sala, i miei occhi non tradirono emozioni.
Ma fu come se una lama mi trafiggesse quando nominò mio fratello. Cosa ne sapeva lui di mio fratello? Come sapeva che avevo un fratello? Doveva avermi riconosciuta, non c'era altra spiegrazione. Quando fummo soli, a volteggiare sulle note di quello splendido valzer, abbandonai la maschera e sorrisi al mio finto cugino. Ascoltai le parole di Roberto senza smettere di sorridere. "Grazie di avermi salvata.. La guerra mi ha cambiato, sai... qualcosa dentro di me è morto quel giorno.." guardando lontano, in preda a ricordi. "Zio.. qual'è la situazione?" chiesi a gran voce, tra la confusione generale. Un uomo alto, dai lunghi capelli bianchi, in uniforme, si voltò e ci guardò sopreso. "Diomede, Clio.. cosa ci fate qui?" correndo verso di noi. "Pensavi che ti avremmo abbandonato? Questa era casa di nostra madre.." rispose mio fratello. "Ma vostro padre ha detto..". "Non importa ciò che ha detto.." lo interruppi, io "..è qui che dobbiamo stare, non rintanati a palazzo..". "Allora, cosa puoi dirci?" incalzò Diomede. Dapprima nostro zio non rispose, il re gli aveva detto che avrebbe mandato uomini, ma che non sarebbe venuto. Non poteva rischiare di essere catturato. E, ovviamente, aveva categoricamente vietato a noi di andare ad aiutare nostro zio. "Cosa volete che cambi avere una persona in più..." aveva detto a mio fratello. Naturalmente, non avrebbe mai immaginato che volessi andare anche io. "Padre, è tutto pronto.." disse nostro cugino, avvicinandosi "..Clio, Diomede.. siete venuti davvero.." disse, accorgendosi di noi. "Non volevi mica prenderti tutta la gloria, eh... Eric?" disse mio fratello, abbracciandolo. "Vostro padre lo sa?" "Ma ti pare?" disse mio fratello "..attendiamo istruzioni.." indicando nostro zio. "Padre?" incalzò Eric. Finalmente, mio zio rispose, illustrandoci le forze di cui disponeva per difendersi dall'attacco imminente. Castel Fiorito non era stato progettato per difendersi da un assedio, era una villa, più che un maniero, nonostante il nome. Gli uomini privati dei de' Torel, così come quelli che aveva inviato mio padre, erano disposti in vari punti strategici della villa, pronti a respingere i rivoltosi. Alcuni contadini, poi, erano giunti in massa dalla campagna per difendere il loro signore, ed occupavano il grande piazzale prima del recinto di ferro battuto. Avevano delle armi alla buona, che si erano portati da casa, noi non avevamo armi per tutti, purtroppo. Maledetta politica di pace! "Bene, penso io ai contadini, tu Diomede vai sul lato ovest e coprimi le spalle.. Eric può coprire il lato est.. e voi, zio.. quello settentrionale.." dissi in maniera decisa "...o viceversa, come volete.. ma lasciate a me il piazzale..". La nostra presenza andava sfruttata, di certo in due non avremmo fatto la differenza, ma avrebbe rincuorato la popolazione vedere i reali combattere al loro fianco. "Non essere ridicola, Clio.." sbottò mio fratello "...non puoi andare là sotto e farti ammazzare... saresti tra le prime file..". "Perchè, dove devono stare i Sartell?" guardandolo negli occhi, con aria di sfida "..tranquillo, sono molto meno preziosa di te..." strizzando l'occhio. "E poi.." aggiunsi "..non credo che i vostri capitani, zio, si farebbero dare volentieri ordini da una donna... quindi, è deciso.. non voglio sentire un'altra parola.. Addio, miei cari..". E mi avviai verso le scale che conducevano al piazzale. "Clio, aspetta.." mio fratello mi prese per un braccio "..non posso permettertelo...". Di slancio, lo abbracciai forte. Sapeva che era impossibile farmi cambiare idea, così come sapeva che le mie parole erano veritiere. Sarebbe stato molto peggio se fosse morto l'erede al trono, io ero solo la secondogenita, e per di più donna. Non avrei mai regnato su Crysa. "Non puoi fare niente per fermarmi..." dissi sorridendo "...abbi cura di te..". "Sta attenta, ragazzina.." con le lacrime agli occhi. Annuii "Addio.. fratello mio.." sussurrai. Mi lasciò andare, e dopo avermi osservata scendere nel piazzale, si diresse verso il lato ovest. Mi riscossi da quei pensieri, Roberto mi stava parlando. "Sei gentile, caro.. ti ringrazio.. ma qui nessuno deve saperlo, mai... non hai visto come mi guardava quell'uomo? Non hai sentito che ha nominato mio fratello? Sa chi sono.. e anche se è viceprocuratore del re non mi sembra di aver sentito un titolo nobiliare... non che questo sia una garanzia qui a Sygma.. anche i nobili qui sono liberali.. ma la sete di denaro accomuna tutti..". Avrei voluto che quel valzer non finisse mai "...non so cosa fare, da una parte scapperei, per non dover stare da sola con lui... ma dalll'alrta voglio sapere cosa sa, e le sue intenzioni... non credo che potrebbe farmi del male con tutta questa gente.." lo guardai per un istante "..e se mi ha presa per una ragazzina fragile e viziata ha sbagliato di grosso...". I miei occhi, per un momento, tornarono ad essere glaciali. "Non perdermi di vista, intesi?" dissi ferma, guardando Roberto negli occhi "...non so che avrei fatto senza di te.." con un gran sorriso, senza togliere gli occhi dai suoi. |
17-09-2013, 15.16.51 | #268 |
Cittadino di Camelot
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Ballai dei valzer con i giovanotti che me lo avevano chiesto quasi supplicando.
Alla fine, quando finì con l'ultimo ragazzo, uscì fuori in giardino a prendere della buona aria fresca. Mi diressi al roseto vicino. Il profumo delle rose mi rilassava. Ancora una volta Monna Ragione aveva fatto centro. Infatti il Cavaliere d'Altafonte aveva fatto il galante solo per educazione. Per di piu' era uno che non credeva nel Vero Amore. Mi sentii così sciocca per essermi illusa di far colpo su di lui. Cosa mi era passato per la testa?
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17-09-2013, 15.38.05 | #269 |
Cittadino di Camelot
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Sorrisi leggermente alle parole del Cavaliere d' Altafonte mentre ancora mi teneva la mano e sussurrai "Certo..solo per voi questo onore di chiamarmi lady Altea." D'un tratto vidi Azable che mi chiamava facendo dei cenni con la mano, alzai gli occhi al Cielo per non sbuffare ma colsi la palla al balzo a quella domanda di quel uomo misterioso.."Purtroppo non sono sola..si penso dovrete sfidare a duello quel uomo laggiù" e indicai Azable "e sinceramente Milord...mi fareste un favore e una galanteria".
Detto questo mi allontanai e mi avvicinai ad Azable, quando mi voltai vidi il Cavaliere d' Altafonte parlare con una dama e quell'uomo che poco prima parlava proprio del quadro.."Sapete Azable, mi è parso di sentire proprio quell'uomo laggiù che sta parlando col milord appena arrivato del quadro, io direi dovreste tenerlo d'occhio e sentire i suoi discorsi..vi era troppa confusione e non ho capito molto bene, ha nominato pure Mirabole mi sembra" dissi compiaciuta..e mi divertivo davvero..a prenderlo in giro, in fondo era una sorta di vendetta. Non mi importava nulla di rubare quel quadro e non sarei stata sua complice..e guardavo la bella festeggiata volteggiare con alcuni giovani. D'un tratto la vidi andare fuori in giardino e lentamente la seguii..quella fanciulla mi era parsa simpatica, solare e gentile. La vidi vicino a un roseto..e forse immaginavo i suoi pensieri, avevo visto come guardava il Cavaliere d'Altafonte e mi avvicinai a lei.."Davvero belli i vostri roseti damigella Eilowny" dissi accarezzando una rosa rossa "e qui in giardino l'atmosfera è davvero rilassante e l'aria si confonde di mille profumi..ma vedo il vostro volto turbato..non voglio vedervi triste proprio stasera, ma forse mi sto sbagliando?" le dissi sorridendo cogliendo la rosa rossa che accarezzavo.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
17-09-2013, 16.38.54 | #270 |
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“Non sei certo tenuta a ballare con lui.” Disse Roberto a Clio. “Anzi, puoi benissimo fingere un capogiro e raggiungere la terrazza... ci andremo insieme se vuoi... e se sei stanca nessuno ci obbliga a restare qui... diremo che non ti senti bene, saluteremo tutti e ritorneremo a casa...” intanto le note di quel valzer continuavano a far volteggiare le varie coppie in quel ballo “... comunque il viceprocuratore non è un uomo di quel genere... almeno per tale lo conosco... anzi, non hai mai dato troppa attenzione alle donne, impegnato com'è con la sua carriera... so che prima della sua attuale carica era ambasciatore del regno... ha viaggiato molto... però, se ti mette a disagio, lo eviteremo...” sorrise e continuarono a ballare.
Lui le teneva la mano e con l'altra le cingeva la schiena. Gli occhi dell'uno erano persi in quelli dell'altra e così restarono fino alla fine di quel ballo. Poi la musica cessò e ogni coppia ritornò al suo posto.
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