11-10-2012, 21.10.19 | #271 |
Cittadino di Camelot
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Anche se vorrei parlare non potrei farlo mi dispiace mi è stato dato un ordine di non parlarne a nessuno e di dimenticarmi la questione non ho problemi al prossimo porto scendo e vado per la mia strada non voglio mettervi nei guai a voi siete brave persone lasciate perdere è meglio lasciate che pensino male io so solo che lo fatto in buona fede continuai a dire
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fabrizio |
11-10-2012, 21.26.24 | #272 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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“Aspetta...” disse Rynos a Cavaliere25 “... ordini? Che ordini? Allora è coinvolto qualche ufficiale? Rispondimi! Un ufficiale ti ha dato ordine di prendere quei formaggi? Allora uno di loro è il vero ladro?”
Ma proprio in quel momento passarono accanto ai quattro marinai il capitano Sumond e Guisgard. “Il Codice di Guerra” fece il comandante “impone una punizione esemplare per chi chiama ladro uno degli ufficiali di bordo.” “Capitano...” mormorò Guisgard “... questi marinai sono volontari, datemi un po' di tempo e saprò io come motivarli a dovere...” “Avete sentito, no?” Fissandolo Sumond. “Ha insinuato che tra gli ufficiali vi sia un ladro.” “Un mese senza rum gli insegnerà a tenere a freno la lingua, signore.” Disse Guisgard. “Si...” annuendo Sumond “... insieme a venticinque frustate! L'equipaggio al completo assisterà alla punizione. Voglio tutti in coperta, signor Guisgard.” E andò via. “Si, signore...” mormorò Guisgard scuotendo la testa. Rynos, allora, fu portato sul ponte per la punizione.
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11-10-2012, 21.28.50 | #273 |
Disattivato
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Vidi riaffiorare la speranza in quelle parole. Si, era proprio lui, pensai, non poteva che essere lui quel ragazzo.
Ma la mia beatitudine durò un momento soltanto. Il tempo di sorridere, felice, al vecchio ufficiale, prima che quel silenzio innaturale riempisse la sala. Cercai di capire cosa fosse successo, ma non fu difficile intuirlo. Giuff tornò e puntò il coltello alla gola del marinaio. Sgranai gli occhi, terrorizzata, sapevo fin dall'inizio che quel momento sarebbe giunto, ma non immaginavo che arrivasse così in fretta. Non mi aveva neppure detto se Johnn era vivo o morto... "No, ti prego.." Proruppi singhiozzando mentre stingevo forte le mani dell'uomo. Ma il capitano tagliò la gola al marinaio, e il suo sangue si riversò sulle mie mani, ancora strette alle sue. Abbandonai la testa sul tavolo e piansi: per quell'uomo, per Johnn, per la mia speranza sfumata. Rialzai la testa a guardare il capitano con odio. Lo fissai negli occhi per un istante e poi mi asciugai le lacrime. Sapevo che la strada verso la libertà per me era ancora lunga. Ultima modifica di Clio : 11-10-2012 alle ore 22.09.34. |
11-10-2012, 21.31.42 | #274 |
Cittadino di Camelot
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Vi prego dissi non frustatelo ve ne prego non è colpa sua e corsi per mettermi davanti la colpa è mia continuai a dire frustate me al posto suo e cercavo di prendere tempo per trovare una soluzione
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fabrizio |
11-10-2012, 22.16.35 | #275 |
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Arrivate al molo, fortunatamente vidi il vecchio mozzo e sorrisi ad Odette, gli andai incontro emozionata e mi presentai davanti a lui.."Messere, i miei saluti. Per fortuna non vi siete imbarcato ancora, cercavo proprio voi. Mi sono data alla lettura di quel libricino che vi mostrai ieri..è davvero incredibile. Per ora sono arrivata al punto dove la nave di Capitan Lanzaras si trova durante una bufera davanti a una Isola spuntata dal nulla...voi sapete dove si trova? Ci sono delle leggende su questo?" estrassi il libricino dalla sacca e glielo porsi con le mani..."Tenete, è vostro...vorrei donarverlo se permettete, se veramente vi è un Tesoro nascosto qualcuno meglio di me e che forse voi conoscete dovrebbe detenere questo libricino". E guardai il mare verso i suoi orizzonti sconosciuti e misteriosi.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
11-10-2012, 22.55.15 | #276 |
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Accettai la proposta di Fhael volentieri e dove aver ringraziato il sarto, uscimmo dal negozio.
Lungo la via la gente si affollava a guardare le varie vetrine che esponevano oggetti di ogni paese conosciuto. Importanti uomini d'affari, governanti e dame da compagnia, marinai appena scesi a erra, signore dai grandi cappelli piumati, tutti quanti intenti a svolgere le loro personali faccende, creavano un mosaico di volti provenienti anch'essi da ogni dove. Alzai lo sguardo e mi persi a osservare gli altissimi alberi da frutto che si ergevano qua e la, tra case e negozi. Ad un tratto, intenda com'ero a scrutare queste piante( credo si chiamino palme) mi sentii saltare sulla schiena qualcosa. Mi voltai di scatto e vidi, comodamente poggiata sulla mia spalla sinistra, un esserino peloso con una lunga coda e gli occhi vivaci, di nome scimmia, che mordicchiava una nocciolina stretta tra le sue zampine dalle cinque dita. Finito il suo pasto, finalmente si degno di rivolgere il suo sguardo dritto verso di me. Io non sapevo che fare, non avevo mai visto un animale di questo tipo
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12-10-2012, 01.32.11 | #277 |
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Capitan Giuff sgozzò con barbara ed inumana ferocia quel vecchio ufficiale sotto gli occhi di Clio.
E davanti al sangue ancora caldo di quello sfortunato, nella locanda echeggiò la malvagia risata del Gufo Nero. Ma il pirata si accorse dell'odio nello sguardo di Clio. “Ragazza...” disse fissandola “... cosa c'è? Vuoi dirmi qualcosa forse? Volevi ucciderlo tu magari?” E tutti i filibustieri presenti risero. “Beh, forse non è stato un caso tutto ciò...” continuò Giuff “... forse è stato il destino a volere che lo uccidessi davanti a te, così da farti ben comprendere le cose... per me la vita umana possiede valore solo quando è possibile tramutarla in oro... quel vecchio inglese non valeva dunque nulla... neanche la pena” fissando la lama insanguinata del suo pugnale “di sporcare il mio fedele pugnale... ed il tuo destino non sarà diverso dal suo, se quell'ufficiale olandese non si presenterà al nostro appuntamento con l'oro... tienilo a mente...” Chiamò allora due dei suoi, dando loro ordine di rinchiudere la ragazza in una stanza ben sorvegliata. Così, poco dopo, Clio si ritrovò chiusa in una stanza, con due pirati a sorvegliarla dall'esterno. Ad un tratto, però, qualcuno bussò e poi entrò. Era Dydas ed aveva con se un po' di cibo ed acqua. “Prendi...” fissando la ragazza “... mangia qualcosa... il tuo soggiorno qui non sarà dei più piacevoli e dovrai essere in forze...”
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12-10-2012, 01.52.36 | #278 |
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Il vecchio mozzo prese il libricino dalle mani ti Altea e lo fissò.
“Nessuno” disse “conosce l'ubicazione di quell'isola misteriosa... forse neanche esiste... l'autore di questo diario” indicando il libricino “era un pirata ritenuto pazzo da tutti... unico sopravvissuto infatti della ciurma del leggendario Capitan Lanzaras, venne ripescato su una zattera in mezzo al mare, dopo esser stato costretto a bere acqua salata per sopravvivere... questo lo rese pazzo e tutto il suo racconto venne ritenuto frutto di tale follia... e dopo essere stato impiccato per pirateria, la leggenda di Lanzaras, del suo fantomatico tesoro e di quell'isola perduta morì probabilmente con lui...” guardò Altea “... perchè volete liberarvi di questo libretto? Può sempre essere una piacevole lettura... come un romanzo... o forse una ballata dimenticata nel mare sconosciuto...”
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12-10-2012, 02.21.32 | #279 |
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La scimmietta aveva scelto la spalla di Cheyenne per consumare il suo gustoso pasto.
“Gon...” disse all'improvviso una voce “... Gon, vieni qui, accidenti!” Era un giovane indigeno. “Perdonate, signori...” scusandosi con la ragazza ed il portoghese “... mi è scappata in un attimo di distrazione...” “Dovresti essere più attento alla tua scimmietta, ragazzo.” Disse Fhael. “Potresti perderla.” “E' molto dispettosa, signore.” Fissandolo il ragazzo. “Su, Gon, vieni e lasciamo in pace i signori...” Ma la scimmietta, nascondendosi tra i capelli di Cheyenne, si rifiutò di tornare dal suo padroncino. “Avanti, Gon!” Esclamò il ragazzo. “Non fare storie e vieni via!” Ma la scimmietta non voleva saperne. “Credo che non abbia molta voglia di seguirti, ragazzo...” osservò con un sorriso Fhael.
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12-10-2012, 03.25.35 | #280 |
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“Marinaio...” disse il capitano Sumond a Cavaliere25 “... fatti da parte o sarete frustati entrambi! Avanti, obbedisci!”
Fidan ed Emas, allora, presero il giovane marinaio e lo portarono qualche passo più indietro. “Equipaggio, scoprirsi!” Fece Guisgard e tutti i presenti si tolsero i cappelli. Il capitano Sumond lesse allora il regolamento e sancì la pena per Rynos: venticinque frustate. “Equipaggio, coprirsi!” Disse Guisgard e tutti si rimisero i capelli. “Precedete con la punizione!” Ordinò Sumond. Il nostromo allora, preso il gatto a nove code, cominciò a frustare il povero Rynos. “E non risparmiatevi, nostromo!” Urlò Sumond. “Altrimenti prenderete il suo posto. Così, una alla volta, lentamente ed accompagnate dai gemiti strazianti di Rynos, le frustate si abbatterono sulla sua schiena. L'equipaggio fu costretto ad assistere a quel terribile spettacolo. E alla fine, dopo la venticinquesima frustata, finalmente quella punizione terminò. Un secchio d'acqua fresca fu gettato sulla schiena lacerata di Rynos ed il marinaio venne poi condotto sottocoperta, per essere affidato alle cure del medico di bordo, il vecchio Musmot. Era questi un accanito bevitore, molto spesso brillo, ma sempre capace di mettere l'equipaggio di buon umore. “Ah, non preoccuparti, figliolo...” disse al povero Rynos “... non è poi tutto questo granché avere qualche graffio sulla schiena... non al pari di perdere una gamba, almeno...” aveva infatti una gamba di legno “... mi fu amputata... aspetta... si, nel 36!” Esclamò, sorseggiando del rum da una bottiglia. “Si, nella battaglia contro i Turchi, al largo di Cipro... su, fatti un sorso di questo...” porgendo a Rynos la sua bottiglia “... si, ma non tutto!” Riprendendosela un attimo dopo. “Ora vado, ragazzi... in gamba, mi raccomando!” E ritornò in coperta. Tutti i marinai, così, si avvicinarono a Rynos in segno di solidarietà. La sera, negli alloggi ufficiali, a cena l'atmosfera non era delle più serene. “Una tavola alquanto silenziosa, eh!” Esclamò il capitano Sumond. A tavola vi erano, oltre al comandante, Guisgard, Great, il dottor Musmot e il Guardiamarina Austus. “Non mangiate voi?” Chiese il capitano a quest'ultimo. “Col vostro permesso, signore...” rispose Austus “... ma non ho molto appetito stasera...” “Permesso negato!” Replicò il capitano. “Il cibo non va sprecato! Mangiate lo stufato, è buono. Voi...” rivolgendosi poi al cuoco “... servite le patate al signor Austus...” fissò poi Guisgard, anch'egli taciturno “... non mangiate il formaggio, voi? So che vi pisce molto, signor Guisgard.” “Non stasera, signore...” rispose Guisgard. “Ho capito...” fissando tutti loro il comandante “... fate combutta con l'equipaggio...” “Avanti, signori...” mormorò Musmot “... non è il caso per un po' di formaggio...” “Non è questo, capitano...” disse Guisgard “... è la scala dei valori che mi sconcerta...” “Davvero?” Guardandolo Sumond. “Avanti, parlate pure liberamente...” “Ecco...” fece Guisgard “... se per un semplice furto si frusta quasi a morte un uomo, mi chiedo cosa gli si possa fare per reati ben più gravi.” “Offendere un ufficiale lo ritenete un reato di poco conto?” “Signore, voglio dire...” “Un momento...” lo interruppe Sumond “... allora, prendiamo un caso generico... mettiamo che la nave stia attraversando acque ghiacciate e occorra mandare un uomo in coppa... il vento è freddo e le sartie sono gelate... alla minima distrazione quell'uomo sa che ad attenderlo ci sarà la morte... perchè dovrebbe obbedirvi?” “Beh, credo che molto dipenda dal soggetto in questione...” rispose Guisgard. “No!” Scuotendo il capo Sumond. “Tutto dipenda da una sola cosa... dalla paura! Paura di ricevere una punizione ben peggiore della morte! Nessun marinaio oserà disobbedirvi se avrà visto frustato a sangue un suo compagno! L'odore della sua carne maciullata lo perseguiterà a vita!” “Perdonatemi, signore...” mormorò Austus prima di correre via a causa della nausea suscitata da quelle parole. “Siete sempre dell'idea di non voler assaggiare questo formaggio, signor Guisgard?” Domandò Sumond mentre tagliava un po' di quel formaggio. “E' ottimo.” “Dipende dai gusti, signore...” fissandolo lui “... io lo trovo alquanto rancido e quindi indigesto...” e si versò un bicchiere di Porto “... davvero ottimo questo liquore, dottor Musmot... non trovate?” E i suoi occhi allora incrociarono quelli indagatori del capitano.
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