Accadde quel giorno

[Guisgard]

"Non ancora." Disse Mattien a Clio. "Prego, seguitemi." Le condusse al piano di sopra, in un camerino abbastanza grande. "Qui potrete cambiarvi. Poi scendete di sotto e vi indicherò le vostre mansioni." Andò via, lasciandole sole.

[Lady Gwen]

Non era ancora tornato, così Mattien ci condusse in una stanza dove avremmo potuto cambiarci e poi scendere per iniziare.
Così, indossai una delle due divise che avevo comprato.
"Beh, non sembra tanto male. Anche se fin'ora le avevo usate solo qualche volta per qualche parte in un balletto" ridendo e guardandomi allo specchio.

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[Clio]

Entrammo in una stanza dove ci saremmo potute cambiare.
Indossai la mia divisa, guardandomi allo specchio sorridendo, era un'immagine molto diversa dal solito quella che mi rifletteva.
Mi ritrovai a pensare che tutta questa avventura non fosse altro che quella vacanza che non mi ero mai concessa.
Certo dovevo lavorare, ma non era certo stressante come il mio lavoro, o altrettanto pericoloso.
Mi piaceva l'idea di dovermi preoccupare di poche cose, senza dovermi guardare le spalle continuamente, potendomi permettere addirittura il lusso di avere un'amica.
"Sì, anche a me è capitato di metterle solo per finta.." dissi, sorridendo, ripensando a quelle missioni per cui era stato necessario fingermi una cameriera.
"Andiamo di là?" le chiesi.
Ero ansiosa di cominciare questa mia strana nuova vita.

[Guisgard]

Gwen e Clio, con le loro uniformi da cameriere, raggiunsero il pianoterra, dove trovarono Mattien.
"Bene." Disse Guardandole. "Come detto vi occuperete delle pulizie e della cucina." Mostrando loro le varie stanze della grande villa. "Il padrone ama l'ordine e la discrezione. Quanto ai pranzi, vi lasceremo fare, usando la vostra abilità in cucina. Domande?"

[Lady Gwen]

Scendemmo giù, dove Mattien ci mostrò il resto della grande villa e ci spiegò tutto.
Scossi la testa in una muta risposta; avrei voluto chiedere se avevamo almeno una mezza giornata libera ogni tanto, volevo vedere Elv, non ero nemmeno riuscita ad avvertirmi che d'ora in poi sarei stata qui, ma non mi sembrava conveniente parlarne ora e con Mattien.

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[Clio]

Arrivammo nella stanza sove Mattien ci stava aspettando.
Ci spiegò le nostre mansioni, e dovevo ammettere di essere curiosa, molto curiosa su cosa volesse dire fare un lavoro normale, una vita normale.
Ti annoierai...
Mi guardai intorno, eppure quella villa mi piaceva, dovevo ammetterlo, mi comunicava un senso di mistero che mi affascinava.
"Da cosa volete che cominciamo?" chiesi, con tono gentile e compassato.

[Guisgard]

Avute tutte le spiegazioni e le indicazioni da Mattien, Gwen e Clio presero servizio nella villa.
L'uomo tornò alle sue faccende, mentre Ammone continuava a lavorare nel cortile.
Poco dopo, camminando per la casa, le due ragazze sentirono qualcuno parlare dietro una porta chiusa.
Era la conversazione fra due persone.
"Quindi..." disse Mattien "... cosa pensi?"
"Non lo so..." un'altra voce.
"Pensi sia opera di quei pirati?"
"Può darsi..."
"Perchè uccidere una povera nativa?"
"Magari li aveva visti, o forse aveva rubato qualcosa da loro..." mormorò la voce.
"Brutta storia..." Mattien.

[Lady Gwen]

Iniziammo a darci da fare, mentre ognuno tornava alle proprie occupazioni.
Ad un certo punto, sentimmo delle voci dietro una porta e feci segno a Clio di avvicinarci.
Era Mattien che parlava con qualcuno riguardo la ragazza morta.
Era strano, il nativo era certo che fosse opera di un animale, diceva che era stata sbranata, era davvero possibile per una persona simulare la ferocia di una bestia?
E soprattutto, che interesse aveva Mattien a riguardo?

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[Guisgard]

"Escludi quindi" disse Mattien "che si tratti di un animale?"
"Non ci sono animali feroci su quest'isola." L'altra voce.
"Non vedo chi altri possa essere stato, se non i pirati quindi..."
"Dobbiamo scoprirlo." La voce pensierosa. "Ora va, lasciami solo."
"Si." Annuì Mattien.
La loro conversazione era terminata.
Dietro la porta ad origliare c'erano Gwen e Clio.

[Clio]

Quella voce, una voce diversa da tutte quelle che finora avevo scorto nella villa.
Ci fermammo di colpo, e ascoltammo ogni parola.
Sì, forse non era proprio il massimo della discrezione ascoltare, ma in situazioni come quella, ogni informazione era utile.
Parlavano della ragazza morta.
Lo dicevo io che non è stato un animale.
Lo saprò, quando un uomo uccide, no?
Dopotutto la morte è il mio mestiere.
Restai lì ad ascoltare il resto sempre più interessata.