27-07-2012, 04.17.06 | #2901 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Il misterioso Mercurio si alzò insieme a Talia, mostrandole un lieve inchino.
“Siete” disse “ una ragazza molto intelligente e arguta, oltre che deliziosa e virtuosa. Ora comprendo del perchè sir Iwan sia... tanto preso dall'accaduto. Quanto a vostro fratello, è chiaro che quello spiacevole episodio sia solo il frutto di questo sgradevole malinteso. E sono certo che il sergente sarà lieto e onorato di raggiungervi qui e chiarire l'intera faccenda.” Sorrise. “Vedo che volete raggiungere la porta... lasciate che vi accompagni...” e usciti sul porticato, l'uomo esibì un nuovo inchino “... beh, credo che non ci sia altro da aggiungere, milady. Riferirò la vostra volontà a sir Iwan. I miei omaggi, milady.” E andò via, lasciando Talia al fresco riparo offerto da quella loggia contro la calura del Sole. “Quell'individuo...” mormorò la locandiera “... non mi piace, non mi ispira affatto fiducia... e poi sono pronta a scommettere che proviene dalla Città Alta...” “E' appena andato via...” disse Sangò che osservava il porticato da una piccola finestrella “... ora la ragazza è da sola sul porticato...” si voltò verso la locandiera “... dite che proveniva dalla Città Alta quell'uomo? Ed era un veritiero oppure un mentitore secondo voi?” “E come potrei saperlo!” Esclamò la locandiera. “Dalla faccia, era sicuramente un poco di buono... comunque, non mi va che quella povera ragazza sia da sola là fuori...” “Vado a vedere se vuole rientrare.” Fece il menestrello. In quel momento si udirono dei passi nella sala. Intanto, Talia era da sola fuori, in balia del fresco alito di vento che giungeva da chissà dove, figlio, com'era, di quei luoghi che sembravano segnare i confini più estremi tra il mondo conosciuto ed un altro ignoto ai più, fatto di cose forse magiche ed incantate, ma che apparivano comunque misteriose ed impenetrabili. Ad un tratto due braccia cinsero i suoi fianchi. Guisgard era arrivato silenziosamente e all'improvviso, stringendola con la schiena contro il suo petto. Portò allora un fiorellino di campo a sfiorare il suo viso. “Esiste un paese lontano” sussurrò, tenendola fra le sua braccia “in cui non si usano monete, ma fiori... fiori che sbocciano una sola volta e che non appassiscono mai più... eterni dunque più dell'argento e dell'oro... e con quei fiori è poi possibile acquistare le cose più preziose che ci sono al mondo...” sorrise “... e chissà che io non riesca ad acquistare uno dei tuoi pensieri con questo fiore... perchè sei qui tutta sola? Sei triste? Malinconica? Non dovresti, sai? Siamo in un posto bellissimo... Gioia Antica... forse in questo nome sono racchiusi tanti significati...” la fissò negli occhi e portò le mani di lei sul suo volto “... vorrei che tu potessi vedere... vedere le meraviglie del mondo, i luoghi che stiamo visitando... e vorrei che tu potessi vedere il mio volto...” sfiorò le mani di lei con le sue labbra e sospirò a lungo “... vuoi ballare, Talia?” Le chiese sorridendo. “Non ci manca nulla... neanche la musica... balliamo, ti prego... come facemmo una notte al Casale...” e prese la sua ocarina. Cominciarono allora a ballare sulle note di una dolce melodia. Una melodia fatta di tante cose. Fatta di desideri, timori, paure e poi speranze e promesse capaci di mutarsi in sogni. E ballarono così, all'ombra del porticato, al dolce canto degli uccelli e al ritmico fruscio del vento tra i rami in fiore degli alberi, che racchiudevano quel luogo sospeso ai confini del mondo.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO Ultima modifica di Guisgard : 27-07-2012 alle ore 04.22.29. |
27-07-2012, 09.27.55 | #2902 |
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Eccoci di nuovo davanti al fiume misterioso..il Calars.
E avvertii il caldo insopportabile dei suoi vapori, in quel punto sembravano più caldi, iniziai a sudare, ma purtroppo gettarsi nel fiume per avere refrigerio era inutile...l'acqua era bollente. Alle parole di Fyellon mi guardai attorno, infatti all'orizzonte la sfera incandescente stava tramontando per dar posto all'etereo volto lunare..quando vidi del fumo oltre l'alta vegetazione.."Fyellon, guardate laggiù, vi è del fumo...sarà la tribù delle Locuste o qualche persona? Che dite, ci avviciniamo nascondendoci tra la alta vegetazione?"
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
27-07-2012, 17.07.26 | #2903 |
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mmmmmmmmmmmm brutta faccenda dissi guardando i due uomini se il cugino è sparito dovrete voi ripagarla la giumenta oppure comprarne una e cosi sistemate la questione che ne dite? domandai sorridendo?
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fabrizio |
27-07-2012, 17.41.34 | #2904 |
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Guisgard era arrivato silenziosamente alle mie spalle e, come sempre aveva fatto, era riuscito a conquistare in un attimo tutta la mia attenzione, scacciando via dalla mia mente ogni preoccupazione ed ogni paura.
Il suono della sua voce era per me quanto di più puro potevo assimilare al concetto di casa e di sicurezza, e lo stesso valeva per la musica della sua ocarina... nei miei più antichi e più felici ricordi c’erano quella voce e quella musica... nelle mie più profonde ed inconsce sensazioni quello voleva dire serenità, protezione, sicurezza... Lasciai quindi che mi portasse con sé, che mi facesse volteggiare e girare, dimenticando tutto il resto... e per qualche momento provai quella calda sensazione di pura felicità che mi allargava il cuore. Momenti felici, luminosi... Momenti. D’un tratto, però, mi bloccai... le parole dell’uomo e le sue velate minacce tornarono a farsi strada tra i miei pensieri... e per quanto la mia mente cercasse di scacciarli, di reprimerli e dimenticarli, quelli continuavano a tornare... E presto mi resi conto che dovevo parlarne con Guisgard! Mi resi conto che dovevo spiegargli ciò che era accaduto... avevo bisogno che capisse, che comprendesse che non c’era altra via d’uscita... Sospirai e presi il suo volto tra le mani, carezzandolo piano... “Ho bisogno di parlarti, Guisgard!” mormorai “E’... è accaduta una cosa... una cosa che tu devi sapere!”
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** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
27-07-2012, 18.07.16 | #2905 |
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Guisgard si fermò e fissò Talia.
"Talia..." disse "... cosa è accaduto? Di cosa vuoi parlarmi?" Il suo tono cominciò a tradire inquietudine. La fissava, tentando di decifrare i suoi occhi. "E' per questo che sei scesa giù?" Chiese ancora alla ragazza. "Forse è accaduto qualcosa mentre dormivo di sopra? Perchè non mi hai svegliato invece di scendere da sola? O forse ti hanno chiamata? E' stata la locandiera? Dimmi cosa è successo, ti prego..." stringendo nervosamente le mani di lei nelle sue.
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27-07-2012, 18.37.29 | #2906 |
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Sospirai...
La sua voce si era fatta all’improvviso tesa, agitata, preoccupata... Stringeva le mie mani nelle sue con forza, quasi a voler scacciare quell’inquietudine, quasi non volesse farmela percepire... eppure era assolutamente chiara per me... era la stessa inquietudine che attanagliava il mio cuore... Sorrisi, tuttavia... sorrisi ed abbassai gli occhi un momento, per poi riportarli di fronte a me... non potevo vederlo, ma non importava: i nostri cuori erano così vicini ora, che io potevo leggere con chiarezza tutto ciò che passava nella sua anima. “Si...” mormorai poi “Sì, è per questo che sono scesa. Vedi... Guisgard... è venuto un uomo qui, poco fa... un messaggero da Gioia Antica, o almeno così ha detto... il quale... il quale sostiene che la tua piccola rissa in città ha provocato qualche dissapore. Dice che fare a botte con i soldati della Regina è un reato... e che potresti anche essere arrestato per questo. Io... io ho tentato di trovare una spiegazione... gli ho detto che sei mio fratello e che ciò che è accaduto è stato causato solo da un malinteso... gli ho detto che tu eri solo preoccupato per me e che volevi proteggermi... gli ho detto che è stato tutto uno spiacevole equivoco!” Esitai... ma era difficile trovare le parole giuste per dire il resto... sapevo che la sua reazione sarebbe stata tutt’altro che serena, ma sapevo anche che avevo bisogno di lui, avevo bisogno di raccontargli tutto... “Quell’uomo, allora...” proseguii dunque, quasi a fatica “Il messaggero... ha detto che il sergente con cui hai avuto a ridire sarebbe disposto a chiarire la cosa. Sarebbe disposto ad ascoltare le tue ragioni e a chiudere un occhio... non sporgerebbe denuncia... e tu così non saresti arrestato!” Un'altra breve pausa... “Però...” mi costrinsi subito a concludere “Però non vuole vedere te... lui vuole parlarne con me! Vuole parlarne soltanto con me!”
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27-07-2012, 18.54.53 | #2907 |
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A quelle parole di Talia, Guisgard allentò la sua presa sulle mani di lei, lasciandole così scivolare via.
Si allontanò allora di qualche passo. “Vuole...” disse a voce bassa “... vuole vedere solo te...” sospirò, portandosi le mani nei capelli “... già, immagino... poi tu gli hai detto di essere mia sorella... perfetto, direi... al suo posto mi sentirei un leone... sarebbe un idiota a non sentirsi incoraggiato...” si voltò verso di lei “... perchè gli hai detto di essere mia sorella? Non hai pensato alle conseguenze? Al fatto che questa cosa gli darà più sicurezza?” Tirò via una pietra con un calcio. “Perchè hai detto di essere mia sorella?” Scosse il capo. “Già, del resto questo siamo, no? E tu non hai dunque detto una bugia... siamo solo fratello e sorella...” Le alte mura del palazzo sembravano voler proteggere e racchiudere allo stesso tempo quel luogo tanto venerando, quanto maestoso. La reggia sorgeva sulla cima di un tenero colle, circondato da una sterminata distesa di colline che, come un mare incantato, macchiettato di verdi vigne, floridi girasoli e austeri cipressi, sembrava disperdersi tutt'intorno, interrotto solo da qualche sperduto casale e silenzioso castello addormentato dietro un lungo e mite viale alberato. Un vento costante soffiava dalle colline, rischiarando l'aria e liberando quell'orizzonte dalla foschia, quasi a volerne aprire le porte verso un mondo lontano. La terra rossa di quei luoghi appariva ovunque, tra i campi, lungo le dolci vallate e nella case che correvano tutt'intorno alle mura del palazzo reale, come a voler unire ogni cosa in un gioco di screziate variazioni cromatiche, tutte nate dal riflesso di quello straordinario rosso. Era giorno di udienze e la reggia aveva le sue porte aperte, lasciando così ad una vivace umanità la possibilità di affollare il cortile reale. Andros stava all'ombra di un grosso albero che spuntava con i suoi rami oltre il muretto che racchiudeva i giardini. Attorno a lui vi erano sedute alcune dame, con valletti e messeri. Il sagace narratore intratteneva quella cortese compagnia con la risoluzione di un enigma, che sembrava suscitare non poco l'interesse nei presenti. Chymela era poco più lontana, seduta su una panca del cortile, intenta a seguire, divertita, quella scena. “Avanti, messer Cristiano.” Disse una dama. “Rivelateci voi la soluzione di questo indovinello. Credo sia troppo complicato per noi oggi. Su, non fatevi pregare! O dobbiamo pensare che vi diverte tenerci sulle spine?” “Il fatto è che” intervenne uno dei messeri “oggi fa troppo caldo per pensare a questo indovinello, sir... e poi qui c'è troppo chiasso per concentrarci. Sarete dunque costretto a rivelarci la soluzione del vostro gioco...” “No, non ancora!” Esclamò Chymela. “Io non voglio ancora arrendermi!” Andros la fissò e sorrise. “Sir!” Disse all'improvviso una voce dal cortile. “Sir! Ehi, voi, venite a vedere!” Chiamando gli altri che erano con lui. E tutti gli si avvicinarono. “Ehi, ragazzi!” Esclamò Andros stringendo loro le mani. “Cosa ci fate qui?” “Siamo i rappresentanti della nostra contrada” rispose uno di loro “e abbiamo portato delle cose al re.” E mostrò un carro colmo di vari oggetti e merci che rappresentavano l'omaggio che ogni contrada dava alla corona in vista del grande Palio cittadino. “Vi state preparando per la giostra?” chiese Andros. “Si e vi vogliamo con noi, amico mio!” “Non mancherò.” Sorridendo il capomazdese. “Mi raccomando, sir!” Fece uno di quelli. “E badate che Choci attende quel vostro portafortuna! Ci occorre per vincere!” “Quel cavallo” disse Andros “può battere chiunque, anche senza il mio portafortuna. Però ci sarò, promesso. La nostra contrada” con tono fiero e sincero “vincerà.” Si strinsero in un tenero abbraccio e poi si salutarono. “Devo dire” avvicinandosi poi Chymela ad Andros “che sono sinceramente stupita...” “Davvero?” Chiese Andros. “E perchè mai?” “Beh...” rispose lei “... le contrade sono gruppi molti chiusi e tengono al senso di appartenenza... e ci vuole una cerimonia particolare per essere ammessi nei loro ranghi... voi invece siete qui da poco, ma nel vedere quelle persone... non so... sembravate amici da sempre... come se foste uno di loro... si, sono colpita da questo.” “Ci siamo conosciuti poco dopo il mio arrivo” sorridendo Andros “e siamo diventati amici.” “Mi piacerebbe conoscere come è nata questa vostra amicizia con loro.” Disse Chymela. “Se a voi va, naturalmente...” Andros rise e prese la mano di lei. “E' una lunga storia, mia signora.” “Adoro le lunghe storie.” Sorridendo lei. “Allora sappiate che dentro c'è di tutto” fece lui “e nulla manca davvero... eroismo, esotismo, erotismo!” “Davvero?” Stupita lei. “Eh, tutto cominciò al mio arrivo qui...” annuendo lui “... mi ritrovai per caso in quella contrada e fu allora che accadde qualcosa di incredibile...” “Cosa?” Domandò lei. “Eh, vidi una bellissima principessa...” sospirando lui “... capelli come l'oro, pelle di ceramica, occhi verdi come la speranza di chi ama... me ne innamorai subito e decisi di chiedere in sposa quella bellissima creatura... quel fiore nato tra i dolci colli, quel frutto proibito, quella perla di Sygma...” “E come c'entra la contrada in tutto questo?” Vagamente infastidita lei. “Non basta questo per far compiere qualsiasi impresa ad un uomo?” Rispose lui, facendole l'occhiolino. Lei allora si voltò verso il palazzo e poi si alzò di colpo. “Credo si sia fatto tardi.” Disse. “Devo andare. Vi auguro una buona serata.” “Avevate detto di restare qui fino a sera...” facendosi serio lui “... perchè ora invece andate via?” “E' tardi.” Rispose lei. “Sono attesa. Avete altro da dirmi?” Andros non rispose nulla. “Allora vi auguro una buona settimana.” “Buona settimana?” Ripetè lui. “E' un modo di salutare.” Acida lei. “Si usa qui. Nella nobile Capomazda no?” “Vuol dire che non ci vedremo nei prossimi giorni?” “Credo di no.” Fece lei. “Avete altro da dirmi?” Andros chinò il capo. “Bene.” Disse lei e fece per andar via. “Milady.” Incrociandola il vecchio Guglielmo. “Che piacere vedervi. Il nostro buon Cristiano vi avrà certo intrattenuta con qualcuna delle sue storie su Capomazda. Dovreste visitare la nostra bella terra.” “Si, è molto bravo a raccontarle.” Indifferente lei. “Le racconta da sempre e le racconterà anche quando io non ci sarò più ad ascoltarle. Del resto, si sa, nulla dura per sempre. Arrivederci, caro Guglielmo.” E si voltò di nuovo verso Andros, per poi andare via, lasciando il ragazzo in una profonda malinconia... “Allora?” Fece Guisgard, destando Talia da quella visione. “Cosa hai deciso? Lo incontrerai dunque?”
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27-07-2012, 19.09.27 | #2908 |
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“Si...” disse Fyellon ad Altea “... ci avvicineremo con prudenza, senza farci scoprire... la vegetazione sarà un ottimo nascondiglio...” fece cenno alla ragazza di seguirlo e cominciarono a scivolare silenziosi tra l'erba alta fino a raggiungere un piccolo spiazzo, nel quale sorgeva una piccola casa colonica, dal cui comignolo usciva il fumo visto dai due.
“Chi può vivere in un luogo tanto isolato?” Mormorò Fyellon. “Eppure Mizasar ci ha detto che questa zona è infestata da quella terribile tribù... possibile che gli abitanti di quella casa non temino le locuste?”
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27-07-2012, 19.24.41 | #2909 |
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Camminammo lentamente verso la direzione del fumo, quando uscimmo da tutta quella fitta sterpaglia con sorpresa trovammo una casa colonica, guardai Fyellon perplessa "Si infatti, non mi sembra posto dove una tribù si sia insediata, siete sicuro di aver fatto la strada giusta?" dissi sorridendo leggermente, immaginando la risposta di Fyellon, poichè..egli non sbagliava mai!
"Andiamo a chiedere informazioni" lo presi per mano e senza pensarci due volte mi diressi verso la casa, guardandomi attorno finchè arrivammo all'entrata della casa coloniale.
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27-07-2012, 19.48.53 | #2910 | |
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Abbassai gli occhi di fronte a Guisgard.
Lo sentii allontanarsi di qualche passo... inspirare profondamente... e quando parlò la sua voce era vagamente più alta del solito, tesa e forzosamente non troppo aggressiva... E fu allora che giunse quella visione. Sussultai e la osservai passarmi davanti agli occhi in un lampo... Andros, Chymela, Sygma... quella visione per un attimo mi rapì... i sentimenti di Chymela mi invasero... Ma fu solo per un attimo, poi mi costrinsi a metterla da parte: non avevo tempo per loro... non in quel momento! Citazione:
"Come puoi chiedermi perché, Guisgard? Come puoi dirmi queste cose... come puoi essere così duro? Ma non immagini che cosa sarebbe accaduto se avessi detto loro la verità? Se avessi detto loro ciò che io davvero provo per te... credi che ti avrebbe lasciato andar via tranquillo? Pensava che tu fossi solo 'un mio amico'... così ha detto,'un mio amico'... e solo per questo era pronto a farti arrestare! Cosa credi che avrebbe fatto se gli avessi detto la verità?" La mia voce tramava... tacqui e lentamente appoggiai la mia fronte contro la sua... "Lo so che ho fatto una sciocchezza... perdonami..." mormorai "Io volevo solo proteggerti!"
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