I racconti del Bianco e del nero

[Altea]

"Immaginavo questi fossero i ruoli.. Essia.. D'altronde io sarò la migliore come sempre. Ci è dato sapere il nome? Perché io non mi intendo di calcio... Comunque sono fremente di arrivare nell'isola e osservare il set" finendo lo champagne ormai caldo.

[Guisgard]

Le aveva allargato con delicatezza e dolcezza le gambe, restando ad accarezzarle con le sue dita affusolate, con gli occhi neri fissi dal basso in quelli verdi di lei, mentre l'acqua intorno a loro schizzava in ogni direzione sottoforma di infinite goccioline, che i raggi del Sole filtrando le rendevano di vivaci colori.
Elv cominciò così ad accarezzare i polpacci, poi le ginocchia e le cosce di Gwen, con movimenti lenti, sinuosi, sensuali, stando inginocchiato davanti a lei.
La ragazza sentiva lacqua scivolare su di lei da ogni dove, restando come una principessa tribale seduta su quella pietra come fosse un trono.
La guardava e le accarezzava le gambe, quando ad un tratto chinò il capo e prese a baciarle piano la pelle, scivolando con le labbra lungo le cosce di Gwen.
"Sai, vero..." disse pianissimo lui "... sai cosa farò ora, vero?"
Mentre quella sensazione provata da Gwen di essere osservati era ancora vera, concreta.

[Guisgard]

"Purtroppo il nome del nostro campione è ignoto anche a me, miss Altea." Disse Von Loff, riempiendo ancora il bicchiere della diva. "So solo che è famoso e che ha concluso la sua carriera sportiva dopo non so neanche più quante innumerevoli vittorie e trofei, decidendo ora di dedicarsi al dorato mondo del Cinema." Fissandola. "Però i produttori sono soddisfatti di averlo ingaggiato."
Intanto lo yacht continuava il suo viaggio verso l'isola di Vivas.
Ad un tratto la sagoma dell'isola spuntò all'orizzonte.

[Lady Gwen]

Le sue mani rimasero ad accarezzarmi lungo tutte le gambe, ad esse si sostituirono poi i baci, caldi e umidi, mentre ancora accarezzavo i suoi capelli neri.
Mi morsi appena il labbro, sorridendo.
"Non ho mica dodici anni, sai?" mormorai piano, divertita "E avevi detto che avresti smesso di parlare..." aggiunsi poi, fingendo un tono che doveva bacchettarlo.

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[Guisgard]

Elv la guardò con un lampo negli occhi ed un gemito che suonò come un leggero e vago sorriso.
Allora, dopo un altro lungo sguardo di chi scopre di avere davanti una donna e non una ragazzina, chinò ancor più la testa, sporgendo il viso fra le cosce di Gwen, con baci leggeri, simili a soffi, proprio come le infinite bollicine d'acqua che policrome guizzavano fra il corpo di lei e quello di lui.
La bocca di Elv percorreva la pelle nuda e bagnata delle gambe di lei, fino a raggiungere il punto in cui Gwen toccava la pietra liscia, dove era più debole, più calda.
E lì la ragazza avvertì la lingua di lui scivolare e muoversi per farla impazzire, per invaderla e strapparle il respiro, dandole l'istinto di chiudere le gambe e stringerle.
Intanto l'acqua continuava aguizzare in infinite bollicine, che si scioglievano in una nuvola leggera di vapore, reso caldo dal Sole e profumato dalle piante che ammantavano le pietre intorno a loro.

[Lady Gwen]

Vidi un lampo accendersi improvvisamente nei suoi occhi, seguito da un sorriso ed un altro lungo sguardo.
I suoi baci continuavano a sfiorare le mie gambe, mentre l'acqua si condensava in vapore simile ad una nuvola attorno a noi, ai piedi della cascata.
Le pietre erano verdi di soffice muschio ed il sole creava dei bellissimi arcobaleni con quelle piccole goccioline che riempivano l'aria.
Sentii poi le sue labbra e la sua lingua, iniziando a gemere forte mentre altrettanto forte stringevo le dita fra i suoi capelli.
Avevamo appena iniziato e sentivo di essermi persa già, in un baratro dal quale non sarei più uscita tanto facilmente.

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[Guisgard]

Gwen non poteva resistere e non faceva nulla per tentare di farlo.
Sentiva la bocca e la lingua di Elv muoversi, insistere, assaporarla.
E più lui continuava, più lei si scioglieva, proprio come l'acqua intorno a loro, con tutte quelle bollicine che guizzavano impazzite.
Ed anche lei stava impazzendo e si stava sciogliendo in quella laguna, sul viso di Elv.
Vide allora ad un tratto quei suoi occhi neri ed il suo bellissimo volto bagnato alzasi verso di lei.
La raggiunse e la baciò sulla bocca, prendendola fra le braccia e sedendosi con lei su quella pietra liscia.
Gwen si ritrovò a cavalcioni su di lui, stretta, avvinghiata al suo corpo muscoloso e forte.

[Lady Gwen]

Avevo intenzione di abbandonarmi totalmente a lui, perchè se dovevo pentirmi di ciò che stava succedendo, preferivo farlo sapendo che ci aveva messo tutta me stessa.
Continuò ancora a lungo a farmi impazzire, finché non smise, bloccando a metà strada un gemito che era già sfuggito.
Il suo bellissimo viso mi raggiunse, mentre lui mi baciava e mi stringeva forte.
Mi ritrovai su di lui, contro il suo corpo delineato e ben fatto che non smettevo di accarezzare.
Ormai non riuscivo più a resistere, lo volevo e non potevo ancora aspettare.

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[Guisgard]

Gwen fu travolta dalla foga e dall'impeto di Elv, mentre si stringeva a lui, tenendosi forte al suo petto, alla sua schiena e ai suoi muscoli.
Si teneva forte mentre lui la faceva sussultare, gemere, gridare, con l'acqua intorno a loro fatta di milioni di bollicine, di infinite gocce che guizzavano ed esplodevano in ogni direzione.
Si teva forte, si aggrappava disperata a lui per non cadere, per non finire in acqua ed essere portava da quella cascata, come quelle infinite goccioline che schizzavano ovunque intorno a loro.
E stretta a lui, su quella roccia liscia e bagnata, Gwen si sciolse proprio come le tante, troppe, infinite gocce intorno a lei.
E solo dopo tutto ciò i 2 giovani si lasciarono scivolare e portare via dall'acqua.

[Lady Gwen]

L'impeto di quella vigorosa cascata era il medesimo di Elv, in quegli attimi infiniti che ci videro protagonisti, mentre gemevo senza sosta.
Temevo di essere trasportata via dalla corrente insaziabile di quel piacere, tanto era forte.
Anche se avessi voluto pensare alle nostre discussioni, a ciò che ci eravamo detti, in quel momento non ci riuscivo.
Potevo pensare solo a lui e a come mi faceva sua.
Giungemmo al culmine di quel godimento assoluto, facendoci trasportare finalmente appagati e felici.

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