19-10-2012, 15.27.42 | #21 |
Cittadino di Camelot
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Oh, sir... giungere qui e trovare un nuovo racconto della margherita è meraviglioso... è come, per un bambino, svegliarsi e scoprire che è la vigilia di Natale...
Vi ringrazio!
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** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
22-10-2012, 20.10.16 | #22 |
Cittadino di Camelot
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Vero sir Guisgard, è sempre un piacere leggere i racconti della Margherita...e mi chiedo se il Cavaliere è riuscito a far sognare la bella dama...compito non facile certamente.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
23-10-2012, 01.50.52 | #23 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Milady, non so se quel cavaliere sia riuscito davvero a far sognare quella dama (del resto non basta imparare a memoria un copione per diventare poi sir Guisgard ).
Spero però che questo racconto della Margherita sia riuscito almeno a donare un piacevole momento di svago a coloro che si sono fermati a leggerlo
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23-10-2012, 22.07.36 | #24 |
Cittadino di Camelot
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Non si puo' non leggere cio' che scrivete Sir Guisgard...e' impossibile, il romanzo della margherita vi appartine che sia verita' o fantasia......per quanto riguarda la dama, e' una domanda che non mi faro'........mi basta pensare che c'e' ancora qualcuno che e' particolarmente romantico.....
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25-10-2012, 10.01.50 | #25 |
Disattivato
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Ho finalmente colmato la mia lacuna verso questo splendido romanzo.
Devo dire che non solo mi avete fatto sognare ma mi avete riportato a quegli antichi momenti, quando il giardino della scuola si trasformava in un meraviglioso universo da scoprire. Quanto a quest'ultimo in particolare, che dire? La città, un incontro, la magia del teatro.. Semplicemente splendido.. Vi faccio i miei complimenti per l'intero romanzo e mi auguro di poter leggere presto un nuovo racconto. |
19-12-2012, 18.01.55 | #26 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Talvolta basta raccontare una storia per allietare un pomeriggio freddo e malinconico come questo.
Raccontarla magari a chi è a letto, col desiderio di allontanare tristezza e malinconia, insieme al freddo e forse anche alla solitudine. Una storia per accarezzare, per coccolare e far sognare. Perchè mio nonno mi diceva sempre: “Quanto racconti una storia non preoccuparti se sia vera o finta, ma solo se poi sei davvero in grado di realizzarla...” “Ah, sei qui...” disse entrando “... ti ho cercato per tutto lo studio... sono arrivati i diritti per quella licenza, sai?” “Davvero?” Senza smettere di disegnare l'altro. “Già...” annuì il primo “... e devo dirti che questo mi fa tirare un sospiro di sollievo.” “Perchè?” “Beh... per i nomi ufficiali, ovvio.” “Per me cambia poco.” Fece il disegnatore. “I personaggi hanno ormai tutti un proprio volto ed anche le ambientazioni sono praticamente finite.” “Si, ma sappiamo che quei personaggi e quelle ambientazioni hanno nomi veri, conosciuti dal grande pubblico.” “A me spetta solo disegnarle.” Sorrise il disegnatore. “I nomi sono affar vostro.” “Già... vero...” sbottò lo sceneggiatore “... tuttavia, come dicevo, sono più tranquillo ora che abbiamo i nomi ufficiali. Così saranno contenti tutti... sponsor, addetti ai lavori, produttori ed anche il pubblico. Perchè un bambino la sente la differenza se in mano si ritrova un giocattolo con il nome del suo eroe preferito, invece di uno tarocco. ” “Dici?” “Garantito.” “Io da piccolo” sorridendo il disegnatore “ebbi come regalo un Mazinga Z farlocco, di quelli made in Korea. Aveva anche qualche colore sbiadito. Eppure mi sentivo il vero pilota di quel robot quando ci giocavo e pronto a difendere il mondo.” “I bambini oggi sono diversi.” Replicò lo sceneggiatore. “E poi sai bene che a questo lavoro sono legati tanti altri progetti... non c'è solo il film ed i giocattoli. Fumetti, videogames, versioni a cartoni, senza dimenticare poi che oggi le versioni ufficiali, con nomi e loghi, godono sempre di una visibilità maggiore.” “Quando da piccolo sognavo di fare il disegnatore” fissandolo l'altro “non immaginavo certo tutte queste guerre attorno ad una licenza.” “Benvenuto nel duro e competitivo mondo del business, amico mio.” “Ecco, è finito...”mostrando il foglio all'altro. “Cosa disegnavi?” Prendendolo lo sceneggiatore. “Un fiore?” “Si.” “Già, lo vedo.” “Tu ti preoccupi tanto dei nomi ufficiali” disse il disegnatore “ma i bambini guardano anche e soprattutto i particolari, lo sai. E il nostro eroe senza il suo fiore non sarebbe lui.” “Si, vero.” Sorridendo l'altro. “Dai, ti offro un caffè. Scendiamo al bar.” I due scesero, per poi ritornare dopo una mezz'ora. “Dai, prendiamo le bozze e andiamo in sala riunione.” Mormorò lo sceneggiatore. “Strano... non trovo più il disegno...” “Quale?” “Quello del fiore...” continuando a cercare il disegnatore “... possibile che sia entrato qualcuno?” “Solo la signora delle pulizie.” Rispose l'altro. “Ma vedrai che salterà fuori. Su, andiamo in riunione, ci aspettano.” Intanto, poco distante, una figura attendeva al chiaro di una Luna che sembrava un truciolo d'argento sospeso in aria. Fissava il cielo chiaro di stelle, le luci del borgo che scintillavano nel buio circostante e la campagna tutt'intorno, fatta di suoni e profumi, come se stesse aspettando qualcuno. Stringeva in mano un foglietto, rigirandoselo come chi tradisce un'impazienza non comune. Ad un tratto una finestra si accende nella sera e un attimo dopo un'altra figura appare, guardando giù dal suo balcone. “Cosa ci fai lì a quest'ora?” Chiese lei. “Solitamente non è a quest'ora che gli amanti raggiungono i balconi delle loro amate?” Guardandola lui. “Davvero?” Sorridente lei. “E tu chi saresti?” “Beh, immagina il più appassionato amante della storia!” “Interessante...” divertita lei “... vediamo... Romeo?” “No, sai che amo i lieto fine.” “Giusto.” Annuì lei. “Allora scarterei anche Tristano... vediamo... allora dico Bassanio!” “Non sono così venale, lo sai!” Lei rise. “Allora... Erec?” Domandò poi. “Credi che mi faccia influenzare dalle chiacchiere della gente come accadde a lui?” “Già, giusto!” Esclamò lei. “Tu sei il migliore, mio signore! Allora non mi resta che dire... Lancillotto!” “Sai che io non ti dividerei con nessun'altra...” fece lui “... neanche con un re.” “Allora chi grande amante è rimasto?” “Questo lo riconosci?” Mostrandole il fogliettino che aveva in mano. “E'... è un fiore!” “Si, ma non un fiore normale...” sorridendo lui “... questo è il fiore di sir Guisgard, il Primo Cavaliere e Amante Perfetto...” “E tu stanotte, mio signore, sarai Guisgard?” “Si...” annuì lui. “Ed io?” “La sua amata...” Lei sorrise ed arrossì. “Non vuoi?” “Si...” sospirò lei “... e dove mi condurrai? Io, lo sai, sono ancora malata e non posso uscire...” “Allora ti palerò di posti incantati, sognanti, degni di poesie, romanzi e favole. E per dimostrarti che sono anche reali, quando sarai guarita io ti porterò a visitarli tutti... e ti giuro, amore mio, che sarai trattata come una vera principessa da tutti coloro che abitano quei posti.” “Parlami di quei posti, ti prego...” “Andremo a Tylesia in cerca del suo mistico Fiore...” disse lui “... salperemo per le esotiche e misteriose Flegee per trovare il Tesoro maledetto, ruberemo le maschere del Giglio Verde e nessuno ci troverà mai... e infine raggiungeremo la leggendaria Capomazda, dove vinceremo la malefica Gioia dei Taddei e saremo incoronati Arciduca e Granduchessa!” “Davvero sarà possibile tutto questo?” Rapita lei. “E come?” “Perchè io stanotte sono sir Guisgard” rispose lui mostrandole ancora quel disegno “e questa è la mia magica Margherita...”
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30-07-2013, 03.17.50 | #27 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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La vita, dice qualcuno, è un viaggio che percorriamo alla ricerca di qualcosa.
E di cosa può essere fatto un viaggio, la sua attesa, il suo percorso, l'arrivo e l'esito? Forse di emozioni, ricordi, speranze e sogni... “Ehi, sei qui...” disse lei uscendo sul terrazzo “... cosa fai?” Lui richiuse il libro che stava leggendo e le mostrò la copertina. “Il Conte di Montecristo...” sorridendo lei “... sei ossessionato da quel libro.” “Edmond Dantes” fece lui “insieme a Lancillotto sono i miei perfetti alter ego nella letteratura.” “Non c'era anche Perseo?” Ridendo lei. “Quella è mitologia.” Replicò lui. “Ed è una cosa diversa dalla letteratura.” “Capito, prof!” Esclamò lei. “Si, Edmond è un grande...” mormorò lui, portando le mani incrociate dietro la testa e guardando il cielo terso “... abbandonato da tutti, tranne che dalla fortuna, ritorna e si vendica dei suoi nemici, di chi lo ha tradito...” “Non fu abbandonato da tutti, però...” “Solo suo padre e l'armatore Morrell non si scordarono di lui...” disse lui “... solo loro...” “E neanche Mercedes...” “Lei si...” “No, lei no...” “Però non lo aspettò...” fissandola lui “... e sposò Mondego...” “Lo credeva morto...” “E tu?” le sussurrò lui “... tu mi aspetteresti?” “Si, lo sai...” “E se ti dicessero che sono morto?” “Non li crederei...” “Davvero?” “Si...” annuì lei “... e ti aspetterei ogni giorno... come la donna di quella canzone spagnola che ogni giorno va sul molo ad attendere la nave del suo amato, nonostante tutti la credano pazza...” sorrise “... e poi tu non sei solo il Conte di Montecristo, ma anche il mio Primo Cavaliere... quindi sei invincibile!” “Si, sfotti sfotti...” Lei rise, per poi abbracciarlo forte. “Domani già ripartirai...” aggiunse piano “... ed io non voglio...” “Ma c'è ancora oggi...” sussurrò lui “... ed è un giorno speciale... è il tuo compleanno... e non dobbiamo essere tristi...” “Si, è vero...” disse lei. “Dai!” Esclamò lui. “Io sono il Conte di Montecristo è ho l'immenso tesoro dell'abate Faria... chiedimi ciò che più desideri per il tuo compleanno!” “Davvero?” “Si, qualsiasi cosa...” “Un caleidoscopio.” Rispose lei. “Un caleidoscopio?” Ripeté lui. “Si...” “Perchè proprio quello?” “Così...” “Che regalo strano...” stupito lui “... con tante cose... perchè vuoi proprio quello?” “Non chiedermi il perchè...” guardandolo lei “... me lo regalerai? Lo troverai per me?” Lui annuì e le sorrise. Verso il pomeriggio lei si addormentò e lui uscì in paese per cercare quello strano regalo. Lo trovò in un vicoletto stretto, dove c'era una piccolo mercatino. Tornando a casa poi, sulla strada del ritorno, vide un vecchio teatrino. Sulla porta vi era un manifesto su cui appariva il titolo dello spettacolo previsto per il giorno dopo: Il Fiore Azzurro. Incuriosito entrò e cominciò a guardare le varie maschere e i costumi. “Salute, cavaliere.” All'improvviso una voce. Lui si voltò di scatto, ma non vide nessuno. “O forse sei un principe?” Uscendo un vecchietto dalla penombra. “Visto che sei interessato alle maschere e ai costumi cavallereschi e principeschi.” “In verità ero solo curioso.” “Magari posso aiutarti io, mio signore.” Mostrando un inchino il vecchietto. “Mi aveva incuriosito il titolo del vostro spettacolo...” “Davvero?” “Si...” annuì lui “... il Fiore Azzurro...” “Beh, per questo lo mettiamo in scena.” Sorridendo il vecchietto. “Per attirare i curiosi.” “E mi chiedevo...” guardandolo lui “... mi chiedevo come farete a rappresentarlo... voglio dire... nessuno conosce quel Fiore...” “Vedo che invece tu sei a conoscenza della sua leggenda...” con uno sguardo enigmatico ma bonario il vecchietto “... cosa rara... i giovani spesso ignorano quel mito...” Lui sorrise. “Mi dicevi” continuò il vecchietto “della tua curiosità...” “Si...” fece lui “... mi chiedevo... userete un fiore vero? Non credo...” “Perchè mai?” “Perchè non si sa a quale specie appartenga il Fiore Azzurro...” “Giusta osservazione, cavaliere.” Annuì il vecchietto. “Tu allora cosa suggerisci?” “Non so...” pensieroso lui “... forse si potrebbero intrecciare vari nastri colorati... o magari fare un origami...” “E' un'idea...” “Oppure usare la trovata di non farlo vedere mai sul palcoscenico...” fissandolo lui “... così da suscitare ancora più curiosità nel pubblico.” “Sai, cavaliere...” fece il vecchio “... io credo che la cosa sia molto più semplice in realtà...” “In che senso?” “Beh, abbiamo un vantaggio...” spiegò il vecchietto “... nessuno pretende nulla da noi... immagina di dover mettere in scena l'Iliade... qualsiasi donna sceglierai per impersonare Afrodite o Elena non potrà mai essere all'altezza delle aspettative del pubblico.. e la gente lo sa... stessa cosa vale per questo nostro spettacolo... nessuno chiede di vederlo il Fiore Azzurro... di vederlo davvero intendo... ma chiede solo che noi li si aiuti ad immaginarlo... dobbiamo solo rendere fertile, stimolare, la loro immaginazione...” “Beh...” disse lui “... un conto è dirlo, altra cosa è farlo...” Il vecchietto rise, per poi prendere un piattino vitreo colorato. Lo mise davanti ad una candela e poi cominciò a proiettare sul sipario riflessi e bagliori variegati. “Ecco...” giocando con quelle screziature “... ecco il nostro Fiore Azzurro... vedi? Può apparire in alto... in basso... persino sulla tua mano, cavaliere...” proiettando quei riflessi sulla mano di lui “... chiudi il pugno!” Esclamò poi. “Non fartelo scappare!” Con fare allegro. E nel vedere quelle screziature, quei colori così luminosi, lui ripensò a ciò che mostrava il caleidoscopio. Lo strinse forte in mano e sorrise. Salutò il vecchio e ritornò a casa. Trascorse così la sera e alla fine lui mostrò a lei quell'originale e curioso regalo. “Credo di aver capito perchè lo volevi tanto...” “Davvero?” Incuriosita lei. “E perchè?” “Perchè qui dentro si trova una cosa speciale, magica...” fece lui “... meravigliosa...” “Cosa?” “Guardaci dentro...” sorridendo lui “... guardaci e vedrai il suo incredibile contenuto...” Lei allora accostò il caleidoscopio al viso e guardò al suo interno. “Quello è il Fiore Azzurro...” sussurrò lui “... sei fortunata, sai? Non tutti possono vederlo e molti passano la vita a chiedersi che forma abbia, che profumo emani...” “E'...” piano lei “... è meraviglioso... meraviglioso...” lo fissò con gli occhi lucidi “... sono così felice stasera...” Quella notte, come le notti di Primavera, trascorse presto. E al mattino la stazione era invasa da un bellissimo Sole. C'era gente che partiva e gente che arrivava. Forse i treni servono a questo. Ad unire tante vite, altrimenti disperse, ad altrettanti posti, altrimenti irraggiungibili. Lei stringeva in mano quel suo regalo e con l'altra qualcosa per lui. “Un fiore?” Fissandola lui. “Si, ti farà compagnia nel tuo viaggio...” sorridendo lei “... il viaggio che ti porterà a trovare il Fiore Azzurro... perchè se ci credi così tanto, allora deve esistere davvero da qualche parte... e lo troverai, se Dio vorrà...” “Lo credi davvero?” “Si...” sussurrò dolcemente lei. Il Treno partì e la stazione scomparve presto. E ora è vuota quella stazione, in attesa che quel treno ripassi e conduca il cavaliere in quel viaggio. Ma questa è un'altra storia. Quel cavaliere era naturalmente sir Guisgard e con lui c'era la sua inarrivabile Margherita.
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30-07-2013, 15.23.26 | #28 |
Cittadino di Camelot
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L'ho letta tutta d'un fiato...è stato emozionante.
Grazie sir Guisgard..
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30-07-2013, 16.40.50 | #29 |
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Quanta dolcezza e tenerezza sprigionano queste vostre parole.. e, ovviamente, quanto Amore...
Questi racconti della Margherita sono sempre colmi di emozioni, un dono davvero prezioso per tutti noi.. Grazie, Milord... |
30-07-2013, 18.50.44 | #30 |
Cittadino di Camelot
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...Una storia che mi sembra di aver sentito....durante la vita, trovi sempre qualcosa di simile......c'e' una stazione vuota....un aeroporto vuoto....e un fiore azzurro da trovare.........complimenti Sir Guisgard....una bella storia
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