17-07-2012, 21.58.47 | #21 | |
Cittadino di Camelot
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Citazione:
letto tutto da capo..nuovamente... adesso è tutto più chiaro. Avete il cuore di un bimbo e la saggezza di un uomo che ha visto sorgere e tramontare numerose lune
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[SIGPIC][/SIGPIC][B][I][SIZE="2"][COLOR="Wheat"] Nessun sole potrebbe risplendere se gli occhi del cuore non ne vedessero la luce.(anonimo)[/COLOR][/SIZE][/I][/B] |
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17-07-2012, 22.05.13 | #22 | |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
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Citazione:
Anche io avrei reagito allo stesso modo se quella frase non fosse stata scritta dal nostro sir Morris. Ormai abbiamo imparato a conoscere la goliardia e lo spirito del nostro buon cavaliere e spesso l'ironia è l'arma con cui egli si trova più a suo agio. Sono dunque certo che è questo l'intento che si cela dietro le parole di sir Morris, che è sicuramente persona assai intelligente ed è dunque il primo a non prendersi troppo sul serio
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO |
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18-07-2012, 09.20.43 | #23 |
Cittadino di Camelot
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Milady Gonzaga, che camminate in punta di piedi per non fare rumore sull'antica via dei Pellegrini, l'ultima volta che ho visto tramontare la luna aveva il vostro sorriso e la vostra anima fanciulla che riesce a vedere Altrove, dove per molti regnano solo tenebre e materialità...
Grazie per il vostro affetto, come un'Anomalia... Cavaliere dell'Intelletto, la vostra puntuale razionalità ha incasellato il dialogo lungo i confini certi della Ragione, dove giustamente deve riportarsi il dialogo, se in qualche maniera lo è stato, e non una sortita solitaria in piena notte nella foresta di Broceliande dove è stato smarrito il senno... Grazie per esserci in ogni momento, come un Bisogno... Cavaliere del Crepuscolo, la vostra sferzante intelligenza calpesta ogni angolo più recondito dell'anima solitaria e pellegrina, relegando l'estasi euforica ad una dimensione assennata e tremendamente realistica... Grazie per la vostra pazza ironia, come una Virtù... Taliesin, il bardo |
18-07-2012, 19.23.33 | #24 |
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Una doppia carezza senza tocco a Gonzaga
Una doppia pacca senza tocco a Guisgard Il messaggio era diretto unicamente a Voi, Taliesin... In altri tempi avreste risposto in ben altro modo al mio invito, mio primo bardo. Col vostro mero intelletto ne avreste afferrato l'unico e reale senso e avreste intonato un delizioso: "Riverisco...Sir Morris... Riverisco e ne prendo atto"... Hastatus ha fatto solo il suo dovere!" Sir Morris p.s.: Rinnovo il mio affetto e la mia ammirazione per Voi
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[I][B][COLOR=red]Sir Morris[/COLOR][/B][/I] |
19-07-2012, 13.00.28 | #25 |
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"...In altri tempi avreste risposto in ben altro modo al mio invito, mio primo bardo..."
Sir Morris Cavaliere del Crepuscolo, come affermava fermamente il buon Lord Byron "...il buon tempo antico? Tutti i tempi quando sono antichi, sono buoni..." avrei potuto rispondervi con una riverenza senz'altro minore rispetto al vostro intervento circa la proposta di un inchino di riverenza, in quanto i Bardi, come dovreste ben conoscere, non erano semplici giullari prezzolati dagli spocchiosi mecenati di turno, ma anime libere e solitarie, combattenti in battaglia, quindi non solo cantori di versi più o meno assennati, ma mi limito a rispondere alla vostra provocatoria ironia semplicemente con una riflessione: visto che in questa ombrosa virtualità le emozioni devono essere necessariamente filtrate al setaccio dai Signori Benpensanti, spero non vi dispiaccia se qualcuno riescirà a comprendere ed abbracciarle le proprie emozioni in un'altra direzione, anche se contraria al manuale.... Taliesin, il bardo p.s. contracambio quell'affetto di cui voi siete portatore sano. |
19-07-2012, 17.57.17 | #26 |
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Distinguiamo ciò che io mai pretesi:
La riverenza, bardo... è un atto pratico definibile con un inchino. Mentre il riverire è semplicemente un saluto di rispetto (inteso come intesa) Voi mi avete salutato dicendomi Pazzo Ironico, quindi ... avete trovato giusto definirmi portatore sano di qualcosa che sconoscete per l'appunto. Siete stato voi a dire che non bisogna far caso al vostro farneticare e che la vostra memoria oramai spara un pò a casaccio senza più confini ne dimora e che ormai forse potete permettervelo! Siete liberissimo, bardo Vi salutai con un bacio.. senza tocco.. in fronte. (celluloide ormai sbiadita della nostra amicizia) Sir Morris
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[I][B][COLOR=red]Sir Morris[/COLOR][/B][/I] |
19-07-2012, 22.05.57 | #27 |
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Cavaliere del Crepuscolo,
siete tornato dunque quello di un tempo. Ricordate il mio ultimo saluto? Ed il vostro primo saluto dopo il vostro ritorno? Lasciamo spazio dunque alle emozioni che ci faranno sopravvivere e deponiamo le polemiche infeconde del tempo infelice ed infruttifero, forse, ritrovaremo due spiriti pazzi e ironici, smemorati e farneticanti, che ci attendono... Taliesn, il bardo Ultima modifica di Taliesin : 20-07-2012 alle ore 12.51.50. |
20-07-2012, 13.03.01 | #28 |
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Per non dimenticare il motivo supremo per cui siamo approdati alle coste di Camelot, per ritrovare il giusto sentiero...
Taliesin, il bardo "Il giorno successivo Galeotto si recò nuovamente nell'accampamento di Artù. Qui Galvano gli chiese che cosa lo avesse indotto a offrire la pace ed egli rivelò che era stato l'intervento del cavaliere dalle armi nere a indurlo a compiere tale passo. La meraviglia e l'ammirazione per il cavaliere sconosciuto aumentarono ancor più e la regina, che partecipava con grande interesse alla conversazione, domandò quale fosse il nome di quel prode. Quando si seppe che nemmeno il signore delle Isole Lontane lo conosceva, tutti rimasero assai sorpresi e dispiaciuti, poiché avrebbero molto desiderato averlo fra loro. Poco dopo Ginevra si congedò dai presenti e si ritirò, pregando Galeotto di accompagnarla mentre si recava nel suo padiglione. Quando furono soli, essa esclamò: "Mio caro amico, quel cavaliere è l'uomo che più di ogni altro desidererei conoscere, ma temo che voi non mi vogliate rivelare dove si trova. Ditemi, in verità: egli è forse al vostro campo ?" "Regina - rispose Galeotto - a voi posso dire che egli ora non è qui, ma si trova nel mio paese." "Oh, dolce signore, mandatelo a chiamare, fate che egli torni il più presto possibile!" "Cercherò di rintracciarlo, ma non posso promettervi nulla" fu la risposta. Ritornato al suo accampamento, Galeotto riferì all'ospite il colloquio con la regina e lo consigliò di incontrarla. Lancillotto rimase a lungo indeciso, poiché non osava trovarsi a faccia a faccia con colei il cui solo pensiero gli faceva venir meno le forze e la ragione. Decise tuttavia di vederla, dal momento che neppure lontano da lei poteva più vivere, tanta era la forza dell'amore che lo divorava. Per tre giorni il signore delle Isole Lontane ritornò al campo di Artù, ed ogni volta, interrogato da Ginevra, rispose che ancora il cavaliere non si era visto. Finalmente, il quarto giorno venne da lei, lieto in volto, dicendole: "Signora, egli è qui ed è ben lieto di incontrarvi". I due presero accordi affinché l'incontro potesse avvenire in segreto, dal momento che la regina temeva di perdere la propria reputazione se la notizia di quell'appuntamento si fosse conosciuta. Il luogo prescelto fu un lussureggiante bosco ai piedi delle mura del castello di Galore, dove mai nessuno di solito si recava. Venne convenuto che la reginagiungesse con un piccolissimo numero di damigelle, le più fidate della sua compagnia, mentre lo sconosciuto cavaliere sarebbe stato accompagnato soltanto da Galeotto. Il giorno successivo, poco prima del tramonto, Ginevra prese con sé la dama di Malehaut e due fanciulle del suo seguito, e con loro si avviò verso il bosco, sedendosi poi ai margini di una radura cosparsa di fiori variopinti. Pochi minuti erano trascorsi, quando si udì un trotto leggero e due cavalieri apparvero fra gli alberi: fra loro la regina riconobbe immediatamente Galeotto, mentre il volto del giovane che cavalcava al suo fianco non le era noto. I due gentiluomini salutarono con grazia le donne del seguito, poi si avvicinarono alla regina che se ne stava da sola qualche metro più in là. Smontarono agilmente, quindi si inchinarono di fronte alla bellissima donna. Lancillotto fu subito preso da un tremito fortissimo, che non appariva in nessun modo in grado di dominare, sicché il compagno, temendo che la propria presenza lo imbarazzasse, si allontanò con un pretesto e raggiunse le damigelle. "Signore, molto ho dovuto attendere prima di potervi vedere, sebbene fossi assai desiderosa di incontrarvi. Ma ditemi: siete davvero voi il prode che da solo ha saputo vincere ogni avversario nei due giorni di battaglia?" "Non spetta solo a me il merito della vittoria, ma anche a tanti valorosi cavalieri" rispose con modestia Lancillotto. "Foste voi, tuttavia, a portare armi rosse durante il primo scontro e nere in quello successivo?" "Sì signora, fui io""È strano che nulla si sappia di un uomo che ha saputo dare tali prove di sé. Chi vi ha ordinato cavaliere?" "Foste voi, dolce signora" La regina apparve assai sorpresa di quelle parole, e invano cercava di ricordare in quale occasione ciò fosse accaduto. Dominando l'emozione che ancora lo attanagliava, il giovane ricordò che Artù lo aveva fatto cavaliere, ma che la spada che egli sempre impugnava era un dono di lei, che gliel'aveva mandato dopo la liberazione della dama di Nohant. Perciò si riteneva servitore non di Artù, ma della regina, poiché è la spada il vero segno della cavalleria. Ginevra rimase piacevolmente stupita che il bellissimo giovane che le stava di fronte fosse lo stesso che aveva compiuto quella splendida impresa, e ancor più lo ammirò quando seppe che era stato lui, ancora, a liberare il castello della Dolorosa Guardia."Voi siete dunque Lancillotto, figlio del nobile Ban, signore di Benoic, come era scritto nella tomba della Dolorosa Guardia." Poi, di fronte al silenzio del cavaliere, continuò: "Imprese come queste non si compiono se non per amore di una donna. Ditemi, se non sono indiscreta: chi è costei?" Un forte rossore attraversò come un lampo il viso di Lancillotto, che poi impallidì come se nel suo corpo non vi fosse più sangue: "Siete voi, signora" disse con un filo di voce. "Dunque voi mi amate? E da quando?" "Dal primo momento in cui vi vidi. " Pronunciate queste parole, il giovane fu preso da un tale tremito che non poté più parlare. Galeotto, che, pur stando a una rispettosa distanza, osservava la scena, vide l'amico in difficoltà e intervenne prontamente. "Signora, vedete come soffre quest'uomo. Solo a voi è dato il potere ,di cancellare i suoi tormenti: fatelo, in nome di ciò che egli ha fatto per voi." "Come posso lenire il suo dolore?" domandò la regina. "l'essere piPromettetegli di diventare per sempre la sua dama ed egli sarà più felice detta terra" . "Così sia - pronunciò a bassa voce, ma con tono sicuro Ginevra - lo prometto." Tale fu la gioia di Lancillotto che egli credette di non poterla sopportare e di cadere morto al suolo. Ma non morì, e non morì neppure quando la più bella delle donne, per nulla turbata dalla presenza di Galeotto, gli si avvicinò e unì le labbra alle sue in un dolcissimo, interminabile bacio... |
21-07-2012, 15.50.04 | #29 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Ragazzi... siete OT. Utilizzate la sezione "Fuori tema".
Grazie a tutti.
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"La Morte sorride a tutti... Un uomo non può fare altro che sorriderle di rimando..." Sito Web: http://digilander.libero.it/LoreG27/index.html Libreria on-line: http://www.anobii.com/people/gelo77/ |
21-07-2012, 23.13.01 | #30 |
Cittadino di Camelot
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Perdonate il mio essere rinfanciullito Cavaliere della Carretta,
cosa sigifica nell'arcano linguaggio virtuale il termine OT? Grazie, attenderò la vostra esaustiva risposta... Taliesin, il bardo |
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