23-03-2011, 21.54.56 | #21 |
Cittadino di Camelot
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Morrigan chinò il capo lievemente per ricevere la benedizione, ma sottecchi, senza farsi notare, rimase a lungo a studiare il volto di quell'uomo. Quando però udì l'ultima frase del chierico, sollevò il capo e non riuscì a trattenere un lieve sorriso.
"Signore," rispose quindi prontamente "sono stata cresciuta nel culto e nel rispetto della chiesa, e mai negherei una richiesta ad un uomo come voi... tuttavia... dovete essere voi a dirmi se non vi disturba essere scortato da una donna in armi ed abiti maschili" Sorrise stranamente, come se quell'accenno al proprio aspetto avesse risvegliato in lei quanche particolare ricordo, poi si riebbe e tornò a fissare il chierico in attesa della sua risposta. Fu proprio in quel momento che l'avvertì, o meglio l'avvertì con estrema certezza... quella sensazione, che da quando era giunta a Camelot non l'abbandonava... quella sensazione che la seguiva da quando aveva messo piede nella taverna... come di due occhi che ti guardano, che ti scrutano cercando di capirti dentro. E in quel momento quella sensazione la prese così fortemente che, nonostante attendesse risposta dall'uomo di fronte a lei, Morrigan si voltò di scatto, a cercare la fonte di quel suo turbamento. Non poteva esserne certa. C'era tanta gente in quella locanda, però un rapido movimento al suo fianco attirò la sua attenzione, e il lieve fruscio di un mantello, e quello sguardo curioso che si era in fretta posato su di loro... chissà chi era quella donna, e cosa mai poteva volere da loro. La vide uscira in fretta... andiamo, Morrigan, hai ben altro da fare... qua iniziano ad accadere strani eventi... scorta il chierico, come di dovere, e poi vattene per la tua strada, e in fretta!
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"E tu, Morrigan, strega da battaglia, cosa sai fare?" "Rimarrò ben salda. Inseguirò qualsiasi cosa io veda. Distruggerò coloro su cui avrò poggiato gli occhi!" |
23-03-2011, 22.54.13 | #22 |
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Tormentando il ghiaietto con la punta dello stivale, mi appoggiai nell'androne di un cortile, da cui potevo scorgere in tutta comodità la porta della taverna senza essere vista. Nel frattempo controllai che il mio sottile pugnale fosse ben assicurato alla cintura, nascosto dalle pieghe della veste color zafferano. Non che intendessi usarlo per un compito semplice come seguire un innocuo chierico... ma la prudenza non era mai troppa e non mi separavo mai da quell'oggetto, che condivideva con me perfino il giaciglio.
Quel gesto, quasi abitudinario, mi faceva pensare alla mia vita prima della fuga... Tuttavia mi scossi da quegli ombrosi ricordi: se pur non avevo scelto di essere un'incantatrice, una succuba per l'esattezza, potevo ancora scegliere se essere un'assassina. E io la mia scelta l'avevo compiuta cercando asilo a Camelot. Con quella convinzione nel cuore, scossi i lunghi riccioli e li sistemai sotto il cappuccio del mantello, tornando a rivolgere la mia attenzione al via vai di gente sotto l'insegna della taverna. Il vento iniziò a soffiare, promettendo di far giungere presto quelle nubi che preannunciavano un quieto temporale primaverile.
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Ama, ragazza, ama follemente... e se ti dicono che è peccato, ama il tuo peccato e sarai innocente. Ultima modifica di Melisendra : 24-03-2011 alle ore 02.01.01. |
24-03-2011, 01.45.42 | #23 | |
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In piedi vicino ad un basso tavolino, osservavo distrattamente Pascal giocherellare beatamente con la sua coda... ad un tratto due sonori colpi sulla porta mi indussero ad alzare lo sguardo, appena in tempo per vedere un uomo alto, robusto e completamente armato entrare nella stanza.
Citazione:
“Capitano...” dissi, in tono suadente “Vi ringrazio di aver accettato il mio invito! Vi prego...” soggiunsi poi, invitandolo con un piccolo gesto del braccio a sedersi di fronte a me “Vi prego, accomodatevi!” Lo osservai avvicinarsi con passo sicuro, non staccando gli occhi dal suo volto neanche per un istante. Pascal aveva smesso di giocare ed era venuto a sedersi ai piedi del mio seggio, con i vivaci occhi verdi puntati sul nuovo venuto. Continuai a fissare l’uomo per qualche momento, infine iniziai a parlare lentamente... “Ditemi, Capitano... e vi prego di essere preciso con me... è davvero tanto grave la nostra situazione? Mi sono giunte voci sconcertanti riguardo a scontri atroci nei quali abbiamo avuto la peggio... è vero, dunque, tutto ciò?” Feci una breve pausa... avvertivo gli occhi dell’uomo su di me ed ebbi la chiara sensazione che lui stesse valutando me, non meno di quanto io stavo valutando lui. “Vedete...” proseguii poi “mi trovo in una situazione alquanto spiacevole! Il duca Rauger, che Dio l’abbia in gloria, ci ha lasciati solo da pochi giorni, e tuttavia pare che la situazione stia precipitando di momento in momento... ritengo dunque che non sia più il caso di tergiversare! Occorre prendere provvedimenti, occorre muoversi e occorre farlo in fretta!” Modulavo la voce con un tono delicato e vagamente sommesso, ma vi era un’imperiosa nota di urgenza in essa che ben si poteva distinguere. “Vi ho chiesto di venire da me, Capitano Monteguard, perché sono a conoscenza della stima che il duca Rauger aveva per voi... egli vi riteneva un uomo giusto e retto, vi riteneva un uomo leale... e questa è, ai miei occhi, già una buona carta di presentazione! ...Perché voi capirete che, in una simile circostanza, una donna nella mia condizione deve sapere con assoluta certezza su chi poter fare affidamento! Voi certo capirete che, di questi tempi, la fiducia è una merce molto rara!” I miei occhi, che fino a quel momento erano rimasti fissi sul volto del mio interlocutore, si mossero lentamente verso le sue mani, come a voler cercare segni di inquietudine o di indisposizione... ma non mi parve di scorgerne, così li rialzai. “Ho da poco ricevuto la notizia dell’imminente ritorno di mio marito dal suo viaggio!” esclamai improvvisamente “Ne sarete a conoscenza!” Questa volta mi parve di scorgere un breve lampo nei suoi occhi, anche se non avrei sapute dire dovuto a cosa, ma fu tanto rapido che avrei anche potuto immaginarlo. “Sarò molto chiara con voi, Capitano...” continuai “Voi vivevate qui già da prima del mio arrivo, dunque suppongo che conosciate molto bene l’indole del mio adorato consorte! Egli, lo sapete, è uomo irruento e impulsivo... sconsiderato, perfino! E’ uomo che non conosce mezze misure e che difficilmente piega la sua indole alla ragione o a qualsiasi altro equilibrato sentimento...” Percepii una nota vagamente amara nella mia voce che forse notò anche l’uomo che mi stava di fronte, tuttavia il suo sguardo nel mio era indecifrabile. “Ciò nondimeno egli è il legittimo erede di lord Rauger! E’ l’unico suo discendente e dunque l’unico suo possibile successore... Egli è, definitivamente, il solo che possiede il sacro diritto di reclamare il ducato! Gli altri sono nient’altro che usurpatori!” La mia voce si spense e un denso silenzio calò nella sala... mentre, distrattamente, le mie dita si stringevano intorno al medaglione che portavo al collo, quasi a voler proteggere il volto che vi era raffigurato all’interno. Osservai quel silenzio per qualche minuto, poi ripresi... “Come dicevo poc’anzi, Capitano, la fiducia è una merce rara, di questi tempi... tuttavia, ritengo di potervi offrire la mia. Avrò in cambio la vostra fedeltà?” Lo scrutai ancora per un attimo, mentre il mio sguardo su di lui si fece ancora più intenso... “Desidero che offriate quell’assoluta fedeltà a mio marito quando giungerà! ...Posso fidarmi di voi, Capitano Monteguard?” domandai lentamente.
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** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
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24-03-2011, 02.04.50 | #24 |
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A quelle ultime parole di Talia, il capitano Monteguard si alzò di scatto.
“Milady…” cominciò a dire “… ho dedicato la mia vita alle armi ed alla cavalleria… e tutto questo è cominciato da quando entrai, anni fa, nei cadetti ducali… ho servito lord Rauger per anni… e farò altrettanto con suo nipote… e con qualsiasi altro membro di questo casato… compresa voi…” Si avvicinò ad una delle semicolonne che, slanciate, salivano fino alla piccola volta, restando per qualche attimo in silenzio. “Molti credono che il sangue sia un vincolo ereditario…” riprese “… capace di trasmettere valori, principi e virtù… io ho imparato che questo non sempre è vero… conosco l’indole di vostro marito… è molto diversa da quella del suo grande zio… ma resta uno dei Taddei… ed avrà sempre la mia fedeltà e quella di tutti i miei uomini!” Si voltò poi verso la ragazza ed aggiunse: “Siate sincera, milady… temete per la vostra vita? Vi sentite abbandonata in una terra che non vi appare come vostra?”
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24-03-2011, 02.29.23 | #25 |
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Ravus sorrise a quelle parole di Morrigan.
"Milady, Maria Maddalena si riteneva apostola di Cristo non meno di quanto lo fossero gli altri undici! E prima ancora Giuditta diede prova di grande audacia al popolo prediletto! Come vedete, spesso, l'Onnipotente si serve di voi donne per attuare i Suoi scopi! Prego, fateci strada e ci lasceremo guidare da voi per giungere al castello di lord Astalate. Così, il gruppetto, sempre tenuto sotto controllo dalla misteriosa Melisendra, giunse presso il castello di Astalate. Qui fu ricevuto degnamente dal nobile barone di re Artù. Ravus chiese poi a coloro che lo scortavano ed alla giovane Morrigan di attenderlo nella sala, poichè aveva cose molto urgenti e delicate da riferire a lord Astalate. Ed udendo il tono del chierico, Morrigan sentì una viva inquietudine attraversare il suo cuore.
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24-03-2011, 03.10.27 | #26 |
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Arrivare fino al palazzo era stato semplice e veloce.
Poche parole per la via e nessuna degna di essere riportata. Morrigan aveva buone ragioni per non parlare e il chierico troppi pensieri per poter interrogare quella straniera. Quando furono accolti nelle sale, Ravus chiese ai suoi uomini e alla stessa Morrigan di attenderlo, perchè aveva cose molto urgenti da riferire a lord Astalate. Quella richiesta la turbò parecchio e per qualche istante la ragazza rimase pensierosa. Ravus si era rivolto a lei in maniera diretta, come se avesse dato per assodato che lei lo avrebbe atteso, che lei sarebbe stata ancora lì quando lui fosse tornato da quell'importante incontro. Cosa l'aveva spinto a credere che lei lo avrebbe fatto? Le aveva chiesto di accompagnarlo, e lei lo aveva condotto al castello... non aveva altri obblighi verso quell'uomo. Si guardò intorno. Con lei solo gli uomini che scortavano Ravus e un paio di guardie e valletti. Poteva benissimo girare i tacchi e andare via, infilando la strada del ritorno. Chi poteva dirle nulla, o avere la pretesa di arrestarla? Diamine, era pur sempre una duchessa, sebbene avesse scelto di vestire panni non proprio consoni al suo stato! Ma proprio nell'istante in cui meditava di quella decisione, sentì un brivido che le percorreva il fianco e un cupo bagliore, così fulmineo da essere scorto appena, attraversò l'aria della sala, e Morrigan a quel segno fu colta da una viva inquietudine... "Che succede, Samsagra?" mormorò, carezzando piano l'elsa della spada "Vuoi forse dirmi qualcosa? Pensi che forse questa possa essere la giusta direzione, stavolta?" Chiuse gli occhi un istante, respirò profondamente, quindi con passo deciso si diresse verso gli uomini di Rufus. "Signori, ho visto i segni di una grande inquietudine impressi sul volto di Padre Ravus, e non è più segreto per nessuno qui a Camelot che gravi eventi stiano accadendo... ditemi, vi prego, per la cortesia che vi usato prima... cosa sta succedendo? E perchè siete venuti fin qui con tanta urgenza?"
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"E tu, Morrigan, strega da battaglia, cosa sai fare?" "Rimarrò ben salda. Inseguirò qualsiasi cosa io veda. Distruggerò coloro su cui avrò poggiato gli occhi!" Ultima modifica di Morrigan : 24-03-2011 alle ore 04.09.04. |
24-03-2011, 03.55.39 | #27 |
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Osservai l’uomo per un istante, in silenzio, poi lentamente mi alzai a mia volta...
“Capitano...” dissi “Se vi dicessi, in simili circostanze, di non temere per la mia sorte starei mentendo o, peggio ancora, sarei un’incosciente! Tuttavia, vedete, in questo momento e alla luce dei recenti fatti, trovo che i miei personali sentimenti siano alquanto irrilevanti!” Alzai allora gli occhi sul suo volto e ricambiai quello sguardo indagatore per un attimo, infine gli sorrisi... “Grazie per il vostro tempo, Capitano!” dissi poi... lentamente gli voltai le spalle e mi avvicinai alla finestra. “Oh, Capitano...” lo richiamai prima che se ne andasse, ma senza più guardarlo “Vogliate avere la compiacenza di tenermi informata di ogni, pur minima, novità!” La pioggia continuava a cadere fitta e incurante di tutto... la fissai per un tempo indefinito. Pascal mi si avvicinò silenziosamente e prese piano a strusciarsi contro il mio abito. Ad un tratto, nel cortile sottostante, oltre il muro fitto di pioggia che mi schermava la vista, mi parve di scorgere una figura immobile, che pareva fissarmi... era un cavaliere nero avvolto in un mantello rosso... ma fu soltanto una sagoma fugace e quando aguzzai la vista e mi concentrai su quel punto, l’immagine era già sparita! ‘Un’allucinazione!’ mi dissi ‘E’ stato solo uno scherzo dell’aria umida e indistinta, della stanchezza, della preoccupazione...’ Eppure ciò, inspiegabilmente, mi causò un vago senso di disagio che mi si insediò nel cuore e non mi abbandonò per molto tempo.
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24-03-2011, 04.00.57 | #28 |
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Nel frattempo, al palazzo ducale, Cavaliere25 seguiva la guardia per giungere alla caserma.
"Divenire cavaliere? Talvolta non basta un'intera vita, ragazzo!" Disse la guardia rispondendo alle domande del giovane. "Bella domanda, ragazzo mio!" Intervenne all'improvviso un altro cavaliere. "Mi sei simpatico e voglio darti un consiglio gratuito... il segreto per diventare un vero cavaliere sta nel modello che sceglierai di seguire! Punta quindi al migliore e sarai giù a metà strada. Fidati! Dico bene, Pasual?" Chiese poi al compagno steso sotto uno dei portici del cortile. "Ben detto, amico mio." Rispose questi senza aprire gli occhi. "Sentito, ragazzo? Io sono sir Finiwell, detto anche il cavaliere senza paura! Appena avremo qualche giorno di licenza ti narrerò qualcuna delle mie imprese!" "Devo condurre questo giovane da sir Gervan..." disse la guardia che accompagnava Cavaliere25 "... deve entrare nei cadetti." "Allora il vecchio Gervan ti darà qualche buon consiglio, tranquillo!" Esclamò Finiwell, per poi ritornare a sedersi accanto all'amico Pasual. "Per quel giovane sono già un idolo. Lo sento!" Aggiunse quando fu di nuovo accanto al suo compagno. "Non credi anche tu, Pasual?" "Si, è evidente." Sentenziò con indifferenza l'altro. Poco dopo Cavaliere25 fu al cospetto di sir Gervan. "Questo è un nuovo apprendista." Disse la guardia. "Il capitano vuole che entri nei cadetti." "Bene, seguimi, ragazzo e ti mostrerò gli alloggi dei cadetti." Fece Gervan.
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24-03-2011, 04.07.16 | #29 | |
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Seguire l'uomo scortato dai suoi uomini e da quella donna guerriera era stato facile, ma entrare nel palazzo si stava rivelando un'impresa superiore alle mie forze. Una volta passato il blocco all'ingresso, mi trovai a nascondermi dietro un arazzo, mentre il chierico scompariva dietro una pesante porta che, quasi sicuramente, conduceva alla sala di ricevimento del Lord.
Una cosa mi pareva certa: tanta fretta e tali misure di sicurezza dovevano ben valere le informazioni che si sarebbero scambiati quegli uomini durante il colloquio. Osservai il manipolo in attesa... pareva compatto e determinato. Solo la donna malcelava una sorta di fastidio, accarezzando la spada come se si fosse trattato del dorso liscio di un gatto. Sentii le forze improvvisamente avere un nuovo tracollo e rimpiansi la fretta e maledii quella sciocca emotività che mi aveva fatto agire di impulso. Seguire un chierico, la sua scorta e infilarmi dietro un arazzo? Dannazione, un po' di buonsenso... avrei dovuto semplicemente seguire l'uomo più tardi fino ai suoi alloggi e... Il pensiero si interruppe a metà... qualcuno si stava avvicinando al mio nascondiglio. Rumore di passi. Trattenni il respiro. Una voce femminile esordì: Citazione:
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24-03-2011, 04.43.53 | #30 |
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Gli uomini di Rufus osservarono Morrigan e uno di loro disse:
"Cosa succede? Non avete udito l'araldo in piazza? A Capomazda sta succedendo di tutto. Il male sembra attaccare da ogni dove... persino dall'Aldilà!" "Stai zitto!" Lo richiamò l'altro. "Come al solito parli troppo!" Intanto, nel palazzo ducale di Capomazda, Talia era con il capitano Monteguard. "Milady..." disse questi "... non pensate alle battaglie... se ne occuperanno le nostre armate... e, statene certa, vi difenderanno a costo della vita... comunque, se è questo ciò che chiedete, si, vi informerò personalmente di ogni novità..." "Capitano!" Chiamò all'improvviso una guardia. "Cosa c'è?" "Tra poco il duca giungerà a palazzo! Siamo tutti in attesa delle vostre disposizioni per accoglierlo!" "Arrivo." Rispose il capitano. "E' giunta l'ora, milady..." disse poi alla ragazza prima di congedarsi da lei.
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