11-08-2016, 19.11.24 | #21 | |
Cittadino di Camelot
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
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11-08-2016, 19.14.20 | #22 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Lady Nyoko, devo fare io i complimenti a voi.
Avete esordito con bravura nel Gdr, interpretando un personaggio molto particolare che ho trovato molto dolce e sensibile. Alla fine siete riuscita a dargli quella libertà che mai aveva conosciuto prima Sono certo che nel prossimo Gdr, se Dio vorrà, sarete ancor più a vostro agio Lady Dacey, è vero, il vostro personaggio era complesso e combattuto ed io l'ho trovato molto intrigante ed affascinante. Ma nessuno vi vieta di riprenderlo in un futuro Gdr e magari, se Dio vorrà, facendolo evolvere verso la sua completa redenzione. Dopotutto il cadere ed il rialzarsi sono simboli di eroi ed eroine di tanti celebri romanzi Lady Gaynor, in primis vi ringrazio per aver difeso l'impegno e l'entusiasmo che metto in questi Gdr. Riguardo al vostro personaggio, io credo che esso possieda una passionalità ed un estro non comuni, immagine sicuramente del vostro cuore e del vostro spirito. Un personaggio dunque, il vostro, che mi ha molto colpito e sono certo, al di là del poco tempo che potete offrire alle nostre avventure, che riuscirete a sviluppare come la sua indole merita Lady Altea, al di là delle critiche e delle polemiche a cui più volte in passato ho risposto e che ora eviterò di fare per non essere ripetitivo, noto che troppo spesso finite per affermare di essere sul punto di abbandonare i nostri Gdr. Come ben sapete, per me è un piacere ed un onore avere la possibilità di poter giocare con tutti voi, ma allo stesso tempo non vorrei mai che qualcuno restasse controvoglia in queste avventure che così tanto appassionatamente cerco di descrivere su questo forum. Dunque se davvero il vostro desiderio è quello di abbandonare i Gdr, non sarò certo io ad obbligarvi a restare. Posso solo invitarvi a rifletterci bene su, perchè dopo, se deciderete di tornare dopo l'ennesima vostra proclamata uscita dal gioco, non ci farete certo una bella figura. Questo è quanto. Altro non ho da aggiungere e ritengo sia più piacevole dedicarci al prossimo Gdr
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11-08-2016, 19.14.27 | #23 |
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Andros l'avete avuto alla fine... prima ci sono stati Lyon e quello che vi aveva salvati dal naufragio e di cui non ricordo il nome...
Comunque vi chiedo scusa se vi ho offesa, non era mia intenzione... Inviato dal mio Z00D utilizzando Tapatalk
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11-08-2016, 19.32.15 | #24 |
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Milord non penso io abbia mai detto di lasciare i gdr..infatti si può notare io ne ho portati a termine molti. Se queste sembrano le prerogative e pure vostre...mi rammarico io di avervi dato il mio tempo, estro e passione per 5 anni nei gdr...pensate io possa iniziare uno nuovo quando leggo qualcuno che elenca tutto ciò che secondo lei io ho sbagliato nei passati gdr? Ovvio ora mi sento limitata ed è la peggior cosa in un gdr...vi ho sempre seguita pure nelle attese dei nuovi gdr...e lo sapete..stavolta a una parola segue una critica..Non mi sento nemmeno di partecipare al pre gdr e voi sapete è inusuale da me ma noto mi avete sbattuto la porta in faccia.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
11-08-2016, 19.37.35 | #25 |
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La porta in faccia?
Milady, forse dovreste rileggere ciò che ho scritto, era in una forma abbastanza facile e comprensibile. Fortuna che è messo per iscritto, sotto gli occhi di tutti. Per il resto, come detto, non mi addentrerò oltre in queste sterili ed inutili polemiche
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11-08-2016, 19.45.55 | #26 |
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Grazie milord. Gentile come sempre. Non vedo l'ora che arrivi il nuovo gdr. 😄
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11-08-2016, 19.57.28 | #27 | |
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11-08-2016, 20.02.44 | #28 |
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Se rileggete i miei interventi, milady, neanche in ciò che ho scritto io vedrete polemiche.
Mi sono solo limitato a replicare alla vostra incomprensibile volontà di abbandonare i giochi come se qualcuno vi avesse recato chissà quali offese. Spero dunque che il tutto si sia chiarito, in modo da evitare altre futili polemiche. Come detto, infatti, urge cominciare i preparativi per il nuovo Gdr
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13-08-2016, 16.41.10 | #29 |
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Mi dispiace leggere alcuni commenti che creano un clima un po' teso, non voglio assolutamente entrare nella questione perché non è di mia competenza.
Da parte mia non posso che non ringraziare Sir Guisgard per come si adopera per creare storie sempre nuove. E non vedo l'ora di conoscere quale nuova avventura di proporrà così da poter lavorare sul mio nuovo personaggio!
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14-08-2016, 02.16.30 | #30 |
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In un vecchio e bellissimo film, il grande Clark Gable, convinto che la sua bella non lo amasse, in un attimo di nostalgica riflessione affermava come talvolta crediamo di avere una storia e poi invece la vediamo sfuggirci dalle mani.
Ecco perchè, quando sentiamo di averne una degna di essere raccontata, bisogna farlo subito, con la speranza che qualcuno voglia poi ascoltarla. Ed in questa notte chiara di stelle, tra il nero limpido del cielo ed il bianco pallore lunare, così simile ad uno scenario degno di quei vecchi film romantici ed avventurosi, narrerò questo frammento di storia, rubato da una delle pagine del prossimo Gdr... Non ricordo molto del naufragio. Gli ultimi confusi ricordi riguardano il bastimento Pacifico mentre colava a picco in acque sconosciute. Dopo tre giorni in balia del vento e delle onde, alla deriva da ogni terra conosciuta, non avevo la minima idea dei mari in cui mi trovavo. Non sono mai stato un provetto navigatore e dalla posizione del Sole e delle stelle potei solo concludere che ero a Sud dell'equatore. Ignoravo completamente la longitudine e la latitudine e non erano in vista né isole, né tratti di coste. Il tempo si manteneva buono e per innumerevoli giorni avanzai senza meta sotto il Sole feroce e salato, aspettando, anzi scongiurando di scorgere una nave o di essere scagliato sulle sponde di una terra abitabile. Ma non si vedevano né navi, né terra e nell'immensa solitudine del mare e del cielo cominciai inesorabilmente a disperare. Non avevo né cibo, né acqua, con la tentazione insopportabile di bere la salsedine del mare e perdere completamente il senno, così da essere destinato ad una morte che mi avrebbe liberato da quella lenta agonia. Poi mentre dormivo avvenne il cambiamento. Non ne conoscerò mai i particolari, poichè i sogni mi rapirono del tutto, ma quando riaprii gli occhi scoprii di essere mezzo sprofondato in una massa informe e disgustosa di melma, che si estendeva intorno a me a perdita d'occhio e in cui la mia barca si era arenata. Era logico presupporre che davanti ad un tale cambiamento della mia Sorte, il mio stato d'animo predominante fosse la meraviglia, ma non fu così. Ero in verità più atterrito che sorpreso, perche in quella melma putrescente c'era qualcosa di sinistro ed angosciante. Quella misteriosa regione pullulava di carcasse di pesci marciti e di cose meno facilmente descrivibili, che spuntavano un pò ovunque dal fango di quel l'interminabile pianura. Ma è assurdo sperare di trasmettere a parole l'orrore che gravava su quel deserto di assoluto silenzio e desolante vastità. E la totale immobilità di quel paesaggio mi dava un senso di paura schiacciante. L'estensione di quell'inaspettato luogo era tale che per quanto tendessi le orecchie non sentivo nemmeno in lontananza il rumore dell'oceano e non c'erano gabbiani a bacchettare sui resti dei pesci. Il Sole bruciava inclemente da un cielo sgombro di pietà e nuvole, reso quasi scuro dall'inquietante riflesso della sconfinata palude di melma e morte che si stendeva ai miei piedi. Non nego, come ragionevole pensare che fosse, che cominciai a fare ipotesi delle più disparate su cosa fosse quel mondo avvilente e terribile che ora mi ospitava. Ma per quanto sforzassi la mia immaginazione e stimolassi la mia fantasia, nessuna risposta o spiegazione sembrava possibile. Alla fine, senza più forza e volontà di pensare, arrivai quasi a convincermi di aver davvero bevuto, in un attimo di disperazione, l'acqua salata del mare ed aver così perduto per sempre il senno. Per diverse e lunghe ore rimasi nella barca, inclinata sul fianco com'era che col passare delle ore cominciò a darmi un po' d'ombra, a pensare e a rimuginare. Arrivò la notte e dormii naturalmente pochissimo. Il giorno seguente cominciai un viaggio d'esplorazione per quelle lande melmose, alla ricerca dell'oceano scomparso e di eventuali soccorsi. L'odore di pesci morti era insopportabile ma io, oppresso da pensieri ben più gravi, non mi preoccupai di un male così trascurabile e mi incamminai verso una meta sconosciuta. Per tutto il giorno avanzai regolarmente verso Ovest, avendo come unico punto di riferimento un'altura che si ergeva più di qualsiasi altra cosa su quel deserto fangoso. Solo verso sera, stremato, assetato ed affamato, arrivai alla base dell'altura che da vicino appariva ancor più imponente e misteriosa. Una piccola valle la separava dal resto di quella pianura melmosa, dandole ancor maggior risalto. Troppo stanco per continuare oltre mi addormentai ai suoi piedi. Non so perchè i miei sogni quella notte fossero tanto inquieti e strani, ma prima che la falce di Luna calante si lavasse dall'orizzonte occidentale ero sveglio, in un bagno di sudore freddo e deciso a non addormentarmi più. Non volevo rivivere le cose sognate poco prima e fissando il pallido e tetro pallore lunare mi resi conto di essere stato uno sciocco a viaggiare di giorno. Di certo il Sole aveva picchiato forte e forse mi aveva tolto lucidità. Senza il calore accecante del giorno il viaggio sarebbe stato meno faticoso e così decisi a muovermi verso la cima dell'altura, accompagnato dal bagliore spettrale della Luna. Ho detto che l'assoluta monotonia della pianura di melma era per me una fonte di arcaico terrore, ma credo di aver provato una paura ancor più forte quando raggiunsi la vetta e guardai nell'incommensurabile gola che si estendeva dall'altro versante. Era così terribile che la Luna, ancora bassa in quel cielo sconosciuto, non riusciva ad illuminarne il fondo. Mi parve di essere sull'orlo del mondo e di guardare oltre l'infinito, in un abisso immenso di notte e caos. E in quell'angoscia e terrore che mi presero, ebbi, nonostante non fossi in alcun modo credente, una strana e sinistra reminiscenza dell'orrenda scalata di Satana negli sconosciuti regni delle tenebre. La Luna, vicina allo Zenith, splendeva con meravigliosa chiarezza sui fianchi che sprofondavano nel burrone, mostrandoli non perpendicolari come avevo immaginato, ma ricchi di costoni e sporgenze che offrivano un buon appiglio, disegnando un declivio più dolce e graduale. Spinto così da uno sconosciuto ed irrefrenabile impulso a cui non riuscivo a dare un senso, mi calai con difficoltà, fino a raggiungere un punto in cui riuscii a guardare il baratro dove la luce non era giunta. Ad un tratto la mia attenzione fu catturata da un oggetto singolare e misterioso, che innalzandosi per centinaia di metri pareva dominare il fondo della gola. Colpito ora dalla Luna che era sufficientemente alta, l'enigmatico oggetto brillava di bianco e nel fissarlo con insana curiosità non ebbi difficoltà ad accertarmi che si trattasse di una sorta di obelisco di pietra, di un alto monolite di pietra chiara e lucidissima. Ma ciò che presto mi turbo' fu il mio giungere alla conclusione che per forma, dimensione e posizione non poteva trattarsi di un'opera della natura. Mi calai per qualche altro metro, con lo scopo di volerlo analizzare più da vicino, realizzando così, in preda a sensazioni indescrivibili, che nonostante la sua monumentale grandezza e la sua incerta collocazione in un baratro che l'oceano aveva sommerso con ogni probabilità fin dall'alba del mondo, dava la sensazione di essere stato costruito e forse venerato da creature intelligenti. Stupito e terrorizzato, ma anche irrazionalmente affascinato, mi calai ancora verso il fondo del burrone. L'alone lunare ormai sembrava essermi amico e riuscì a vedere la base del ciclopico monolite, riconoscendo una serie di incisioni che riproducevano un sistema di geroglifici a me sconosciuto e diverso da tutti quelli che avevo visto nei libri. Rapito da tutto ciò, non so perché all'improvviso seguii il mio sguardo verso i raggi sinistri e fantastici della Luna, accorgendomi di un piccolo canyon dall'altra parte della gola. I raggi lunari lo attraversavano ed io mi accorsi così che in fondo ad esso vi era qualcosa. Un palazzo di grandi dimensioni e tutt'intorno una serie di impalcature, come fosse un grosso cantiere in costruzione, una grossa fabbrica attiva. Convinto di poter trovare lì presenza di altri uomini, raggiunsi a fatica il fondo della gola e mi avviai verso il canyon, dove c'era quel misterioso palazzo.
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