10-08-2012, 09.27.46 | #3031 |
Cittadino di Camelot
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Rimasi sola coi tre bimbi, chiusi bene la porta e mi sedetti vicino al letto del bimbo aspettando Fyellon tornasse con il cibo.."Non siamo marito e moglie..siamo solo amici, anzi lui sarebbe un cavaliere che deve proteggermi dai pericoli. Perché lo chiedi?"chiesi sorridendo al terzo bimbo.
Mi alzai e mi diressi verso delle ampolline..riconobbi una dal colore mielato quasi, la aprii e annusai, era proprio melissa. Mi avvicinai al bimbo sul letto e ne misi un po' sul suo naso sperando di farlo rinvenire.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
10-08-2012, 18.10.57 | #3032 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Fyellon attraversò la selva in cerca di cibo.
Ad un tratto si accorse di un leprotto. Prese allora il suo arco e con un colpo preciso trafisse l'animale con una freccia. Ma mentre era sulla via del ritorno, il cavaliere cominciò ad avvertire una strana sensazione. Come se qualcuno lo stesse seguendo. All'improvviso, dalla vegetazione emersero delle ombre. Erano talmente veloci che sembravano quasi volare. In un attimo assalirono il cavaliere, armate com'erano di affilatissime lame che uscivano dai lunghi mantelli che le coprivano. Scoppiò così un duro scontro. Fyellon affrontò i misteriosi assalitori con l'ardore della sua spada, ma quelli erano degli avversari formidabili. Lo scontro fu duro, ma alla fine il cavaliere riuscì a mettere in fuga quei nemici. Nella casa dei tre fratellini, intanto, Altea si stava prendendo cura del bambino ammalato. E grazie a quella melissa il piccolo riprese i sensi. “Evviva.” Disse il fratellino maggiore. “Si è risvegliato.” “Grazie, signora.” Fece l'altro. “Grazie per aver fatto guarire il nostro fratellino. Prima ho chiesto di voi e del cavaliere perchè... beh... perchè siete belli tutti e due!” In quel momento qualcuno bussò alla porta. “Altea, aprite!” Disse Fyellon. “Sono tornato.”
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10-08-2012, 18.20.18 | #3033 |
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Mi sentivo confusa....non ero lucida....il male il bene..." Le Crociate le hanno indette gli uomini...in nome di Dio e credetemi Lui non ne sapeva niente....la Sacra inquisizione l'ha inventata la Chiesa in nome di Dio ...e Lui non ne sapeva nulla..............io ho la sensazione che l'uomo abbia sporcato tutto cio' che ha toccato....che questo appartenga alla Chiesa e non....e comunque non faccio di tutta l'eba un fascio.........Vostro figlio vi teme....cosa volete che mi dica....solo quello che nel tempo gli avete fatto credere....giorno dopo giorno........eppure non vi odia....lui pensa davvero di essere tutto il male del mondo.........Vengo con voi solo se vedro' con i miei occhi...se le catene sono il mezzo piu' giusto per la sua sicurezza..."......Mi alzai dalla sedia e gli andai accanto......attesi che si alzasse e che mi portasse da lui
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10-08-2012, 18.47.03 | #3034 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Quel misterioso uomo sorrise ad Elisabeth.
“Eppure” disse “i Vangeli affermano, per bocca di Cristo stesso, che tutto ciò legato in terra dalla Chiesa, lo sarà poi legato anche nei Cieli... dunque, se la Chiesa sbaglia, possiamo dire, è Volontà di Dio...” si alzò e prese Elisabeth sottobraccio. I due allora si recarono nella stanza dove si trovava il figlio del padrone. Il giovane era incatenato e stava chino sull'organo che ormai da qualche ora non suonava più. “Perchè non suoni più?” Chiese l'uomo al ragazzo. “Perchè voi non volete...” “E come mai non voglio?” “Perchè la mia musica è maledetta...” “Lady Elisabeth...” indicando la maga “... vuole chiederti alcune cose... rispondi con la massima sincerità...”
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10-08-2012, 18.56.34 | #3035 |
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" Tacete ....la Chiesa e' nata per Volonta' di Dio.......ma chi la abita..sono solo uomini e come tali..peccatori"......mi feci condurre nella camera che avevo abbandonato qualche ora prima.....era la stessa e il ragazzo era li' chino sulla tastiera......e il padre..gli fece le sue domande....ed io cosa potevo chiedere ad un uomo che sembrava chino sotto un macigno che pesava tutte le disgrazie del mondo ?......" Ditemi ....voi avete suonato giorno e notte ed io ho udito la vostra musica......sarei impazzita se non avessi trovato il cuore da cui essa nasceva e quando l'ho trovata.........vi ho ascoltato rapita.........se la vostra musica e'portatrice di disavventure....perche' io sono rimasta immune...spiegatemelo...quale colpa state espiando......perche' vostro padre e' diventato anche il vostro giudice...".......il volto del ragazzo rimase impassibile...era illuminato dalla luce delle candele......ed io ero accanto a suo padre...il suo braccio si era impossessato del mio
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10-08-2012, 19.08.30 | #3036 |
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Quelle voci... poi quelle braccia che mi afferrarono e mi trascinarono di nuovo via... mi caricarono su un altro cavallo e di nuovo galoppammo... io tentai di divincolarmi, allora, tentai di liberarmi... ma tutto ciò che feci e che tentai fu assolutamente inutile, poiché la mia forza era assolutamente niente in confronto a quella di quegli uomini.
E fui portata nelle prigioni. Stregoneria... Quella, dunque, era la mia accusa! “Non è vero!” esclamai “Non è vero... non sono una strega!” Ma la mia difesa suonava ben debole di fronte alla loro parole... esitai solo per un attimo... poi tesi una mano, individuai un muro e lì mi rannicchiai, a terra, con le gambe piegate strette nella braccia, il mento sulle ginocchia e gli occhi chiusi. “...e così il cavaliere, dopo aver superato tutte quelle prove ed aver dimostrato il suo valore in mille modi, dopo essere giunto presso quel regno nel quale mai nessun altro avrebbe osato addentrarsi e dopo aver sfidato e sconfitto il malvagio signore di quelle terre, riuscì finalmente a riscattare la salvezza della sua amata.” La voce di Guisgard si spense ed intorno a noi non rimase che il silenzio della foresta ed il debole fruscio del vento tra gli alberi. Per qualche tempo restammo così, immobili... poi il ragazzino ruotò lo sguardo su di me e rimase a fissarmi... Sapevo perché. Solitamente a quel punto delle sue storie io applaudivo, o sorridevo, o ponevo delle domande... quel giorno, invece, il mio silenzio ed il mio immobilismo, la mia assoluta mancanza della pur minima reazione dovette essergli sembrata curiosa, o almeno insolita. Si voltò a fissarmi, dunque... ma io non dissi niente. La mia mente era cupa, quel giorno... i miei pensieri erano pesanti... e per qualche sciocca ragione mi sentivo quasi in collera con lui. Sì, perché nella sue storie tutto andava sempre bene, tutto aveva un lieto fine... ed a me piaceva crogiolarmi in quel mondo che sapeva creare ogni volta solo per me, solo per noi... poi però arrivavano giornate come quella, nella quale mi era svegliata di soprassalto e madida di sudore freddo... quei giorni nei quali facevo quei sogni che sembravano così veri... “E se non ci fosse riuscito, invece?” domandai all’improvviso, sull’onda di quei cupi pensieri. Lui si limitò a fissarmi più intensamente, come tentando di capire cosa avessi di strano e diverso quel giorno... “Se il cavaliere avesse perso contro il suo avversario?” rincarai “O se non si fosse affatto recato in quelle terre? Se non avesse voluto rischiare tanto? Oppure se... che so... se quella dama avesse voluto liberarsi da sola? Possibile che nelle tue storie le dame debbano sempre aspettare qualcuno che le salvi?” Guisgard sollevò un sopracciglio, senza staccare i suoi occhi dai miei... le mie parole suonavano chiaramente provocatorie e lui lo sapeva... solo che non sapeva il perché... ed io non ero dell’umore giusto per spiegarglielo. “Che cosa succede?” domandò, soltanto. “Niente!” ribattei secca. Per qualche altro attimo mi osservò... poi sorrise. “Beh... cosa c’è di male? Dimmi...” soggiunse scherzosamente “Tu non vorresti essere salvata?” Non avrebbe dovuto dirlo. Lo fissai per qualche attimo, sentendo crescere in me quel misto di paura e di rabbia... “No!” dissi... e lo dissi più duramente che potei, tanto da colpirlo... E probabilmente ci riuscii perché per qualche attimo rimase in silenzio. Poi incrociò le braccia dietro la testa e si distese al sole... “Bene...” mormorò, con quell’aria noncurante che in quel momento contribuì solo a farmi arrabbiare ancora di più. “Bene!” sbottai. “Bene!” ribadì. Questa volta fui io ad osservarlo in silenzio... le gambe distese sull’erba, le braccia dietro la testa ed il viso al sole, sereno in quell’espressione di arrogante noncuranza dietro cui sapeva rinchiudersi con tanta abilità... ed in quel momento, osservandolo mentre le immagini di quel sogno orribile continuavano a vorticarmi in mente, fui probabilmente molto vicina a detestarlo... “Non verresti, dunque?” domandai infine. “Dove?” domandò con voluta indifferenza. “A... a salvarmi!” mormorai “Se fossi... se per caso fossi rinchiusa... o in pericolo...” Il volto di Guisgard rimase del tutto impassibile per tutti i lunghi minuti nei quali continuai a fissarlo... infine sorrise appena, senza però degnarsi di aprire neanche un occhio... “A salvare te?” domandò “E perché mai? Non avevi detto di non voler essere salvata? Com’era? Ah, si... avevi detto che le dame non dovrebbe sempre aspettare di essere salvate, ma potrebbero anche salvarsi da sole! Giusto? E’ questo che vuoi, no?” Quella risposta leggera, sarcastica, mi fece male... Non ebbi il coraggio né la forza di dire niente... lentamente mi alzai, mormorando qualcosa che suonò un po’ come ‘va’ al diavolo’, e mi avviai verso il Casale. Per una frazione di secondo sperai che dicesse qualcosa per fermarmi, ma non lo fece... e così aumentai il passo ed un istante dopo ero svanita tra gli alberi. Ed intanto quel sogno continuava a vorticarmi in mente... era stato così vero... così realistico... e mi aveva fatto così paura... Avevo anche desiderato raccontarglielo, all’inizio... ma poi le cose avevano preso una piega diversa e così... Correvo per la foresta senza neanche guadare dove andassi, ormai... mi sentivo come se qualche cosa di ruvido ed ingombrante mi si fosse incastrato in gola e mi impedisse persino di respirare... Ero quasi arrivata al limitare della foresta, là dove gli alberi cedevano il posto al prato e poi al giardino, separati da essi solo da una bassa staccionata, quando una mano mi strinse il polso, costringendomi prima a fermarmi e poi a voltarmi... Per qualche attimo restammo immobili, l’uno negli occhi dell’altra... i suoi, limpidi ed indagatori, tentavano di scorgere nei miei, adesso vermigli, ciò che mi aveva indotta a tale risoluzione... “Verrei!” disse ad un tratto, senza preavviso. “Va’ al diavolo, Guisgard!” mormorai, chinando la testa per sottrarmi da quegli occhi. Lui non rispose subito... la presa della sua mano sul mio braccio era salda... poi lentamente iniziò ad allentarla, fino a diventare appena una carezza... “Che cosa succede?” chiese allora “Che cosa c’è, Talia? ...E non dire che non c’è niente perché so che non è vero!” Quella mano che teneva stretta la mia e quello sguardo, ora non più indagatore ma dolce e vagamente preoccupato, sciolsero il mio animo e di nuovo quella cieca paura tornò a farsi irrazionalmente largo in me... però adesso non mi sentivo più sola. “E’ stato qualcosa che ho visto stanotte...” iniziai a dire “Era così vero! Era così reale... quasi una visione...” Guisgard sorrise... “Talia... è stato solo un sogno!” “No! No, Guisgard... tu non capisci...” tremavo sempre più vistosamente “Tu non sai... tu non l’hai visto... ma non era solo un sogno! So ciò che dico e so ciò che ho visto: non era un sogno normale!” I suoi occhi tornarono seri, allora... annuì. “Perdonami... Dimmi che cosa hai visto, ti prego!” “Ho visto delle prigioni... ho visto che mi rinchiudevano lì... dicevano che ero una strega e che dovevano bruciarmi... ed io avevo così paura... e mi sentivo così colpevole...” “Perché colpevole?” chiese lentamente. “Non lo so...” mormorai, scuotendo appena la testa “Aveva a che fare con qualche cosa che avevo fatto... qualche cosa che avevo fatto pensando di far bene, di risolvere la situazione...” “Quale situazione?” “Non lo so... so solo che era una situazione che mi spaventava... non vedevo via di uscita e perciò ho preso, infine, quella decisione... e poi... non so... qualcuno si era fatto male, credo!” “Chi? Chi si era fatto male?” chiese ancora. “Non lo so!” dissi... e lo dissi quasi urlando questa volta, gli occhi lucidi e le guance rigate di sottili lacrime. “Ed io?” mormorò quasi a fatica “Io non c’ero nel tuo sogno?” Per un attimo lo osservai... poi scossi la testa... “No...” mormorai “Tu non c’eri! Io... io ricordo che ti pensavo... ma non sapevo dov’eri... e forse tu non sapevi dov’ero io... e...” La mia voce si spezzò, questa volta irrimediabilmente ed io non riuscii più a continuare. “Va bene... basta!” mormorò allora Guisgard. Mi attrasse allora a sé e per qualche lungo minuto mi strinse forte tra le braccia... mi sentivo calda e sicura lì, mi sentivo protetta... e piansi. Poi, lentamente, tornò a guardarmi... “Basta così! Ascolta... io verrei a cercarti! Lo sai, vero? Verrei ovunque! E ti troverei ovunque! ...Mi credi?” Annuii. “Di’ che mi credi, Talia!” “Ti credo, Guisgard!” “Ricordatelo!” Battei le palpebre... non sapevo quanto tempo era passato, potevano essere stati pochi minuti o molti giorni... Intorno a me c’era silenzio, ora... ma io non ci badai molto... Quel lontano ricordo era tornato alla mia mente quasi spontaneamente... ed ora, finalmente capii tutto... quel sogno era stato davvero una visione... ed io avevo visto proprio quel momento in quel giorno lontano... ‘io verrei a cercarti! lo sai, vero? verrei ovunque! e ti troverei ovunque!’ Sospirai. Oh, Guisgard...
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** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
10-08-2012, 20.53.58 | #3037 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Guisgard era con quella bellissima prostituta, seminascosta da un'enigmatica penombra.
“Talia...” disse lui “... Talia... cosa ci fai qui?” Lei fece allora un passo avanti, avvicinandosi così alla luce delle candele. Allora il suo viso fu ben visibile dal cavaliere. I suoi tratti, così simili a quelli di Talia fino ad un istante prima, cominciarono a mutare. La somiglianza restava, ma ora appariva chiaro che lei non era Talia. La pelle era bianca e delicata proprio come la sua ed i capelli erano dello stesso colore. Eppure il volto era diverso, come lo erano i tratti e l'espressione in generale. Aveva due o tre anni più di Talia e qualcosa nelle movenze che le distinguevano. Sorrideva quasi a stento, senza lasciarsi mai andare ad una qualsiasi espressione facilmente riconoscibile. E poi gli occhi. Erano diversi da quelli di Talia. Verdi, attraversati da una indefinibile luce e intrisi di un ostentato orgoglio. “Talia...” disse lei “... così dunque mi chiamerai stanotte?” “No, è solo che...” mormorò Guisgard “... per un momento io...” “Vuoi chiamarmi così mentre faremo l'amore?” “No, non voglio chiamarti così...” “E' il suo nome, vero?” “Si...” “Lei ti ama?” “No...” rispose lui “... per lei sono come un fratello...” “Stanotte io sarò lei allora... per te...” Lui la fissò. “Però, se vorrai baciarmi dovrai pagare di più...” aggiunse “... baciare una prostituta costa più che fare l'amore con lei... però, se vorrai, stanotte bacerai la tua Talia, cavaliere...” In quel momento, però, qualcuno bussò alla porta. “Chi è?” Chiese Guisgard. “Guisgard...” entrando Sangò “... è successa una cosa terribile... dobbiamo tornare alla locanda...” “Cosa è accaduto?” “I soldati...” fissandolo il menestrello “... hanno portato via Talia e ucciso la tigre che era con voi...” Guisgard impallidì. Un attimo dopo, i due, uscirono dalla stanza e raggiunsero Umans nell'anticamera al pianterreno, sotto lo sguardo enigmatico della bellissima prostituta. Intanto, nelle prigioni della Città Alta, Talia era da sola, in una cella umida e semibuia. Sentiva passi confusi e voci accavallate provenienti dai corridoi di quelle segrete. Ad un tratto la porticina alle grate della porta si aprì, ed un uomo gettò all'interno il suo sguardo. “Questa è la strega?” “Si, così hanno detto i soldati...” mormorò un'altra voce da fuori “... dobbiamo strapparle la lingua per renderla inoffensiva...” “E se chiamassimo un prete?” “Perchè mai?” “Così, da farci scrivere qualcosa e bruciarla poi viva!” “Troppo complicato.” Fece l'altro. “Strappiamole la lingua ed il gioco è fatto.” “Ma dici che è viva?” “Certo che lo è?” “A me non sembra...” “Cosa vorresti fare?” “Controlliamo.” Cominciando ad aprire la porta. “Se è davvero morta, allora non voglio tenerla qui un'ora di più. Si dice che le streghe morte portino la peste!” “Ma stiamo attenti!” Un attimo dopo, i due carcerieri entrarono nella cella. “Forse dorme...” “O forse si è davvero uccisa...” “O magari il demonio è passato a prendersela...” “Sei sveglia, strega?” Chiese uno dei a due a Talia, che stava rannicchiata a terra.
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10-08-2012, 21.20.16 | #3038 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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“Mio padre...” disse il giovane ad Elisabeth “... mio padre ha ragione... io sono maledetto ed anche la mia musica lo è... siete fortunata ad essere ancora in vita, poiché le sue note portano dolore e morte... ed io meriterei proprio la morte e se sono ancora vivo è solo grazie alla misericordia di mio padre...”
“Mio Padre invece” intervenne l'uomo “non è stato altrettanto Misericordioso con me... afferma di esserlo con tutti, ma con me invece è stato un Giudice senza clemenza...” fissò suo figlio “... tu paghi le colpe di tua madre... sei condannato, figlio mio... e nessuno può farci niente...” guardò poi Elisabeth “... avete altri dubbi riguardo a questo miserabile?”
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10-08-2012, 21.23.42 | #3039 |
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Il piccolo riprese i sensi e i bimbi erano felici.."Ti ringrazio per il complimento piccolo ma ora non riesci ancora capire..ma per amare la bellezza e' relativa..ci si innamora e basta.Comunque io e il cavaliere non siamo innamorati solo amici"sorrisi mentre sentii bussare alla porta e riconobbi la voce di Fyellon.
Aprii la porta e lo vidi stravolto,lo presi per un braccio e lo feci entrare.."Che vi e' successo?"
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10-08-2012, 21.25.17 | #3040 | |
Cittadino di Camelot
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Voci lontane, confuse, indistinte... o forse era solo la mia mente che era lontana da lì... ero confusa, stanca, spaventata...
Mi chiedevo dove fosse Guisgard... se avesse già scoperto Sheylon... che cosa avrebbe pensato... Con dolore mi chiesi se mi avrebbe odiata almeno quanto io mi odiavo per la sorte di Sheylon... Ma misi da parte quell'idea per il momento... era dolorosa... era troppo dolorosa... Poi udii la porta della celletta aprirsi e due voci... Citazione:
dire che non ero una strega? Discolparmi? Tentare di spiegare? Impensabile! Nella migliore delle ipotesi avrebbero solo messo in pratica i loro propositi... nella peggiore... Rabbrividii. Ma se avessero creduto a quell'idea, invece... se avessero creduto che ero morta davvero... allora che scopo avevano di farmi altro? Fu un attimo, un istinto... quasi smisi di respirare, mantenni gli occhi chiusi e rimasi perfettamente immobile.
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