17-02-2017, 15.30.12 | #3061 |
Cittadino di Camelot
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Come due sorelle di sangue diverso, cantavamo le lodi di eroi e miti, sognando un cavaliere nobile, bello e coraggioso che ci venisse a salvare. Le lodi che tessevamo rallegravano i nostri animi, ma crescendo sentivamo sempre di più il bisogno di separare la fantasia dalla realtà. Due donne sole in una landa desolata sembrava una traccia così fiabesca e irreale, quasi fantastica. Presto io mi legai ad altre passioni, dimenticando di quei sogni da bambina ormai vagamente visibili nella mia mente. Ma colei che ritenevo una sorella, sembrava a tutti i costi intenzionata a trovare il suo cavaliere, come fosse l'unica cosa che valeva davvero nella vita. Tuttavia non avrebbe potuto andare via, poiché a legarci vi era una sorta di maleficio. Ci volevamo bene, ma non potevamo lasciare quella dimora, le condizioni riportavano la morte di una delle due, se l'altra l'abbandonava. Una notte, quasi per risposta al desiderio della mia compagna di vita, un giovane eroe si presentò alla nostra porta e ci porse la mano. Per quanto fosse bello, io rimasi a disparte mentre lei subito si catapultò fra le sue braccia. "E sia" dissi io preparandomi alla morte. Volevo bene a lei e di certo non avrei ostacolato la sua felicità per la mia inutile esistenza. "Milady" disse il giovane e avvenente cavaliere tendendo la mano verso di me. "Le vostre bellezze mi lasciano senza fiato, non ho che da scegliere, ma mi pare di capire che siete vincolate da un maleficio" disse quasi come avesse letto la mia mente. Calammo entrambe lo sguardo, non c'era modo di spezzare il vincolo, o forse c'era? "Milord, se risolverete l'arcano che da tempo ci sigilla qui, una di noi si libererà come donna, mentre l'altra, la meno desiderosa di vivere, di amare, di provare la vita, verrà liberata come uccello" dissi tendendo le mani verso la mia compagna. Il cavaliere sorrise amaramente ma accettò di grado di risolvere l'indovinello.
"Si spezza facilmente. Può provare dolore. Non ha una forma regolare. Il suo colore come una fiamma brucia." Il cavaliere risolse l'arcano e una delle due fanciulle divenne uccello, mentre l'altra andò via con lui. E voi, mie compagne di avventura, riuscirete ad indovinare l'arcano? :)
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17-02-2017, 16.20.55 | #3062 |
Cittadino di Camelot
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Milady...complimenti per il vostro primo enigma e bella storia.
Io tenterei con "cuore".
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
17-02-2017, 16.25.26 | #3063 |
Cittadino di Camelot
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Milady. Dite cuore?
"si spezza facilmente" Beh, quando si ferisce una persona, è ovvio che vi si spezza il cuore. "può provare dolore" Certo, quando si subisce una delusione o un tradimento, capita che il cuore soffra. "non ha una forma regolare" Noi lo disegniamo perfetto, ma in realtà il nostro cuore ha una forma tutt'altro che perfetta, ottima similitudine con la vita. "il suo colore come una fiamma brucia" Infatti diversi rossi danno vita al nostro cuore. Complimenti, Milady :)
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17-02-2017, 16.30.18 | #3064 |
Cittadino di Camelot
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Che gioia..soprattutto per aver indovinato il vostro primo bell'enigma.
Grazie lady Nyoko..eh poi si sa..noi poeti e amanti della poesia andiamo a braccetto col "cuore"
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22-02-2017, 01.49.01 | #3065 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Questo enigma è tratto dal Gdr e da come si fonderà con quello di Tafferouille interrotto tempo fa.
La trama principale di quest'ultimo riguardava la fuga di un nobile che per salvarsi dai suoi nemici cambia identità. E questa sarà la trama anche del Gdr in corso... Il cielo era cupo, inquieto, in balia di sterminati banchi nuvolosi che sembravano rincorrersi, raggiungersi e lottare fra loro, grugnendo e ruggendo come fossero belve selvatiche e feroci, mentre il mare sottostante ormai non si distingueva più dell'orizzonte. Come se il cielo stesse per ingoiare il mare e la terra tutta. Le strumentazioni di bordo erano in quale modo impazzite e nessun segnale arrivava più dalla torre di controllo. Tutto sull'aereo sussultava ed i fulmini sibilavano vicinissimi ai finestrini. Sordi e tetri boati scuotevano l'aria attorno a noi e nei nostri occhi non c'era altro che la consapevolezza di come la fine fosse oramai inesorabilmente vicina. Una nuova scarica di fulmini e l'ultimo fu il più forte ed il più vicino. Tanto vicino che probabilmente arrivò a colpirci. Almeno questo fu quello che mi parve di capire. Tutto a bordo cominciò a sussultare senza sosta, un sibilo e poi un forte boato. L'aereo iniziò prima a perdere quota e poi a precipitare sempre più velocemente. Appena toccò il mare praticamente si spezzò in due. L'acqua penetro' ovunque e non ci fu più nemmeno il tempo di aver paura o rendersi conto dell'accaduto. Tutto si fece buio. Se fosse uno dei miei film, un copione già scritto o una delle tante sceneggiature che avevo letto allora non avrei esitato a definire il tutto come banale, scontato, già visto. Ma quando la realtà incontra la fantasia, quando tutto diviene assurdo al punto da fondersi col fantastico ed il romanzato, allora non si può che restare strabiliati. Non puoi non chiederti "perché a me?" E non puoi non pensare al mondo ed alla vita in maniera diversa da come avevi fatto fino ad ora. Mi ritrovai sulla bianca ed ardente sabbia di un'isola nel bel mezzo di un mare sterminato ed incontaminato. Isola che presto avrei capito essere deserta e probabilmente sconosciuta, visto si trovava fuori da oggi rotta battuta. Ho sempre creduto che il caso non esistesse ed adesso più che mai ne ero convinto. Se ero vivo, se ero sopravvissuto a quella tragedia doveva esserci un motivo, un copione già scritto Altrove. E forse l'avrei compreso tutto ciò. Ora però dovevo restare vivo. E non era facile. Tre anni sono lunghi, fatti di interminabili giorni ed infinite notte. Tutto ciò che conoscevo ed amavo era lontano. Tutto mancava su quell'isola. Soprattutto la mia sicurezza. Sarei di certo morto se non avessi incontrato lui. L'ultimo monaco di una comunità di eremiti giunta mezzo secolo prima. Un uomo eccezionale a cui devo tutto. Tutto ciò che sono diventato. Era vecchio e stanco, ma mi insegnò tutto. Mi aprì gli occhi e mi descrisse un mondo che non conoscevo. Un mondo di cui io stesso, inconsciamente, ero vittima. Come un teorema matematico, un inesorabile e perfetto sistema algebrico, una scadenza di algoritmi rigorosi, tutto si incastrava simile ad i tasselli di un mosaico. Ed il risultato finale era tanto folle, quanto terribile. Imparai tutto. A cacciare, a lottare e ad usare le armi. Ma soprattutto imparai ad osservare, studiare e comprendere il mondo che mi circondava. E con esso tutti i miei simili. Come un novello Conte di Montecristo a cui l'Abate Faria aveva aperto gli occhi, il cuore e l'anima alla verità. Ricordo ancora il nostro ultimo giorno insieme. Mi parlò della vecchia cappella che si trovava dall'altra parte dell'isola. Dovevo raggiungerla e raccogliere gli ultimi segreti di quei monaci che prima di chiunque altro avevano scoperto la terribile verità. Attraversavo la giungla e poi i monti, fino a raggiungere il capo opposto dell'isola, lottando con bestie feroci, insetti velenosi e persino pirati e contrabbandieri senza scrupoli, peggiori delle belve stesse. Trovai infine la cappella e l'antico affresco. E poi quell'arcano da risolvere. Arcano che così recitava: Queste frasi, apparentemente semplici e comuni, nascondono in realtà ciascuna un particolare che le lega l'una all'altra... 1) Erano navi olandesi 2) Bisogna aver del coraggio 3) Il pallone rotola 4) Sandro sapeva tutto 5) Ho visto un ramarro nel prato 6) Cambi ancora casa? 7) Ci vediamo oggi allo stadio Risolto l'enigma, trovai i segreti secolari lì custoditi. E li feci miei. Pochi giorni dopo una nave attraversò quel tratto di mare e vide i miei segnali di fumo. Mi riportò a casa. Alla civiltà. Ma non ero più lo stesso uomo. Ora avevo una missione, uno scopo. Ed avevo una guerra da combattere. E voi, dame e cavalieri di Camelot, sapete risolvere l'Arcano?
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO Ultima modifica di Guisgard : 22-02-2017 alle ore 01.54.05. |
22-02-2017, 01.52.19 | #3066 |
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In ogni frase, ci sono colori nascosti...
Erano naVI OLAndesi Bisogna aVER DEl coraggio Il palloNE ROtola SandRO SApeva già tutto Ho visto un raMARRO NEl prato CamBI ANCOra casa? Ci vediamo ogGI ALLO stadio Inviato dal mio P00C utilizzando Tapatalk
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"Amore non è amore se muta quando scopre un mutamento o tende a svanire quando l'altro s'allontana [...] Se questo è errore e mi sarà provato, io non ho mai scritto, e nessuno ha mai amato." Ultima modifica di Lady Gaynor : 22-02-2017 alle ore 01.57.51. |
22-02-2017, 07.12.01 | #3067 |
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Lady Gaynor, che dire?
Siete stata più veloce voi nel risolvere questo arcano, che io nello scriverlo! Siete bravissima, un portento! La vostra arguzia è senza pari! E lo dico davvero, senza smancerie cavalleresche o facili complimenti cortesi! Non posso dunque fare altro che complimentarmi con voi ed applaudirvi
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22-02-2017, 15.04.46 | #3068 |
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Lady Gaynor..che intuito..come sempre..complimenti. .io non so se ci sarei arrivata.
Bel frammento del Gdr pure...che riprende, noto, la storia di un mistero di questo attuale e si fonde con la trama di Tafferouille.
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24-02-2017, 02.36.55 | #3069 | |
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@Lady Altea, grazie per le vostre parole... 🌹 Inviato dal mio P00C utilizzando Tapatalk
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26-02-2017, 01.22.31 | #3070 | |
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In me tutto tende all'assoluto, persino il mio ego
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