14-10-2012, 23.09.46 | #301 |
Disattivato
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Osservai con un sorriso la traiettoria del pugnale.
Quando la porta si chiuse e Dydas lo estrasse con agilità dal legno. La guardai con uno sguardo d'intesa. "Ma certo che ti aiuterò" mutai il volto in un ghigno perfido " te lo terrò fermo mentre deciderai il modo migliore per ucciderlo... Ma prima permettermi di tagliargli di netto la mano con cui ha osato sfiorarmi, l'ho promesso a me stessa". Presi il coltello che avevo usato per tagliare la carne :" lasciami tenere questo, mi basterà" dopo un lieve cenno d'assenso di Dydas lo riposi nel corsetto, dove avevo tagliato una tasca tempo prima. "Come pensi di procedere? Hai già un piano?" Soggiunsi sorridendo. |
15-10-2012, 01.24.05 | #302 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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“Quel nome” disse Fhael a Cheyenne “ha un significato... vedete, sin da piccolo ho fantasticato su terre esotiche e lontane. Divoravo letteralmente poesie e romanzi che descrivevano quei luoghi, gli uomini che li abitavano e le emozioni che animavano i loro cuori. Una volta, era ancora un ragazzino, conobbi al porto di Lisbona un vecchio marinaio... il suo nome Nuno Alves ed aveva l'aspetto di chi conosceva bene il mare ed i suoi misteri... ogni giorno, così, presi l'abitudine di recarmi al porto per sentire una delle sue storie e in ogni suo racconto vi era la sua inseparabile compagna... una straordinaria nave con cui Nuno aveva solcato i mari di mezzo mondo... ed il nome di quella nave era proprio Prhoar... una nave non diversa da questa” indicando la sua imbarcazione “e con a prua una sirena simile a questa che vedete qui ora.” Sorrise. “Per questo ho deciso di chiamare così la mia nave. Ecco svelato dunque il mio segreto. E sarà proprio la mia Prhoar che ci condurrà da quell'uomo di cui vi ho parlato.”
Fhael mostrò così tutta la sua nave a Cheyenne, presentandola ai suoi uomini che fungevano anche da equipaggio. “Ora sarà meglio per voi tornare alla Rosa dei Venti.” Fece il portoghese.”Domani, a Dio piacendo, partiremo e voglio vedervi fresca e ben riposata. Rammentate poi che domattina sarà anche pronto il vostro abito alla sartoria. Andiamo, allora... vi riaccompagnerò nel vostro albergo. Verrò a prendervi domattina.” Fhael allora accompagnò Cheyenne alla Rosa dei Venti, per poi ritornare al porto dai suoi uomini.
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15-10-2012, 01.37.30 | #303 |
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La donna della sartoria sorrise ed annuì a quelle parole di Altea.
“Vedrete, milady, resterete estremamente soddisfatta.” Disse, per poi mostrare alla ragazza stoffe di vari tipi e colori, tutte molte belle, con richiami alla moda europea. “Vi consiglierei questi colori, milady, che ben si adattano al vostro colorito ed ai vostri meravigliosi capelli.” Indicando i colori che più si avvicinavano a quelli chiesti da Altea. “Inoltre, se mi è permesso, vorrei suggerirvi qualcosa di sofisticato ed anche un tantino sfarzoso, visto che, come mi avete rivelato, sarete ospite di sua eccellenza il governatore. Egli infatti adora gli abiti eleganti ed appariscenti... anzi, se mi è concesso, qualcuno afferma che sua eccellenza abbia un vero e proprio debole per le dame sofisticate, perchè, pare gli ricordino le atmosfere e gli ambienti della vecchia Europa.” “Che uomo è il governatore?” Chiese Odette. “E' un uomo potente.” Rispose la donna. “E credo che questo basti per classificarlo come un uomo su cui fare un'ottima impressione.” Fissò poi di nuovo Altea. “Avete dunque scelto qualcosa, milady? Se nutrite ancora dubbi, allora affideremo il vostro abito a madame Truasson, la nostra esperta in fatto di vestiti.” E chiamò la sua collaboratrice.
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15-10-2012, 01.54.25 | #304 |
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“No, non è questo il genere di aiuto di cui ho bisogno.” Disse Dydas a Clio. “Giuff è un uomo scaltro e pericoloso. Sotto la camicia ha un pugnale dal quale non si separa mai, neanche quando fa l'amore... ha il sonno leggerissimo e coglierlo di sorpresa è praticamente impossibile... ma io devo ucciderlo e vendicarmi di lui ad ogni costo... lui uccise barbaramente mio padre e mio fratello, per poi violentare mia madre sotto i miei occhi... e si decise poi ad uccidere anche lei solo dopo averla fatta assistere allo stesso spettacolo, stavolta con me come protagonista... ero solo una ragazzina...” un lampo attraversò gli occhi di Dydas “... lo uccideremo con l'inganno... tra un'ora tu chiederai alle sentinelle di condurti dal capitano, facendoti dare da loro una bottiglia di rum. In essa verserai questo...” mostrandole una boccettina di veleno e lasciandola poi sul suo cuscino “... le sentinelle ti condurranno da lui e nel vederlo gli dirai che hai voglia di lui... lo conosco bene... mi caccerà dal suo letto per far entrare te... ma prima che lui possa toccarti, tu gli farai bere un po' di quel rum... il veleno lo tramortirà ed a quel punto io ritornerò nella stanza per dargli il colpo di grazia... te la senti?”
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15-10-2012, 01.59.08 | #305 |
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Cavaliere25 era deciso.
Si diresse verso gli alloggi ufficiali, incamminandosi poi verso la cabina del comandante. “Marinaio.” Arrivando il capitano Sumond e trovandolo lì. “Cosa ci fai negli alloggi ufficiali?” Lo fissò. “Forse comprendo... hai delle lagnanze, vero?” Con il suo sguardo di ghiaccio. “Avanti, ti ascolto... sono sempre curioso e interessato ad ascoltare le lamentele dell'equipaggio...”
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15-10-2012, 03.37.01 | #306 |
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Scena IV: Il Vicereame di Balunga
“I Brobdingnaghesi hanno leggi chiare e semplici, un re che regna con giustizia e politici onesti. Tutto ciò stupì moltissimo il buon Gulliver, abituato agli usi e costumi della sua Inghilterra.” (Jonathan Swift, I viaggi di Gulliver) Talia ritornò nella sua stanza, con mille e più pensieri che tormentavano il suo animo. Fissava da una finestra il mare calmo e silenzioso, sul quale dominava un cielo sterminato, limpido e chiaro di stelle scintillanti, che sembravano disegnare nel firmamento infinite vie, pronte a condurre lontano da quel mondo e dalle sue miserie, forse fin dove dimorano i nostri sogni più belli. Alla fine, chiuse gli occhi e si addormentò. E sognò tante cose: il palazzo del governatore, la loro villa sulla scogliera, il porto bianco di Las Baias. E poi ancora vide in sogno un sontuoso palazzo che lei immaginò essere del Viceré, in seguito riconobbe varie figure, come i suoi genitori, suo nonno e il fedele Passapour, Jamiel ed i suoi genitori. E proprio il piccolo indigeno correva verso di lei e la chiamava. “Analopel... Analopel...” disse il piccolo raggiungendola “... Analopel...” Poi quel sogno confuso svanì e tutto mutò intorno a lei. Rivide la sua casa in Olanda, dove era cresciuta insieme a suo nonno, libera come l'aria e senza conoscere tristezza e solitudine. Ed un ricordo si confuse con l'alone dei sogni prossimi all'alba... “Perchè quel nome?” Chiese Talia. “E' un nome particolare...” “Forse perchè” rispose lui “il mare di quel borgo è più chiaro che in qualsiasi altro luogo... le sue acque sono così trasparenti che quando spunta la Luna sembra quasi di vederla sorgere dalle onde...” “Parlami ancora di quel posto, ti prego...” “C'è una vecchia casa...” disse lui “... e su quella casa vi è una finestra... anzi una finestrella, come usano chiamarla i pescatori del posto...” “E cos'ha di particolare?” Domandò Lei. “Beh...” fece lui “... sotto di essa sono scritti dei versi...” “Dei versi?” Ripeté lei. “Si, i versi di una vecchia canzone...” annuì lui “... guarda che quella finestrella ha un significato particolare... i fidanzati del mio paese usano andarci nelle sere di Luna... ti sembrerà strano, ma quel posto ha un valore non diverso dal celebre balcone di Giulietta a Verona o della Tomba di Beatrice a Firenze...” “Sai...” sussurrò lei “... vorrei ascoltare tato quella canzone...” “Allora dovrei insegnarti l'idioma del mio paese...” sorridendo lui “... potremmo fare un patto... io ti insegnerò la parlata che si usa dalle mie parti e tu, in cambio, mi insegnerai l'olandese.” E le fece l'occhiolino. Giunse il nuovo giorno ed un raggio di Sole, leggero e dorato, accarezzò e danzò sul suo bel volto. Dai rumori che giungevano dal cortile, Talia comprese che i preparativi per la partenza erano già cominciati. Fece così colazione insieme ai suoi genitori ed un'ora dopo la loro carrozza lasciò la villa, per dirigersi verso Balunga. Attraversarono la lunga e panoramica strada che tagliava le meravigliose scogliere che tracciavano il confine tra Las Baias e i domini olandesi, da quelli sotto il controllo spagnolo. Alla fine, dopo tre ore viaggio, la carrozza giunse a Balunga, per poi raggiungere il sontuoso ed originale palazzo del Viceré. Era un edificio che sembrava unire più stili e gusti architettonici, quasi a voler aggregare fra loro il selvaggio ed esotico ardore di quei luoghi con una pomposa e principesca reggia europea. Un vasto giardino era raccolto tra il palazzo e la lunga fila di cancelli che racchiudevano il tutto, con al suo interno alberi e piante dall'aspetto tropicale e dai colori vivacissimi. Uccelli dall'ardente piumaggio erano racchiusi in gabbie di ottone, mentre cani di varie razze, levrieri, alani, mastini, molossi, venivano portati al guinzaglio da servitori dalla pelle scura. La carrozza entrò e subito alcuni funzionari del Viceré accolsero Philip e la sua famiglia. Ad un tratto, un uomo si presentò a loro. Era di corporatura asciutta, con i capelli lunghi, raccolti all'indietro, i vestiti caratteristici degli avventurieri spagnoli e qualcosa nello sguardo dei guerrieri Putuos, gli antichi combattenti delle tribù flegeesi. “Salute a voi, signori.” Disse alla famiglia di Philip. “Sono Juan Musan, guardia del corpo del Vicerè. Seguitemi prego... Sua Altezza vi sta aspettando.” Aveva uno sguardo orgoglioso e il portamento di chi è sicuro di sè. “Hai visto, cara?” Disse sottovoce la madre a Talia. “E' lui l'uomo di cui ti parlavamo. Non lo trovi affascinante?”
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15-10-2012, 09.55.44 | #307 |
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Guardai il capitano e dissi signore non c'era motivo di frustarlo in quel modo a quel poveretto continuai a dire e poi la colpa è mia se mi sono fatto beccare a prendere le forme di formaggio ma non potevo parlare e difenderlo visto che voi mi avete dato il divieto di parlarne e di dimenticare la cosa quelle fristate toccavano a me e restai immobile con lo sguardo fisso sul capitano
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fabrizio |
15-10-2012, 10.13.24 | #308 |
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Osservavo quella donna muoversi tra me e le stoffe, ascoltando i suoi discorsi fui presa da una forte antipatia verso il governatore olandese.
Annuii, era meglio scegliesse Madame Truasson, ero proprio curiosa di conoscerla e dissi sottovoce alla balia "E' sposato vero il Governatore? Sembra che lo esaltiate come se dovessi farlo innamorare di me. "
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
15-10-2012, 16.13.09 | #309 |
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Scendemmo dalla carrozza nel cortile del palazzo del Viceré di Balunga, dopo un estenuante ed alquanto scomodo viaggio. Subito venimmo accolti da un uomo... era alto e apparentemente molto sicuro di sé, aveva lo sguardo vigile ed intransigente e la sua voce, marcata da un curioso accento che non avrei saputo descrivere, suonò ferma e profonda.
Lo osservai per un attimo, dovendo ammettere mio malgrado di esserne vagamente incuriosita... E fu allora che la voce di mia madre mi raggiunse... Le lanciai un'occhiata fuggevole... i suoi occhi brillavano di eccitazione e di viva speranza... cosa, questa, che mi innervosì non poco... non le risposi.
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** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
15-10-2012, 19.04.33 | #310 |
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Ero inpreda al panico,nella stanzanon vi era traccia di Ingrid, che diavolo stava succedendo......mi sembrava tutto a posto, eravamo li' da due giorni emi sembrava gia' di stare all'inferno......ero rivolta verso la finetsra quando girandomi di scatto per uscire fuori dalla stanza mi accorsi di non essere sola.....due personaggi dall'aria poco raccomandabile mi si pararono davanti senza che io avessi potuto sentire rumori di qualsiasi genere....uno dei due mi parlo', sembrava calmo....il suo inglese non era dei migliori.....ma il senso della richiesta poteva essere compreso anche a gesti.
" Uno scambio di cosa...e per cosa, state cercando chi ?...la mia governante, avete osato rapire la mia governante, il tizzio che voi cercate.....e' stato qui per una notte e sotto la minaccia di un coltello ha voluto il nostro silenzio...stamane lo accompagnato fuori di qui.....non conosco il suo nome, non so chi sia e che cosa abbia fatto...cosi' come non conosco voi......e prendete da me...che io faccia uno scambio.......ma vi rendete conto di cosa state dicendo?...........questa e' la terra dei peggiori malfattori che io abbia conosciuto in vita mia............avete la mia governanete......lasciatela andare, non sappiamo nulla di questa storia......" mi lasciai sprofondare su una sedia accanto al tavolo....ero esausta....come desideravo la visita delle guardie........ma nella vita non tutto andava come desideravo..... |
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