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#301 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Menippa sorrise a Clio e strinse anch'ella le mani di lei nelle sue.
“Si, ora potremo passare un po' di tempo insieme, milady...” disse annuendo “... questo non sarà il Palazzo Eubeo dove siete cresciuta, ma anche in questa rocca passammo del tempo durante la vostra infanzia e dunque non mancano i ricordi felici...” rise appena “... come quando voi e vostro cugino Imone nascondeste quel vostro tesoro sotto il noce nel giardino... eh, non penso voi rammentiate quel giorno, eravate davvero piccola... fu un'idea di vostro cugino... voi l'avevate visto allenarsi con la sua spada di legno e cominciaste a chiederla per voi quell'arma... lui allora la seppellì insieme ad uno scrigno con altri oggetti all'interno... con la promessa di disotterrare il tutto e di aprire lo scrigno una volta cresciuti e divenuti entrambi abili con la spada...” sorrise di nuovo “... giochi ingenui di bambini spensierati...” annuì commossa. “Vecchia!” All'improvviso una voce alle loro spalle. “Perchè infastidisci lady Clio con le tue chiacchiere? Avanti, va nelle cucine ed aiuta le altre a preparare!” Era Froster giunto nella Sala Grande insieme a Musain. “Fallo o ti farò battere a sangue!” Aggiunse con tono minaccioso. “Si, padrone...” chinando il capo la vecchia, per poi andare via. “A proposito...” rivolgendosi Musain a Froster “... mi occorre una lista completa di tutti coloro che vivono in questa rocca.” “Per farne cosa?” Fissandolo Froster. “Voglio conoscere chiunque può muoversi liberamente in questo posto.” Spiegò Musain. “Sapere quanti sono e chi fra loro può entrare ed uscire a piacimento da questa fortezza. E vi sarei grato se potessi avere anche informazioni su di loro. Per sapere così chi in passato era legato ai vecchi conti di Lortena.” “Siete un tipo alquanto diffidente, vero?” Sorridendo Froster. “Sono un tipo prudente.” Fissandolo Musain. “Tutto qui.” “Bene, mi piace ciò.” Ridendo Froster. “Allora, mia cara...” voltandosi poi versi Clio “... vi piace vivere qui? Vi trovate bene? Naturalmente è solo momentanea questa cosa... presto, vi prometto, riavremo il nostro Castello Eubeo. Magari riconquistarlo sarà il mio dono di nozze per voi.” Ridendo nuovamente.
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#302 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Nello studio del notaio de Gaitan la tensione cresceva sempre più.
“Avanti...” disse Guisgard fissandolo “... voglio sapere cosa sta succedendo...” “Non capisco a cosa vi riferite.” Mormorò il notaio con indifferenza. “Dov'è finita la mia rendita mensile?” Chiese con tono perentorio Guisgard. “Vi ho già detto che non è qui.” Sbottò de Gaitan. “Ed ora lasciatemi in pace, perchè ho molto da fare.” Guisgard allora, indispettito, si guardò intorno. Prese una ciotola e vi versò dentro del sapone da barba. Poi avvolse il collo e le spalle del notaio in una grossa asciugamano, annodandola dietro la sua nuca. “Guisgard!” Esclamò de Gaitan. “Siete forse pazzo?” “Completamente.” Rispose il giovane. “Ma infondo chi non lo è a questo mondo.” Prendendo un rasoio. “Che fortuna, vero, che il vostro figaro stamani non si sia fatto vivo. Beh, poco male... vi raderò io oggi!” “Ma cosa volete fare?” Intimorito il notaio. Guisgard sorrise. “E va bene!” Esclamò de Gaitan. “Vi dirò la verità... il denaro è finito! Non vi è più nulla per voi!” “Cosa?” Incredulo Guisgard. “Come sarebbe a dire?” “Quel gentiluomo non può più provvedere oltre al vostro mantenimento!” Annuì il notaio. “Ecco, ora sapete come stanno le cose!” “Allora sarà bene che vada finalmente ad incontrarlo.” Deciso Guisgard. “Cosa?” Stupito il notaio. “Ma voi non conoscete neanche il suo nome!” “Sarete voi a dirmelo.” Ridendo appena il giovane. “Ma questo è impossibile!” “Credete davvero?” “Ma sapete benissimo che non posso dirvelo!” Farfugliò de Gaitan. “Per anni” Guisgard insaponando la faccia del notaio “sono stato di una discrezione unica per quanto riguarda il nome del mio casato e le mie oscure origini...smettete di agitarvi o finirò per tagliarvi un orecchio...” cominciando a radergli la barba “... dov'ero rimasto? Ah, si... i miei natali... dunque... come dicevo, essendo stato fino ad oggi di una correttezza lodevole, visto il sostentamento per la mia condizione di figlio naturale, trovo assai scorretto e riprovevole lasciarmi così senza più la mia rendita... capirete che ciò mi causerà non poche noie... insomma, non mi sembra giusto piantarmi così dopo che ho avuto la delicatezza, per anni, di non chiedere mai nulla sulla mia vera famiglia...” “Lasciatemi andare...” balbettava il notaio con il sapone da barba fino anche in bocca. “Ma oggi che ho tanto bisogno di denaro” muovendo il rasoio Guisgard “il mio misterioso benefattore, nonché patrigno come si suol dire, decide tutto ad un tratto che il suo dovere è terminato. E dato il momento mi permetto di dire che la decisione è alquanto intempestiva.” Si fermò a fissarlo. “Avanti, esimio signor de Gaitan... squarciamo il velo sul nome di quel gentiluomo... su, ditemi il suo nome...” mostrando sempre il rasoio. “Mai!” Perenterio il notaio. “Non tradirò la fiducia di un cliente!” “Ah, voi mi innervosite...” avvicinando il rasoio al suo viso il giovane “... guardate come mi trema la mano... avanti, come si chiama?” Cambiando tono. “Ah...” urlò il notaio “... Corbonne... Vincent Corbonne...” rivelò “... barone Vincent Corbonne...” “E dove si trova?” “Nel Gelsominne... sulla via per Casorre...” “Bene...” posando il rasoio Guisgard e tirando via l'asciugamano dal collo del notaio. Uscì allora dallo studio e trovò la governante del notaio alquanto preoccupata. “Non temete...” sorridendole Guisgard “... io e il signor de Gaitan abbiamo avuto un piccolo ed innocuo diverbio circa i doveri di un notaio e di come il Segreto Confessionale di un prete non sia equiparabile a quello professionale di un libero professionista.” Le baciò la mano, mostrandole poi un vistoso inchino. “I miei omaggi, madama.” Le fece l'occhiolino ed andò via, svanendo poi, una volta fuori, per le affollate strade cittadine. ![]()
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#303 |
Disattivato
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Sorrisi, per un momento.
Ricordavo quella bambina vivace e vispa, che non stava mai zitta ma giocava da sola per ore, vivendo le sue avventure in regni che gli altri non potevano vedere. Ricordavo di essermi arrabbiata perché lui aveva una spada di legno e io no, quanti anni avevo, cinque? Mi sembrava così grande. Lui non mi prendeva in giro come facevano gli altri, capiva la mia voglia di avventura. E quando mio padre aveva chiamato Axses per allenarmi, Imone si era unito a noi, almeno per i pochi anni prima della partenza. Mi chiesi se l'avrei riconosciuto. "Oh, che meraviglia..." Esclamai, ad alta voce, sentendo dei passi dietro di me. Avrei voluto prendere Froster per la gola. Era sempre così adorabile? "Oh, buongiorno mio caro.." Sorridendo a Froster "Siete sempre così protettivo.. Ma non mi stava importunando, anzi.. Mi ha appena comunicato che ci sarà il cinghiale a pranzo.." Sorrisi, ringraziando di aver ascoltato per caso i discorsi delle domestiche "Non è una bellissima notizia?" Gaiamente "Spero che piaccia anche ai nostri ospiti..". Ma esisteranno davvero donne così stupide e superficiali come quella che stavo interpretando? La cosa grave era che nessuno sembrava stupirsi, quindi probabilmente esistevano. Arrosii, abbassando lo sguardo. "Perdonate, di certo non vi interessano queste faccende di poco conto.." Sorrisi. "Oh, mi piace molto vivere qui.. Lontano dal caos della città, ma ho fiducia in voi, e so che presto potrò tornare a casa.. Così potrò finalmente iniziare i preparativi per le nozze.." Sorrisi "Sarà una festa stupenda...". |
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#304 |
Cittadino di Camelot
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Scossi il capo alle parole di Ahmed "Il pugnale era in pericolo pure a Palazzo e nel viaggio compiuto fino ad arrivare qui...e visto solo io posso tenerlo, a parte sia io a decidere chi possa usarlo, sono io a custodirlo e con la mia stessa vita, non preoccupatevi..il pugnale è consacrato dagli Dei. Eppure..nessuno è stato in grado di dimostrare di essere la mia guardia del corpo, quando li facevo combattere con tutti i nostri soldati..era una prova..ho fatto un pò come la famosa Turandot" e sorrisi.
Eravamo arrivati al porto, l'aria era più fresca dopo l'umidità del viaggio e osservavo quel bellissimo panorama..lontano vi erano delle Isole. Ahmed andò ad informarsi su delle navi che partivano per l' Oriente, io guardai una grossa nave militare, molti vi scesero tra i quali un giovane distinto, sembrava fosse nobile e visto la vicinanza potei udire le sue parole..parlava di un posto chiamato Lortena..egli doveva andare a Settentrione..mi avvicinai a lui assieme ad Amina e Korshid..."Milord, permettete..scusate la mia impudenza ma ho sentito i vostri discorsi, forse siete pure voi straniero come noi. Noi stiamo arrivando da Amoros, dove scorre il Calars, ho sentito è pericoloso andare verso Settentrione..le strade se non sbaglio sono quasi impraticabili per una guerra..mi sembra tra Imperion e Nagos. E posso assicurarvi gli uomini di Imperion non scherzano affatto, sono dei tiranni..abbiamo vissuto una brutta disavventura con loro, mi raccomando..state attento". Mi congedai da quel ragazzo, del resto io non conoscevo molto bene gli affari politici di queste zone e volevo tenermi ben lontano, ma un saggio consiglio per uno straniero era sempre dovuto. Vidi vicino al porto un mercato colmo di gente, visto la vicinanza al porto e la tentazione fu troppo forte.."Ismael, potete dire ad Ahmed che sto andando a quel mercato con Amina e Korshid, non preoccupatevi, l' attesa della partenza è snervante" ma Ismael sorrise..già lui e mio fratello Nathan dicevano sempre io sembravo più del popolo che loro due che ne provenivano poichè amavo rifugiarmi tra le vie di Setareh. Mi voltai e vidi il volto del ragazzo sceso dalla nave preoccupato, avrei potuto dargli ospitalità al mio palazzo ad Amoros visto vi era rimasto il guardiano ma mi sentivo troppo sfacciata. Entrammo tra la folla, vi erano schiamazzi, colori, aromi e profumi, bancarelle piene di ogni cose appena portate dalle navi, presi una mela rossa e la pagai alla donna che la vendeva più del suo prezzo. Amina e Korshid erano impacciate e io sorrisi addentando la mela..."Si narra nelle Mille e Una Notte che la bella principessa conobbe il suo Aladino proprio in un mercato, non rivelandogli la sua identità"...Amina mi guardò ancora più preoccupata.."Ah non preoccupatevi, non sceglierò mai un Occidentale, sono troppo diversi da noi...meglio un uomo come Is.." e mi bloccai immediatamente..mi stavo ingannando da sola. Ad un tratto udii della musica, in una piazzola degli uomini suonavano e la gente ballava in modo strano, rimasi ferma a guardarli..erano liberi..come lo era il mio popolo a Setareh e come mi univo a loro nei loro balli, ma cercai di trattenermi davanti a loro due..nessuno sapeva che mi vestivo da ancella per andare a divertirmi tra la gente, tranne mio fratello ed Ismael. La musica fini e dopo quel bel giro tra la folla di quella affascinante cittadina dissi potevamo tornare al porto, il mio spirito si era rasserenato per la partenza.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." ![]() |
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#305 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Froster sorrise a quelle parole di Clio.
“Oh, si...” disse sorridendo alla ragazza “... una festa degna di una favola... una festa di cui tutti parleranno.” Annuì. “Su, ditemi ora quale dolce preferite ed io darò ordine ai servi di farlo preparare per voi. Il mio cuoco ha servito nelle cucine di un Arconte greco a Cipro e conosce straordinarie ricette di dolci tipici dell'esotica cucina Ottomana.” In quel momento entrò nella sala Lhar con un foglietto che consegnò a Musain. “Ecco la lista che mi avete richiesto, messere.” “Bene.” Fece lo spadaccino. “Che lista?” Incuriosito Froster. “Mi sono preso la libertà” rispose Musain “di chiedere a messer Lhar un elenco di tutti i detenuti rinchiusi in questa rocca, ciascuno con il reato commesso.” “E per quale motivo vi occorre una simile lista?” Chiese Froster. “Perchè ho sentito dire che alcuni dei vostri detenuti” spiegò lo spadaccino “sono qui in quanto macchiatisi di tradimento. Hanno infatti aiutato i Lupi in una loro azione contro le vostre guardie.” “Si, per questo ora sono imprigionati qui.” Mormorò Froster. “Ebbene, pare che costoro nutrano una grande, quanto ingiustificata fiducia verso quei ribelli, credendoli addirittura simili ad esseri sovrannaturali.” Disse Musain. “Così noi debelleremo queste loro assurde convinzioni. Infatti domani a Mezzogiorno dimostreremo come nessuno a questo mondo può nulla contro la morte. Ho dato ordine ai soldati di diffondere per tutta Lortena l'annuncio di questa esecuzione che avverrà in pubblica piazza.” “Per Bacco!” Ridendo Froster. “Siete un uomo pieno di iniziativa!”
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#306 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Il giovane sceso dalla nave ringraziò Altea per le informazioni e poi si diresse anch'egli verso quel mercato del porto.
Dopo un po' Altea tornò alla sua carrozza, in attesa di rivedere Ahmed per sapere di eventuali navi dirette in Oriente. “Non vedo l'ora di rivedere la nostra terra...” fece Carjan, ormai stanco di attendere “... ho piacere a ritornare in patria, sebbene laggiù la situazione sia tutt'altro che favorevole per noi vostri sudditi...” fissando Altea. “Ehi, bella signora...” all'improvviso due giovinastri avvicinatisi ad Altea “... hai qualche moneta per noi? Dai, sei tanto bella e non puoi dirci di no...” “Altrimenti ci prenderemo ben altro che qualche moneta...” ridendo l'altro. “Come osate!” Fissandoli Amina. “Allontanatevi subito da noi!” Ma uno dei due per tutta risposta la schiaffeggiò forte. “Ah, lestofanti!” Esclamò Carjan. “Andate via o vi muterò in due statue di letame!” “Ma sta zitto, idiota!” Spingendola a terra il giovinastro. Amina allora, spaventata, corse a chiamare Ahmed e Ismael che ancora non si vedevano. “Fermi, voi due!” All'improvviso una voce. Era il giovane sceso dalla nave e con cui Altea aveva parlato in precedenza. “Vattene o sarà peggio per te!” Minacciò uno dei due balordi. Ma il giovane estrasse la sua bella spada, per poi lanciarsi su di loro. Ad uno tagliò di netto la cinghia dei calzoni, lasciandolo in mutande davanti a tutti, mentre all'altro puntò la spada contro il petto, facendolo indietreggiare fino a cadere dal pontile in mare. Allora quello rimasto in mutande, visto ciò, si tirò su i calzoni e scappò via. “Erano solo due balordi da strada...” rimettendo a posto la spada il giovane “... come state, milady? Vi hanno spaventata?” Chiese ad Altea.
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#307 |
Disattivato
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Quel Maisan si prendeva troppe libertà.
Conoscevo bene i prigionieri, anche se tutti li avevano dati per morti una volta catturati. Probabilmente li avevano tenuti in vita per torturarli. Ma se avevano ancora fiducia in noi, allora non avevano parlato. E tanta lealtà andava ripagata. Già, ma come? Dapprima pensai alla pubblica piazza. Erano davvero sicuri di voler entrare in città, erano i ribelli a controllare il Castello Eubeo, e la Piazza era lì accanto. Ma forse voleva proprio sfidarli in quel modo. Oppure si riferiva ad un altra piazza. Sbattei le palpebre. "Oh, non sarà pericoloso?" Chiesi, impaurita "La pubblica piazza è così vicina al Castello dove si sono accampati quei selvaggi.." Rabbrividii. "Non.. Non occorre che venga anche io vero?" Farfugliai "voi, voi capirete vero? Io.. Non sopporto la vista del sangue.". |
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#308 |
Cittadino di Camelot
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Dormii senza accorgermi di sprofondare tra le braccia di un incubo...la voce della vecchia cuoca....il volto di me stessa,un volto che bon conoscevo.....e tutti quelli che mi stavano intorno all'interno della locanda......il volto di Oxuid che mostrava per la prima volta il senso del non potere....la non conoscenza........Mi svegliai......guardando il soffitto della stanza....ero stordita...quanto tempo avevo dormito.......la finestra aveva un'anta scostata....e la voce di un uomo che raccontava una storia.....mi arrivo sul filo dell'aria fresca....mi alzai e senza sporgermi....ascoltai quella storia ...parlava di una donna....che aveva fatto impazzire un uomo....Non sapevo se stesse parlando della donna del dipinto...ma presi con me la sacca e scesi al pian terreno.....guardai ancora quel volto e scappai fuori...sul retro della locanda....li...dove un uomo cantava una storia........." chi è la donna che ispira la vostra storia......ditemi.......dove vive....colei che ha distrutto il cuore del barone...."........aspettavo......di sapere.....sembravo essere arrivata li. Per uno strano disegno...
Ultima modifica di elisabeth : 02-07-2014 alle ore 19.16.15. |
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#309 |
Cittadino di Camelot
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"Carjan..mi volete fare una cortesia? Statevene zitto..penso abbiate proferito più vane sentenze voi che tutti gli Dei messi assieme" dissi seccata.
Appena ebbi detto quelle parole due balordi si avvicinarono a noi...eccoli, coi soliti modi volgari ma mi trattenni a pugnalarli quando Amina fu presa a schiaffi. Improvvisamente arrivò il ragazzo di prima e subito diede ai due la giusta lezione...quando scesi dalla carrozza mi scappò quasi una risata vedendo uno dei due in mutande, ma ricomposi visto la situazione che poteva volgere al peggio. "Milord...vi ringrazio per averci difeso, finalmente vedo qualcuno che agisce a nome della giustizia senza pretendere nulla in cambio..anzi vorrei sdebitarmi con voi..so che il vostro viaggio sarà lungo..Io sono in possesso di un palazzo ad Amoros, donatomi da un fidato uomo nobile di queste parti a mio padre, e laggiù si trova il custode..potrete trovare ristoro e riparo laggiù nel vostro lungo viaggio, il mio fido Ahmed penserà a spiegarvi dove si trova..spero di non offendervi, è solo un gesto di aiuto e ringraziamento, vi ho visto leggermente preoccupato all' arrivo".
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“Naturale, mia cara.” Disse Froster a Clio, con tono rassicurante ed accomodante. “Non permetterò certo che assistiate ad un simile spettacolo. Pur essendo quegli uomini simili a bestie, la loro esecuzione non è un accadimento adatto ad una dama di corte.”
“Affatto, milady.” Fece Musain. “La piazza pubblica, così vicina al Castello Eubeo, è l'ideale palcoscenico per il nostro spettacolo. Così i ribelli, dalle sue torri, potranno assistere all'esecuzione. E sarà una lezione per tutti. Infatti loro impareranno come Imperion e di conseguenza anche lord Froster da oggi, impongono la giustizia contro chi attacca l'ordine costituito, mentre il popolo comprenderà che quei ribelli di sovrannaturale non hanno nulla. Anzi, sono molto più deboli dei nostri soldati.” “Grandioso!” Esclamò Froster. “Così vedranno che i Lupi non possono opporsi alla nostra giustizia!” “Già...” sorridendo appena Musain “... e poi ho sempre pensato che il lupo sia un animale molto stupido... in Oriente infatti è ritenuto inferiore a molti altri, come il tasso, la scimmia, la volpe e naturalmente il drago... e questo saremo noi... draghi contro lupi...” “Si!” Esultò Froster come un bambino a cui danno un biscotto. “Ma ora vi prego...” ricomponendosi “... devo chiedervi di cambiare discorso, messere... lady Clio si impressiona facilmente...” prendendo la mano della ragazza nella sua.
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