22-08-2012, 00.29.39 | #3111 |
Cittadino di Camelot
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Guardai Mirna e gli dissi distrattamente:
<< Semplice magia..>> Poi mi concentrai sul paesaggio.. un bellissimo tramonto.. Quanto tempo era passato? Mi sembrava infinito.. Avevo perso i contatti con tutti.. Perfino con mia madre.. ero rimasto da solo.. A parte Giada.. La sfiorai con un dito.. un'amica leale e fedele.. Ma questa strada dove mi avrebbe portato? Guardai Mirna.. un giorno avrei voluto un figlio.. magari come lui.. chissà.. Gli accarezzai la zazzera di capelli e cingendogli le spalle gli dissi: <<Che ne dici di andare in qualche taverna? Ho una fame!>>
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24-08-2012, 01.59.37 | #3112 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Mirna sorrise a quelle parole di Daniel, ma un attimo dopo Tylesia cominciò a tremare, fino a quando i due compagni videro crollare miseramente molte delle strutture di quella città.
“Daniel...” disse impaurito Mirna “... il... il terremoto!” E in città si diffuse il panico. Alcune ore dopo, Altea e Redentos entrarono a Tylesia, tra la confusione e la paura generale, fino a raggiungere il palazzo reale, il cui portone d'ingresso era miseramente crollato. E da lontano videro alcuni funzionari nel cortile che ascoltavano una donna parlare: era la regina Destefya. In quel momento anche il carro con Elisabeth, Reas, Cristansen e Vivian entrò a Tylesia. E giunto davanti al palazzo, Reas saltò giù, facendo cenno ad Elisabeth e agli altri di seguirlo. Ed anche loro arrivarono al cospetto di quel nobile gruppetto, formato dai funzionari di corte e dalla regina di Tylesia. “Bisogna abbandonare la città, maestà.” Disse un funzionario alla regina. “Io non lascerò mai Tylesia ed il mio popolo.” Fissandoli la regina. “Io non voglio sopravvivere a Tylesia ed al suo Fiore.” In quel momento, un forte colpo di tosse scosse la regina. La regina portò una mano davanti alla bocca e si accorse che la tosse aveva macchiato di sangue il palmo. Destefya fissò con gli occhi spalancati la sua mano sporca di sangue ed ebbe paura. “Cosa avete, maestà?” Domandò un funzionario. “Nulla...” mormorò lei “... ora andate... accertatevi che i soccorsi siano giunti ad ogni angolo della città... usate anche l'esercito se necessario...” “Ma come?” Stupito un altro dei funzionari. “L'esercito è impegnato contro i nostri nemici!” “Abbiamo perso la guerra...” fissandoli lei “... cerchiamo di salvare almeno il popolo... ora andate...” I funzionari obbedirono e rimasta sola, Destefya prese il ciondolo che aveva al collo, dal quale pendeva una chiave di platino. Si avvicinò al cancello del giardino, lo aprì e vi entrò.
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24-08-2012, 02.30.44 | #3113 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Parsifal, suonato il corno, vide comparire, un attimo dopo, un misterioso cavaliere, bardato con una solida corazza ed armato di tutto punto.
Il volto era celato dall'elmo e sul suo scudo era impresso un misteriosissimo simbolo, che il giovane Parzifal non riconobbe subito. “Seguimi.” Disse con una voce dura, marcata e solenne. Si addentrarono così nella selva, fino a raggiungere una piccola cappellina di marmo. Al suo interno vi era una bambina che giocava con dei fogli bianchi, sottratti ad uno scrivano seduto accanto a lei. La piccola era felice e bellissima, mentre l'uomo appariva scarno e vecchio. Strappò dalle mani della piccola quei fogli, per poi scriverci su alcune parole. Ma terminato di scrivere, le lettere di quelle parole scivolavano via dai fogli, lasciandoli così di nuovo bianchi. La bambina allora li riprendeva e di nuovo lo scrivano li sottraeva con astio dalle sue mani, per poi scrivere nuovamente e vedere ancora una volta le lettere scivolare via. “Sai chi sono questa bambina e questo scrivano?” Chiese il cavaliere a Parsifal. “Essi giunsero qui molto tempo fa, per unirsi in matrimonio. Allora erano entrambi fanciulli, ma col tempo lui è invecchiato, mentre lei è rimasta sempre della stessa età.” Lo fissò. “Sai il perchè di questo? Perchè il loro è un matrimonio impossibile, in quanto le cose eterne non possono mai congiungersi con quelle mortali ed effimere. Sai dunque riconoscere cosa rappresentano questa bambina e questo scrivano?”
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24-08-2012, 02.48.02 | #3114 |
Cittadino di Camelot
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Ovunque vi era il panico generale..Tylesia era piena di macerie ma ciò che vidi scostandomi tra il gruppo di gente fu ancora più doloroso.
La regina Destefya era in ginocchio e non sapeva cosa fare, mi avvicinai a lei e la vidi tossire e dalla sua bocca uscì sangue, le chiesi che successe ma ella non rispose. Poi mi accorsi di un carro che arrivò e sopra riconobbi Elisabeth e Reas, ma la confusione era tanta che non ebbi nemmeno il tempo di parlare, udii solo che Tylesia era ormai in pericolo e pure la gente..per un attimo pensai a Fyellon con rabbia, mi aveva abbandonata mentre a Tylesia vi era bisogno di lui e lo odiai con tutta me stessa per la promessa non mantenuta. Mi avvicinai alla regina.."Maestà, io rimarrò al vostro fianco, sono Altea, vi ricordate di me, una delle sopravvissute al naufragio del Calars, per qualsiasi cosa io sarò al vostro fianco, per servirvi". La regina si alzò e prese un ciondolo e vi era una chiave di brillanti, si avvio verso il cancello..sapevo cosa era, era la chiave per aprire il lucchetto di diamanti intuii, ed entrare nel giardino...che custodiva il prezioso fiore, il cuore batteva forte.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
24-08-2012, 03.13.11 | #3115 |
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La regina Destefya fissò Altea.
“Non seguitemi...” disse con un filo di voce “... per favore...” Girò la chiave nel prezioso lucchetto ed entrò nel misterioso giardino...
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24-08-2012, 03.31.13 | #3116 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Guisgard fissò Talia con aria pensierosa.
“Si...” annuendo “... non può che essere così, come dici tu... da quel che dicono, la parola Abla non può che significare si... e allora per forza di cose è il secondo a dire il vero...” prese la mano della ragazza “... si, faremo come dici e ci fideremo della seconda sentinella...” il cavaliere allora si rivolse proprio al secondo soldato “... perdonatemi...” “Cosa?” “Ci occorre un'informazione, signore...” Il soldato annuì. “Dobbiamo recarci in una città chiamata Tylesia...” spiegò Guisgard “... la conoscete?” “Tylesia?” Ripetè il militare. “Certo! Ho udito quel nome molte volte e ho anche visto più di uno dei suoi monumentali palazzi!” Guisgard sorrise. “Nelle leggende però!” Continuò la sentinella. “E nelle illustrazioni dei libri di favole!” “Come sarebbe?” “La città che cercate” disse il soldato “è un mito. Ma se proprio volete cercarla in un luogo che non sia un disegno o un quadro, allora dovete per forza di cose attraversare il fiume Calars.” “Calars?” Ripetè Guisgard. “Si, perchè solo oltre quel fiume” rispose la sentinella “può trovarsi una città sconosciuta, visto che quella regione è ignota ai più e può contenere qualsiasi cosa.” “Come possiamo arrivare al Calars?” “Seguite la strada verso Est.” Spiegò il militare. “Ma badate di non allontanarvi mai da quella direzione. Alla fine troverete il Calars. Non passerà inosservato, visto che le sue acque sono perennemente calde.” Guisard e Talia, allora, presero la strada verso Est, sempre seguiti dal misterioso Anion. “Dobbiamo arrivare a Tylesia, Talia...” disse il cavaliere “... per trovare qualcosa che sembra infinitamente prezioso... qualcosa simile ad una Reliquia... il Fiore Azzurro...” Guisgard, così, raccontò tutto a Talia; della regina Chiarore Azzurra e del pegno che ella aveva imposto sulla vita del cavaliere. Solo, infatti, portando il meraviglioso Fiore a Gioia Antica lei avrebbe risparmiato la vita di Guisgard. E Anion in tutto questo rappresentava una sorta di giudice, custode e carnefice della vita del cavaliere. Dopo alcune miglia, il carro arrivò presso la sponda di un fiume che emanava vapori e nuvole di fumo. Su una piccola banchina era ormeggiato un battello, sul quale stava un uomo. “E' questo il Calars?” Domandò Guisgard. “Conoscete forse altri fiumi così caldi?” Ridendo l'uomo. “Bene.” Annuì Guisgard. “Noi dobbiamo giungere nella regione dove sorgono le sue acque...” fece Guisgard “... potreste accompagnarci?” E lanciò un sacchetto di monete sul ponte del battello. “Certo, messere!” Raccogliendole l'uomo. “Solitamente la corrente e i venti si calmano solo di Venerdì, anche se solo il Cielo ne conosce il perchè... partiamo dunque?” “Certo!” Esclamò Guisgard. Fecero allora salire il carro sul battello e poco dopo partirono. Anion, invece, li seguiva via terra, percorrendo a cavallo la sponda del caldo fiume e senza perdere mai di vista il battello.
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24-08-2012, 11.39.50 | #3117 |
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Tutto cominciò a tremare.. In città era scoppiato il panico.. Lì vicino il portone del palazzo reale era caduto..
<<Mirna corriamo lì entro!>> Iniziai a correre ed entrando nel palazzo vidi una nobile gruppetto.. C'erano persone che mi sembrava di conoscere.. Spalancai gli occhi erano quelli dlla nave di Goz.. C'erano Altea ed Elisabeth.. <<Siete voi?>> Domandai urlando..
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24-08-2012, 15.48.03 | #3118 |
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La regina mi intimò di fermarmi e obbedii, non volevo rovinare quel momento, forse voleva stare sola ma cercavo di seguirla con lo sguardo ed ero preoccupata per la sua salute..quel Giardino pure aperto doveva rimanere un mistero..guardavo dentro cercando di vedere cosa vi era e la sua bellezza.
Ad un tratto sentii un ragazzo pronunciare il mio nome, mi voltai di scatto e dopo un pò lo riconobbi..era il figlio di Elisabeth, Daniel.."Saluti Daniel, venite vicino la regina è sola nel Giardino e ha bisogno di aiuto, ma non entrate".
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24-08-2012, 20.42.01 | #3119 |
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Seguimmo Reas....raggiungendo il piccolo corteo Reagale....la Regina era molto dimagrita .......i suoi occhi erano infossati e il suo colpo di tosse e il suo sguardo alla mano.....era tisi, ma lei era la Regina e non poteva perdersi d'animo......enon deluse nessuno il suo popolo doveva essere messoal sicuro, la sua mano ando' sicura alla chiave del suo giardino...sapevola storia e per nulla al mondo l'avrei seguita.....non le rimaneva molto. Altea .....ero felice di rivederla....un volto amico, non riuscii a raggiungerla.......la voce di Daniel mi arrivo' dritta al cuore....mi voltai verso di lui e lo abbracciai.....il Signore lo aveva protetto...." Come stai ragazzo mio....sei un uomo ormai, credevo ti fossi dimenticato di me...."...vidi Altea avvicinarci esalutarci con gioia...ma quando senti' quello che aveva da dire..." Non avvicinatevi alla Regina......lei , non sta bene e la sua malattia e' contagiosa......forse ha solo bisogno di stare da sola e il suo mondo e' interamente racchiuso in quel giardino....tutto l'amore del mondo e' racchiuso li'......e' andata a riprenderselo..".....rimasi stretta a mio figlio mi era mancato tanto.....C'era Vivian e Cristansen.....erano accanto a noi........e ora, cosa sarebbe successo ?
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25-08-2012, 00.15.22 | #3120 |
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Abbracciai con calore mia madre..
<<Quanto tempo..>> le sussurrai.. <<Ciao Altea.. La regina è malata?>> Non mi convinceva lasciarla lì da sola.. Sciolsi l'abbraccio di mia madre e senza neanche pensarci entrai nel giardino..
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