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#3131 |
Cittadino di Camelot
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Ad un certo punto l'uomo iniziò a cantare, ma alle parole di Musain smise subito.
E mi disse che questa parte dell'isola era maledetta. Non stentavo a crederci, ma lo tenni per me, limitandomi a commentare senza sbilanciarmi. "Anche lei ci crede?" a lui. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk
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#3132 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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"Beh, di sicuro non ci verrei a fare le vacanze qui." Disse ridendo il capitano a Gwen.
"Questo luogo sembra molto antico..." Musain. "Si, è la parte più vecchia dell'isola..." fece il capitano "... spesso ci ho portato studiosi di geologia e degli oceani." "E cosa hanno trovato?" Chiese Musain. "Solo fossili..." mormorò il capitano. "Chi è lo scienziato che vive qui?" Domandò Musain. "Quello che ha comprato questa metà dell'isola?" "Un tipo riservato..." rispose il capitano "... dicono sia un genio fuggito dal mondo civile perchè non compreso dai suoi colleghi..."
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#3133 |
Cittadino di Camelot
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Li ascoltai, poi si arrivò a parlare dello scienziato.
"Dovrebbe essere il dottor Kinms, almeno da ciò che ho sentito. Ho incontrato un uomo che andava proprio da lui, quello che ci ha portate qui." Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk
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#3134 |
Disattivato
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L'atmosfera sempre più calda, umida, infuocata, proibita.
Quel massaggio ormai aveva preso una piega che non avrei immaginato, mi ero completamente lasciata andare come mai mi era successo prima. Non sapevo spiegare quello che mi aveva portato ad essere così audace con quell'uomo che conoscevo appena, di cui non sapevo nemmeno il nome. Eppure c'era qualcosa, qualcosa di indefinibile che mi attraeva a lui come una mosca al miele, forse avrei potuto respingerlo ma era così forte e bello che mi ci ero buttata senza nemmeno accorgermene. Ora lo vedevo chiaramente, che ero persa e che non sarei più potuta tornare indietro, ora lo sapevo ma era troppo tardi. Ormai i suoi occhi erano l'unico mondo in cui volevo specchiarmi, quel movimento ritmico che mi rendeva sempre più umida, calda, vogliosa era come impossibile da fermare, il contatto della sua pelle sotto le mie mani era una necessità come respirare. Avrei voluto fermare il tempo, ritagliare una bolla intorno a noi e sigillarla per poter rivivere quel momento all'infinito ancora e ancora. I miei occhi ormai erano velati di un'eccitazione senza pari, erano persi nell'azzurro dei suoi, fermi a contemplare ogni sfumatura del suo sguardo. Avrei voluto impararle a memoria, ognuna di loro mi appariva preziosa e bellissima. Non esistevano due occhi così belli, era una delle pochissime cose che riuscivo a pensare in quel momento infuocato. Era un crescendo continuo, il piacere che mi dava muovermi su di lui cresceva sempre di più in me, con la sua eccitazione, ma non poteva esplodere era come prigioniero delle apparenze, del costume, del fatto che non avrei dovuto essere lì a perdere la testa per il mio capo, il mio signore. Eppure quel gioco di ruoli rendeva tutto dannatamente eccitante. Sorrisi alle sue parole, e poi mi chinai su di lui e stavolta lo feci in maniera diversa. Un movimento intenzionalmente sensuale, lento, appoggiai il mio seno sul suo bacino e risalii tutto il suo corpo strusciandomisi contro, in modo che percepisse ogni forma addosso a lui con la stessa chiarezza con cui doveva accorgersi della mia intimità ormai fremente e sempre più umida e calda. Quando fui a pochi centimetro dal suo viso, lo guardai, uno sguardo ardente e appassionato. "No, ma non ho altre ricchezze..." sussurrai, vicinissima alla sua bocca "Valgono tutto quello che ho...". |
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#3135 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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"Già..." disse il capitano a Gwen "... ne ho sentito parlare... un genio cacciato dal suo paese e quindi giunto su questo scoglio sperduto per continuare i suoi studi ed i suoi esperimenti."
La nave raggiunse un'insenatura e si fermò presso una piccola baia racchiusa da Palmieri e rampicanti. Musain fece cenno ai suoi di scendere a terra, mentre il capitano restò a bordo per pescare. Gettò la rete ed attese stappando la sua bottiglia di gin.
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#3136 |
Cittadino di Camelot
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La mano di quell'uomo bello come un eroe iniziò a scendere sulle mie gambe bianche e sfioro' l'interno coscia fino ad arrivare al punto più sensibile della mia femminilità, di quel fiore che dischiudendosi apre le porte al piacere assoluto.. Sfiorava lentamente e sospirai di piacere aprendo i miei occhi verdi di più sui suoi, le sue dita giocavano con il fiore del piacere, la schiena si arcuo' lasciandomi in preda a quei gemiti spasmodici e facendomi divenire in quel momento sua schiava d'amore.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." ![]() |
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#3137 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Gli occhi di Hiss erano in quelli di Altea, mentre le sue dita sfioravano dove la donna era più sensibile e debole.
Carezze lente, audaci, sensuali, con le dita che piano premevano sui petali di quel fiore. Un contatto continuo, sempre più intimo, profondo. Quelle dita entrarono in lei, nella sua intimità, aprendo le labbra del piacere e strappando alla bella attrice lievi sospiri e poi decisi gemiti di piacere. Nel farlo lui la guardava.
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#3138 |
Cittadino di Camelot
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Le mani di Hiss con delicatezza e sicurezza sfogliavano quel fiore del piacere, il mio corpo e la mia mente erano ormai in suo potere ma combattei per riprendere quel po' di lucidità tra gemiti forti e le mie mani che pure audaci scivolavano tra acqua e la sua virilità.. Una stretta forte, intima e stavolta di potere.. Nessuna parola.. Bastavano i nostri occhi, i sospiri, i gemiti e i gesti e i battiti dei nostri cuori. Poi mi alzai lentamente ma la mia mano rimaneva audace scivolando sulla ormai prorompente virilità di Hiss. Lo feci inginocchiare e lo guardai con malizia ed autorità mentre l'acqua scorreva sulla mia schiena e mi sedetti su di lui guardandolo con intesa mentre lasciai la sua mascolinità schiudesse il fiore della passione scivolando lentamente con enfasi.
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#3139 |
Cittadino di Camelot
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Annuii all'uomo.
Già, ma rischiava che i suoi esperimenti andassero a fanno degli altri, però. Nel frattempo eravamo arrivati, infatti la barca si fermò in un'insenatura e noi scendemmo, mentre l'uomo rimase a bordo, pescando e bevendo gin. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk
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#3140 |
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Gwen, Musain e gli altri militari scesero dalla barca, ritrovandosi oltre un declivio, dove scorreva un ruscello.
L'aria era perfettamente tranquilla ed un coniglio sbucando da un cespuglio corse verso un vicino pendio. Era un luogo ammirevole. Il ruscello era limpido, azzurrognolo e nascosto appena dalla lussureggiante vegetazione. Le rive di quel corso d'acqua vi erano un groviglio di arbusti ben celati da una nebbiolina bluastra scaturita dalla vicina cascatella. “Cominciamo a guardarci in giro” disse Musain ai suoi “ed a cercare tracce.” La cascata scendeva leggera, generando una nebbiolina fantastica di infinite goccioline d'acqua. I corpi dei due amanti erano nudi e bagnati, caldi ed eccitati. Altea raggiunse la mascolinità prorompente di Hiss, stringendola forte. Poteva così tastare quanto quell'uomo fosse eccitato e potente. Più lei stringeva, più lui la guardava negli occhi. Occhi persi in quell'atmosfera di primordiale passione ed illibato amore. Allora lei si sedette sull'evaso, in modo che l'uomo potesse prenderla, penetrarla, farla sua. Entrare dentro di lei e diventare una sola cosa. Quel momento fu intimo e profondo, totale ed assoluto. I due restarono con gli sguardi uniti. Un piccolo gemito si lesse sul volto dell'attrice, poi piano lui cominciò a muoversi, a spingere prima lentamente, poi sempre più deciso, dando così inizio a quella danza di piacere. ![]()
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