24-01-2012, 02.05.24 | #311 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Cavaliere25 si addormentò.
La febbre era calata in fretta e pian piano anche le forze cominciarono a ritornare. Accanto a lui vi era sempre frate Plautus. Dopo un paio d’or, il boscaiolo si svegliò. “Vi sentite meglio, vero?” Sorridendo il frate. In quel momento nella stanza giunse Jovinus. “Come sta?” Domandò a Plasutus. “Sta meglio…” rispose questi “… ormai la febbre è scese completamente…” “Dio sia lodato…” fece Jovinus “… sul ponte invece sembra essere scoppiato il caos…” “Perché?” “Si è scatenata una caccia alle streghe” rispose Jovinus “e tutti ne sembrano ossessionati. I marinai se la stanno prendendo con la bambina… e la donna che era con lei, lady Altea, si è tuffata in acqua per sfuggire a quella follia…”
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24-01-2012, 02.28.59 | #312 |
Cittadino di Camelot
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Non riuscivo a respirare.
Rimasi a lungo sospesa in quel blu infinito. Quell'umidità a cui appartenevo. Mi scoppiava il petto. Cercai di agitare le mani verso la salvezza. La salvezza era la luce, che vedevo filtrare nell'azzurro e nel violetto delle acque che mi circondavano. La mia voglia di vivere vinse sull'abbandono e cercai di risalire in superficie, tendendo tutti i muscoli del mio corpo nel tentativo di afferrare quei raggi di sole. L'aria mi bruciò i polmoni e sputai copiosamente l'acqua che mi stava soffocando. Galleggiai esausta sul pelo dell'acqua. Il sole era al tramonto. Mi domandai se avrei visto l'alba. Lasciai che l'acqua mi cullasse e mi accompagnasse verso il mio destino. Mi abbandonai tra le braccia di quegli spiriti delle acque. Non c'era ragione di temere. Avevo trascorso il mio tempo rincorrendomi con quegli stessi spiriti, come nebbia o come pioggia che sfiora la superficie dell'acqua. Appartenevo a quel blu profondo. Non eravamo in molte a incarnarci in corpi umani. Osservai il mio corpo e mi soffermai ad ammirare incantata il colore trasparente della pelle, resa luminosa dai raggi del sole morente. Respirai a fondo, mentre la corrente mi muoveva come una foglia. Quanto spesso avevo riso e avevo rincorso le foglie. Era quello il mistero e il segreto della nostra lunga vita... scorrere spensierate al di fuori del tempo e del mondo umano. Nessuno poteva trattenerci o governarci, fino al momento in cui tutte noi saremmo tornate al Blu. Rimpiansi le mie sorelle... ma forse loro erano lì, da qualche parte, a soffiare quel vento sulla mia pelle e a guidare la mia avventura. Non succedeva spesso che una magia superiore ci rendesse umane. Ma qualcosa era cambiato e il mio tempo si era fermato: non c'era più l'infinita successione degli attimi e delle corse gioiose. Qualcosa mi aveva trattenuto. Il tempo si era impadronito di me e io... ero diventata umana. Lentamente, mentre sorgevano le stelle, ero giunta su una riva quieta e ricca di vegetazione. Provai ad alzarmi, ma non ci riuscii. Rimasi lì, distesa sul bagnoasciuga, mentre le onde accarezzavano i miei fianchi. Scostai indietro i lunghi capelli scuri. Le mie mani sfiorarono la sottile rete di alghe che mi copriva a malapena. Non soffrivo il freddo o la stanchezza. Ero sorpresa. Mi guardavo attorno e il mondo mi appariva per la prima volta così vivido e pieno di misteri. Misteri? E io che pensavo di conoscere ogni cosa... Il rumore della notte divenne dolce come le voci delle mie sorelle e mi addormentai, cullata da quella nenia. Sapevo che non mi avevano abbandonata. Dormii, adagiata su un sasso concavo come il palmo di una mano. Dormii e sognai lo splendore zaffiro delle acque che mi avevano donato la vita.
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24-01-2012, 03.03.23 | #313 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Il rumore delle acque e il loro scorrere, leggero e quasi musicale, sui lucidi sassi che rappresentavano il fondale più trasparente e meno profondo.
E salendo verso la sponda, quelle acque arrivavano quasi ad accarezzare la pietra concava nella quale quella ragazza dormiva. La stelle scintillavano attraverso quella foschia, segnando quasi una strada immaginaria, tracciata tra il Cielo e l’orizzonte sterminato. Una strada capace di condurre in mondo lontano, forse al di là del mare e del tempo. Poi, ad un tratto, si udì un pesante rumore di ruote solcare il sentiero che lambiva la scoscesa scogliera. Uno di quegli uomini indicò qualcosa vicino all’acqua. “Che mi prenda un colpo…” “Cosa hai visto?” Chiese l’altro. “Presto… punta verso il basso questa lanterna!” “Vedi quello che vedo io?” “Si… presto, chiama gli altri…” Qualche istante dopo, scesero presso la sponda, fino a raggiungere il sasso concavo dove la misteriosa ragazza dormiva. “Da dove salta fuori?” “Avete visto com’è vestita?” “Che sia una strega? Ho sentito che nei sabba si accoppiano col demonio nei luoghi più sperduti…” “Non dire sciocchezze…” “Allora sarà una prostituta…” “Così giovane e bella? Non vedi la sua pelle? E i capelli poi? No, amici miei… niente affatto… questa ci farà guadagnare almeno mille Taddei… avanti, cominciate a fare spazio sul carro…”
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24-01-2012, 03.20.31 | #314 |
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La luce della lanterna aveva ferito i miei occhi. Feci appena in tempo a sussultare e a lanciare un gridolino di sorpresa.
Nel bagliore del fuoco riuscii solo a vedere le sagome di quegli uomini. Una parte di me era incuriosita, ma qualcosa mi gridava pericolo. Li guardai a occhi sgranati e mi appiatti contro la liscia superficie del mio giaciglio, come se la terra avesse potuto proteggermi. Quegli uomini dicevano parole che non comprendevo del tutto. L'istinto prese il sopravvento e cercai di gettarmi in acqua, convinta che il Blu mi avrebbe accolta e protetta, ma non ottenni altro che schiamazzi e schizzi d'acqua disordinati. Fammi tornare a casa! Gridai con disperazione, nella mia mente. Annaspai e gridai. Era la prima volta che sentivo la mia voce. Quel suono mi spaventò. Non avevo mai sentito un ululato così spaventato ed esitai a credere di esserne stata io l'artefice.
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24-01-2012, 04.21.38 | #315 |
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Nestos se ne stava all’ombra di una grossa quercia.
Piangeva e stringeva i pugni per la rabbia. Ad un tratto udì il suono di un’ocarina. “Non mi abituerò mai alla bellezza di questo luogo…” mormorò avvicinandosi alla quercia “… non c’è stata notte che non abbia rivisto tutto questo prima di chiudere gli occhi…” il cavaliere si appoggiò con la schiena contro il tronco della quercia “… ricordi quando giocavamo da piccoli? Io facevo Ulisse e tu Telemaco… o io Oreste e tu Pilade… il ritorno dell’eroe…” malinconicamente guardò l’immenso bosco che li circondava “… forse non si può tornare troppo tardi…” Nestos lo ascoltava senza voltarsi. Anche lui lo fissò. Poi sorrise. “Ehi, Nestos, vuoi conoscere un amico?” Per poi lanciare un fischio verso il giardino. Qualche istante dopo, con un balzo, da un cespuglio emerse una gigantesca tigre. Fissò un attimo i due fratelli, per poi raggiungere il suo padrone e accucciarsi ai suoi piedi. “Si, lo so…” sorridendo il cavaliere e accarezzando la tigre “… so cosa stai pensando, Nestos… scommetto ti stai chiedendo da dove salta fuori, vero?” Nestos sembrava rapito da quell’animale. “Vuoi sapere la sua storia?” Domandò il cavaliere dagli occhi azzurri. “E magari il suo nome?” Gli occhi di Nestos saltavano dalla tigre al suo padrone, come biglie impazzite. “Avanti, fammi un cenno col capo” continuò il nuovo arrivato “ed io ti dirò il suo nome.” Nestos, prima titubante, poi finalmente accennò un sorriso. “Allora?” Ridendo il cavaliere. “Vuoi saperlo o no?” Alla fine Nestos annuì. “Sheylon…” fece lui “… ti presento mio fratello Nestos... avanti, non aver paura!” Rivolgendosi al ragazzo. “Avvicinati ed accarezzalo!” Talia, nel frattempo, era al lago, immersa com’era nei suoi inquieti e malinconici pensieri. Fissava le calme e chiare acque, specchiandosi in esse, mentre la sua immagine veniva di tanto in tanto alterata dalle leggere increspature del lago. Il vento accarezzava i lunghi capelli, mentre i raggi del Sole sulle acque generavano bagliori che si riflettevano nei suoi occhi, liberando gli infiniti colori che quello sguardo era capace di suscitare in chi si fermava a guardarlo. Ad tratto un’altra figura affiancò Talia nell’immagine riflessa sulle acque del lago. “Forse non hanno tutti i torti…” disse il cavaliere “… forse non avevo il diritto di tornare ora… forse questa davvero non è più casa mia…”
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24-01-2012, 09.20.46 | #316 |
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Mi persi come in un oblio magico, sognai un bosco magico, incantanto, sfiorata dal vento, l'alba accompagnò il mio risveglio. Mi alzai e vidi vicino a me Daniel e Elisabeth che dormivano sereni. Ad un tratto un fruscio di vesti sull'erba e mi apparve una bellissima dama, sembrava apparisse dal nulla...."Mi vuoi bene Altea?" deglutii... Rykeira pensai. "Ma chi sei tui" le chiesi...chi sei. Se tu hai un animo nobile, certo che ti voglio bene, ma non ti conosco."
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
24-01-2012, 11.23.56 | #317 | |
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Silenzio...
Il vento sfiorava le cime degli alberi, giocava tra i rami facendo volare qualche foglia e poi, roteando, scendeva fino a me... accarezzava l’erba e il mio abito leggero, i miei capelli, poi scivolava sul pelo dell’acqua, increspando leggermente la liscia superficie del lago. I miei occhi erano chiusi ma la mia mente, aperta e vigile, ascoltava ogni cosa... i rumori della Natura e quelli della mia anima... respirando lentamente e a ritmo cadenzato, ritrovai in parte la pace perduta... Ad un tratto udii un leggero rumore di passi sull’erba... e lo riconobbi. Si soffermò appena dietro di me, mi parve di percepire la sua esitazione... infine parlò. Citazione:
“Questa è stata sempre casa tua!” risposi “Anche quando sei fuggito via, anche quando l’hai odiata, anche quando l’hai rinnegata, anche quando credevi che non ti importasse niente di questo posto né di nessuno di noi. Questa è stata sempre casa tua e lo sarà sempre! Così come loro saranno sempre i tuoi fratelli... sempre, e per sempre... anche se non avete mai fatto molto per comprendervi a vicenda!” Rimasi per un attimo in silenzio, lasciando che i miei occhi corressero fino alla sponda opposta del lago, che ne scrutassero ogni invisibile anfratto... poi, finalmente, mi voltai a guardare lui... “Sono così felice che tu sia qui!” dissi “Ho pregato ogni notte per te. Pregavo perché tu stessi bene e pregavo perché ti fosse concesso, un giorno, di ritrovare la strada di casa!” Sorrisi.
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** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
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24-01-2012, 12.14.54 | #318 |
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Si dissi sto meglio grazie ora posso alzarmi dissi devo parlare col capitano su una visione che mi venne davanti mentre stavo male e rimasi seduto sul letto
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fabrizio |
24-01-2012, 12.42.16 | #319 |
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Seduta su quel tronco che mi accolse come le piu' devote delle creture....Danil la sua voce era come un sussurro pieno di domande......eravamo tutti sfiniti..." Ti sembra di conoscemi Daniel ?.....ti sei avvicinato a me senza che tu te ne accorgessi....cosa ricordi della tua infanzia ?......hai tutta la notte per ricordare, il tempo in cui il mio volto non ti era presente...raccogli i tuoi ricordi durante il sonno...e io completero' il mio racconto..ora dormiamo, siamo esausti e la bimba mi sembra molto provata....mettiamoci sotto la grande quercia lei si chinera' su di noi per proteggere il nostro sonno......cosi' fu, stavo dormendo accanto a mio figlio, potevo toccare la sua iirequietezza, le domande lo stavano divorando come l'ansia e l'ira, ma quella notte doveva passare, perche' nel mio regno le creature si dovevano riunire...ogni cosa doveva essere fatta con giustizia, niente in quel mondo doveva essere toccato dalla malvagita'.....le ore passarono e il sole fece ritorno tra le tenebre del sonno....mi svegliai e vidi che Altea e Daniel erano in piedi......nell'alzarmi notai che il mio vestito era diverso....era l'abito del mio bosco una stoffa creta lavorando le cortecce intrecciata dalle felci ........fiori sparsi davano il colore del sole al suo tramonto, la mia verga era nella mia mano .....un legno secolare dove i simboli si intrecciavano asseconda degli ordini richiesti, ero tornata a casa e questo mi diede forza........vidi una donna, che parlava con Altea era Rykeira.......una domanda lecita......mi vuoi bene.....mi vuoi bene a prescindere della mia forza e della mia eta'...mi vuoi bene anche se non sono quella che vorresti io fossi...l'Amore incondizionato......." Altea, non c'e' bene e non c'e' male....l'uno puo' esistere senza l'altro......L' Amore non cerca la via della ragione.....Rykeira....voi conoscete le leggi del mio regno...."....
Ultima modifica di elisabeth : 24-01-2012 alle ore 13.06.06. |
24-01-2012, 13.43.16 | #320 |
Cittadino di Camelot
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Guardavo il bosco era diventato silenzioso, e cercai il viso rassicurante di Elisabeth...e....era cambiata, era bellissima...era quel bosco. E captaii le sue parole..come se mi mandasse un segnale.."Mi vuoi bene Altea??... lei è l'amore, ma io non so che cos'è l'Amore, non ho pensato fino ad ora cosa fosse, ma dovevo impararlo." Guardavo Rykeira che mi fissava con occhi imploranti..."si ti voglio bene chiunque tu sia...perchè tu ti sei fidata di me".
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
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