23-04-2017, 00.38.53 | #3241 |
Cittadino di Camelot
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Incredibile lady Clio, non ci sarei mai arrivata!
Lieta di aver passato a voi il testimone del guanto di sfida Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk
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"La passione tinge dei propri colori tutto ciò che tocca" BALTASAR GRACIÁN "Sappi che la Luna è il messaggero degli astri. Essa infatti trasmette le loro virtù da un corpo celeste all'altro" ABU MASAR, "Libri mysteriorum" |
23-04-2017, 06.37.09 | #3242 |
Disattivato
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Sir Guisgard, Lady Gwen, vi ringrazio davvero per i complimenti...
Ma non sapete, mia cara, che ho combattuto in vostro onore? |
24-04-2017, 17.28.46 | #3243 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Questo frammento è tratto dal racconto biografico che ci narra la vita di Ordifren, dai suoi studi in Seminario fino al suo ingresso nella misteriosa Uaarania.
La scena qui descritta è presa dal suo ritorno a casa, nel paese natio, quando incontra colei che la tradizione ci dice essere la sua amata. Il Sole filtrava attraverso i frondosi rami dei sicomori, delle betulle e dei faggi, con le nuvole di un bianco cangiante che si stagliavano contro le alte e frastagliate montagne in lontananza, oltre le quali si apriva un orizzonte blu e sterminato. Ordifren pigramente se ne stava all'ombra di un albero, con il vento fresco che accarezzava i suoi lunghi capelli appena argentati. Forse fu il suo profumo, forse i suoi passi che calpestavano l'erba, o magari la sensazione di riaprire gli occhi e voltarsi senza una ragione precisa, ma un attimo dopo lui si accorse di lei. Era una ragazza esile ma ben fatta, forse appena più alta della media, pallida, dagli occhi chiari ed i capelli luminosi come il grano a Mezzogiorno. Camminava quasi indifferente strappando di tanto in tanto qualche foglia dai rami sotto i quali passava. Guardava verso i monti, o forse anche più lontano, ricordando con la sua espressione quelle celestiali Madonne di Raffaello che fissano un punto indistinto, astratto, fuori dal piano visivo del ritratto in cui splendevano. Nel suo sguardo c'era come un'inquietudine, un'ansia, un'insoddisfazione che la rendeva più bella e terrena di qualsiasi altra donna lui avesse mai visto. I suoi occhi grigi parvero illuminarsi e ricordò in quel momento le parole che nel sogno della notte prima Mefistofele gli aveva rivolto, riguardo proprio ad una bellissima creatura sbocciata in un giardino destinato a sepolture sconsacrate. Ordifren restò a fissarla per un lungo istante, senza rivelare mai la sua presenza. Fu infatti lei, ad un certo punto, ad accorgersi di lui. Ed anche lei, come le altre, fu colpita dal suo fascino enigmatico e da quei suoi occhi grigi e screziati di pagana bellezza. "Un monsignore" disse lei riconoscendo i falsi abiti che lui indossava "dovrebbe palesare la sua presenza, affinché nessuno giunga a distoglierlo dalle sue orazioni." "E perché mai?" Chiese lui. "Perdonate se vi ho importunato, padre... vi lascio subito tranquillo..." "In verità non pregavo affatto." "Eppure eravate assorto..." "Lo so." "Meditavate allora..." "In un certo senso." "Ecco, vi ho distolto dai vostri pensieri..." mormorò lei "... immagino sia peccato, visto saranno stati di certo pensieri Sacri, essendo voi un chierico..." "Lo erano." Lui. "Vi domando ancora perdono..." lei come a voler andare via. "Perché riguardavano te..." Lei restò sorpresa a quelle parole. "Ti ho già veduta a passeggiare qui..." "Quando?" Fissandolo lei. "Vengo di rado qui e solo quando non c'è nessuno... e poi credo voi siate giunto da poco qui..." "Ti ho vista spesso..." richiudendo gli occhi lui e posando di nuovo il capo contro il tronco dell'albero "... forse in sogno... o forse era solo il tuo fantasma che mi chiamava... come fa ogni notte..." "Siete uno strano chierico voi..." "E tu stranamente infelice..." replicò lui, notando la fede d'oro al dito della giovane. "Infelice?" Ripeté lei. "Non lo sei?" "Vi sembro infelice?" "Molto più che infelice... mi sembri insoddisfatta..." "Credo di dover andare ora... buon pomeriggio, padre..." "Non aspettavi il nuovo parroco?" "Si..." "Per confessarti, vero?" "Come fate a saperlo?" Chiese lei. "Vieni, così ascolterò i tuoi peccati..." alzandosi lui. Lei allora lo seguì senza dire nulla. Arrivarono così dove sorgeva una Cappellina e qui si fermarono all'ombra di una robusta quercia. "Da piccola venivo spesso qui a giocare..." guardando la Cappellina lei "... immaginavo che questa cappellina fosse un castello ed io una principessa..." accarezzando una pietra con delle parole incise "... questo indovinello scolpito nella pietra mi ha sempre affascinata... nessuno in paese è mai riuscito a risolverlo... si racconta che ad inciderlo sia stato il diavolo in persona..." sorrise "... io invece ho sempre creduto che un giorno sarebbe giunto un cavaliere, lo avrebbe risolto e si sarebbe innamorato di me... sono sciocca, vero?" Voltandosi verso il falso chierico. "Chissà..." fece lui "... magari questo enigma è davvero il pegno per il tuo cuore..." "Perdonatemi, padre..." mestamente lei "... ho peccato..." "Non può esserci peccato in una creatura bella come te..." "Invece si..." sedendosi sull'erba lei "... io... io sto perdendo la Fede in Dio..." Lui allora le si avvicinò. "Prima davvero pensavo a te..." disse "... a cosa dire, quali parole rubare a questo luogo, al l'ispirazione di questo momento per strappare dai tuoi occhi la tristezza..." "E le avete trovate?" "Un poeta una volta disse" porgendole la mano lui "che una dichiarazione d'amore è come una formula magica... ha il potere di rapire, ammaliare, far sognare... e chi sogna non può essere infelice..." "Chi siete voi?" Prendendo la sua mano lei. "Sono quel cavaliere..." rispose lui, per poi leggere ad alta voce le parole incise sulla pietra. Parole che così recitavano: "In attesa dunque dell'operazione i parenti fanno conto con attenzione. Ciascuno poi si porta dietro la sua croce e tutti attendono si dica il risultato ad alta voce." Ordifren risolse l'arcano e lei volle ricompensarlo con un bacio. E voi dame e cavalieri di Camelot, sapete risolvere questo enigma?
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO |
24-04-2017, 17.30.42 | #3244 |
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Il Santo Rosario...
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"Amore non è amore se muta quando scopre un mutamento o tende a svanire quando l'altro s'allontana [...] Se questo è errore e mi sarà provato, io non ho mai scritto, e nessuno ha mai amato." |
24-04-2017, 17.36.58 | #3245 |
Cittadino di Camelot
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Io provo con "tesi".
Mi avete stupita milord..non immaginavo Ordifren potesse essere romantico e innamorarsi, davvero un racconto ammaliante.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
24-04-2017, 17.39.17 | #3246 |
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Santo Rosario, lady Gaynor?
Eh... forse dovrebbe recitarne un bel pò di Santi Misteri, il nostro Ordifren... ma ahimè, non è la soluzione a questo arcano... Tesi, lady Altea? Purtroppo non è neanche questa quella giusta Quanto al nostro malvagio Ordifren, che dire? Dalla sua ha il fascino della seduzione del male...
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24-04-2017, 17.41.12 | #3247 |
Cittadino di Camelot
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Il Diavolo sa ammaliare vero Sir Guisgard?
Provo con "Battesimo"
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24-04-2017, 17.42.18 | #3248 |
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Dal sacro al profano... Tombola 😀
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24-04-2017, 17.42.25 | #3249 |
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Sì, davvero un racconto inaspettato.
La seduzione del male, voi dite? Chissà Tenterò con una risposta forse sciocca "tombola" |
24-04-2017, 17.43.41 | #3250 |
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Oh perdonate milady, abbiamo risposto in contemporanea e non avevo visto.
Naturalmente vi lascio la risposta, scusate. |