28-09-2010, 11.33.04 | #331 |
Cittadino di Camelot
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Messere non riesco a vedere un lieto fine a meno che non si voglia un po' barare... se ho ben capito si possono salvare due persone... quindi metterei sul cavallo la Dama ed il Maestro... per quanto riguarda l'amico non è detto che sia una persona... potrebbe essere un animale come un cane, un volatile od un cavallo su cui far salire il cavaliere stesso... come vi dicevo è un po' forzato...
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Io non sarò mai nessuno, ma nessuno sarà mai come me.-- Jim Morrison |
28-09-2010, 20.23.09 | #332 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Milady, credetemi, la soluzione finale è quanto di più semplice e luminoso ci sia (ah, l'amico del cavaliere è una persona!)
Lady Talia era vicina alla soluzione, ma non fidandosi del finale che lei stessa aveva raccontato ha deciso poi ti ripensarci Avanti, dame e cavalieri, il vero valore cavalleresco è intriso in noi tutti qui su Camelot e non sarà difficile da riconoscere in questo quesito
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO |
28-09-2010, 22.07.26 | #333 |
Dama
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Se fossi il cavaliere...sceglierei di tenere con me la bella dama e far partire il mio maestro e l'amico di tanti giorni felici....tutto questo in quanto conscio che nell'attesa che il mio maestro e il mio amico, cerchino aiuto per liberare me e la dama...Dama che diverrà la mia compagna ed insieme allieteremo le giornate in prospettiva di essere liberati
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29-09-2010, 01.51.49 | #334 |
Cittadino di Camelot
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Beh, direi che l'ipotesi di Sibilla era molto suggestiva! Sarebbe stato un autentico coup de theatre se alla fine si fosse scoperto che l'amico del cavaliere era, in realtà, un altro cavallo con cui il cavaliere stesso poteva fuggire!!
E tuttavia, dopo averci pensato e ripensato, anche io ero giunta ad una soluzione simile a quella appena proposta da lady Llamrei: il cavaliere e la sua amata resterebbero così al castello... ma che dolce prigione diverrebbe, a quel punto, anche il più turrito dei manieri!!
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** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
29-09-2010, 02.37.26 | #335 |
Cittadino di Camelot
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Miei signori, ho letto con molto interesse il quesito posto dal nostro caro sir Guisgard e l'animata e viva discussione che ne è derivata...
... l'idea che io ne ho derivata è forse parecchio bizzarra, ma ugualmente la sottoporrò a voi e al vostro giudizio. Ritengo che il cavaliere non abbia in verità nessuna pena da affrontare in questa scelta... Cos'è per prima cosa la dama per il suo cavaliere? In un primo momento egli la guarda di lontano e desidera meritare il suo affetto. Per questo ella gli sarà da guida, gli insegnerà la misura e la pratica del valore cavalleresco e degli ideali cortesi Quando egli avrà iniziato il suo percorso verso la perfezione, dedicandolo a lei, ella gli concederà la sua attenzione e la sua devozione, seppure sul piano spirituale, e così una soave amicizia li legherà Quando alfine il cavaliere avrà concluso il suo percorso di virtù, ella lo ripagherà corrispondendogli in un'amore totale, che duri tutta la vita. Per questo, mio caro Guisgard, oso rispondervi che non v'è alcuna scelta da operare, perchè i tre, in realtà, non sono che uno solo... e il cavallo del nostro cavaliere potrà così agevolmente portare tutti in salvo
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"E tu, Morrigan, strega da battaglia, cosa sai fare?" "Rimarrò ben salda. Inseguirò qualsiasi cosa io veda. Distruggerò coloro su cui avrò poggiato gli occhi!" |
29-09-2010, 03.32.20 | #336 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Eh, mie sublimi, dame, ancora una volta avete dato sfoggio delle vostre virtù
Questo enigma è basato sulla capacità ed il valore di chi risponde. La scelta, la preferenza, quando è in ballo il destino, assumono sempre un'immagine particolare. Allora entrano in scena i nostri valori, i nostri ideali ed i nostri desideri. La risposta dataci da lady Talia (sebbene messa in dubbio da un velato senso di "cinismo" ) e madonna Llamrei è degna di un gran cavaliere. Il valore cavalleresco mette in salvo il maestro e l'amico e il premio di messer Amore non tarda a venire. La risposta invece di lady Morrigan entra in un simbolismo di chiara fattura cortese. Il viaggio, l'incontro e le figure nel castello hanno l'aspetto di immagini che si confondono fino ad assumere un'unica identità, che come scopo ha saputo elevare il cavaliere ad un livello superiore. E, ovviamente, l'amore è il degno premio a tutto questo, come nel più chiaro e tradizionale ideale cortese. Che dire dunque? Quale fra le due risposte è degna di essere premiata dal più alto valore cavalleresco? Eh, miei diletti cittadini di Camelot... E' come leggere un libro o guardare un ritratto. Sotto le parole o i colori si cela un qualcosa di diverso, di personale. E' come un viaggio nella visione della realtà dell'autore. E la realtà ha molti volti. Forse, proprio come il quesito che ci è stato posto da quel nobile longobardo
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10-01-2011, 05.07.28 | #337 |
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Accadde un giorno che la nostra nave dovette fare sosta sull’isola di Santorini.
E qui, riconosciuti i nostri nobili vessilli, ci accolse l’Arconte Solione, signore dell’isola e sommo dignitario dell’imperatore di Costantinopoli. Il nobile generale bizantino organizzò, in nostro onore, un ricco ricevimento al quale prese parte tutta l’aristocrazia dell’isola. Ci furono canti, balli e agoni poetici per deliziare la corte ed i suoi prestigiosi ospiti. E durante il banchetto si finì a discutere sui valori che distinguevano i latini, come venivamo chiamati noi Cristiani Cattolici da queste parti, dagli ortodossi greci. Solione, uomo di vivace ingegno e buonsenso, allora volle mettere alla prova la nostra conoscenza proprio su quelle regole e quei dogmi che differenziavano i Cristiani d’Occidente da quelli d’Oriente. L’Arconte fece chiamare così tre suoi sommi teologi, spiegando però a noi, prima che quegli studiosi comparissero al cospetto della corte, che uno dei tre probabilmente non era degno della fama che accompagnava il suo nome. “Ora porrò” disse Solitone “una semplice domanda a ciascuno e da questa voi dovrete capire chi fra i tre teologi non è vero conoscitore della sacra disciplina che studia.” Giunsero allora i tre e l’Arconte, come detto, pose loro la seguente domanda: “Citatemi qualcuno degli illustri personaggi riportati dai Santi Vangeli che resero testimonianza della grandezza di Nostro Signore Gesù Cristo.” Primo Teologo: “Mio signore, come racconta Matteo, i primi e più rinomati che omaggiarono Nostro Signore furono senza dubbio i Santi Re Magi giunti dall’Oriente. Essi, profondi conoscitori degli astri, lessero proprio nelle stelle l’avvento del Re dei Re.” Secondo Teologo: “Molti grandi, potente Arconte, portarono testimonianza al nostro Redentore, ma fra tutti fu senza dubbio Giovanni il Battista che ne riconobbe in pieno, non solo l’arrivo, ma anche il Suo Divino Ministero. Non a caso proprio Cristo evidenzia la grandezza ai Suoi discepoli del figlio di Zaccaria e di Elisabetta.” Terzo Teologo: “Fedele vassallo del mio imperatore, risponderò a quanto mi viene chiesto citando un uomo che fu santo in maniera assoluta, non solo per la sua Fede e per quanto fece dopo la morte di Cristo, ma anche per aver custodito il Sacro Calice che Nostro Signore utilizzò nella Sua ultima Santa Cena. E tale Santo, come tutti avranno già inteso, è San Giuseppe d’Arimatea.” I tre teologi, date le loro risposte, salutarono con un inchino il loro signore e l’intera corte. Solione allora si rivolse a noi cavalieri Cattolici: “Ecco, valorosi guerrieri della Croce, avete udito quanto detto dai miei sommi studiosi. Cosa traete dunque dalle loro risposte?” E noi cavalieri, dopo esserci consultati, smascherammo tra i tre il cattivo teologo, ricevendo le lodi e gli omaggi dello stesso Arconte Solione. E voi, nobili abitanti di Camelot, sapreste riconoscere fra i tre il teologo indegno della propria fama, specificandone anche il motivo?
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO Ultima modifica di Guisgard : 10-01-2011 alle ore 06.21.19. |
10-01-2011, 10.39.19 | #338 |
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Provo ad azzardare...
La figura di Giuseppe di Arimatea come custode del Graal non compare nei Vangeli, nemmeno in quelli apocrifi come il Vangelo di Nicodemo in cui ha un ruolo importante. La sua leggenda iniziò a diffondersi con l'opera di Robert de Boron e quindi è possibile che fosse conosciuta a Costantinopoli, ma la domanda si riferisce ai Vangeli, non ad un'opera di fantasia, perciò la risposta non è degna di un teologo.
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10-01-2011, 11.37.20 | #339 |
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Sono tutt'altro che un esperta in materia... tuttavia, la risposta data da Saki è pressappoco quella che anche io avevo pensato. In effetti, se ben ricordo, in nessuno dei Vangeli si parla affatto del Santo Graal...
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10-01-2011, 21.47.08 | #340 | |
Cittadino di Camelot
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Allora, non vorrei trovarmi in disaccordo con Sir Guisgard nel caso in cui la mia non fosse la risposta giusta, ma a quanto ne so io Giovanni Battista non fu strenuamente convinto della messianicità di Cristo. E' testimoniato che egli preannunciò il suo arrivo e che, battezzandolo, riconobbe in lui "l'agnello di Dio", ma è altrettanto testimoniato che in seguito egli nutrì dei dubbi, tant'è vero che inviò dei seguaci a chiedergli se fosse veramente lui il Messia. Tra l'altro, nonostante avesse udito la voce di Dio che gli diceva come Gesù fosse il suo figlio prediletto, egli non abbandonò mai la predicazione della Torah in favore della parola di Gesù. Infatti, il Battista continuò a predicare con i suoi propri discepoli, piuttosto che lasciare tutto e unirsi a quelli di Cristo. Per questo motivo, lo stesso Gesù parla di lui in questo modo: "In verità vi dico: tra i nati di donna non è sorto uno più grande di Giovanni il Battista; tuttavia il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui." (Mt. 11,11)
Citazione:
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"Amore non è amore se muta quando scopre un mutamento o tende a svanire quando l'altro s'allontana [...] Se questo è errore e mi sarà provato, io non ho mai scritto, e nessuno ha mai amato." Ultima modifica di Lady Gaynor : 10-01-2011 alle ore 21.53.18. |
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