15-04-2011, 02.19.01 | #331 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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“Milady… io non sono cresciuto in queste terre…” disse Guisgard continuando a spalmare la confettura sulla focaccia calda “… e non credo di potervi essere utile… forse dovreste chiedere a qualcuno dei cavalieri al servizio del duca… io neanche il nome del traditore Cimarow conoscevo!”
Si voltò verso la porta ad osservare per un momento i cavalieri che correvano da August. “Io sono un forestiero qui…” aggiunse “… in cerca di un po’ di fortuna… ed ora che ci penso devo ancora guadagnarmi un buon cavallo! Forse sarà il caso che mi aggiunga ai volontari di sir August? Voi che dite?”
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15-04-2011, 02.33.31 | #332 |
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Morrigan si passò la mano sulla fronte, e per un attimo sul suo viso si disegnò un'ombra, un'ombra di sconforto.
"So bene che non siete di qui... ma avete viaggiato... vorrei che faceste appello alla vostra memoria... o almeno..." Sollevò le lunghe ciglia, lo guardò dritto negli occhi, come se con quello sguardo avesse voluto comprendere in un attimo tutto di lui. "... promettetemi almeno che mi darete notizie, se mai ve ne giungessero alle orecchie... ormai è più di un anno che vago in questa ricerca... comincio a..." Ma non terminò la frase, e la sua voce si mutò in un sottile sospiro. Scosse il capo, mentre i lunghi capelli le ricadevano sulla spalla, si riscosse e tornò a guardarlo sforzandosi di sorridere di nuovo. "Sì, avete ragione... andiamo da sir August! Se i suoi cavalieri sono tutti perdigiorno come quel Finiwell, temo che avrà un gran bisogno di noi!"
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"E tu, Morrigan, strega da battaglia, cosa sai fare?" "Rimarrò ben salda. Inseguirò qualsiasi cosa io veda. Distruggerò coloro su cui avrò poggiato gli occhi!" Ultima modifica di Morrigan : 15-04-2011 alle ore 03.08.55. |
15-04-2011, 03.07.35 | #333 |
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"Si, milady..." disse Guisgard a Morrigan "... vi do la mia parola."
E finito di mangiare raggiunsero gli altri cavalieri alla caserma. Qui in breve molti cavalieri si radunarono nel cortile. E vi era ad attenderli sir August. “Avanti, mi serve un pugno di volontari… non deludetemi, cavalieri!” Molti si proposero ed alla fine furono scelti Guisgard, Morrigan, Finiwell, Cavaliere25, Sir Roman e sir Carfish. A loro si unì di nuovo Perecourt il guardiacaccia. “Bene, signori…” disse August “… partiremo all’albeggiare.” Ed infatti, all’alba, August ed i suoi volontari partirono per il Gorgo del Lagno, con la speranza di trovare qualche traccia del loro signore.
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15-04-2011, 04.27.32 | #334 |
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Talia era rimasta sola nella biblioteca.
In lei era appena affiorato il ricordo di suo marito e contrastanti sensazioni si erano impossessate del suo cuore. Il bracciale. Non lo aveva più. Forse Icarius davvero non l’aveva scelto. Forse non ne conosceva nemmeno l’esistenza. Forse. Forse era un segno, una volontà di cambiamento. Come a voler mutare qualcosa, quella sensazione di perenne solitudine, di angoscia. “Questo bracciale non ha prezzo…” disse lord Rauger nel metterglielo al polso “… i migliori orafi di Afragogna ci hanno lavorato… è appartenuto a mia moglie…” sorrise e continuò “… sai, le nostre famiglie si odiavano da non so quanto tempo e suo padre si era rifiutato di concedermi la sua mano… allora io le donai questo bracciale, perché lei lo indossasse come segno… una specie di codice noto solo a noi due… lei non poteva parlarmi, né incontrarmi e nemmeno scrivermi… ma quando indossava questo bracciale io sapevo che pensava a me! E tu, nel metterlo, penserai ad Icarius…” Il ricordi di lord Rauger le attraversò per un attimo la mente. In quel momento qualcuno entrò nella sala. “Non mi abituerò mai a questo paesaggio…” disse Matthias “… mi mancano le nostre colline… e poi questo loro pane... bha! Tu come stai?” Chiese. “Avevi detto di volermi mostrare qualcosa… di cosa si tratta?”
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15-04-2011, 06.17.14 | #335 |
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Il Sole penetrava dalle piccole finestre della capanna, disegnando sciami d’orati sui quali sembravano scivolare il canto degli uccelli ed il vibrare delle foglie al vento.
La natura si era destata a quella luminosa e limpida mattinata. E aperti gli occhi, un senso di pace accolse il risveglio dell’uomo senza passato. Un odore di latte caldo e pane appena sfornato insaporiva quell’ambiente. “Buongiorno, mio signore.” Disse Lho, intento a servire quella semplice e profumata colazione. “Che meravigliosa mattinata...” mormorò Icarius. “Come va la ferita?” “Sento solo un lieve bruciore… ma è sopportabile…” “E la testa?” “Non avverto più alcun dolore.” Sorrise Icarius. Fissava Lho con un’espressione serena e sollevata. Gli occhi, resi luminosi da quell’alone d’orato che aveva invaso l’umile capanna, erano accesi di un azzurro tanto trasparente da permettere quasi di vedere fin nel cuore del duca. “Venite allora a mangiare o si fredderà tutto!” Esclamò Lho. “Riuscite a camminare, vero?” “Si, ci riesco.” Rispose sorridendo Icarius. “E ditemi… a cavalcare?” “Come sarebbe?” “I vostri cavalieri vi stanno cercando… non si sono dati per vinti… è ora che torniate a Capomazda, milord.” “A Capomazda?” Ripeté Icarius sorpreso. “Ma io… non so nulla di quel mondo… non saprei nemmeno come comportarmi…” “E’ lì il vostro posto.” Sentenziò Lho. “Siete l’ultimo dei Taddei… ed i grandi spesso non possono scegliere la loro vita.” “Non posso… ho paura… forse non sarò un degno erede della mia stirpe… ma ho paura…” “Anche Ardea ne ebbe.” “Chi è Ardea?” “Un vostro antenato.” Rispose Lho. “Ma la paura non gli impedì di affrontare il suo destino. Ed il vostro è a Capomazda.” “Lho… verrete con me?” Il vecchio guerriero lo fissò. “Sono trent’anni che non metto piede nel palazzo ducale…” “Proteggerete anche me, come faceste sempre con mio zio?” In quel momento, nel guardare gli occhi di Icarius, per un attimo, Lho vide un bagliore. Un bagliore che li attraversava, illuminandoli di una luce non comune. La stessa luce che il vecchio guerriero vedeva anni prima negli occhi di Rauger. Un’ora dopo, mentre August ed i suoi setacciavano il Gorgo in cerca di qualche traccia del loro signore scomparso, videro avvicinarsi due uomini a cavallo. “Chi è la?” Urlò August. “Avanzate e fatevi riconoscere!” “Viva il re!” Esclamò Lho. “E lunga vita a lord Icarius de Taddei!” In quel momento il fedele August riconobbe l’uomo che era accanto a Lho.
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15-04-2011, 15.28.29 | #336 |
Cittadino di Camelot
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Partirono in gran fretta, tra lo scalpitare dei cavalli.
L'aria era tesa, l'ansia palpabile... come quando si parte per una battaglia... o si torna ad annunciare una sconfitta... Morrigan aveva ancora sulle labbra il dolce delle amarene e l'amaro per la risposta di Guisgard, ma decise di non pensarci più e si diede da fare per essere pronta a partire. Lungo il cammino, però, non riuscì ad evitare di guardare quel cavaliere, di tanto in tanto. Lo studiava con discrezione. Quell'uomo, le sue parole, il suo tono, l'avevano turbata profondamente. Talvolta aveva l'impressione che indossasse una maschera, dalla quale a tratti sembrava scivolar fuori una diversa persona, una diversa coscienza. Ripensava alla freddezza che aveva rivelato nel risponderle, a quanto fosse stato conciso, a come avesse accuratamente, in tutto quel tempo, evitato di parlare di sè. Ella gli aveva quasi rivelato il motivo della sua presenza a Capomazda, mentre lui aveva mantenuto, sia con lei che con gli altri, uno stretto risebo sulla propria persona. Eppure mostrava a tratti una natura gioviale e ciarliera, che lo face credere uomo di chiacchiera e compagnia... nasconde qualcosa... c'è qualcosa in lui, nei suoi modi... e fu in quel momento che Morrigan decise di non perderlo d'occhio. Aveva avuto, immediato, l'istinto di rivolgersi a lui e tuttavia qualcosa le diceva che non poteva fidarsi... non ancora, almeno! Sì, non lo avrebbe perso d'occhio, e in un modo o nell'altro avrebbe capito chi era, e soprattutto che cosa ci faceva ancora a Capomazda. Era immersa in quel ragionamento, quando fu costretta a levare gli occhi da Guisgard e a guardare la strada che si apriva dinnanzi a loro. Due uomimi a cavallo procedevano al piccolo trotto nella loro direzione. E uno di questi, nonostante i vestiti fossero meno ricchi e fastosi, era proprio Icarius de Taddei. “Viva il re!” esclamò il vecchio che lo scortava “E lunga vita a lord Icarius de Taddei!” E quella frase spense in ognuno ogni dubbio. Si fermarono a quel saluto, e Morrigan scese da cavallo. Fissò il suo sguardo su Icarius... com'è cambiato! Un attimo dopo si domandò il perchè della sua osservazione. Come poteva, un uomo, cambiare in una sola notte? Eppure c'era una luce diversa nel suo sguardo... forse la familiarità con la morte può cambiare per sempre lo sguardo di un uomo... Morrigan fu conquistata da questo pensiero, e un istante dopo vi si smarrì dentro, completamente e con sempre maggiore sgomento... "Cos'è che chiedi, ragazza? Vuoi conoscere il volto del tuo amore?" "L'amore è per i poeti e per i cantastorie, vecchia... dovresti sapere, alla tua età, che l'amore non è per le donne!" La vecchia sorrise e sembrò ignorare il tono sguarbato di Morrigan. "Parli così per una vecchia ferita..." si limitò a mormorare, con la sua voce piena di saggezza. Morrigan scosse il capo, infastidita. "Sono qui per il futuro, strega, non per il passato... sono qui per sapere se la mia ricerca avrà un esito positivo... non chiedo nient'altro!" Disse questo, e lasciò cadere sul tavolo un taddeo d'oro, il salatissimo prezzo con cui voleva pagare la verità. La vecchia non diede nemmeno uno sguardo alla moneta. Al contrario afferrò la mano di Morrigan e la tirò verso di sè. Cominciò ad accarezzarne le linee, tenendola stretta, mentre il suo sguardo, prima fisso e brillante, si velava sempre più. Morrigan la guardava stupita. L'incenso che bruciava e si levava in riccioli scuri le faceva girare la testa, mentre l'anziana donna sembrava librarsi in spirito insieme a quelle essenza profumante. "Quando sotto la torre si è installata la luna un reo ha toccato le bianche scogliere di bruma. Le stelle si perderanno un giro intero senza che tu possa lasciare il tuo destriero, e quando chi era morto tornerà in vita l'aquila s'involerà nell'ultima salita. Ma i cuori degli uomini possono mutare e ciò che non desideri potresti lì trovare..." La donna tacque di colpo e Morrigan trattenne il respiro. Nel fondo della vecchia casupola, una candela si spense di colpo e Samsagra, d'improvviso, gettò un grido. Morrigan sobbalzò sconvolta. Era la prima volta. La prima volta che sentiva la voce di Samsagra. La prima volta che non doveva soltanto immaginarla attraverso i racconti di Morven. Si era anzata di colpo ed era fuggita via, senza guardarsi indietro. Guardava Icarius, e i suoi occhi erano persi, la sua mente naufragata... non aveva più pensato a quella notte. Non aveva mai voluto dare un senso a quelle parole. Le sembrava che quella profezia non avesse alcun senso, mentre adesso, di colpo, i pezzi cominciavano a comporsi... "...quando chi era morto tornerà in vita l'aquila s'involerà nell'ultima salita..." mormorò piano.
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"E tu, Morrigan, strega da battaglia, cosa sai fare?" "Rimarrò ben salda. Inseguirò qualsiasi cosa io veda. Distruggerò coloro su cui avrò poggiato gli occhi!" |
15-04-2011, 16.11.30 | #337 | |
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Quel ricordo attraversò la mia mente in un baleno... quel bracciale... le parole di lord Rauger... e tu, nel metterlo, penserai ad Icarius, aveva detto... già... non lo avevo più tolto dal polso da quel giorno... chissà poi perché, pensai... ma forse lo sapevo il perché, lo sapevo bene!
Sospirai... Avevo ancora in mano la pietra che mi aveva dato l’Incantatrice... la studiai per un istante e poi me la legai al polso, all’altro polso... Strane sensazioni mi invadevano e sembravano quasi sballottare la mia anima qua e là... inconsciamente le mie dita si strinsero intorno al medaglione che portavo sempre al collo, ci giocherellarono per qualche istante, poi fecero scattare il meccanismo e i miei occhi incontrarono di nuovo l’immagine che vi era nascosta all’interno: quel volto, quegli occhi cristallini, quel sorriso spavaldo... ‘Chissà dove sei...’ mi sorpresi a pensare. ‘Chissà a cosa stai pensando...’ Citazione:
Sapevo di avere ancora gli occhi lucidi e vagamente arrossati, così in fretta distolsi lo sguardo e lo puntai di nuovo fuori, stringendo al contempo il medaglione che si richiuse con un piccolo scatto. “Mi mancano molto le colline di Sygma!” dissi “I loro colori caldi, le mille sfumature e quel loro tipico profumo che ti raggiungeva anche in cima alla torre più alta nelle giornate d’estate... Qui è tutto diverso! Qui tutto è... verde! Mi sono sentita quasi oppressa da tutto questo verde, qualche volta! Ci sono stati giorni nei quali avrei soltanto voluto saltare in sella al primo cavallo e fuggire via... via da Capomazda, via da questo palazzo... avrei voluto galoppare fino a Sygma e rivedere l’ocra delle colline e le foreste che non sono semplicemente verdi!” Sospirai, poi ripresi... “Ti sembra possibile? Ho desiderato tanto fuggire via, e adesso che mi basterebbe nascondermi dietro l’ordine di mio padre per partire... beh, adesso non voglio più!” Feci una breve pausa nella quale i miei occhi continuarono a studiare l’orizzonte lontano, poi sorrisi... “Ma è sbagliato ciò che dici, la verità è che anche questo posto ha una sua bellezza speciale! Qui il sole è luminoso come in pochi altri luoghi e il cielo è immenso... e, sai... nelle giornate d’estate, in cui l’aria è tersa e limpida, da questa finestra si vedono le montagne lontane e le loro vette sembrano quasi fluttuare sopra un mare di nubi candide... E’ uno spettacolo magico, forse il più bello che abbia mai visto!” Restammo per un po’ in silenzio, uno vicino all’altra, osservando il paesaggio. Infine sospirai e qualcosa parve riscuotermi dai più profondi pensieri... “Ma hai ragione...” gli dissi, allora, con un sorriso vagamente compiaciuto “C’è qualcosa che devi vedere... Vieni!” Sfiorai la sua manica, invitandolo a seguirmi... uscimmo dalla stanza e prendemmo, quasi di corsa, la scala che portava ai piani inferiori... Matthias mi lanciava strane occhiate curiose, ma mi conosceva troppo bene per non sapere che sarebbe stato inutile chiedere... Raggiungemmo il giardino così e qui mi fermai. “Allora...” dissi, con un tono che a sento celava l’emozione “Sei pronto?” Percorremmo ancora un breve tratto, finché ci trovammo di fronte una vecchia costruzione di mattoni e di fronte ad essa c’era una fontana piena d’acqua nella quale, allegro, stava sguazzando il draghetto. “Matthias...” dissi orgogliosa “Ti presento Kodran, il mio nuovo amico!”
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** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
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15-04-2011, 17.24.30 | #338 |
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Pietrificata. Ero letteralmente pietrificata. Non sapevo cosa fare, ero in collera con quell'uomo, ma da un lato ero anche sollevata perchè almeno non ero lì sola e soprattutto ero contenta di essere ancora viva!
Rimasi immobile e non risposi a nessuna delle sue domande, mi irrigidii tutta quando lui mi prese in braccio ma fu per un istante e non ebbi il tempo di reagire. Si era accorto deltaglio e, senza pensarci un momento aveva alzato le gonne fino al ginocchio per vedere da dove provenisse tutto quel sangue. Gli mollai un sonoro ceffone in pieno viso, forte, deciso e rabbioso mentre con una voce gelida come la morte dicevo: "Non mi toccare mai più! Sono stata al cimitero, ho visto la tomba di mio marito. Io non so chi tu sia, ma so che sei un maledetto approfittatore!"
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"Gli uomini che meglio riescono a stare con le donne sono gli stessi che sanno starci benissimo senza" Baudelaire |
15-04-2011, 18.34.14 | #339 |
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Sorrisi riconoscente al Capitano Monteguard. Non c'era bisogno di aggiungere altro. Prima di montare in sella gli sfiorai il viso e gli lanciai un'occhiata piena di gratitudine: "Buona fortuna anche a voi, Capitano! Che il Cielo vi preservi!".
Mi avvolsi nel mantello nero, da cui spiccava la candida veste e sistemai i veli attorno al viso in modo da proteggermi dalla polvere e dal vento. Pandemonio tese i muscoli, irrequieto e scalpitante... come me non vedeva l'ora di gettarsi nella corsa. Sbuffò. Una frustata lo fece scattare. Pandemonio era un animale incredibilmente veloce e caparbio, perfino orgoglioso e testardo. Strinsi la briglia e mi piegai in avanti, verso il suo possente collo arcuato e sussurrai "Corri, amico mio.." Attraversammo di corsa il cortile, le strade e il ponte levatoio... alle mie spalle il trambusto mi fece indovinare che il piano era ormai scattato e presto mi avrebbero inseguita. Pandemonio imboccò con sicurezza la strada che conduceva fuori dal feudo di Capomazda, come se avesse letto tra i miei pensieri ogni dettaglio. La polvere si sollevava tutto intorno e il sole pomeridiano faceva brillare il crine del mio fedele amico. Pandemonio sembrava avere accettato la sfida e stava correndo come se fosse stato pronto a spiccare un volo. La tensione armoniosa ci aveva fusi in un unico movimento. Alle mie spalle udii rumori di zoccoli in lontananza che battevano il terreno con altrettanta determinazione. Scorsi il crocevia: dopo quello sarei stata in territorio nemico. Gridai per incitare Pandemonio, che pareva deliziato da quella corsa a perdifiato. Immaginai i suoi occhi vellutati accesi dall'eccitazione della corsa e sorrisi... bella coppia di pazzi. Lasciai presto il crocevia alle mie spalle, consapevole del fato che avevo scelto. Con un salto ci trovammo nella boscaglia, al galoppo su un ampio sentiero ben battuto, una lunga curva si apriva davanti ai miei occhi, cosa mi avrebbe aspettato non potevo vederlo giungendo al galoppo, apparentemente la strada curvava dolcemente verso l'ignoto e compresi... il luogo ideale per un'imboscata. E infatti dei rami e dei tronchi bloccavano il cammino. Strinsi le briglie e mi preparai al peggio. Pandemonio, sorpreso dall'ostacolo, tentò disperatamente di fermarsi e si imbizzarrì. Strinsi le cosce contro la sella e puntai i piedi nelle staffe, nel disperato tentativo di rimanere in sella. Poi cambiai idea e mi lasciai cadere... Gridai. Avevo certamente allertato le sentinelle con tutto quel trambusto. Rumori tra gli alberi... guizzi rapidi tra il fogliame... sperai di non sbagliarmi. Dolorosamente mi alzai da terra e cercai di placare i nitriti di Pandemonio, che pareva furibondo e irrequieto. Scostai il mantello e il velo e cercai di risalire in sella, ma il mio astuto amico continuò ad agitarsi e io goffamente dovetti rimanere appiedata. A quel punto allentai il sottopancia con un rapido gesto e fissai lo sguardo nei suoi occhi. Fuggi, pensai. Fuggi e ci rivedremo... non potrei sopportare di vederti prigioniero. Ci rivedremo amico mio. Comprese. Mi degnò di due nervose scrollate di dorso e fuggì nitrendo tra gli alberi. Accadde tutto in un lampo. Il mantello mi cadde di dosso nello scompiglio della fuga di Pandemonio, svelando la mia figura e il pugnale che indossavo alla cintola. Tentai di brandirlo, debolmente. Il velo mi copriva ancora i lineamenti, drappeggiato sul viso e trattenuto dai fermagli. I lunghi capelli mi ricadevano sulle spalle. Feci solo in tempo a gridare "NO!!" e non dovetti neppure impegnarmi troppo a simulare sorpresa. Pregai che i cavalieri al mio inseguimento avessero sentito e avessero già voltato le cavalcature.
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Ama, ragazza, ama follemente... e se ti dicono che è peccato, ama il tuo peccato e sarai innocente. |
15-04-2011, 18.53.45 | #340 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Mentre tornavamo a Capomazda, continuai a discutere con Gervan:
"E' per questo, che penso che sia un lavoro per soli volontari, il rischio è veramente alto... in più, forse sarebbe meglio che i volontari non siano originari della zona, in questo modo si diminuirebbe il rischio di essere scoperti. Se il vostro capitano accetterà di tentare questo folle piano, penso mi offrirò volontario." ... "Nel frattempo portiamo il codice a chi di dovere..."
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"La Morte sorride a tutti... Un uomo non può fare altro che sorriderle di rimando..." Sito Web: http://digilander.libero.it/LoreG27/index.html Libreria on-line: http://www.anobii.com/people/gelo77/ |
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