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Vecchio 24-01-2012, 22.15.08   #331
Guisgard
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
IV Quadro: Vendetta

(Prima di affrontare un combattimento importante, un guerriero della luce si domanda:
“Fino a che punto ho sviluppato la mia abilità?”
Egli sa che le battaglie che ha ingaggiato nel passato gli hanno sempre insegnato qualcosa. Eppure, molti di questi insegnamenti hanno fatto soffrire il guerriero più del necessario. Più di una volta ha perduto li proprio tempo, battendosi per una menzogna. E ha sofferto per uomini che non erano all’altezza del suo amore.
I vincenti non lo ripetono lo stesso errore. Perciò il guerriero rischia il proprio cuore solo per qualcosa di cui valga la pena.)

(Paulo Coelho, “Manuale del guerriero della luce”)



Talia si avvicinò a Guisgard e posò il suo volto sul petto di lui.
I suoi capelli erano profumati ed il suo respiro, che il cavaliere avvertiva sul suo collo, era dolce come la brezza fresca dopo un temporale estivo.
“Perdonami se…” mormorò Guisgard abbracciandola “… se non ero qui… il… il tuo pensiero non mi ha mai abbandonato… mai, neanche per un giorno… il mio cuore era qui con tutti voi…”

“Oggi il maestro andrà in paese…” avvicinandosi a lui Talia “… ed io sono libera, non dovrò fare alcun rituale al Tempio, se t’interessa…”
Lui si voltò a fissarla.
“Vuoi venire con me?” Domandò alla ragazza.
“Dove?” Illuminandosi lei.
“Vieni!” Prendendola per mano e correndo via. “Corro troppo?” Chiese fissandola.
“No, ma attento a non farmi stancare!” Ridendo lei.
Corsero così, come trascinati dal vento, fino a raggiungere una piccola collinetta immersa nel verde.
Guisgard coprì gli occhi di lei.
“Aprili solo quando sarò io a dirtelo, capito?”
Talia annuì divertita.
Lui allora respirò forte.
Si sentiva il padrone del mondo.
La prese per mano e fecero qualche passo.
“Ecco…” sussurrò Guisgard “… aprili…”
Lei fece come le disse lui e subito si mostrò uno scenario da favola davanti a lei.
Dominavano con un colpo d’occhio buona parte del verdeggiante bosco di Suessyon, tra infinite varietà di verde, attraversato da riflessi fatti di mille e più colori e profumi, tanti quanti erano i fiori che crescevano in quelle terre.
L’aria era pulita e profumata.
“Guarda!” Indicò raggiante Talia. “Si vede il Casale!”
Guisgard annuì e fissò il Sole.
“Manca poco...” disse.
“Per cosa?”
“Aspetta e vedrai…”
“Dai, sono curiosa!”
“Ecco…”
Il sole con i suoi raggi arrivò ad investire la lontana vetrata del Casale degli Aceri e subito infiniti riflessi, simili a dardi tinti di ogni colore conosciuto, scoccarono intorno a loro.
“Guisgard…” quasi accecata da quei bagliori Talia “… è… meraviglioso…sembra quasi che si possa… si possa sfiorare la luce e farla nostra…”
“Si…” sorridendo Guisgard, per poi prenderla per mano e farla sdraiare accanto a sé sull’erba profumata con le teste all’insù, mentre attorno ai due giovani continuava quella meravigliosa pioggia d’iride.
“Come hai trovato questo luogo?” Domandò lei.
“E’ forse qui che nasce l’arcobaleno…” rispose lui “… è bastato seguirlo…”
“Parli come se lo conoscessi…”
“Si...” rispose lui “… è bastato seguire questi bagliori… del resto li vedo ogni giorno…”
“Davvero?” Sorpresa lei. “E dove?”
“Quando guardo nei tuoi occhi…”
Lei sorrise, senza dire nulla.
“Sai…” dopo qualche istante lei “… oggi al Casale… ero un po’ malinconica e mi sentivo sola...”
“E ora?”
“Ora no…” sorridendo nuovamente lei “… ora non lo sono più…”

Quel ricordo attraverso in un attimo la mente di Guisgard, quasi cullato dal respiro di Talia.
“Non sei più sola…” disse lui “… sono tornato…”
Poi le sfiorò il volto e la fissò.
“Cosa è successo?” Le chiese. “Talia, cosa è accaduto al maestro?”
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Vecchio 24-01-2012, 22.37.25   #332
Melisendra
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Per tutto il viaggio ero stata docile e silenziosa. Non era la paura a rendermi quieta, ma la mia indole che mi suggeriva di seguire tutti quegli eventi bizzarri, dopo che il Blu mi aveva rifiutato il suo aiuto. Intanto non potevo fare a meno di osservare con curiosità quel nuovo mondo.
La notte non era mai stata tanto oscura e le voci degli uomini tanto vivide. Le loro azioni erano sconcertanti. Dopo essere stata messa sul carro, con quelle scomode corde a trattenermi, avevo spiato quegli uomini e interpretato le loro parole. Dolore? mi domandai Cos'è il dolore?
I miei occhi si posarono sui volti aspri dei miei rapitori e percorsero ogni loro solco; ogni imperfezione e ogni singolo dettaglio provocava in me timore e ammirazione allo stesso tempo.

La porta si richiuse alle mie spalle.
I miei piedi nudi sfioravano la pietra fredda di quel luogo tetro. Perchè farmi una cosa del genere? Che cosa avevo fatto per meritarlo?
Ero rimasta immobile davanti a quella porta di legno grezzo, quasi sperando che si aprisse nuovamente, quando una delle donne presenti mi rivolse la parola.
Mi voltai verso di lei e faticai a comprendere quella lingua bizzarra. Non avevo mai parlato con nessuno. A noi non serviva parlare. Io e le mie sorelle non avevamo bisogno di parole... eravamo così trasparenti e cristalline, perfino le nostre menti erano pure e rapide come l'acqua che ci aveva create. Ma avevo sentito a lungo gli uomini parlare tra loro... marinai, madri, mogli che gridavano al vento la propria preoccupazione, bambini che strillavano sulla spiaggia e talvolta coppie di innamorati che si rincorrevano vicino agli scogli, dove il vento trascinava gli spruzzi d'acqua e ci faceva danzare in allegri mulinelli.
"Catturata..." mormorai con la voce roca. Catturare. I pesci si catturano..., pensai. I marinai li catturavano a largo, dopo aver gettato un'offerta alle acque perchè fossero benevoli. poi capii. "Sì." Mi schiarii la voce. "Oggi."
Cercai di ricordare tutto quello che sapevo sugli usi degli uomini.
"Come..." Guardai la ragazza con disappunto. Non avevo mai avuto un nome. I nomi servono agli uomini per chiamare le cose e farle proprie, per comprenderle e tentare di trattenerle in quelle parole che sono lo specchio del loro mondo. Gli uomini si chiamavano tra loro: si urlavano nomi che dovevano contenere in sè tutta l'essenza della persona a cui erano attribuiti. E noi facevamo eco alle loro grida, cantando dalla scogliera. Erano tremendamente divertenti...
Sfiorai i capelli della fanciulla con le dita. Erano di un colore chiaro e brillante, come raggi di sole che riscaldano il grano. Poi mi ricordai quello che aveva chiesto e le risposi, con voce ancora incerta, ma melodiosa. "Io... non so. Non serve un nome da dove vengo io." Sorrisi.
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Ama, ragazza, ama follemente... e se ti dicono che è peccato, ama il tuo peccato e sarai innocente.
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Vecchio 25-01-2012, 00.02.38   #333
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Altea ha un'aura spettacolareAltea ha un'aura spettacolareAltea ha un'aura spettacolare
Mi sedetti sulle radici dell'albero, Rykeira mi guardava con quegli occhi...erano gli occhi dell'amore, quasi imploranti..basta pensai...non mi vuoi più bene Altea? non mi riconosci più Altea? "Ma cosa vuoi? Nemmeno mi conosci?" Ad un tratto sentii delle voci di uomini urlare i nostri nomi e sentii quelle del maestro, mi sembrava di vivere in un incubo, cosa volevano tutti da me? Volevo solo fermarmi in quel viaggio e ritornarmene a casa col maestro, nella vita di prima fatta di libri...anche di stenti...ma almeno assaporavo la cultura. Presi e scappai "Non mi troverete ora, lady Elisabeth non cercatemi per favore" e mi nascosi dietro un cespuglio di fiori profumati.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe

"Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit.

"I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam)

"La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea

Ultima modifica di Altea : 25-01-2012 alle ore 02.23.11.
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Vecchio 25-01-2012, 02.29.55   #334
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Altea si era nascosta con l’intento di non farsi trovare da Goz e dai suoi uomini.
Ma Rykeira le si avvicinò.
“Non devi nasconderti…” fissandola con un sorriso “… non ha motivo di fuggire… vieni, ritorneremo sul Carrozzone e riprenderemo il nostro viaggio… tu ed io… tu hai protetto me ed ora sarò io a proteggere te…”
Era davvero Rykeira quella donna?
Nel breve volgere di un giorno e di una notte era passata dalla fanciullezza all’età adulta.
Ora era una bellissima donna, ricca di fascino e sensualità.
Appariva sicura di sé e molto determinata.
“Avanti, Altea…” continuò “… torniamo sul Carrozzone e riprendiamo il nostro viaggio… su, dammi la mano… andrà tutto bene…”
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Vecchio 25-01-2012, 02.33.28   #335
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Rykeira venne a cercarmi...la guardai mi tendeva la mano. Mi prometteva di starmi vicino, guardai i suoi occhi chiari e trasparenti fino a mostrare l'anima, mi fidavo di lei e le tesi la mano.
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Vecchio 25-01-2012, 02.59.33   #336
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Rykeira prese la mano di Altea e fissando poi Elisabeth e Daniel fece cenno loro di seguirli.
Si avvicinò, sempre tenendo per mano Altea, al fiume, facendo in modo che Goz e i suoi le vedessero.
“Finalmente vi abbiamo trovato!” Disse Goz. “Perché siete scappata così, milady?” Rivolgendosi ad Altea.
“Non parliamone ora…” intervenne Lainus “… su, torniamo a bordo…” mettendo un mantello sulle spalle di Altea, per proteggerla dall’umidità di quel luogo.
Rykeira allora fece un passo in avanti e tutti la notarono.
“Chi siete?” Domandò Lainus.
“Un’amica…” sussurrò con sensualità la bellissima Rykeira.
Fissò allora Goz, come se volesse penetrare negli occhi di lui.
“E sia…” mormorò il capitano “… non indugiamo oltre… ritorniamo tutti a bordo e riprendiamo il nostro viaggio verso le sorgenti del Calars…”
“E questa donna?” Chiese un marinaio, indicando Rykeira.
“Verrà a bordo con noi.” Rispose Goz.
“Ma non sappiamo niente di lei, capitano…”
“E’ deciso.” Sentenziò Goz. “E ora tutti a bordo. Voglio riprendere subito il viaggio.” E si incamminò verso il Carrozzone.
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Vecchio 25-01-2012, 04.04.26   #337
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La misteriosa ragazza sfiorava e scrutava i capelli della fanciulla che le aveva chiesto il suo nome.
“Non si usano nomi?” Turbata la donna. “Ma da dove vieni? Sei forse una pagana o roba simile?”
Altre tre ragazze si avvicinarono alle due e tutte fissavano incuriosite la misteriosa ragazza catturata sulla spiaggia.
“Dice che non ha un nome…”
“Che sciocchezze… forse è matta…”
“Forse ha perso il senno per lo spavento…”
“Parla a bassa a voce… Paula… sta tremando di paura… non parla più ormai…”
Tutte, allora, fissarono Paula che se ne stava in un angolo a tremare e a fissare il vuoto.
La notte trascorse muta, come un’ombra che attraversa, per un istante, la luce.
L’alba giunse presto.
Forse troppo presto.
E dopo un po’ le porte si aprirono.
Le ragazze furono prese a gruppetti di due o tre per volta e condotte chissà dove.
Fino a quando giunsero a prendere anche la misteriosa ragazza senza nome.
La condussero in una vasta ed affollata sala, sopra una sorta di palco.
Mille occhi furono subito su di lei.
Poi un uomo cominciò a parlare alla platea.
“Signori…” disse “… e ora il pezzo pregiato… guardatela… guardatela bene…” indicando le forme sensuali della misteriosa ragazza “… è una meravigliosa barbara… ignora i nostri costumi e le nostre tradizioni… non conosce neanche la nostra lingua e con ogni probabilità venera qualche antico culto fatto di primitive e istintive ritualità… ma cosa importa se non comprende nessun idioma del mondo civilizzato? Guardatela, signori… sarà il suo corpo a parlare… la pelle morbida e vellutata, i lunghi e voluminosi capelli… avanti, miei signori… chi desidera acquistare questa meravigliosa schiava? Chi è disposto a pagare per godere della sua bellezza e per deciderne il destino? Fate le vostre offerte allora!”
Un attimo dopo si scatenò una furiosa ed agitata asta.
Tutti bramavano quella misteriosa e bellissima ragazza senza nome.
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Vecchio 25-01-2012, 04.32.53   #338
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Chantal seguì Monty, fra mille inquietudini e paure.
E mentre camminavano, l’uomo si fermò all’improvviso.
“E’ grande questa casa…” mormorò, facendo scivolare la fredda lama del suo pugnale sul collo di Chantal “… l’ideale per nascondersi… forse ci fermeremo per un bel po’… sei contenta?” Cominciò ad accarezzarla. “Ho sentito che prima chiedevi di vedere tuo padre… è qui? Posso condurti io da lui… se sarai un po’ gentile con me…”
Un ghigno di lussuria allora sorse sul suo volto.
E con gesto istintivo prese la ragazza, bloccandola poi contro il tronco di un albero del viale.
“Avanti, bella…” con desiderio “… vedrai che ti divertirai anche tu…” e cominciò a strapparle i vestiti.
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Vecchio 25-01-2012, 04.33.16   #339
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Non avevo mai visto così tante persone tutte insieme.
Avevo attraversato quel luogo affollato di gente e mi trovavo in piedi di fronte a tutti loro. Il sole era ormai alto. Intorno a me non c'era traccia del mare o della meravigliosa natura in cui ero sempre stata libera: quello era un luogo abitato dagli uomini.
Cercai di ribellarmi alle mani solerti che mi facevano girare su me stessa e accarezzavano i miei capelli. Guardai l'uomo che si rivolgeva alla folla con aria offesa e mi ribellai quando mi costrinse a mostrare i denti.
"No!" gridai, divincolandomi. "Lasciami andare! Non mi toccare!"
Il mio sguardo andò a un punto lontano dell'orizzonte, ma non vidi nulla che non fosse stato fatto dalla mano dell'uomo. Abbassai gli occhi e mi si strinse il cuore pensando alle mie sorelle e alla perduta libertà.
Intorno a me gli uomini gridavano in modo incomprensibile.
Una folata di vento mi portò il profumo delle onde. Chiusi gli occhi e cercai di allontanarmi da quel caotico mondo. Sentivo le voci trasportate dal vento.
Cantavano. E io cantai con esso. Dapprima piano, flebilmente. Dalle mie labbra sgorgavano le parole di una lingua antica.
Uno strattone mi riportò alla realtà. Con indignazione cercai di liberarmi il polso.
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Vecchio 25-01-2012, 04.50.12   #340
Guisgard
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Cavaliere25 chiese di potersi alzare.
In effetti stava meglio e le forze, pian piano cominciavano a tornargli.
Plautus allora lo accompagnò sul ponte del Carrozzone, per permettergli di parlare col capitano.
Ma sul ponte un marinaio spiegò loro che Goz era sceso a terra in cerca di Altea, Elisabeth e Daniel.
“Appena tornerà, potrete parlare col capitano.” Disse il marinaio.
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