I racconti del Bianco e del nero

[Lady Gwen]

Il dottore si sbilanciò un po'.
"Siamo capitati qui per caso, nel tentativo di tornare al villaggio, essendoci persi, mi creda..." con sarcasmo.
"E dunque, cos'è, se non una voragine?" chiesi curiosa, senza capire quale fosse il punto.

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[Guisgard]

"E' un cratere." Disse Flemig a Gwen.
"Allora è caduto un meteorite su quest'isola!" Esclamò Goz.
"Impossibile, quel cratere è gigantesco" fece Lion "e se fosse stato fatto da un meteorite così grosso il resto del mondo se ne sarebbe accorto..."
"Infatti non è stato fatto da un meteorite." Flemig.

[Lady Gwen]

Cratere.
Dunque, ci era caduto qualcosa, lì...
Ma Flemig sosteneva non trattarsi di un meteorite.
E dunque?
"Non vorrà tirar fuori gli alieni, spero..." con tono sarcastico.
Immaginavo già la faccia di Goz se Flemig avesse confermato questa assurda teoria.

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[Guisgard]

"Si..." disse Goz a quelle parole di Gwen "... si... oh si! Sono gli alieni, vero? Su quest'isola è precipitato un disco volante? E' così, professore? Lo dica! Lo ammetta!"
"Capo, dacci un taglio..." scuotendo la testa Lio.
"In verità" finendo la sua sigretta Flemig "neanche noi sappiamo cosa davvero sia precipitato su quest'isola... è ciò che stiamo cercando di scoprire."

[Lady Gwen]

Oh beh, se nemmeno loro lo sapevano, eravamo pari.
"Dunque, avete costruito il campo attorno al cratere per capire cosa lo avesse provocato? E come avete saputo di tutto ciò?" Chiesi, sempre più curiosa.
Ovviamente, Goz era subito andato fuori di testa, ma il dottore lo aveva subito intercettato, ammettendo di non saperlo nemmeno lui.

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[Destresya]

Era tutto dannatamente strano.
Non che mi sconvolgesse più di tanto, avevo visto diversi posti strani come quello, con misteri da scoprire, ma quello sembrava batterli tutti.
Una grande parete rocciosa sembrava dividere il nostro mondo da uno ancora diverso, che non era più incontaminato ma brulicava di vita, e anche troppa modernità, nonostante la presenza degli indigeni.
Infatti, quello che mi venne incontro sembrava un mercenario in piena regola, come spesso ne assoldano le organizzazioni in frangenti delicati.
"Buongiorno signor Maday!" sorrisi, cordiale, stringendogli la mano.
"Il capitano ha il compito di scortarmi!" misi subito in chiaro, indicando il mio bell'accompagnatore mentre cercavo di nascondere un sorrisetto divertito.
Non volevo assolutamente che ci separassero e mi piaceva tantissimo recitare la parte della povera fanciulla indifesa.

[cavaliere25]

senti degli strani rumori mentre mi sceglievo i frutti da mangiare mmmmm dissi ma sta isola è abitata mi sa che vado a vedere da dove proviene sto rumore e mi incamminai seguendo il rumore

[Guisgard]

"Mesi fa una nave che raccoglieva dati sulle acque di queste latitudini" disse Flemig a Gwen "ha captato un intenso segnale elettromagnetico. I valori erano completamente sballati e le apparecchiature di bordo segnalavano coefficienti mai rivelati prima ad ora, in nessuna parte del mondo. Subito si è compresa che l'epicentro del segnale era quest'isola e fu inviato un gruppo di scienziati ad indagare. Venne così scoperta la voragine. Dal suo fondo infatti giunge quel segnale."
"In quella voragine c'è sicuramente un disco volante di natura extraterrestre!" Esclamò Goz.
Intanto Cavaliere25 decise di seguire quel rumore e sbucando dalla folta vegetazione si ritrovò davanti ad un campo base sterminato, con un edificio che pareva essere una struttura di controllo di quel vasto complesso.

[Lady Gwen]

Ascoltai Flemig con attenzione, mentre parlava di quel segnale captato dalla voragine.
Ma c'era un dubbio che mi assaliva.
"Questo ha a che fare con quella zona che per gli indigeni è inaccessibile?" Chiesi allora, non sapendo se effettivamente potesse, o volesse, confermare la mia ipotesi.
Del resto, ci poteva anche stare, dal momento che era stato piuttosto vago con noi, al villaggio.

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[Guisgard]

Maday guardò Destresya e poi il capitano, come volesse scrutarne l'animo di entrambi.
"Bene, andiamo." Disse annuendo, dopo aver salutato entrambi con una stretta di mano.
Salirono a bordo di una Jeep e partirono, penetrando all'interno di quella folta e sterminata foresta tropicale.
Dopo un lungo tratto di strada, in certi frangenti anche troppo angusto, arrivarono infine davanti alla megalitica fortificazione che sembrava racchiudere il cuore dell'isola, isolandolo dal resto del mondo.
Quella ciclopica costruzione serpeggiava fra la foresta e le alture, antichi volucani ora spenti, che frastagliavano l'isola.
La Jeep risalì su un pendio e sbucò poi presso un barbacane che interrompeva una fortificazione a scarpa sorretta da 2 giganteschi terrapieni.
Da qui arrivarono in cima alla fortificazione e presero a percorrerla.