I racconti del Bianco e del nero

[Guisgard]

"Esatto." Disse Flemig a Gwen. "Per gli indigeni questa zona è sacra. La voragine per loro è dove è discesa una delle loro divinità."
"Tutto torna!" Esclamò Goz. "In quella voragine un alieno è piombato dallo spazio e gli indigeni credono sia un loro dio sceso dal cielo!"

[Destresya]

Strinsi la mano a Maday, con fare sicuro e deciso.
Sostenni il suo sguardo, ero abituata ad avere a che fare con uomini che pensavano di mettermi in soggezione, ma non era proprio facile, anzi.
Quando si voltò per avvicinarsi alla jeep scambiai un'occhiata d'intesa con il capitano, per poi salire in macchina osservando il panorama che cambiava intorno a me.
Quell'isola era davvero incredibile, i suoi paesaggi, così come quelle fortificazioni mastodontiche erano uniche, chi poteva averle costruite? Non certo quei nativi di cui avevamo visto un esemplare poco prima!
Non vedevo l'ora di scoprirne di più.
"Dove stiamo andando, se posso chiedere?" con aria curiosa alla nostra guida.

[Lady Gwen]

Annuii con un mezzo sorriso sarcastico, perchè sapevo che ci avevo preso, fin da quando avevo visto qui Flemig ed ora molte cose si spiegavano
Anche se non nel senso che Goz si aspettava.
"Beh dottore, le assicuro che non vogliamo affatto intralciarla o causarle fastidio, come detto siamo capitati qui per caso, anzi potremmo approfittare di lei per tornare al villaggio."

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[Guisgard]

Maday non rispose a Destresya e la Jeep continuò il suo tragitto.
Cominciarono a discendere tra un muro a scarpa ed una pendenza sottostante, fino a ritrovarsi di nuovo nella folta foresta.
Dopo un altro tratto arrivarono ad un'incredibile campo base costruito intorno ad una grande e misteriosa voragine.

[Guisgard]

"Mi spiace, ma al momento nessuno di voi può lasciare il campo base." Disse Flemig a Gwen.
"Sta dicendo che siamo prigionieri?" Govan.
"No, in quarantena." Flemig a lui. "In realtà lo siamo tutti."

[Lady Gwen]

Sbattei le palpebre un paio di volte, seriamente perplessa.
"Mi scusi, cosa intende? A cosa è dovuto questo periodo di quarantena?" facendo davvero fatica a capirlo.
Sapevo solo che questa cosa si stava parecchio allargando e non andava per niente bene.


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[Guisgard]

Flemig prese una sigaretta dal suo astuccio d'argento, la portò alla bocca e usò un fiammifero per accenderla.
"Non sappiamo cosa abbia provocato quella voragine..." disse poi a Gwen "... il segnale elettromagnetico è sempre intenso... per quel pò che possiamo intuire potrebbe esserci un'esposizione a radiazioni solari multiple in quest'area o un accumulo di ionizzazione... senza dimenticare possibili batteri che l'impatto ha potuto liberare in questa zona..."
"E' chiaro e lo ammetta anche lei, professore!" Goz. "Su quest'isola c'è stato un impatto con qualche veicolo alieno! Magari gli stessi alieni che in passato hanno costruito le piramidi egiziane, quelle in America del Sud, eretto i Moai sull'Isola di Pasqua e disegnato le Linee di Nazca!"
"Dacci un taglio, capo!" Fece Lion.

[Lady Gwen]

Ascoltai le parole di Flemig e poi guardai Elv shockata.
"Quindi, lei mi sta dicendo che resteremo qui fino a chissà quando? È questo che mi sta dicendo?" chiesi, tenendo a freno la tendenza ad una crisi isterica.
Sì, mi sarebbe piaciuto rimanere qui, ma non così, non ora, non a queste condizioni, soprattutto se ero costretta, peraltro in questo luogo assurdo.

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[Guisgard]

"Al momento si." Disse Flemig a Gwen. "Purtroppo è necessario." Fissandola e senza degnasi di rispondere a Goz circa le sue idee sugli alieni. "Vi farò assegnare degli alloggi." Per poi affacciarsi dalla finestra e chiamare Philos.

[Lady Gwen]

Sospirai infastidita al pensiero di restare rinchiusa qui.
Soprattutto, al pensiero di non poter documentare nulla, visto che per Flemig nessuno doveva sapere un accidente, dunque dovevamo restare qui a fare nulla e basta, finché qualcuno non avesse deciso che potevamo allegramente tornare a casa.

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