22-09-2011, 16.31.21 | #341 |
Cittadino di Camelot
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Residenza: Dai boschi nebbiosi
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Mi ritirai nelle mie stanze e chiamai Giselle.
"Devi aiutarmi, cara Giselle... devi farmi diventare proprio come la mamma, quando la aiutavi a prepararsi per le cene politiche di mio padre. Questa sera dovrò essere affascinante come lei, ma anche sottile e volitiva come papà... l'ambasciatore della repubblica di Magnus dovrà capire a prima vista con chi ha a che fare." Dopo aver visionato molti abiti ne indossai uno che racchiudeva in sè tutti i colori della famiglia dei Wendron. Giselle mi acconciò i capelli e li ornò con i preziosi gioielli di mia madre, come tante volte aveva aiutato lei a fare lo stesso. Mi vennero le lacrime agli occhi a quel pensiero. Non avrei permesso a quell'ambasciatore di prendersi ciò che era mio per diritto di sangue. Quel sangue che loro avevano versato. La sfumatura rossa dell'abito mi ricordava le fiamme che avevano avvolto l'ala est del castello di Beauchamps, all'arrivo dei ribelli. Quel fuoco aveva devastato i miei ricordi e fatto crollare tutte le speranze di salvezza di mio padre. Per un attimo mi domandai se l'odio che provavo verso quegli uomini sarebbe mai cessato, ma appena vidi il riflesso dei miei occhi nello specchio mi resi conto che non mi sarei data pace finchè non avessero pagato per quello che avevano fatto alla mia famiglia. Fino a che punto sarei arrivata pur di placarmi? Quella domanda rimase senza risposta. Senza pronunciare una parola mi alzai dal tavolo da toeletta e varcai la porta della mia stanza. Scesi le scale, diretta alla sala dei ricevimenti. In cuor mio pregai per avere la forza di celare i miei propositi di vendetta. Sollevai lo sguardo al cielo, ma ciò che vidi furono solo gli sfarzosi soffitti ricchi di stucchi dorati. Sospirai. Poi sorrisi. Era il momento di conoscere il mio nemico, dunque entrai nella sala.
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Ama, ragazza, ama follemente... e se ti dicono che è peccato, ama il tuo peccato e sarai innocente. |
22-09-2011, 16.51.45 | #342 |
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Arrivai dove da qualche giorno desideravo tornare...gli antichi ruderi del castello erano là...immersi nel silenzio del luogo, come se fossero un altra parte del mondo..dove mai nessun uomo avrebbe mai osato mettervi piede. I resti della vecchia torre erano illuminati dei raggi del sole che a stento riuscivano a penetrarvi... Scesi da Starlight ..alcuni passi a piede e finalmente per la sua gioia un piccolo ruscello...se mi meritava un po di ristoro..devo ammettere di averlo tirato al galoppo un po troppo... legai le sue briglie ad un tronco la accanto e mi addentrai nel vialeto che portava alla vecchia torre. Ad un certo punto come per incanto...udi una dolce musica , provenire da lontano...era un suono a me familiare...un suono che adoravo tanto sin da bambina.. si!!! erano cornamuse...cercai attorno a me chi poteva suonare in quel modo cosi celestiale...ma non scorsi nulla...camminai ancora, lasciandomi trasportare da loro...
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[SIGPIC][/SIGPIC][B][I][SIZE="2"][COLOR="Wheat"] Nessun sole potrebbe risplendere se gli occhi del cuore non ne vedessero la luce.(anonimo)[/COLOR][/SIZE][/I][/B] Ultima modifica di ladyGonzaga : 22-09-2011 alle ore 17.20.50. |
22-09-2011, 16.55.44 | #343 | ||
Cittadino di Camelot
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Non appena entrammo nella taverna il frastuono delle risa e il tintinnio dei bicchieri ci avvolse.
Non c’era che dire, pensai tra me, quello era il luogo ideale se si volevano incontrare persone senza dar troppo nell’occhio o scambiarsi messaggi più o meno segreti... Ci sedemmo ad un tavolo in disparte e io iniziai a scorrere i volti degli avventori... non sapevo perché o in cerca di che cosa, ma avevo la sensazione che quando lo avessi trovato l’avrei capito. Stavo ancora muovendo gli occhi per la sala quando una ragazza, poco aggraziata e dal tono di voce forse un po’ troppo alto, ci raggiunse. Non le prestai molta attenzione, continuando a scrutare ogni singolo volto in quel luogo pur caotico e chiassoso, e lasciai che fosse Renart a vedersela con lei, certa di non far torto a nessuno dei due. Citazione:
Tuttavia, proprio in quell’istante, vidi il locandiere avvicinarsi al nostro tavolo. Tentai di fermare il flusso delle parole di Renart per un paio di volte, ma sempre con scarso successo... Certo, non si poteva davvero dire che la diplomazia fosse il suo punto forte... pur tuttavia, anche se tutt’altro che prudentemente, Renart riuscì a farsi dire qualcosa dall’uomo. Citazione:
“Già, il biglietto parlava di un segnale...” risposi in un sussurro, aggrottando la fronte con aria pensosa “Mentre il locandiere vorrebbe mandarci alle Catacombe... perché? Qual è il legame?” Riflettei ancora per un istante, ma c’era una sola cosa da fare e quell’unica soluzione mi si parò in un secondo davanti agli occhi con assoluta chiarezza... “Dobbiamo dividerci, Renart!” dissi, alzandomi in piedi “E’ l’unico modo per risolvere la questione!” Aggirai il tavolo e lo raggiunsi... “Faremo così...” dissi, chinandomi appena e parlando vicinissima al suo orecchio “Tu resterai qui per vedere se accade qualcosa. Tieni gli occhi aperti e la bocca chiusa, mi raccomando... e cerca di non metterti nei guai! Quanto a me, farò una passeggiata al chiaro di luna... il giorno che siamo arrivati ho notato delle rovine sulla collina appena fuori città... forse non è niente, ma tanto vale andare a dare un’occhiata! Ci vediamo tra qualche ora, sulla via che porta al carrozzone, va bene?” Gli sorrisi un momento poi gli posai un leggero bacio sulla guancia: “Sta attento... e vedi di non tardare all’appuntamento: non ti conviene farmi aspettare!” Poi mi rialzai e mi avviai verso l’uscita.
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** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
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22-09-2011, 20.41.24 | #344 |
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Mi sentivo spettatrice di uno spettacolo di cui non avevo pagato il biglietto, ero partita per una missione ben precisa e mi si stava rivoltando il mondo contro...Ginestrini, Pomerini...ma chi diavolo erano......Seguii tutti movimenti, il locandiere...Monsieur e tutti quelli che ci stavano attorno, segretezza tutto in grande segretezza........sapevo cosa significava non portare fuori cio' che si diceva all'interno.....ma i luoghi erano diversi.....attesi che il locandiere ritornasse al suo " Normale" lavoro...." Monsieur, scusate se mi intrometto, giusto per sapere, ma voi...vi rendete conto che dovremmo passare un luogo sacro ai morti, per arrivare ad avere un cavallo. E' vero che bisogna avere paura dei vivi......ma mi hanno insegnato a non disturbare i morti per il gusto di farlo......" Il punto era che mentre cercavo di fargli capire cosa mi passava nella mente mi sentii trascinata fuori dalla locanda, non si accorgeva che il mio braccio era in suo possesso e nel seguirlo stavo urtando tutti quelli a cui passavo vicino. " Ma che cosa vi ha preso....avete il demonio alle calcagna ?...ascoltate bene, non so che posto sia il luogo delle catacombe, non so chi incontreremo.....non so cosa mi accadra' ........ ma per l'amor di Dio..volete dirmi che succede ?...."........Sapevo perfettamente cosa fossero le catacombe, la notte per imparare a dominare le paure e a vivere nel silenzio, venivamo mandate da sole dai nostri maestri in alcuni luoghi vicino al nostro villaggio...i primi tempi era un incubo.......poi piano paino si incominciavamo a dialogare con le anime trapassate, a sentirne l'energia......Sapevo perfettamente cosa lo aspettava....
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22-09-2011, 20.48.17 | #345 |
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Fissai quell'uomo.. Era triste.. Dissi:
<<Vieni Marco andiamo alla vecchia torre dello zio magari adesso è libera.. Se volete venire anche voi così potrete narrarci la vostra storia..>> Presi il Cavallo di Sir Guisgard dove salimmo tutti e tre.. Ci lanciammo al Galoppo verso la vecchia torre di mio zio.. Arrivati scesi e la vidi.. Era rimasta uguale.. Delle cornamuse suonavano da qualche parte.. Mi avvicinai alla porta della torre e cercai di aprirla.. Era chiusa.. Misi la mano in tasca e presi una piccola chiave.. Marco mi guardava con sguardo interrogativo.. <<Tenni una copia della chiave quando ce ne andammo ma non l'avevo mai usata prima d'ora..>> Infilai la chiave! Si! La serratura era rimasta invariata.. Entrai.. Dentro era rimasto tutto identico a quando ce ne eravamo andati.. Le lacrime mi salirono agli occhi.. Mi avvicinai a un letto e mi stesi sopra..
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"And all i want is the taste that your lips allow, my my my , Give me love" |
23-09-2011, 00.23.50 | #346 |
Cittadino di Camelot
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Sentii abbracciarmi i fianchi e udii le parole folli di Lyo, certo non potevo negare in quel momento altrimenti il nobile signore avrebbe vendicato la presa in giro di Lyo, il quale ancora non aveva capito che la sua arroganza non l'avrebbe portato molto lontano. Mi staccai in modo brusco da Lyo, lanciando verso di lui una occhiata molto eloquente e con un inchino mi presentai "I miei omaggi milord, sono milady Altea Costance O' Kenninghton, sono approdata da poco in queste lande dalla lontana Irlanda. Vi porgiamo le nostre scuse se abbiamo osato entrare nelle vostre terre ma stavo cercando un vecchio capanno che vidi settimane fa, e che misteriosamente è scomparso. Cosi voi conoscete Lord Tudor? Io non ho avuto il piacere di fare la sua conoscenza ma Lyo me ne raccontò". Poi a bassa voce bisbigliai a Lyo "vi prometto ve la farò pagare, in qualche modo per aver detto una grossa bugia, ora dobbiamo fingere di essere sposi o il messere qui di fronte ci getta nel buio delle prigioni"
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
23-09-2011, 01.48.31 | #347 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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La verde campagna inglese.
Il crepuscolo la rendeva ancor più luminosa, mentre in lontananza le colline cominciavano ad accendersi in quei vecchi borghi addormentati ed adagiati lungo i loro pendii. La torre incantata osservava quel mondo che pareva mutare con l’imbrunire, come se creature fiabesche e favolose si destassero con la sera. Ad un tratto quel suono. Una cornamusa scozzese riempì la malinconica e sognante aria della sera con la sua melodia. Gonzaga allora si accorse di una figura che si avvicinava. I capelli tra il castano ed il rosso, la barba curata, il viso disteso e gli occhi socchiusi come se quella melodia racchiudesse chissà quali immagini. “I miei omaggi, milady…” disse Hagus una volta raggiunta Gonzaga “… anche voi qui, lasciandovi rapire dalla magia di questo posto?” Le sorrise dopo un cortese inchino. “Anche io vengo talvolta qui… ci venivo già da piccolo, con i miei fratelli… sapete, i miei genitori decisero di sposarsi qui, nella vecchia cappella di questa torre diroccata… mia madre espresse questo desiderio… era romanticamente innamorata dei romanzi cortesi e cavallereschi… sognava l’Amor Cortese, una vita da romanzo… e mio padre era incapace di dirle di no… il giorno del loro matrimonio, essendo mio padre scozzese, suonarono a festa decine di cornamusa… e spesso io torno qui a salutare questo luogo con la mia cornamusa…” restò un attimo ad ascoltare il silenzio di quel luogo magico “… ma come mai siete qui, milady? Al Belvedere lord Tudor ha organizzato un ricco ricevimento… si adirerà se non vedendovi.” Accennò una risata. “Ed io sono proprio diretto al suo palazzo. Se vi va, possiamo andarci insieme.”
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23-09-2011, 02.07.51 | #348 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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La torre diroccata era immersa nel buio della sera e sembrava un naturale e sicuro rifugio per quei due ragazzi.
“Questa resterà sempre casa nostra, vero?” Chiese Marco a suo fratello. “Solo qui mi sono sempre sentito al sicuro…” e si adagiò accanto al letto sul quale era disteso Daniel. “Daniel… ora sei stimato… sei al servizio di un nobile signore…” “Eh, già!” Esclamò Mercien che era fermo sulla porta. “Davvero una bella fortuna… così giovane, e già fedele scudiero di un lord inglese… eh, già…” grattandosi la testa “… ma com’è che voi due conoscete questo posto così bene? Questa torre, sebbene ormai vecchia e diroccata, è di sicuro stata eretta da nobili signori… e come mai uno scudiero come te” fissando Daniel “possiede la chiave per potervi accedere?” Da fuori, intanto, si udiva il dolce e malinconico suono della cornamusa di Hagus, che si trovava insieme a Gonzaga davanti all’altro ingresso della torre.
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23-09-2011, 02.57.42 | #349 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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“Allora recitiamo nel miglior modo possibile, mia cara e dolce sposa…” sussurrò Lyo avvicinatosi di nuovo ad Altea “… più saremo convincenti, più sarà facile che questo superbo aristocratico mangi la foglia…”
“I miei omaggi, milady.” Chinando lievemente il capo lord Carrinton. “E così giungete dalla verde e fiabesca Irlanda… spero allora che la nostra Inghilterra sia degno soggiorno per accogliervi.” Accennando un sorriso. “Un capanno dite? E perché tanto interesse per un misero capanno?” “Vedete, milord…” prendendo la parola Lyo ed assumendo un’aria compiaciuta “… siamo, come detto, novelli sposi e capirete, mio signore, che messer Amore trilla nei giovani cuori… così, conoscendo quel capanno, l’avevamo scelto come giaciglio per le gioie del cuore.” Carrinton fissò con astio quel cavaliere scaltro ed arrogante. “Mi chiedevate di lord Tudor, milady…” tornando a fissare Altea “… stasera nel suo palazzo si terrà un ricevimento… ed io sono proprio diretto là… ho solo ritardato per colpa di quel ladruncolo, ma ci penseranno i miei uomini ad acciuffarlo.” “Si, milord.” Rispose uno dei suoi. “Cavalieri bardati ed armati di tutto punto.” Ironico Lyo. “Mi chiedo come sia fatto questo ladruncolo… forse è un gigante, o magari un orco…” “Cavaliere, siete alquanto insolente!” Disse uno dei cavalieri di Carrinton. “Calma, amici miei.” Fece questi ai suoi uomini. “Il nostro cavaliere, l’avete udito anche voi, è da poco sposato con questa deliziosa dama dal sangue bretone… volete forse già renderla vedova? Ci sarà tempo, ci sarà tempo…” “Allora, visto che devo la vita alla mia bella moglie…” sorridendo Lyo “… ne approfitterò per ringraziarla…” e la baciò con passione davanti a Carrinton ed ai suoi uomini.
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23-09-2011, 03.18.09 | #350 |
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Monsieur uscì dalla locanda, portandosi dietro Elisabeth.
“Madame…” una volta usciti fuori “… mio padre mi diceva sempre che solo due cose sono impossibili da fermare… le forze della natura e la lingua di una donna. Ecco, premesso che il Sole, la pioggia ed il vento non mi danno alcuna noia, vi dirò che trovo alquanto pedante il vostro chiacchierare a vuoto. Dite che abbiamo il diavolo alle calcagna? Vi sbagliate. Il diavolo è ovunque in questo paese. E forse quelle catacombe sono il luogo più sicuro… per restare vivi.” Aggiunse questo attento a non farsi udire. “Vi rivelerò un segreto…” avvicinandosi all’orecchio di Elisabeth “… non ci occorre alcun cavallo… almeno per ora… ora, di grazia, seguitemi.” E presala per mano la trascinò via. Dopo un po’ giunsero ad un luogo deserto e desolato. Solo il vento sembrava dimorare in quel gotico scenario, fino a quando apparve qualcuno. Era un pastore che avanzava verso di loro accompagnato dal suo cane. “I miei rispetti, buon uomo…” rivolgendosi a lui Monsieur “… sapreste indicarci la strada giusta?” Il pastore lo fissò senza dire nulla. “Sappiamo che dietro ci sono i Rossi, che forse da queste parti sono passati i Blu e che ormai non c’è più traccia dei Bianchi…” Il pastore accennò un sorriso. “Rifugiatevi tra i defunti, lì sarete al sicuro…” disse “… perché bisogna aver paura dei vivi, non dei morti…” “E dove riposano?” Il pastore si voltò verso degli spuntoni rocciosi ed indicò tra essi una piccola insenatura. “Grazie, amico mio…” sorridendo Monsieur. “Seguitemi, mia novella Euridice…” rivolgendosi poi ad Elisabeth “… il vostro Orfeo vi condurrà nel regno dei morti… e, al contrario di Euridice, cercate di parlare il meno possibile!” E rise di gusto.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO Ultima modifica di Guisgard : 23-09-2011 alle ore 03.41.35. |
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