09-01-2014, 11.27.30 | #341 |
Cittadino di Camelot
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Sorrisi a Sir Riccardo e dissi: "No, non ho alcun fidanzato.......e mio padre non mi ha mai promessa a nessuno perchè, secondo lui, ero abbastanza matura ed intelligente per scegliermelo da sola l' uomo da sposare. Mio padre e mia madre avrebbero avuto solo come compito quello di metterlo alla prova e di vedere di quale casato o regno appartenesse, in modo tale da farmi vivere sempre in un modesto lusso. Altro compito dei miei genitori era di constatare se mi amasse veramente e se fosse un bravo ragazzo/uomo".
Poi, dopo aver detto ciò, presi la borsa magica fatta da Coco, la quale bastava avvicinare un qualunque oggetto e di qualunque dimensione e peso ai bordi della borsa che subito diventava grande quanto il palmo di una mano e leggera come una moneta d' argento, e la misi per terra. Infatti, prima della fuga, Coco aveva ficcato in quella borsa tutti i miei vestiti, la mia armatura, borracce d' acqua e di Vin Santo, focacce di croccante pane, un set da cucito, delle bianche bende, i cosmetici da donna con la spazzola per capelli, la "Divina Commedia" di D. Alighieri, il "De regimine principum" di E. Romano, il "De Principatibus" di N. Machiavelli e la Sacra Bibbia (questi erano i miei libri preferiti). Senza farmi vedere dal cavaliere tirai fuori una borraccia contenente Vin Santo, il set da cucito e le bende. Mi avvicinai a Sir Riccardo e dopo aver pulito la ferita con un po' d' acqua, la disinfettai con il Vin Santo. Dopo questo, sterilizzai l'ago sul fuoco e gli ricucii la ferita. Per finire l' opera, spalmai l' unguento di Aladiah e Coco sulla ferita e fasciai ben bene il paladino.
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Il cuore di una dama apprende solo la bontà, la sua beltà sostiene i cavalieri, il suo coraggio difende gli inermi e la sua mente conosce solo la verità!!! Eilonwy |
09-01-2014, 12.42.00 | #342 |
Disattivato
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Restai a guardare e ad ascoltare i miei soldati commossa da tanta lealtà.
Quando tornò il silenzio, lasciai scorrere lo sguardo sui loro volti. "Grazie.. È inutile dire quanto io sia fiera di voi... Non esistono uomini migliori.." Sorrisi, e congedai tutti, perché tornassero nei loro alloggi o raggiungessero i posti di guardia. Mi avviai anch'io verso il mio alloggio in caserma, lieta che quella giornata fosse finalmente finita. Una volta sola, la porta chiusa, sospirai, ripensando a tutto quello che era successo. Sciolsi la treccia che tratteneva i miei capelli, lasciai l'uniforme per una veste da camera, e iniziai a spazzolarmi, cercando di allontanare ad ogni colpo le preoccupazioni di quel giorno. L'attentato, i mercenari, il viaggio del re.. Ci mancava solo quell'impertinente di un medico, come ciliegina sulla torta. Pensava davvero di impressionarmi? Lui, un giovane ufficiale medico che non si è nemmeno meritato il posto? No, ci voleva ben altro.. Incontrai per un momento il mio sguardo riflesso nello specchio e sorrisi. L'unico momento della giornata in cui mi sentivo davvero donna, l'unico in cui permettessi alla mia mente di vagare, fantasticare, ricordare. Sospirai, alzandomi dalla sedia. Potevo raccontarmi che nessun uomo era mai stato in grado di turbarmi, ma avrei mentito a me stessa. Lanciai uno sguardo alla spada, così preziosa, troppo preziosa per me, che me lo ricordava costantemente, chiedendomi se il suo viaggio diplomatico l'avrebbe tenuto lontano ancora per molto. Era via da mesi, ormai. Scossi la testa mente mi infilavo sotto le coperte: anche se fosse tornato non avrei certo avuto occasione di vederlo... e probabilmente, era meglio così. Non era che un sogno, infondo: tanto bello quanto irrealizzabile. Una voce, qualcuno mi stava chiamando. Di chi era quella voce? Sentii una mano delicata e liscia accarezzarmi il volto, era una mano curata, non quella di un soldato, una volta, un’altra volta, eppure non la spostai, non avevo la forza di farlo, il mio corpo non rispondeva, e poi non volevo che smettesse, era così dolce e così piacevole. Stavo sognando? Sentii l’altra mano, posarsi delicatamente sulla mia spalla, e scuotermi dolcemente. E poi lo sentii. “Capitano, capitano..” chiamava, quasi con timore “capitano, vi prego, vi prego, aprite gli occhi, vi prego..”. Ci provai, e la mia oscurità fu squarciata da un raggio di sole che filtrava tra gli alberi. “Oh, grazie al Cielo.. siete viva..” esclamò. MI voltai verso quella voce, e due occhi di smeraldo si materializzarono di fronte ai miei, così vicini, così belli. Sbattei le palpebre un paio di volte, quei pensieri non erano da me. In un attimo, ricordai ogni cosa: la carrozza, il viaggio, l’attacco improvviso, la lotta. Provai ad alzarmi, ma una fitta al fianco mi fermò immediatamente, voltai lo sguardo e vidi che vi era conficcata una freccia. Con una smorfia di dolore, tornai a sdraiarmi. “Non dovreste essere qui, mio signore..” dissi al giovane uomo chinato su di me “…siamo qui per difendervi, non complicateci le cose..”. Il suo sorriso mi abbagliò. Andiamo, Clio, smettila con queste sciocchezze, pensai, senza riuscire a togliere gli occhi da quel bellissimo viso così chiaro, incorniciato da lunghi capelli corvini, che gli ricadevano lisci come seta sulle spalle. Ero come paralizzata. “L’avete fatto eccome, capitano.. i nemici sono sconfitti… avete perso i sensi ” si fermò, per un momento, abbassando lo sguardo, per poi rialzarlo su di me. Era difficile decifrare quello sguardo, nessuno mi aveva mai guardato in quel modo, sembrava un misto di ammirazione, quasi timore reverenziale, e qualcosa che non riuscii a decifrare. “Mio padre aveva ragione, ad insistere perché voi in persona mi accompagnaste… siete stata, veramente…. Insomma, avete sbaragliato quegli uomini così velocemente.. Se non fosse stato per voi..” disse con voce tremante “…vi devo la vita, capitano…”. Sorrisi, senza staccare gli occhi dai suoi. “E’ un onore per me, servirvi, mio signore..” dissi, sorridendo. “Karel..” Disse piano “chiamatemi per nome, capitano.. Vorrei poter fare lo stesso..”. Spalancai gli occhi “Mi fate un grande onore, mio signore, ma non sarei mai capace di osare tanto.. Voi potete chiamarmi come preferite, non vi occorre certo il mio permesso..”. Provai nuovamente ad alzarmi, ma non ci riuscii. “Permettete?” disse lui, scrutando il mio sguardo, incerto, per poi sorridere “Credo di essere abbastanza forte da portarvi…”. “Non preoccupatevi per me, milord.. ci penseranno i miei uomini..” dissi, stupendomi di quella premura. Mi voltai per vedere dove fossero i miei uomini, ma vidi che si tenevano a distanza, probabilmente intimoriti dalla sua presenza. Sarebbero accorsi se li avessi chiamati. Nel voltarmi nuovamente verso il giovane accanto a me, una ciocca di capelli si avvicinò ai miei occhi. Prima che potessi farlo io, lui allungò la mano e la spostò, gentilmente, per poi ritrarsi immediatamente, come temendo una mia reazione. Ma io mi limitai a sorridere, stupendomene io stessa. “Insisto capitano…" esitò "Clio.. sono in debito con voi..” sorrise “..sarò sempre in debito con voi..”. Non riuscivo a parlare, incapace di comprendere il mio comportamento. Annuii impercettibilmente. Così, lui mi prese tra le braccia, delicatamente, quasi avesse paura di sfiorarmi, paura che andassi in mille pezzi, o qualcosa del genere. Un brivido mi attraversò. Nessuno mi aveva mai trattato in quel modo, e mi resi conto di sorridere nuovamente. Quando mi sollevò da terra, lanciai un grido soffocato, quella freccia andava tolta al più presto. Non mi ero mai accorta che fosse così forte, sembrava delicato e gentile, così diverso dagli uomini che mi circondavano. “Permettete, capitano..” disse lui, guardandomi negli occhi “..il palazzo ormai non è lontano… il mio medico vi curerà… è il minimo che possa fare..”. “Siete troppo gentile mio signore…” mormorai, trattenendo a stento il dolore. Mi resi conto di essere sporca di sangue, terra, e sudore, mentre lui era vestito di seta e raso e profumava di fiori e spezie che richiamavano paesi lontani. “Vi sporcherò l’abito..” dissi distrattamente, inseguendo i miei pensieri. Per poi arrossire immediatamente, accorgendomi di aver parlato ad alta voce. Lui scoppiò a ridere, e in un attimo, al di là degli abiti preziosi, delle gemme, del nome che portava, intravidi un ragazzo giovane e spensierato. “Sono quasi sicuro che questo non sia l’unico che possiedo…” sorrise, facendomi l’occhiolino. E quel sorriso fu l’ultima cosa che vidi, prima di sprofondare nuovamente nel buio. Mi svegliai di buonumore, rintemprata da quel dolce ricordo. Il senatore mi aspettava per colazione, dovevo prepararmi in fretta. Indossai l'uniforme, la corazza fatta su misura, e il lungo mantello. Nel cingere la spada al fianco, sfiorai dolcemente l'elsa, tempestata da minuscoli zaffiri. Così preziosa, eppure così raffinata. Un dono che solo un uomo come lui avrebbe potuto farmi. Scesi di sotto col sorriso sulle labbra, dove mi fu riferito dell'arrivo del messo. Così, lo seguii fino alla dimora del senatore. |
09-01-2014, 13.37.45 | #343 |
Viandante
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Mi avvicinai alle tre donne e narrai loro delle vicende che mi avevano condotto al loro cospetto.
L'incontro con la Wesen, la scoperta di un antico tesoro, il giardino nel tempio, le due pergamene, il consiglio, l'enigma... Le tre donne mi ascoltarono con attenzione e di tanto in tanto, durante il mio racconto, si lanciavano sguardi e occhiate di difficile interpretazione. Quando terminai la mia storia mi invitarono a sedere accanto a loro mentre una delle tre, la più anziana a quanto mi sembrava, continuava a girare il contenuto del grande calderone. Restammo per un po' in silenzio. Non sapevo cosa pensare, speravo che presto si sarebbero pronunciate in merito al tesoro e all'enigma che lo riguardava. Ad un tratto la donna smise di mescolare ed emise un grido...le sue due compagne mi fecero alzare e mi condussero al calderone poi mi invitarono a guardare al suo interno....
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Prendi l'aspetto del fiore innocente, ma sii il serpente sotto di esso!...Macbeth... |
09-01-2014, 13.43.16 | #344 |
Cittadino di Camelot
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"Non si potrà scappare dal destino tessuto dalle amate Parche......vivi, morti, non morti, demoni.....per me non vi è alcuna differenza ne faccio di tutti.....un'unica collona da esequie; è probabile che unendomi alla tua causa i demoni che tanto sbeffeggi con tal scetticismo ci seguano."
Girandomi verso i cavalieri che erano li' disarmati e minacciati dalle armi dello Scarlatto dissi: "Levate le tende all'istante, prima che il campanile della chiesetta qui vicino suoni i suoi cinque rintocchi. Siete stati fortunati, messeri........". Tornai' verso il gruppo dei mercenari e mi volsi ad ognuno di loro: "Ognuno di voi se seguirà la strada che il vostro leader ha scelto nel condivider la trama del fato con il sottoscritto......stia pronto ad assumer tutto ciò che si parerà innanzi. L'offerta verrà accettata, ma ciò equivarrà ad un prezzo che stesso l'impresa presenterà......." Pronunciando parole arcane ed antiche e seguitando ad un rituale di ombre e pentacoli, evocai' un contratto. "Non vi è bisogno di alcuna firma, siete già stati predestinati.....". Un demone nero prese vita e scrutò uno ad uno coloro che mi avrebbero accompagnato. Nessuno poteva scappar via.......
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"Covenant's Love"..... le dolci parole di colei che è entrata nel mio cuore..... |
09-01-2014, 15.30.49 | #345 |
Cittadino di Camelot
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I miei occhi passavano da Gyen e Tyssen e ascoltavo turbata ma non più di tanto...credevo al nano e pure all'oste e alla sua famiglia.
"Se non li aveste visti pure voi..penserei di essere diventata pazza all'improvviso" esclamai.."Eppure qualcosa di strano mi turbava mentre parlavo con loro.." mi rivolsi a Tyssen guardando il suo bel volto " e ve lo espressi pure..vedere tre Uomini di Fede diversa seduti a un tavolo..nemmeno a Gerusalemme forse potrebbe capitare..un ebraico, un musulmano e un cattolico. Questa storia ha del mistero.." dissi iniziando a camminare verso la carrozza "e infatti vi dissi mi inquieta..i tre Uomini dissero che l'impresa sarà possibile ma molto ardua e di stare attenti, non so chi fossero ma a mio parere è un segno che qualcosa di misterioso vi sia dietro questa storia". Salii sulla carrozza e feci cenno ai miei compagni di viaggio di salire..."Non lasciamoci turbare, questa è la prima prova del nostro coraggio"..e pensai alle parole del Frate Cattolico e dell' Imam e Rabbino...la conoscenza e il sapere si può racchiudere in una cosa semplice...come un Fiore. Ma perchè proprio un Fiore, presi lo scrigno e osservavo quel Fiore stilizzato.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
09-01-2014, 19.02.28 | #346 |
Cittadino di Camelot
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Nella corsa lo ascoltavo......fino a che arrivammo al casolare.....non sembrava essere vissuto da fantasmi, anzi ..... certo di cosa avevamo bisogno di cavalli ?.....certo il tragitto sarebbe stato meno faticoso....ma quando mi parlo' del disegnino e di come vanno le cose nella vita......lo guardai con disprezzo levando di forza il mio braccio dalle sue mani......" Nel Bosco ci stiamo andando per il volere di Dio....e che voi non crediate a nulla...poco importa, pregheremo anche per voi......ma vi racconto una storia.......c' erano Tre Donne sedute in cerchio le Moire le Dee del destino..figlie della notte....Cloto la Filatrice del filo della vita, Lachesi..che da' a ciascuno cio' che gli spetta in sorte, Atropo, l'irremovibile..l'inevitabile fatalità della morte nel momento stabilito..........Tutto e' predisposto Assassino o come vi chiamate.......anche se per voi questa e' stata una giustificazione......per qualcuno non lo e'...statene certo....."......guardai i Frati.....ed attesi che formulassero i patti..per poter prendere la strada del bosco......." per i pagamenti saranno i Frati....ad avere a che fare con voi..."....e mi sedetti su una pietra.......ero sicurissima che in quella situazione mi ci avesse cacciato mio padre....no so perchè......ma avevo quel sesto senso femminile.....che tocca tutte le donne anche se non sono Maghe....
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09-01-2014, 19.53.00 | #347 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Le Sarchie invitarono Tara ad avvicinarsi al loro calderone e poi a guardarci dentro.
La ragazza alata, allora, vide tra i fumi di ciò che bolliva in quel pentolone delle oscure immagini, che pian piano cominciarono ad apparire sempre più nitide. Vide così un meraviglioso Giardino, con al centro una bellissima fontana di marmi policromi, da cui fuoriuscivano getti d'acqua tinti da azzurri riflessi. La fontana era sormontata da una piccola volta sorretta da sette colonne di porfido. E tutte le piante, gli alberi, i fiori ed i frutti presenti in quel Giardino erano perfettamente orientati verso la fontana, come se si dovessero inchinare a ciò che essa conservava. Ed infatti, al centro della fontana, vi era una piccola edicola di gusto classico, il cui accesso era coperto da un velo bianco. E dietro quel velo filtravano bagliori di un'intensità sconosciuta anche alle Icene. E da i fumi del calderone, Tara iniziò ad udire una voce che così recitava: “Tre uomini si trovano in un Giardino meraviglioso e fissano un bellissimo Fiore. Il primo si contenta di ammirare il Fiore senza però toccarlo mai. Il secondo decide di vendere tutto ciò che possiede e acquistare quel Giardino, anche se non sceglierà mai di cogliere il Fiore. Il terzo, infine, coglie il Fiore, ma solo per sottrarlo alla vista di tutti gli altri e conservarlo nella sua dimora. Chi fra i tre uomini possiede veramente quel Fiore?”
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09-01-2014, 20.00.55 | #348 |
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“Signora...” disse Fra' Severius ad Elisabeth “... portate pazienza e sarete ricompensata... dopotutto anche Nostro Signore preferì accompagnarsi a dei peccatori...”
“Un momento...” interrompendolo il contrabbandiere “... andiamoci piano... io non sono un Santo, certo, ma non mi va di essere apostrofato come peccatore... voglio dire, certo, avrò le mie mancanze, ma non sono il peggior individuo di questo mondo... cosa credete? Che tutti siano disposti a condurvi nel bosco? Magari qualcuno lo farà, ma per derubarvi dopo... io invece non sono un ladro... e neanche un assassino... lì dentro mi sono dovuto difendere...” “Non siamo qui per giudicarvi.” Fissandolo Fra' Favelius. “Va bene...” annuì il contrabbandiere “... comunque, parliamo di affari... io vi porterò nel bosco... ma voglio duecento Taddei... cento subito e il resto quando vi lascerò là.” “Lascerete?” Ripetè Fra' Severius. “Certo.” Rispose la canaglia. “Non vorrete certo che vi faccia anche da balia! Quel posto è pericoloso! Anche per me! Comunque...” aggiunse “... mentre voi discutete se accettare o meno le mie condizioni, io vado a preparare il motivo per cui vi ho portati qui...” ed entrò nel casolare abbandonato.
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09-01-2014, 20.03.00 | #349 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Gli altri, a quelle parole di Parsifal, raccolsero le loro cose e lasciarono il campo.
“Bene.” Disse Gufo al cavaliere. “Ho mantenuto la parola ed ora, come pattuito, voi sarete dei nostri.” “Capo...” avvicinandosi a lui uno dei mercenari “... non pensate possa essere pericoloso? Parla in modo strano e si comporta come se conoscesse le leggi del mondo degli spiriti...” “E' solo un uomo” rispose Gufo “come lo siamo io e te. Magari conosce leggende e tradizioni oscure e forse anche qualche ingegnoso trucco, di quelli che usano gli illusionisti, ma resta comunque un uomo. Ed io credo sia molto abile nell'uso delle armi.” Guardò Parsifal. “E sia. Allora sarete dei nostri. Vi informo che abbiamo già un impegno. E di quelli importanti. Siamo stati ingaggiati dal Senato di Afravalone. Ora siamo diretti là.”
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09-01-2014, 20.05.22 | #350 |
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Dopo che Eilonwy pulì e disinfettò la ferita a Riccardo, questi, per il sollievo dal dolore, stanco cadde addormentato.
“Bene...” disse Aladiah “... cosa ne faremo ora di lui? Tra breve saremo nella città di Afravalone... dunque? Non possiamo portarci dietro questo cavaliere. Non sappiamo nulla di lui... potrebbe essere un bandito, un traditore, persino un eretico. Magari c'è anche una taglia sulla sua testa.” “Non dovremo certo pagare noi per le sue eventuali colpe.” Osservò Coco. “Ma ti rammento” sarcastico il Cherubino “che se davvero costui è ricercato, noi, essendo in sua compagnia, possiamo essere accusati di essere suoi complici.” “Sei il solito piantagrane!” Esclamò Coco. “E poi non credo sia un furfante... è troppo bello per esserlo!” “Anche Lucifero” replicò il Cherubino “era il più bello fra tutti gli Angeli prima di essere fatto precipitare negli Inferi da San Michele!”
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