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Vecchio 26-10-2010, 10.24.43   #351
cavaliere25
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cavaliere25 sarà presto famoso
Presi il mio arco e iniziai a scoccare le mie frecce contro quelle figure sentendo il grido di allarme di Belvan mi guardavo intorno e cercavo di ucciderli il piu possibile di quei dannati.
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fabrizio
cavaliere25 non è connesso  
Vecchio 26-10-2010, 16.17.48   #352
lady_Empi
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lady_Empi ha un'aura spettacolarelady_Empi ha un'aura spettacolare
<Empi sollevò il viso e fissò gli occhi di Elisabeth, comprese che quella dama cavaliere non guardava con gli occhi fisici ma con quelli del cuore e che riusciva a percepire la sua essenza> La Terra non sbaglia mai <mormorò con voce quasi impercettibile> Cosa cercate, Signora ochi?<disse poi rivolgendosi ad Elisabeth> in questo nostro villaggio? Ho avuto modo di perlustrare i boschi e poco prima di incontrarvi io e il mio fratello <indicò Icarion>abbiamo visto due cadaveri di umani trucidati con violenza inaudita. Da tempo il bosco è oppresso da qualche oscura forza, per questo noi nani ce ne teniamo alla larga, cosa conoscete, mia Signora, in merito? <Empi avrebbe voluto aggiungere molte più cose, avrebbe voluto chiederle di quella statua dell’arcangelo, della compagnia che avevano seguito da Camelot, ma non poteva e limitò la sua curiosità per il momento, sperando che le parole di Elisabeth potessero diradare la nebbia della sua conoscenza>
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Come away, O human child!
To the waters and the wild
With a faery, hand in hand,
For the world's more full of weeping than you can understand.
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Vecchio 26-10-2010, 19.58.51   #353
Arowhena
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Arowhena è sulla buona strada
Arowhena lo fissò un istante con un sorriso di simpatia.
Quell'uomo sapeva molte cose, e la sua saggezza era antica, antica come la propria, sebbene di radice differente.

- Il gallo... - mormorò - il gallo è un simbolo complesso, amico mio! Come tutto su questa terra, ogni cosa ha molteplici aspetti e molteplici letture. Ma se la pietra è quella angolare cui siete devoto, allora il gallo è il testimone di quel tradimento che sancì con tre chicchirichì!

Sorrise allora trionfante rivolta al Cappellano.
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La Conoscenza è Potere
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Vecchio 26-10-2010, 20.09.57   #354
Guisgard
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
La verdeggiante foresta che circondava Camelot.
Le possenti mura dei quel favoloso reame.
Le alte torri che sembrava quasi sorreggere il cielo.
Le strade in festa, attraversate da cortei colorati, di paggi e musici, cavalieri in parata e dame tutt'intorno con i loro sguardi innamorati.
Le campane delle cattedrali che con i loro rintocchi sembravano voler destare i cuori alle più alte gioie della vita.
E poi i volti dei suoi amici.

Ma l'incanto di quel sogno durò poco.
Qualcosa destò Llamrei.
La donna sentì un rumore di passi ed un attimo dopo tre di quegli uomini che aveva imparato a conoscere condussero nella cella una fanciulla terrorizzata.
La legarono con delle catene alla parete, mettendola accanto a Llamrei.
La fanciulla cominciò a pingere e a gridare ed allora uno di quegli uomini la prese a schiaffi e poi a pugni, fino a zittirla.
Un momento dopo i tre uscirono dalla cella.
La fanciulla, colpita a sangue, visti usciore i tre, riprese a piangere in preda al terrore.
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Vecchio 27-10-2010, 00.34.50   #355
Talia
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Talia sarà presto famosoTalia sarà presto famoso
Serrai il pugno, stringendo l’elsa del coltello tanto forte da perdere quasi la sensibilità alle dita... lui mi aveva preso le mani ma me ne rendevo conto appena, tanto era il tumulto di rabbia, di frustrazione, di paura che mi avvolgeva e mi rendeva difficile riflettere.
Abbassai lo sguardo un istante e inspirai... Quel cavaliere aveva ragione, in parte, ma non sapeva tutto e perciò non poteva capire... Quando, infine, rialzai gli occhi su di lui ero più calma e una sorta di serenità intrisa di consapevolezza era scesa in me.
“Vivere...” sorrisi “E’ un consiglio saggio il vostro! Molto! Ma, vedete, la mia vita è a Cartignone! E’ a Cartignone che ho passato più della metà dei miei giorni, e l’altra metà l’ho trascorsa in questo bosco... non conosco vita lontano da qui e non posso conoscere pace se non vi è pace in questi luoghi. Comprendo ciò che dite, credetemi... e ammetto che ci possano essere delle persone che preferiscono chiudere gli occhi e aspettare che qualcun altro risolva i problemi per loro, ma io non sono così: io non posso chiudermi entro le sicure mura della città ed ignorare ciò che avviene al suo esterno!”
Lo osservai un istante, come cercando le parole, chiedendomi quanto fosse saggio raccontargli tutto quello... e tuttavia ero lì, c’eravamo entrambi...
“Io conosco molto bene questo bosco!” ripresi “E mi ci posso orientare con una certa facilità! Ho parlato con impeto poco fa e forse ho esagerato nei termini ma, credetemi, non sono stupida: non ho intenzione di gettarmi tra le braccia di quegli assassini... però voi ci avete dimostrato che sono uomini e non demoni o fantasmi, come si vociferava in città... e, se sono uomini, come tali possono essere affrontati! Ho parlato con i soldati che hanno ritrovato alcuni dei corpi delle vittime... loro mi hanno descritto un luogo che non dovrebbe esserci in questo bosco: gallerie, grotte, come una sorta di antiche catacombe... ad ovest. Niente di simile dovrebbe esserci in quella zona! Non c’è nessuno a Cartignone che ne sappia qualcosa... e io è là che voglio andare! Scoverò il luogo in cui si nascondono, osserverò le loro abitudini, li renderò affrontabili... e solo allora tornerò a Cartignone e farò rapporto al principe!”
Scossi appena la testa e sorrisi: “Voi penserete che sono pazza... e forse avete ragione. Però, qualsiasi cosa possiate dire, non mi farete cambiare idea! Perciò, che siate d’accordo o meno, vi prego ora di lasciarmi andare! Come vedete sto bene, perciò niente vi impedisce di tornarvene al confortevole tepore della locanda...” lo scrutai per un istante e poi, con un sorrisetto sarcastico, soggiunsi “Suppongo che gli agi di quel luogo vi manchino... vi inviterei ad accompagnarmi se non fosse così, ma temo che per voi sarebbe intollerabile restarne lontano per più di qualche ora!”
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** Talia **


"Essere profondamente amati ci rende forti.
Amare profondamente ci rende coraggiosi."

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Vecchio 27-10-2010, 02.07.46   #356
Guisgard
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Nel bosco, Belven ed i suoi, furono sott'attacco prima che potessero rendersi conto di chi fossero i propri assalitori.
Gli alberi secolari che li circondarono divennero trappole mortali, dalle quali scesero i misteriosi nemici.
Dai rami degli alberi infatti, col favore della notte, veloci e silenziosi, gli assolitori furono in un momento sopra di loro.
La notte sembrava essere loro alleata e la sorpresa la loro forza.
In un attimo ben tre dei cavalieri di Belven furono sgozzati dai lunghi ed agili pugnali dei misteriosi assaltatori.
Lo scontro fu letale e sanguinoso.
Cavaliere25 scagliò le sue frecce contro quelle sinistre figure che sembravano confondersi nella notte e in un incubo senza forma, ma apparivano troppo veloci per essere colpite.
L'unica cosa che si mostrava di quelle figure ai cavalieri era la lucentezza delle loro lame ed il bianco dei loro occhi, che li rendeva simili a spettri.
"Restiamo in posizione di difesa!" Gridò Belven nell'impeto di quella battaglia.
Anche Goldblum il nano, con la sua arma, offrì il braccio ai cavalieri di Belven.
I cavalieri rimasti, benchè molto inferiori di numero agli assalitori, combattevano con vigore, ma l'esito dello scontro sembrò ben presto segnato.
"Così siamo troppo vulnerabili!" Pensò Belven. "Loro combattono in gruppo... è chiaro che questa è la loro forza... e noi abbiamo solo una possibilità... sebbene disperata..."
"Dividiamoci!" Ordinò improvvisamente Belven, cercando di far udire la sua voce al di sopra del fragore delle armi e delle grida della battaglia. "Dividiamoci! Cavaliere25, con me... da questa parte! Morven, Goldblum... dall'altra parte!"
E detto questo, Belven, facendo segno di seguirlo a Cavaliere25, corse nella direzione opposta a quella di Morven e Goldblum.
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Vecchio 27-10-2010, 02.41.16   #357
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Nello stesso momento, al palazzo di Cartignone, nella biblioteca due figure stavano cercando di decifrare il misterioso linguaggio tatuato sull'uomo ucciso da Guisgard.
E nell'udire le parole di Arowhena, il cappellano sorrise.
"Credo che abbiate colto nel segno, amica mia." Disse entusiasta il chierico. "A questo punto sappiamo a cosa mirano i nostri misteriosi nemici. Vogliono colpire la Chiesa... ma abbiamo ancora alcune domande senza risposta... chi sono in realtà? E perchè torturano a morte delle povere innocenti, rendendole martiri della loro follia?"
Si avvicinò ad una delle finestre e scrutò la notte, prossima all'albeggiare, quasi ad invocare quelle risposte alle sue domande.
"Sant'Ireneo diceva..." aggiunse "... che il Male è sempre vicino al Bene..."
In quel momento qualcuno scese nella biblioteca.
"Avete trovato qualcosa?" Chiese Frigoros ai due. "Qualcosa che ci aiuti a scacciare questo incubo?"
"Non credo che le risposte al nostro dramma" aggiunse Guxio, che aveva seguito il suo signore nella biblioteca "le troveremo fra questi libri... o chiedendole ad una pagana..." concluse fissando con disprezzo Arowhena.
"Mi è stata di grande aiuto, invece." Intervenne il Cappellano. "Lady Arowhena ha il dono della conoscenza unita all'arguzia di intendere e alla sottigliezza nell'interpretare. E questi doni il buon Dio li ha concessi alla nostra dama, senza badare troppo alla sua razza, o alla cultura dalla quale proviene."
E finito di parlare fece un lievo inchino col capo, come segno di osservanza e rispetto.
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Vecchio 27-10-2010, 03.00.07   #358
Guisgard
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Intanto, nel vilaggio dei nani, Empi ed Icarion, con le stesse sembianze degli abitanti del posto, avevano raggiunto Elisabeth a casa di Sausar.
"Ciò che sappiamo" disse questi, interropendo Empi "è che qualcosa di oscuro dimora la fuori, nel bosco. Ma fino a quando resteremo qui, protetti nel nostro villaggio, nulla ci accadrà."
"Ma vivere così è da vigliacchi!" Intervenne Icarion. "Non potete restare chiusi qui dentro, mentre qualcosa di terribile dimora propri fuori le mura di questo villaggio!"
Tutti restorono sorpresi dall'impeto di quel nano, ignorando ovviamente la sua vera identità.
"Non essere insolente!" Lo richiamò Sausar. "Rammenta il tuo ruolo e bada a come ti esprimi!"
"Ma vivere così e come non vivere affatto!" Ribatté il principe.
"Ora basta!" Lo zittì Sausar. "Un'altra parola con quel tono e ti farò metterò ai ferri!"
"Anche se starò zitto le cose non cambieranno!"
"Ora basta!" Urlò Sausar. "Portatelo in prigione!" Ordinò alle due guardie presenti. "Stare al fresco gli calmerà i bollenti spiriti!"
Appena le guardie lo immobilizzarono, Icarion avrebbe voluto reagire.
Ma fissò Empi e per non rovinare tutto, suo malgrado, decise di non fare resistenza, lasciando che le guardie lo portassero via.
"Ora perdonatemi..." si scusò Sausar "... ma sono atteso da alcune faccende da risolvere. Affido a te la nostra ospite." Disse poi ad Empi, indicando Elisabeth.
E, salutati i presenti, uscì.
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Vecchio 27-10-2010, 03.40.38   #359
Morrigan
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Morrigan ha un'aura spettacolareMorrigan ha un'aura spettacolare
In un istante, la luce era cambiata.
Un attimo prima Morven stava ascoltando con avidità le informazioni che Goldblum stava rivelando loro.
Un attimo dopo le sue orecchie furono oscurate da un rombo sordo che riempì l’aria intorno.
Un attimo prima stava guardando con sollievo e con una punta di soddisfazione al proprio operato e a come fosse riuscito a comprendere bene l’animo del guerriero.
Un attimo dopo il suo spirito fu come oscurato, sorpreso, stordito e bendato da una forza violenta e improvvisa, che gli scese sul capo e che per poco non lo scaraventò al suolo.

Morven perse l’equilibrio, si puntellò sull’erba e in un istante il suo sguardo si lanciò verso l’alto, verso i rami degli alberi che circondavano la radura e che si protendevano verso di loro. Quei rami che si erano rivelati provvidenziali per i loro agguerriti assalitori, che in quel momento, come rapidi uccelli oscuri generati dal ventre della notte, si scagliavano contro di loro. Le loro lame scintillavano rapide nel buio, e al suo fianco il giovane cavaliere vide cadere un suo compagno senza che questi avesse il tempo di estrarre le armi.
Morven, allora, si lanciò di lato, per prendere almeno un istante, ed estrasse dai foderi le due spade. Quindi, incitato dalle grida di Belven, adirato per la morte dei suo compagno e galvanizzato dall’idea di un nuovo scontro, si lanciò contro l’uomo che aveva appena ritratto la lama dal collo del soldato. Si lanciò contro di lui con foga incontrollata, anelando soltanto di vederlo cadere al suolo in una pozza di sangue.

Era stato forse a causa della natura improvvisa di quell’attacco, della sorpresa di vedersi di fronte un numero così elevato di nemici, o forse solo l’oscurità della notte, che rendeva tutto più incerto e pauroso… o forse era stato semplicemente perché ancora non era così avvezzo alla mischia come gli piaceva credere… per questo o per altri motivi, comunque avvenne che Morven si lasciasse completamente vincere dalla foga, dimenticando l’ordine e ogni forma di ragionamento razionale.
Nella singolar tenzone, fino a quel momento, il giovane aveva dimostrato di avere un equilibrio e un controllo del duello fuori dal normale… ma nella mischia di quella notte, dal suo animo venne fuori soltanto una rabbia sorda ed incontrollata, guidata forse dalla paura, o guidata forse del desiderio… una paura che lo spinse a cercare con insistenza i corpi degli avversari, a menare fendenti con l’una e l’altra mano, a bramare la lama di più nemici alla volta, esponendosi pure con mosse azzardate, che troppe volte lasciarono scoperto il bersaglio.

Fu mentre la testa iniziava a girargli in quella violenta emozione della battaglia che udì in lontananza la voce di Belven, quasi gli stesse arrivando da distanze infinite. Morven non ne afferrò che il vago senso, tanto le sue orecchie erano piene del battito accelerato del suo cuore.

"Dividiamoci!... Dividiamoci! … Morven, Goldblum... dall'altra parte!"

Automaticamente, istintivamente, Morven si spostò nella direzione indicata da Belven, continuando a tenere a bada gli aggressori con le sue due spade.
Tuttavia, il loro numero era ancora superiore, rispetto alle loro forze, e Morven si trovò ad un tratto nella scomoda posizione di dover indietreggiare. Cominciò a chiamare Goldblum, a cercare l’appoggio della sua spada in quella lotta, ma la bassa statura del suo compagno gli impediva di scorgerlo tra gli assalitori.
Indietreggiò ancora, e già era al limitare del bosco. Con un fendente squarciò il ventre dell’uomo che gli stava davanti, ma ancora altri due gli stavano addosso. Le sue due spade, pur valenti, erano troppo corte per tenere i nemici a debita distanza. Il ragazzo cominciò a perdere lucidità e a menare colpi con violenza senza calibrare troppo la direzione ed il bersaglio. In breve, pensò di essere rimasto solo, solo con le sue due armi, solo con quei nemici, ed ebbe paura. E la paura fa muovere gli uomini con mala grazia e con scarza ponderatezza, conducendoli spesso proprio in quelle vie che essi avevano in principio deciso di rifuggire.
Un ultimo impeto di coraggio, di forza, di ardimento, gli permise ancora una volta di scagliarsi contro quegli uomini che lo compivano senza sosta. Il sangue di uno di loro gli schizzò il viso e lo accecò per un istante.
L’attimo dopo il cavaliere era a terra. Gli aggressori giacevano sull’erba, davanti a lui. Il corpo di uno di loro gli pesava su una gamba. Morven fece uno sforzo, si liberò. Si guardò intorno e si avvide di essersi allontanato dalla radura e dai suo compagni. Era solo.

“Goldblum!” gridò, chiamando il nano nella speranza che fosse ancora in vita “Goldblum!”

Ma gli rispose solo il silenzio del bosco.
Allora Morven si trascinò per qualche metro, chè il dolore alla gamba gli impediva di sollevarsi. Si trascinò nella direzione in cui il suo orecchio intese scorrere dell’acqua in lontananza. Ma per quella fatica, gli occhi gli si chiusero e di colpo tutto divenne buio nella sua testa.
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"E tu, Morrigan, strega da battaglia, cosa sai fare?"
"Rimarrò ben salda. Inseguirò qualsiasi cosa io veda. Distruggerò coloro su cui avrò poggiato gli occhi!"

Ultima modifica di Morrigan : 27-10-2010 alle ore 12.01.36.
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Vecchio 27-10-2010, 03.50.15   #360
Guisgard
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Nel frattempo, nel bosco, Guisgard e Talia erano avvolti dalle inquietudini che animavano quella notte ormai prossima all'alba.
Il cavaliere di Cornovaglia osservava quella ragazza.
Le teneva le mani e si accorgeva della sua determinazione da come stringeva quel pugnale.
E poi il suo sguardo.
Ora deciso, ora incerto.
E da uno sguardo si può capire molto di una persona...

La campagna al tramonto assume dei colori unici.
Tutto sembra assopirsi ed acquietarsi al passaggio del Sole morente.
Se si è fortunati e l'aria è limpida, allora tutto si tinge di un vivo manto purpureo che sembra rinvigorire ogni cosa.
"Non essere sciocca, Carry..." disse Guisgard "... la casa sul lago è dall'altra parte della riva e noi non abbiamo tutto questo tempo..."
"Io sogno quella casa da quando ero bambina..." sospirò lei "... qiuando con mia sorella venivamo a giocare su questo lago... ho sempre desiderato vederla da vicino... ed il fatto che oggi posso vederla con te... oh, ti prego... andiamoci ora..."
"Ma tuo marito sarà al castello a momenti..."
"Guis... portami a vedere quella casa..."
"E sia... andiamo."
"Oh, amore mio!" Gridò raggiante lei. "Ti amo!"
"Andiamo e non perdiamo altro tempo..."
Ma proprio in quel momento si udì in lontananza il suono di un corno che salutava il ritorno del marchese al castello.
"Oh... la casa sul lago..." sospirò lei.
"Ci andremo domani... te lo prometto..."
"Odio quel castello... io... io non posso più viverci... portami via con te, Guis... portami dall'altra parte del lago e dall'altra parte del mondo..."
"Amore mio..." le sussurrò lui prendendola per mano.
"Che sciocca... perdonami..." disse lei asciugandosi le lacrime "... non è questo il momento di lasciarsi prendere dallo sconforto..."
"Fuggiamo via da qui! Ora! Vieni via con me!" La esortò lui.
"Amore... sai bene che dobbiamo ancora attendere... ma tu mi aspetterai?"
"Sai che lo farò..."
"Domani ci ritroveremo qui, alla solita ora..." disse lei "... e mi porterai a vedere la casa sul lago, vero?"
"Si, te lo prometto..."
Il suo sguardo.
Guisgard non avrebbe mai dimenticato quello sguardo.
E nemmeno quel giorno.
Perchè i due amanti non riuscirono mai a vedere la casa sul lago.

Lo sguardo di Talia tradiva inquietudine, tormento, paura, sofferenza.
Poi Guisgard sorrise come era suo solito.
"Si, avete ragione..." disse "... la locanda è confortevole... ma lo è soprattutto di notte... ed ora invece è quasi l'alba..." aggiunse scrutando il cielo che andava pian piano schiarendosi ad Oriente.
Lasciò le sue mani e raccolse da terra la sua spada.
"Avanti, cosa aspettate..." voltandosi verso la ragazza "... credevo foste impaziente di visitare quel posto misterioso... su, forza, dirigiamoci dove avete detto... ad ovest."
Poi, facendosi serio aggiunse:
"Ma badate che se non troveremo niente voglio da voi la promessa che la smetterete con questa insana voglia di fare l'eroina! E non accetto rifiuti!"
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