28-10-2010, 03.34.39 | #371 |
Cittadino di Camelot
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Sorrisi appena alle parole del cavaliere... 'conservare del veleno', aveva detto... beh, era divertente, dopotutto! Sorrisi, ma non risposi niente...
Poco dopo giungemmo a quella costruzione... era la prima volta che mi ci imbattevo e ciò mi causò un vago senso di disagio: pensavo di conoscere bene quel bosco, come mai dunque non avevo mai visto prima quell'edeficio? Mentre il cavaliere tentava di sfondare la porta, io mossi qualche passo intorno, osservando le mura esterne costruite con grossi blocchi di pietra grigia e regolare... Strane incisioni su uno di questi blocchi attrassero la mia attenzione... erano immagini che a fatica riuscivo a distinguere, per come erano logore dal tempo... vi poggiai la mano delicatamente e ne seguii i contorni, come a volerne cogliere il senso... sembravano figure umane e strani animali... Il caratteristico rumore di una porta sfondata con un calcio mi riscosse, corsi verso il cavaliere e con lui gettai lo sguardo all'interno della navata buia... riuscivo a fatica a distinguere uno spazio ingombro di polvere e di oggetti... alla sua esclamazione sorpresa, poi, alzai lo sguardo verso l'altare e vidi la croce... Annuii alle sue parole... sconsacrata... già, ma perché? Lentamente, con cautela, mossi alcuni passi avanti e mi inoltrai nella stretta e buia navata...
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** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
28-10-2010, 03.40.16 | #372 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Morven così, seminascosto, cominciò ad osservare quell'uomo.
Si trovava in una piccola camera, simile ad un cella stretta ed angusta. L'uomo era seduto presso un'incudine, sulla quale stava pulendo un oggetto strano, incrostato e ricoperto di singolare materiale. Batteva forte su quell'oggetto, ma pulirlo sembrava difficile, quasi impossibile. Ad un tratto si voltò e riconobbe la sagoma, seminascosta, di Morven. "Vedo che potete già camminare..." disse asciugandosi il sudore "... ne sono lieto. Inoltre la curiosità che tradite, sebbene non certo virtù cortese, è segno di vivacità di spirito. Me ne compiaccio, cavaliere." Ed acennò un lieve sorriso.
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28-10-2010, 03.54.07 | #373 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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La croce oscillava dall'abside e scricchiolava sopra l'altare.
La luce proveniente dalla porta la investiva in pieno, facendo si che la croce gettasse la sua ombra alle spalle dell'altare e lungo la parete alla destra di questo. Camminare nella navata era difficoltoso, a causa dei resti che ricoprivano quasi tutto il pavimento. Sulle pareti vi erano piccole nicchie ora vuote, ma che un tempo avevano senza dubbio ospitato le statue i cui resti giacevano a terra nella navata. Ad un tratto, mentre camminava nella navata, Talia si accorse di qualcosa. Erano ossa umane, forse vecchie di anni. Erano stranamente segnate, come se qualcuno le avesse colpite con armi o altri corpi contundenti. "Ehi, venite a vedere qui..." la chiamò Guisgard. Il cavaliere le mostrò una sorta di grata che si apriva a terra, alla sinistra dell'altare. "Sembra una botola..." disse "... chissà dove conduce..."
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28-10-2010, 04.07.16 | #374 |
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La vista di quelle ossa a terra, forse perché inattesa, mi turbò non poco e, istintivamente, feci mezzo passo indietro... ma poi, facendomi coraggio, mi avvicinai di nuovo e mi piegai per osservarle meglio: strane impronte simili a profondi solchi le segnavano... dovevano esser stati gravemente battuti quei corpi... che quel grave delitto fosse il motivo della sconsacrazione? O che ne fosse l'effetto?
La voce del cavaliere mi distrasse... lo raggiunsi e gettai un'occhiata alla botola che mi indicava. "Non so..." risposi "Forse c'è una cripta sotto l'altare!" Alzai lo sguardo e lo osservai alla debole luce che entrava dalla porta... "Solleviamo la grata e andiamo a vedere?"
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28-10-2010, 04.21.48 | #375 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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"Si, siamo qui... sarebbe sciocco non controllare..." disse Guisgard "... la grata è pesante... ecco, fate leva con questo" porgendole un pezzo di legno che aveva incastrato nella grata "... io tenterò di sollevarla... al mio tre... uno... due... tre!"
Quel sistema funzionò e la grata fu sollevata. Guisgard allora cominciò a scendere, facendo cenno a Talia di seguirlo e fare attenzione. Pian piano che scendevano in quello strano cunicolo verticale, la luce diventava sempre più debole, fino a svanire del tutto. "Attenta dove mettete i piedi..." mormorò il cavaliere "... ho idea che questo cunicolo sia abbastanza profondo..." Scesero per un altro bel tratto, fino a quando cominciarono a scorgere una debole luce sul fondo. E man mano che scendevano la luce diventava sempre più forte. Guisgard giunse alla fine del cunicolo. Poi con un balzo saltò fuori, ritrovandosi in una sorta di piccolo antro. "Avanti, non abbiate paura e saltate giù." Disse a Talia. "Vi prendo io, tranquilla."
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28-10-2010, 11.54.27 | #376 |
Cittadino di Camelot
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Mi guardavo intorno avevo perso l'orientamento e avevo sbagliato lato del campo mi senti solo e indifeso cercavo di captare le voci dei miei compagni ma nulla rimasi fermo senti dei rumori avanzare verso di me feci finta di nulla per poi girarmi di scatto.
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fabrizio |
28-10-2010, 13.20.20 | #377 |
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Quell’esclamazione mi fece sorridere...
“Ah, beh... se mi prendete voi...” mormorai tra me. Poi, non senza una vaga punta di orgoglio, saltai giù ed atterrai su entrambi i piedi, piegando appena le ginocchia per ammortizzare l’atterraggio. “Beh, grazie lo stesso... del pensiero!” gli dissi, ostentando noncuranza, mentre mi raddrizzavo elegantemente e scuotevo con delicatezza la polvere dal mio abito. Gli lanciai appena un'occhiata fuggevole, prima di sollevate la testa e guardarmi intorno... era una caverna non molto ampia, la luce proveniva da un punto all’estrema sinistra che, tuttavia, non potevamo scorgere poiché restava oltre un’ampia curva... quella luce illuminava solo a tratti le pareti irregolari... “Beh, direi che non è una cripta!” constatai “Dove credete che siamo finiti?” Parlando, mi ero avvicinata ad una delle pareti e così potei notare che in molti punti esse erano coperte da curiosi disegni tracciati con un tratto semplice ed essenziale... strane immagini delle quali non riuscivo bene a comprendere il significato... “Venite a vedere!” esclamai, facendo cenno al cavaliere di raggiungermi “Ho visto disegni simili a questi incisi su una delle pareti esterne delle chiesa...” Inclinai la testa da una parte, avvicinando ancora un poco il viso alla roccia: “Secondo voi cosa rappresentano?”
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28-10-2010, 17.07.06 | #378 |
Cittadino di Camelot
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A quel punto Morven, vedendosi scoperto, si fece appena avanti.
Teneva ancora stretto con la mano lo stipite della porta, quasi temesse di lasciare quell'appoggio sicuro e farsi avanti. In realtà non era il dolore alla gamba che avrebbe potuto farlo vacillare, chè da qualche istante a quella parte, il ragazzo non lo avvertiva più, quasi l'avesse del tutto dimenticato. No, erano lo stupore e la viva curiosità che gli stavano divorando l'anima, e che lo facevano quasi tremare, mentre con occhi avidi cercava di comprendere a quale lavoro si fosse applicato quell'uomo, il cui sguardo attento e la cui voce profonda lo avevano tanto turbato! Era dimentico a tal punto di ogni cosa lo circondasse, che non si premurò nemmeno di rispondergli, nè di scusarsi per la sua impertinenza, nè tanto meno di cercare una giustificazione a quell'affettuoso rimprovero che il saggio anziano gli aveva rivolto, e che in qualunque altro momento egli avrebbe con rispetto approvato. L'uomo era seduto presso un'incudine, e sopra quella superficie giaceva un oggetto di forma singolare, la cui reale natura sfuggiva ancora a Morven, poichè esso era ancora ricoperto di uno strano materiale, che il suo ospite stava faticando ad eliminare. Morven chinò il capo, aguzzò la vista... a prima vista si direbbe proprio... ma no! Come potrebbe mai un oggetto tanto sacro essere stato abbandonato in un simile stato? Guardò il suo ospite, e una volta ancora fu colpito dall'aura di grandezza e di intimo valore che da lui emanava. Era stato uno sciocco a pensare, anche solo per un istante, che il male potesse albergare in quei tratti nobili e saggi! No, di certo quell'uomo doveva celare in sè qualcosa di prezioso! La natura di Morven, riservata e forzatamente avvezza alla solitudine, lo avrebbe spinto per consuetudine a tenere chiusi in sè quegli interrogativi che gli crescevano nel cuore, ma proprio in quell'istante, mentre l'uomo, dopo un sorriso, aveva ripreso il suo alacre lavoro e sembrava non interessarsi più alla sua presenza nella stanza, proprio allora gli tornarono alla mente, senza alcuna logica motivazione, le parole rivolte qualche sera prima a Guisgard... io sono Parsifal... io sono Parsifal... ma proprio per questo, io non commetterò il suo stesso errore... la timidezza, il dubbio e l'angoscia non legheranno la mia lingua... io ho giurato che avrei cambiato la storia... Così, in forza di quelle parole che si era detto, Morven si decise infine, e avanzò di qualche passo, fino a fronteggiare l'incudine e l'uomo che vi era chino sopra nello sforzo di quel travaglio. "Poichè già una volta avete così graziosamente giustificato il mio difetto, signore, oserò spingermi oltre nella mia curiosità... chi siete voi, e qual'è la vostra vita in questi luoghi che ogni uomo di Cartignone sembra temere? E soprattutto..." E qui esitò appena, lanciando un altro sguardo all'oggetto che l'uomo stava lavorando. "... cos'è questo strano oggetto cui state prodigando tante cure? Mi sembra di conoscerlo, eppure sono certo che la cosa è impossibile!"
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"E tu, Morrigan, strega da battaglia, cosa sai fare?" "Rimarrò ben salda. Inseguirò qualsiasi cosa io veda. Distruggerò coloro su cui avrò poggiato gli occhi!" |
28-10-2010, 20.53.24 | #379 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Cavaliere25 era nel bosco.
Tutto attorno a lui taceva. Un silenzio innaturale. Poi un fruscio, qualcuno o qualcosa che camminava tra la vegetazione verso di lui. Il Sole filtrava attraverso gli alti e folti alberi che sembravano intrecciarsi fra loro, come a voler racchiudere il giovane arciere in una morsa. Il rumore si fece più vicino. Ad un tratto qualcuno emerse dai cespugli e con gesto rapido e improvviso portò una lucente lama alla gola di Cavaliere25. "Accidenti a te, ragazzo!" Esclamò Belven, mentre teneva ancora la lama puntata alla gola di Cavaliere25. "Perchè non hai obbedito ai miei ordini? Ti ho cercato per un bel tratto di bosco! Ho sentito dei rumori e temevo si trattasse di qualcuno di quei maledetti che ci hanno assaliti!" Rimise la spada a posto, respirò nervosamente, come a voler sbollire la rabbia e chiese: "Hai notizia di Morven e Goldblum? Li ho visto correre in direzione opposta alla mia. Spero siano riusciti a mettersi in salvo..."
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28-10-2010, 20.56.14 | #380 |
Cittadino di Camelot
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Lo guardai e dissi che bello rivedervi mi dispiace ma nella confusione mi sono perso e ho anche perso gli altri non saprei dirvi dove sono li andiamo a cercare insieme e aspettai una sua risposta
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fabrizio |