24-03-2011, 20.23.06 | #31 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
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Amico mio, il vero volto di un uomo, come scrisse più di qualcuno, è il suo cuore.
Ed il vostro, da ciò che scrivete, è bellissimo. Io credo che la donna capace di suscitare in voi simili slanci dovrebbe conoscere il grande dono che possiede. Mio cortese amico, messer Amore non suscita sentimenti come il vostro per lasciarli poi sfiorire nel nostro animo. Egli è perfetto, come la materia di cui è patrono e protettore. Seguite il vostro cuore e non limitatete la magia d'amore ad un' illusoria immagine di vana bellezza. La vera bellezza sta in ciò che sentite e scrivete. Non indugiate oltre... nulla è peggio di un rimpianto d'amor perduto...
__________________
AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO |
24-03-2011, 20.30.23 | #32 |
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L'indugio alle volte messere, rende l'amore ancor più terso, ancor più candido posciaché esso se vissuto come un sogno,e quindi che riman tale, appunto perché tal rimane è perfetto et puro. Quando , e accade sovente, l'amore lo si vive assieme e quindi non più rimane un sogno, esso perde d'animo e lo si perde, forse non immantinente,ma con il tempo. L'amor rimasto un desio mai si spegnerà
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25-03-2011, 13.04.05 | #33 |
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Mie poesie: Oh amor, che ‘l cor mi tormenti
OH AMOR, CHE ‘L COR MI TORMENTI
Oh amor, che ‘l cor mi tormenti Ma eo di servirti non me abento, Amor, che hai li mei sentimenti Ch’ eo a mirar te tutte pavento: Pianto e canti son per te ardenti E l’ alma mea ha lo tuo accento, Ma or chiù non aggio argomenti Per narrarti ciò che per te sento. Mai a la tu’ favella i’ fui restio Che dolce m’ è tanto esta voce, E tante fiate il rammento, perìo, Che sì se paga men sulla croce; Ma sempre caro lo tuo fruscio Che sì per lo cor meo l’ è atroce. |
25-03-2011, 14.38.39 | #34 |
Dama
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Mie Poesie (Drusus)
Orbene cari amici: in questo luogo in nostro "canzoniere" ci pregierà dei suoi componimenti. Prego, sir Drusus, a voi il palcoscenico
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25-03-2011, 15.55.27 | #35 |
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OH AMOR, CHE ‘L COR MI TORMENTI
Oh amor, che ‘l cor mi tormenti Ma eo di servirti non me abento, Amor, che hai li mei sentimenti Ch’ eo a mirar te tutte pavento: Pianto e canti son per te ardenti E l’ alma mea ha lo tuo accento, Ma or chiù non aggio argomenti Per narrarti ciò che per te sento. Mai a la tu’ favella i’ fui restio Che dolce m’ è tanto esta voce, E tante fiate il rammento, perìo, Che sì se paga men sulla croce; Ma sempre caro lo tuo fruscio Che sì per lo cor meo l’ è atroce. |
25-03-2011, 15.57.46 | #36 |
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OH CHE QUAND’ EO TE VEGGIO
Oh che quand’ eo te veggio Tutto muoio a tu’ pervenza, E nol so ciò che far deggio Per conquider tua riverenza! Sì ‘l desio a lo cor è peggio Che starti avante in temenza: Ch’ io nol so se scarseggio D’ albir o de mia avvenenza; Che teco gioioso sicur sarìa A sere sincero io non dutto, Ch’ in vero diserta de falsìa Penso tu sie, e in te mi butto! Sol lodarti sempr’ eo vorria Sì ‘n etterno; e questo è tutto! |
25-03-2011, 16.01.42 | #37 |
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MORIRE PER AMORE
La maitina rifulse nelle spade Che l’ onore a pugnar volse: Due erano le ferite dignitade Ch’ una graziosa dama dolse. Ma lo volgo d’ ogne contrade Non plaudì chi la morte colse, Ma chi con sì magna onestade A lo altro scudo l’ arme tolse. Lo viso de mestizia forestiero Or cupo a lo sangue si strugge, Ed or la pulzella a lo cavaliero Narra ch’ amor più non fugge; Alsì trionfante dal piglio fiero De la dama la speme distrugge; Lo core dona a lo battagliero Ch’ ogne gloria or certo sugge. Ora tutto è pitturato lo terreno De sangue de sì diletto conte, Ch’ a l’ amore non mise freno Ponendosi a la morte di fronte, Per poi dir:” Dama mio veleno, Per aver te avrò sì poi Caronte!” |
26-03-2011, 17.03.05 | #38 |
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LETTERA ALLA MORTE
Per lo compito tuo assai te lodo Dama nera ch’ operi ‘n baldanza E silenzio, acuta e sanza fidanza Dando aspri lai ch’ i’ silente odo. All’ altra sponda i’ gaio approdo: E mentre me conduci in stanza, Mirando me misero in erranza L’ alme prave stanno in sinòdo. La man posa su chi non è amato Pur s’ è ad amar più d’ altri atto, Donagli quiete e rapiscilo ratto E chi gli diè li dolori sia dannato. Innanzi a te Morte son sol armato De la mestizia mea, son sì fatto Per te prendere la mano: ‘l tatto È freddo e severo, ma agognato. T’ impalmo e apro le mie braccia, Le dolci tu’ labbia posa sulle mie E che la tua sia pur la mi’ faccia. Non passerem tra cent’ e mille vie Per arrivar poi tardi alla barcaccia. Or su andiam da Ade, loco di follie. |
26-03-2011, 17.18.52 | #39 |
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Come molti sapranno, Mozart si innamorò, quand' era ospite in casa Weber, di Aloisia. Esto amor però da essa mai venne ricambiato, ed il compositore sposò, anni dopo, la sorella di lei, Costanza
Questo mio poetar è alsì rivolto a lo amor respindo ch' ebbe Mozart per Aloisia L’AMOR RESPINTO MOZART: “Oh che luce ch ’il viso vostro emana! Benigno est et rifulge sì qual stella. “ ALOYSIA: “Lodi vostre si perdon nell’ aere vana E Vi priego di non tornar più a favella!” MOZART: “Ah Madama mia, assai dura et sana Pe’ beltade, ’l cor mio mettet’ in cella. L’ amor pe’ voi ha fatto in me una tana E mi duolo, che ‘l cor vostro cancella. ALOYSIA: “Recarvi dolor non fue lo meo intento, Ma da ivi fuggite, più no, non favellate! Sarìa magno spreco sì de tanto talento Ch’ ad altrui potete donar. Su, andate!” MOZART: (pensa) “Oh che gelo v’ è in esto amaro vento Et da lo gelo dolenti lacrime son nate: Eccola, buia est la notte, vicino sento L’ alma mia dolente. Stelle, ove brillate? Cupo ‘l cor meo, ‘l mento est tremante E mai vi fu uno più dolente congedo. Sol eo ivi sono l’ unica alma amante Ma d’ amor son cieco, che non vedo!” ALOYSIA: “Partitevi co’ la vostra man musicante E scortate via da me lo vostro aedo, Or ite Paride. Fuor da me all’ istante Ch’ eo la splendente alma vostra ledo.” MOZART: “Così sia! Da l’ occhi vostri i’ men’ vo Anco se v’ avrò a lo meo cor di fronte. Pe’ cittade e pe’ patrie mesto vagherò Portando d’ esto vostro rifiuto l’ onte.” ALOYSIA: “Di vossignoria fatemi diserto e sì no! Mai ritorno farete! V’ è di là un ponte!” (Dice indicando un ponte lontano) MOZART: (pensa) “Guardate: l’ ei sognata e la sognerò, Ma dessa mi tratterà meglio Caronte!” (Apre la porta per andarsene) ALOYSIA: “Vi sia lieto l’ addio tenero compositore! Un dì d’ amici ci potremmo poi vedere” MOZART: (girandosi) “Ora men’ vo ma riman’ in me l’ amore. L’ amicizie a l’ alma mea son severe, Mai vi sarà tra noi uno amante calore!” ALOYSIA: “’l’ albir vostro pe’ me mettet’ a sedere” ( Dice sorridendo ) MOZART: “Da ivi sorto, fo infelice lo cupo attore; Eo, musicista dalle triste mie bandiere” ( Ed esce ) |
26-03-2011, 17.54.59 | #40 |
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MORTE, OH MIO DESIO
Diceo co lo buio a l’ amica morte: “Quant’ ancor Ve dovrò aspettar? Quando m’ aprirete le dolci porte?” Ed ella sanza me fare oltre penar: “Sarò de te poscia o pria la sorte E verrò alsì me potrai abbracciar. Ti donerò mantelli et nere scorte Che meco sarai sposo sull’ altar .” E ride ‘l cor mio in una buia notte: Or sì ad esser amato son vicino, Finite de la trista vita son le lotte E ‘l soldo dono a Caronte, e sino Ove ‘l foco de Dite tutt’ inghiotte Eo sorridente et quieto cammino. |
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