24-03-2011, 05.07.48 | #31 | |
Cittadino di Camelot
Registrazione: 27-02-2011
Residenza: Dai boschi nebbiosi
Messaggi: 610
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Citazione:
"Dall'Aldilà... ben detto!", dissi, scostando i lembi dell'arazzo. Ero quasi certa che presto mi sarei trovata addosso tutte le lame presenti in quella sala, ma ormai non potevo sperare di celare la mia presenza oltre. Tanto valeva scendere in campo aperto... almeno avrei smesso di respirare polvere. Con un gesto feci ricadere il cappuccio sulle spalle e mostrai il volto.
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Ama, ragazza, ama follemente... e se ti dicono che è peccato, ama il tuo peccato e sarai innocente. |
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24-03-2011, 05.18.29 | #32 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
Registrazione: 05-06-2008
Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
Messaggi: 51,903
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Lord Astalate ricevette subito in privato e con gioia l’abate Ravus.
“Cosa vi conduce nella mia dimora, monsignore?” Chiese il nobile. “Eh, mio buon amico…” rispose con aria dimessa il chierico “… sono momenti tristi questi… prima la morte del duca Rauger, poi la ribellione di lord Cimarow…” “Si, conosco i fatti di cui parlate… ho dato ordine di raggruppare cavalieri da ogni dove per mandare rinforzi al ducato di Capomazda.” “Ed il Cielo ve ne renderà merito, milord!” “In realtà non è solo per Carità Cristiana che ho fatto ciò…” disse Astalate “… se i Taddei perdessero il potere a Capomazda, temo che in tutta la regione sorgerebbero focolai di ribellione…” “E proprio alla morte di sua signoria si deve la mia visita qui oggi, milord.” “Vi ascolto.” “Sapete che io sono stato da sempre il confessore del defunto duca” cominciò a dire il chierico “e quindi ben conosco la travagliata storia dei Taddei…” “Stirpe tanto nobile quanto bellicosa.” Osservò Astalate. “Ma anche maledetta, secondo ciò che si narra…” “Andiamo, monsignore!” Esclamò Astalate. “Siete uomo di Fede e non crederete a queste superstizioni!” “Milord, non credo a favole e leggende, ma in ciò che sento e vedo. Sua signoria, dopo la morte di sua moglie, lady Roselide, avvenuta pochi giorni dopo le nozze, aveva lasciato il palazzo di Capomazda, chiudendosi quasi come un eremita in un castello a poca distanza dall’antica dimora della sua stirpe. L’aveva fatto perché, come mi raccontava spesso, ogni cosa in quel palazzo gli ricordava l’amata moglie troppo presto perduta. E per trent’anni aveva vissuto lontano dal palazzo ducale. Fino a pochi mesi fa, quando decise di farvi ritorno.” “E come mai questa decisione?” Chiese Astalate. “Perché voleva morire, come egli stesso mi disse, nella casa dei suoi antenati. Voleva trascorrere là la sua vecchiaia, per spegnersi serenamente. E prima di tutto questo organizzare le nozze di suo nipote ed erede con lady Talia, principessa di Sygma. Ma pochi mesi dopo quel matrimonio, la tragedia che ben conosciamo…” “Già, una tragedia.” “Il duca non credeva a quell’antica maledizione… o per meglio dire, non se ne curava… e questo credo sia normale per un uomo che, dopo aver perso la donna amata, ben poco aveva da chiedere alla vita…” “Avanti, arrivate al punto, monsignore!” “Vi è un antico manoscritto, custodito nel palazzo ducale, dove si narrano i fatti che secondo la leggenda causarono l’orrenda maledizione… credo dovreste ascoltarlo…” “So che non ho altra scelta…” disse rassegnato Astalate “… avanti, vi ascolto…” Ravus cominciò a leggere il manoscritto: Ecco l’origine e la causa delle nostre sciagure. Avvenne che circa 200 anni fa le nostre armate conquistarono le terre di Sygma. Per sancire la fine delle ostilità fu cosi combinato il matrimonio tra Ardeliano, erede del ducato, e Gyaia, principessa di Sygma. Ma il rampollo dei Taddei non amava la bella principessa e finì per trascurarla. Fino a quando, una infausta sera, la giovane infelice e sconvolta abbandonò il palazzo. Non trovandola, forse a causa del dolore, Ardeliano comprese finalmente i suoi veri sentimenti. Ma la nutrice di Gyaia, Olyana, attese ed affrontò Ardeliano. “Tu, dannato…” gridò “… tu sei responsabile del dolore di quella ragazza… e sarai responsabile della sua anima… come della tua! Io, davanti al Cielo, ti maledico per non aver riconosciuto il vero amore ed aver condannato questa giovane che ti amava più della sua stessa vita all’infelicità! Pagherai, per sempre tu e la tua discendenza! Quando incontrerete il vero amore, esso vi sarà strappato via… insieme alla vita! Lo giuro su…” “No!” Gridò il duca, afferrandola per il braccio con cui la donna invocava l’oscuro maleficio. Un attimo dopo, chiamò i suoi servi e con loro, portandosi dietro i cani, si lanciò nella brughiera per ritrovare quella ragazza che troppo tardivamente aveva capito di amare. Ma, per la disperazione, Ardeliano si allontanò dai suoi servi e con i suoi cani cercò di raggiungere la giovane nella brughiera avvolta dalle tenebre. Poco dopo i servi raggiunsero i cani, che, come spaventati, ansimavano attorno ad un fossato, nel quale giacevano i corpi senza vita di Ardeliano e Gyaia. Sui loro volti era impressa un’espressione di disperata paura. E proprio in quell’istante una sagoma a cavallo, spaventosa e misteriosa, apparve in lontananza. I servi a quella visione fuggirono via. Chi riuscì a raggiungere il palazzo ducale non fu in grado di riacquistare più il senno. Questo è ciò che si narra sull’origine del flagello che perseguita la nostra famiglia da diverse generazioni. Altri nostri predecessori e successori di Ardeliano hanno visto finire tragicamente le loro vite e tutti avevano da poco conosciuto le gioie dell’amore vero. E le loro morti furono tutte impresse da quel medesimo marchio di orrore sui loro volti. Qualcosa di oscuro forse davvero perseguita la nostra stirpe. Qualcosa che sembra volerci legare ad un destino di morte, senza la gioia più grande: Amore. Ecco perché questa maledizione ha preso il nome di Gioia dei Taddei. In fede Conelia de Taddei, granduchessa di Capomazda, suddita di sua maestà e serva di Dio. “Ecco, questo è il manoscritto che narra di quella maledizione.” Mormorò Ravus mettendo a posto quel documento. “Lady Conelia trascrisse queste notizie mentre cercava spiegazione per le tragiche morti di diversi suoi predecessori.” Astalate fissò con sufficienza il chierico. “E al di là di ogni nostra logica convinzione e opinione…” aggiunse questi “… resta il fatto, chiaro ed indiscutibile, che lord Rauger è morto nello stesso identico modo descritto da questo manoscritto vecchio di un secolo…”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO Ultima modifica di Guisgard : 24-03-2011 alle ore 05.48.46. |
24-03-2011, 10.55.35 | #33 |
Cittadino di Camelot
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chinai il capo e girandomi verso la guardia che mi aveva accompagnato alla caserma la ringraziai e dissi spero di rivedervi presto signore e mi rigirai verso Gervan per seguirlo negli alloggi mentre lo seguivo gli dissi mi sembrate tutte brave persone spero di imparare molto da voi qui e rimasi in silenzio.
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fabrizio |
24-03-2011, 16.47.31 | #34 |
Viandante
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"Così è quella la sposa di mio fratello?": pensai. Si molto graziosa ma spero anche giudiziosa. lui si merita il meglio.
L'avevo vista entrare nel castello dal giardino ma x la mia forte timidezza non avevo avuto il coraggio di salutarla e presentarmi. Ci avrebbe pensato mio fratello ai convenevoli. |
24-03-2011, 21.00.19 | #35 |
Cittadino di Camelot
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In una modesta casetta entro le mura di Capomazda viveva la giovane moglie di Friederich uno dei più giovani tra cavalieri del duca. La giovane era originaria di Camelot e dal giorno del matrimonio, avvenuto quattro mesi prima, aveva lasciato amici e familiari per seguire l'amato sposo. Ora lei aspettava il suo ritorno dato che nel cuore della notte, mentre dormivano abbracciati, il marito era stato richiamato con urgenza in servizio. Dafne, questo era il suo nome, sperava che Friederich tornasse presto, c'erano grosse novità per lui!
Dafne stava china sul focolare, stava preparando quello stufato che tanto piaceva al marito, erano passati dieci giorni da quando Mellow le aveva portato una triste notizia ma ancora si ostiava ad attendere... "Sì? Chi è?" disse Dafne immaginando, dopo aver sentito bussare alla porta, che Friederich fosse arrivato "Lady Dafne, aprite sono Sir Mellow!" Dafne, un po' stupita aperse la porta... "Signora, sono tornato ora dalla missione per la quale era stato chiamato anche vostro marito..." "Sta bene vero? Mio marito sta bene?! Parlate!!!" "Milady, vostro marito è caduto a mezzogiorno mentre combatteva con onore per Capomazda...." e mentre diceva questo si fecero avanti quattro soldati che reggevano una barella sulla quale giaceva il corpo immobile di Sir Friederich. "No!! Noooo, Noooo!!" Dafne si getto in lacrime sopra il viso del marito "Friederich alzati, alzati non puoi lasciarmi ora!!! Friederich, io...io aspetto un figlio!"
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"Gli uomini che meglio riescono a stare con le donne sono gli stessi che sanno starci benissimo senza" Baudelaire Ultima modifica di Lady Dafne : 24-03-2011 alle ore 21.33.49. |
24-03-2011, 21.15.57 | #36 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Melisendra apparve come dal nulla.
Tanto velocemente che per un istante i presenti restarono meravigliati da quella visione. "Chi siete?" Chiese uno degli uomini del chierico. Ma proprio in quell'istante giunsero le guardie di Astalate. "Non muoverti!" Ordinarono gli uomini armati. "Fai solo una mossa e sei morta!" Un attimo dopo, richiamati dalle grida, arrivarono Astalate e Ravus. "Chi siete voi?" Chiese il nobile alla misteriosa donna che finalmente mostrava il suo bellissimo volto.
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24-03-2011, 21.18.17 | #37 | |
Cittadino di Camelot
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Le parole della guardia e poi quelle del capitano fecero lentamente breccia nella mia mente, ancora tutta presa da quella sagoma che mi era parso di vedere dalla finestra... e in un istante la riempirono totalmente, cacciando via tutto il resto.
Citazione:
Non avrei saputo dire che genere di sensazioni quella notizia causò dentro di me... emozione, ansia, una sorta di incosciente felicità... e poi quella paura, dilagante e incontrollata! Quella paura che era nata nel mio cuore dopo la sua partenza improvvisa, a neanche un mese dal matrimonio... quel sordo dolore e quel senso di disagio che allora avevo provato tornarono in quell’istante ad impadronirsi totalmente di me. Rimasi da sola in quella stanza per parecchi minuti, cercando di mettere insieme le idee... giocherellando nervosamente con quel medaglione... cercando un modo, uno qualsiasi, per sfuggire a quel turbinio di sentimenti potenti e contrastanti... Eppure non c’era una via d’uscita! Lentamente mi strinsi nel leggero scialle di seta e mi avviai verso la porta... sarei scesa ad attenderlo nel cortile! Pascal mugolò forte, quasi volesse dimostrare scontento, ma ugualmente si accinse a seguirmi.
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** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
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24-03-2011, 21.28.43 | #38 |
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Ma proprio mentre Gervan si accingeva a mostrare gli alloggi a Cavaliere25, si udirono i primi squilli di tromba.
"Presto, sua signoria sta per entrare a palazzo! La carrozza è già a Capomazda!" Gridò qualcuno. Poi il segnale che chiamava l'adunata dei cavalieri. "Ragazzo, ti mostrerò tutto dopo!" Disse Gervan. "Tu resta tra i paggi e non muoverti. "Tra qualche istante potrai vedere il tuo nuovo signore!" E raggiunse gli altri cavalieri con a capo il capitano Monteguard.
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24-03-2011, 21.45.16 | #39 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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La brughiera appariva silenziosa, come se il crepuscolo avesse portato con sè una strana inquietudine.
Come se stesse per accadere qualcosa. Ad un tratto le grida della gente destarono la tranquillità della casa di Dafne. "Il duca! Il duca!" Si udiva per le strade. "Tutti sotto le mura del palazzo a rendere omaggio al nostro signore!" "Si, con lui ora quel traditore di Cimarow ci penserà due volte prima di attaccarci!" "Mamma, mamma..." chiedeva un bimbo a sua madre "... perchè tutti gridano?" "Perchè è tornato il duca, figlio mio!" "E chi è?" "E' la risposta alle nostre preghiere, piccolo mio!" E questa eccitazione generale incuriosì la giovane Dafne.
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24-03-2011, 22.26.49 | #40 |
Cittadino di Camelot
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corsi a mettermi tra i paggi e rimasi fermo e immobile ero tutto agitato non sapevo più cosa stava accadendo rimasi con lo sguardo dritto aspettando che arrivasse quella persona che doveva essere il capo in persona.
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fabrizio |
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