03-04-2017, 20.10.04 | #31 |
Cittadino di Camelot
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Che frammento interessante, mi ispira molto. Vorrei poter partecipare a questa avventura. Lo spero vivamente 😄
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04-04-2017, 19.59.59 | #32 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Un altro framento, un soffio, un eco giunto dalla nuova storia che a Dio piacendo sta nascendo...
Ho trovato la diligenza ferma ad attendermi, col suo cocchiere, uomo tarchiato e curvo, con i tipici abiti di queste terre, al suo posto che tiene a bada non senza una certa fatica i suoi cavalli. All'interno della vettura vi sono tre passeggeri, quattro compreso me, tutti diretti presumibilmente oltre il Reno. Io dunque sono l'unico ad essere destinato a scendere prima. Appena partiti ho cominciato a vedere il paesaggio mutare in modo repentino. In breve la tipica ambientazione di quei luoghi cambia, lasciando il posto ad un territorio selvaggio, quasi primordiale, eppure intriso di un certo splendore tra il desolato ed il romantico. Sullo sfondo, nell'inquieto ardore di un cielo quasi plumbeo si staglia il variegato fogliame dei salici, delle querce e dei noci, in una natura inesorabile, forse matrigna che invece sembra voler schiacciare tra sterpi e rovi i maturi e colorati frutti degli aranci, dei meli e dei mandorli in fiore. Come se tutto in quelle lande rappresentasse, persino in tono drammatico, l'eterna dicotomia tra la Luce e le tenebre. Davanti a me si apre una terra aspra e meravigliosa, coperte di vaste ed impenetrabili foreste, racchiusa da invalicabili e millenari monti addormentati, con le loro spettrali alture chiazzate da olmi, faggi ed erbosi strapiombi che circondavano la strada. Dovunque gli alberi sono in fiore, riflettendosi con le loro screziature su un'erba verde ed incontaminata, appena lambita dagli infiniti colori dei petali caduti. Ciò mi ha fatto ricordare le parole dell'albergatrice circa la pagana festa di Morgana in quelle terre. In queste immagini di ancestrale e bucolico splendore la Mosa serpeggia come lingue d'argento, quasi fosse padrona di questo mondo così lontano dal nostro Occidente. Le montagne circondano, anzi dominano su ogni cosa sorge sotto il cielo, torreggiando a destra ed a manca ed illuminate dal flebile Sole del mattino, capace di screziare le loro fattezze e mutandole in bagliori di un blu cobalto negli strapiombi, di purpurei e verdi riflessi dove l'erba ammanta su spuntoni di fredde rocce sospese, tutto ciò racchiuso in un'infinità di rupi e picchi scoscesi, frastagliati che paiono svanire oltre quell'orizzonte così sognante, magico, persino spettrale. Come se quella terra fosse al di fuori del mondo. Tutto mi incuriosisce di questa landa, come le screziate macchie di oleandri ed eriche, i tronchi di ciliegio che scintillano nel candore dei loro petali penduli ed i cespugli frondosi e carichi di bacche di ogni sorta di colore. Ho notato sul margine della strada, quasi a cadenza regolare, una sterminata quantità di Croci, sulle quali sono inchiodate le Sante Figure del Redentore agonizzante, scolpite in un legno austero ed antico e davanti alle quali una delle passeggere si Segna ogni volta. Come se gli abitanti di quel luogo temessero qualcosa, che cercassero di esorcizzare un che di oscuro. La superstizione popolare riesce sempre ad inquietare, soprattutto in un simile scenario. Il viaggio è durato fino al tardo pomeriggio, quando un cupo crepuscolo è sceso a coprire e confondere ogni cosa intorno a noi, mentre un inaspettato freddo è sembrato sorgere dall'informe foschia dell'imbrunire. Abbiamo proseguito fino a quando è apparso un bivio, con una Cappellina al centro. La passeggera si Segna ancora. Come se oltre la Cappellina cominciasse una terra diversa. Ed infondo è così, visto oltre essa comincia la misteriosa Uaarania. “Il signore è giunto...” dice il cocchiere col suo pasticciato accento. Allora scendo dalla diligenza. E qui vedo giungere un'altra carrozza, trainata da una pariglia di stalloni neri come la notte che schiumano e nitriscono nervosamente. Un attimo dopo la diligenza va via, lasciandomi solo con l'inquietante cocchiere della sinistra vettura appena giunta. Si tratta di un uomo alto e magro, vestito come la notte e il cui volto è celato dall'alto bavero della giacca e da un grosso cappello tipico del posto. Pronuncia allora alcune parole in Latino che mi sembrano in principio incomprensibili, ma poi la cui cadenza mi rammenta il vecchio scritto di Lovercraft da cui sono tratte: “Non è morto ciò che in eterno può attendere, e col passare degli eoni anche la morte può morire.” Un attimo dopo un po' titubante mi deciso a salire sulla carrozza. E partiamo.
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04-04-2017, 20.07.35 | #33 |
Cittadino di Camelot
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Questa storia, che mi sembra sempre più simile a romanzo gotico da me precedentemente citato, impressione tra l'altro da voi confermata, mi attira e cattura sempre di più e credo, rovistando nel mio magico baule, di aver scorto un personaggio che potrebbe fare proprio al caso mio, adattandosi anche a questo scenario così meravigliosamente selvaggio e romantico da voi descritto, ovviamente
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04-04-2017, 20.16.02 | #34 |
Cittadino di Camelot
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Sir Guisgard mi ripeterei ma non mi stanco di ripetermi che in questi due scritti è uscita la vostra bravura letteraria e permettete...descrittiva e bucolica..che ho sempre ammirato in voi, come ben sapete. La vostra abilità nel descrivere non solo storie o situazioni è come quella nel descrivere ambientazioni straordinarie.
Quel paesaggio prima di Uraania..come se fosse di un antico splendore è significativo e rappresentativo della Gioia e il Bene che vorrebbe fiorire ma a cui il Male vuole tarpare le ali. E' una storia davvero affascinante, per le ambientazioni e poi per i misteri che vi stanno dietro.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
05-04-2017, 00.57.03 | #35 |
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Devo dire che questo nuovo scenario è sempre più affasciante, milord..
non vedo l'ora di cominciare |
06-04-2017, 18.35.18 | #36 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Mi sono sempre chiesto cosa renda un uomo cattivo, cosa lo spinga ad agire amando il male ed allo stesso tempo ad accettare questa consapevolezza.
Ma un cattivo è davvero conscio di esserlo? Oppure giustifica ogni suo pensiero ed azione in nome di un ideale o di un valore ritenuto giusto? E forse in questo frammento rubato al nuovo Gdr vi è la risposta... La stanchezza infine mi aveva vinto, spingendomi così a cadere sul letto, anche solo per un momento di pace, di oblio. Forse riuscii anche a dormire, ma il mio sonno fu funestato da orribili incubi. Sognai una bellissima donna, che abbracciai con diletto e passione, sfiorandole la bocca con bacio. Ma le sue labbra divennero livide di un pallore mortale, i suoi lineamenti mutarono e mi ritrovai a stringere fra le braccia un cadavere putrefatto, avvolto da un sudario consumato e fetido, con infiniti vermi che strisciavano fra la stoffa lacerata e le carni marce. A svegliarmi fu l'incerto ed argentato chiarore della Luna che filtrava attraverso le finestre. Era una cupa notte di fine Inverno, fredda ed umida, quando vidi il coronamento di ogni mio sforzo, la realizzazione di tutti i miei sogni. E' proprio vero che le passioni sono l'unico motore che può animare e sostenere l'intelletto umano. E l'odio, non meno dell'Amore, è una di esse, forse persino la più forte delle passioni conosciute poiché è anche la più terrena e realistica. Era l'una del mattino, con la pioggia che scendeva monotona, sospinta talvolta contro i vetri delle finestre dall'ululante ed implacabile vento notturno. Con ansia, angoscia ed eccitazione raccolsi i miei strumenti atti ad inculcare, o forse a destare, dato che davvero nulla si crea e nulla si distrugge, il bagliore della vita in quella mia creatura. L'orologio scandiva inclemente lo scorrere fatale delle ore, mentre una delle candele più vicine al mio volto sudato lanciava gli ultimi guizzi di bagliori prima di spegnersi per sempre. E proprio alla luce tremula che stava per estinguersi vidi, finalmente, aprirsi i foschi occhi purpurei della mia creatura. Trasalii. Respirava in modo irregolare, quasi a fatica, con frequenti fremiti che scuotevano le pesanti membra. Come poter ora descrivere le mie emozioni, le mie sensazioni? Il mio stato d'animo, i miei pensieri e tutte le mie paure? Si, paure, poiché in tutto ciò ero conscio che avevo ormai attraversato una soglia sconosciuta, forse persino proibita. Una soglia sublime e terribile insieme, dalla quale non sarei potuto più tornare indietro. Ero lì fermo, quasi inebetito, a guardarla. E più la guardavo, più mi appariva persino bella. Il suo corpo era proporzionato, le membra grosse e robuste, i tratti in un certo senso anche segnati da una regolarità, poiché avevo scelto tutto con cura, forgiandolo nello stesso modo in cui mi appariva ben in mente da sempre. La pelle era di un lividore cupo, sinistro, quasi nobiliare potrei dire, con i potenti muscoli ben in evidenza. I capelli erano lunghi, folti e scuri, i denti bianchi ed aguzzi. Nel guardarla però il contrasto mi appariva forte, quasi drammatico, tra quel corpo vigoroso ed i suoi occhi acquitrinosi, vaghi, persino indifferenti, simili allo stesso colore delle orbite, perciò di un pallore profondo, esangue, eppure intriso di un qualcosa di sconosciuto ed inquietante. Un attimo dopo provai disgusto, anche orrore ed infine rabbia per ciò che avevo fatto. Spostai per un attimo lo sguardo da lui, per poi tornare a fissarlo. E vidi i suoi occhi foschi ed atavici su di me. Mi guardava. Quegli occhi, se tali potevano definirsi, nei miei. Allora fuggii. Corsi via, fuori dal mio laboratorio, fino al cortile e vi restai per il resto di quella maledetta notte, camminando su e giù agitatissimo e palpitando angosciosamente ad ogni sussulto o rumore di sorta, come se mi aspettassi l'avvicinarsi, il raggiungermi di quell'essere che così follemente avevo voluto concepire dalla mia mente e risvegliare dai miei demoni. Con cure e pene infinite l'avevo creato e solo per detronizzare dai Cieli l'idea di un Dio. Quella creatura senza un dio che adesso era nelle mie mani. Ed in me sorse la consapevolezza che sarebbe stato infelice se non fosse riuscita a rendere infelici gli altri.
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06-04-2017, 18.41.47 | #37 |
Cittadino di Camelot
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Sembra un frammento diverso dallo scenario già narrato...sempre affascinante comunque.
Chissà che creatura aveva creato quello scienziato
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06-04-2017, 19.29.32 | #38 |
Cittadino di Camelot
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Da Dracula a Frankenstein, si direbbe che questa nuova avventura sarà proprio all'insegna del [romanzo] gotico
E non si potrebbe essere più felici per questo Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk
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06-04-2017, 19.29.59 | #39 |
Disattivato
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Devo dire che mi piace moltissimo l'atmosfera gotica che traspare da questi frammenti.
Sono sempre più incuriosita da questo scenario che ci attende... |
06-04-2017, 20.16.01 | #40 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Dopo questo nuovo frammento il vostro Master vi assegna un bel compito per casa
Infatti ogni giocatore deve trovarsi un nome nuovo da portare nel nuovo Gdr. Un nome qualunque, scelto da voi, che magari vi rappresenti, o che vi piaccia o che simboleggi qualcosa di voi. Sceglietelo con cura poiché sarà il nome del vostro personaggio...
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