01-12-2016, 18.25.12 | #401 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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"I miei occhi nel dolore si consumano,
invecchiano fra tante mie afflizioni." (Salmo 6) La chiesa di San Michele sorgeva sulla cima del Monte Sacro, dove si prolungava un robusto e largo spuntone naturale di pietra ammantata di erbe selvatiche e frondosi alberi. Tutt'intorno un burrone a strapiombo ne delimitava il margine, oltre il quale si poteva dominare con lo sguardo una vastissima porzione di terra e nei giorni più limpidi addirittura giungere a vedere la costa e le isole Flegeesi. Ma ora umidità e pioggia regnavano incontrastate, rendendo quel Santo Luogo avvolto da un alone cupo, indefinito ed incantato. Il rintocco della campana, lento, lungo e solenne sembrò salutare l'arrivo di Ardea. Il cavaliere legò Arante ad un albero, lo accarezzò e quasi lo ringraziò della sua fedeltà. Raggiunse allora la chiesa. Era aperta ma senza nessuno al suo interno. Il Taddeide si segnò con l'Acqua Santa, prese tre candele e le accese davanti alla statua dell'Arcangelo. Recitò per ciascuna un Padre Nostro inginocchiato ai piedi dell'Altare. La chiesa aveva una struttura rettangolare, mono absidale, con la Statua di San Michele al centro, con quella della Vergine e del Bambino a destra e quella di San Giuseppe e di Gesù a sinistra. Sull'abside infine apparivano due affreschi. Uno raffigurante Sant'Agostino e l'altro Santa Monica. Qui Ardea pregò a lungo, chiedendo perdono per i propri peccati e raccomandando la sua anima al Salvatore. Si levò poi il guanto e lo pose sull'altare. Era questo un gesto di sottomissione che un cavaliere faceva. Si segnò, baciò le statue e gli affreschi, per poi raggiungere l'uscita. Di nuovo bagnò le dita nell'Acqua Santa, si inginocchiò ancora ed uscì. Sul lato occidentale della chiesa una loggia portava ad una porta. Oltre essa c'era la Cappella detta dell'Apparizione. Era una grotta sopra la quale era stata eretta la chiesa. All'interno dell'antro di pietra vi era un Crocifisso e la statua dell'Arcangelo Michele. E qui Ardea vi trovò due figure. Un monaco incappucciato ed il misterioso cavaliere bardato nella sua impenetrabile corazza che attendeva Ardea per la mortale tenzone. “Ti aspettavo, cavaliere.” Disse con una voce simile a quella di un fantasma. Ed il Taddeide annuì.
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01-12-2016, 18.39.21 | #402 |
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Trepidante questo nuovo capitolo, carico di attese ed emozioni.. è bello leggere ancora le gesta di Ardea, milord.
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01-12-2016, 18.53.19 | #403 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Milady, sono gli ultimi versi di questa storia senza tempo.
Le ultime pagine di un libro infinito. A breve si arriverà al momento decisivo di quest'epopea antica e gloriosa...
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01-12-2016, 19.15.49 | #404 |
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Il mio Santo Patrono...San Michele Arcangelo..mi illumino..lui ascolta sempre i miei pensieri.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
07-12-2016, 05.32.15 | #405 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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"Sorgi, Signore, affrontalo, abbattilo;
con la tua spada scampami dagli empi, con la tua mano, Signore, dal regno dei morti che non hanno più parte in questa vita." (Salmo 17) Di nuovo il rintocco della campana, quasi funereo, mentre il monaco incappucciato recitava il Santo Rosario stringendo fra le mani la Corona con i Divini Misteri. Areda guardò il misterioso e terribile cavaliere ed annuì. Si avvicinò alla pietra della grotta e con le dita segnò tre volte la roccia. Si tolse Parusia, la baciò e la posò ai piedi del Crocifisso. “Lasci qui la spada” disse il cavaliere “dopo che tanto fedelmente ti ha servito?” “Per questa impresa non è degno impugnarla.” Rispose Ardea. “Combatterò con un'altra spada.” Indicando un'altra spada che cingeva il suo fianco. “Allora” fece il misterioso cavaliere “dopo che ti avrò ucciso la prenderò per me.” “No, Parusia resterà qui dopo la mia morte.” Replicò il Taddeide. “Appartiene da sempre alla mia famiglia e voglio sia donata a questa chiesa.” “Dopo di te” il cavaliere bardato “non resterà nulla della tua famiglia. L'hai tradita e disonorata ed io porterò con me come pegno la tua spada. Chi ci sarà qui ad impedirmelo? Il tuo spirito forse? Esso finirà all'Inferno.” Sentenziò quasi con odio. Un odio primordiale, viscerale, profondo, infinito. “Basta parlare.” Alzandosi Ardea. “Risolviamo la tenzone. Subito.” Il cavaliere bardato annuì ed uscì dalla Cappella. Raggiunse lo spiazzale davanti alla chiesa ed attese il suo avversario. Un cielo inquieto e grigio, in cui le nuvole parevano come grugnire, contorcersi, lamentarsi e rincorrersi senza fine, sembrava sul punto di precipitare sulla terra, simile ad un Castigo Divino. Una leggera ed umida nebbia ora accarezzava impalpabile il campanile della chiesa, rendendo tutto vago, indifferente, enigmatico. Quasi tutt'intorno fosse adesso il limite tra il regno dei vivi e quello dei morti. Ardea si segnò ed uscì anch'egli dalla Cappella dell'Apparizione, raggiungendo il suo forte rivale. “Fino alla morte.” Tuonò il misterioso cavaliere, per poi estrarre la sua spada. Ed Ardea estrasse anch'egli la sua.
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07-12-2016, 09.07.33 | #406 |
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Milord. .questo brano è degno di un poema epico.
Quale sarà la sorte di Ardea..vedremo..egli ha San Michele Arcangelo a proteggerlo.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
07-12-2016, 17.10.23 | #407 |
Disattivato
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Vengono i brividi all'idea di quanta attesa ci sia dietro questo duello.
Ora finalmente è giunto il momento. Trattengo il fiato |
24-12-2016, 01.29.08 | #408 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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"Chi è mai questo re della gloria?
Il Signore degli eserciti è il re della gloria." (Salmo 24) I due sfidanti erano uno di fronte all'altro. Avvolti dall'umidità fitta ed incantata di quel Sacro Monte. La pioggia aveva smesso di colpo di scendere ed un solenne silenzio ora dominava quel Santo Luogo. Il misterioso cavaliere alzò il suo poderoso spadone verso il cielo, quasi a sancire, come se fosse un carnefice proclamato da un alto tribunale, la condanna del suo avversario. Arda alzò allora la sua spada e la mortale tenzone iniziò. In un attimo i due sfidanti si lanciarono uno contro l'altro, animati da una forza, una rabbia ed una determinazione quasi inumana. L'acciaio delle loro spade cominciò a tintinnare, scintillare ed echeggiare, squartando l'irreale silenzio che aveva dominato fino a quel momento. Il misterioso e bardato cavaliere menava colpi pesanti, possenti e precisi, tanto che solo a fatica Ardea riusciva a contenerli ed ogni volta sentiva scricchiolare la lama della sua indistruttibile spada. Ogni colpo sembrava più forte e mortale del precedente ed ogni volta il Taddeide pensava di veder spezzata la sua spada sotto quella del suo terribile rivale. Quel cavaliere misterioso pareva animato da un odio non comune, spinto da un'indomita determinazione quasi a compiere una missione. Si, quella contesa sembrava più una missione che il forte cavaliere voleva portare a compimento. Una missione simile ad un'esecuzione. L'esecuzione di Ardea de'Taddei. Ma chi era davvero? Uno spettro giunto dall'Aldilà? Un demonio arrivato per reclamare la sua anima? Chiunque fosse, adesso vestiva i panni di un giudice, di un giurato e di un boia. La tenzone continuò a lungo. Continuò, come volta a fiaccare Ardea, a sfinirlo nel corpo e nello spirito, a farlo piombare vittima di una disperazione e di una rassegnazione senza fine. A scaraventarlo nel baratro infinito, nell'abisso senza fine delle miserie umane. Come i demoni fanno con gli uomini. Estenuarli, disperarli, rassegnarli. E forse quel misterioso cavaliere era davvero un demone, pensava il Taddeide. Un demone giunto per punirlo dei suoi peccati. E la tenzone continuava. E quel cavaliere pareva non accusare fatica, né mostrare debolezza alcuna. Sembrava invincibile, senza punti deboli. Ardea poteva solo difendersi. Ma quanto avrebbe resistito? Ormai sentiva le forze abbandonarlo. Non sarebbe riuscito a parare quei colpi a lungo. Doveva osare. Doveva tentare lui un attacco. Un attacco mortale e forse disperato. Caricò allora il braccio con tutta l'energia che gli era rimasta. Con tutta la forza che ancora pulsava nel suo cuore. Riuscì a schivare l'ennesimo attacco del suo formidabile avversario e si ritrovò pronto a rispondere. “Ora o mai più...” disse fra sè. Un attimo dopo menò un forte e preciso fendente, tanto possente che colpendo il braccio del misterioso cavaliere fece volare via la sua spada, che andò a spezzarsi contro una pietra levigata. E visto il suo rivale senza più la spada in pugno, Ardea tentò il colpo di grazia. Un nuovo fendente lanciò così verso la testa bardata del suo nemico. Ma questi bloccò con la mano il braccio del Taddeide. I due restarono così a lungo a fissarsi. Il misterioso cavaliere spinse allora indietro Ardea e si tolse l'elmo, mostrando così al Taddeide finalmente il suo volto.
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24-12-2016, 01.37.12 | #409 |
Cittadino di Camelot
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Che emozione...leggere la singolar tenzone, per un momento ho pensato Ardea non ce la facesse. Chi sarà il misterioso cavaliere?
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Bellissimo racconto, milord... questo cavaliere sembra davvero invincibile, ma sono certa che Ardea saprà come uscirne vittorioso...
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"Amore non è amore se muta quando scopre un mutamento o tende a svanire quando l'altro s'allontana [...] Se questo è errore e mi sarà provato, io non ho mai scritto, e nessuno ha mai amato." |