12-03-2013, 19.27.33 | #431 |
Cittadino di Camelot
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"Ma cosa dici mai Vivian?" dissi sorridendo mentre osservavo il valletto parlare con gli scudieri.."Perchè mai dovrebbe innamorarsi di me".
Il valletto ritornò parlando di soldi..."Scommessa?Vogliono dei soldi?No no...non ci sto". Mi avvicinai ai tre scudieri..."Piacere" con un lieve inchino "sono la cugina di sir Guisgard, e lo scudiero del mio valoroso parente mi ha appena fatto notare che egli voleva far notare quanto era bravo il suo padrone con la lancia...e voi avete chiesto dei soldi..ma scusate, si combatte per l'Onore e non per i soldi...e anzi mi sembrano siano bandite le scommesse, o forse ho avuto un abbaglio. Probabilmente, temete tanto mio cugino, Sir Guisgad, e state cercando una scusa per non farlo partecipare alla gara" dissi con sorriso affabile verso gli scudieri.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
12-03-2013, 19.48.22 | #432 |
Disattivato
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Restai impietrita alle parole della donna e mi allontanai di qualche passo.
Le parole degli astanti mi apparivano lontane e distanti. La selva. Persone perse nella selva. Mi avvicinai alla moglie del locandiere e la presi per un braccio. "...che significa?" Dissi con gli occhi ardenti "...quanta gente si è persa nella selva? Che cosa si nasconde laggiù? ditemi, vi prego... Ditemi...". Avevo alzato la voce e accelerato il respiro insieme ai battito del cuore, mi accorsi, tuttavia di aver esagerato. Lasciai il braccio della donna e i miei occhi si riempirono di lacrime. "...oh, signora.. Perdonatemi vi prego... Anch'io ho perso una persona cara nella selva..." Abbassai lo sguardo "...perdonate il mio comportamento..." Ormai le lacrime erano irrefrenabili ".. Ma vi prego, ditemi.. Cosa accade laggiù?" |
12-03-2013, 19.48.42 | #433 |
Cittadino di Camelot
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Ripresi il libro da dove lo avevo preso......sembrava pulsare di vita propria....era caldo..." Sembra vivo Elina......"......Misi il mantello e poggiai il cappuccio sulla testa...." Andiamo ....andiamo in quella piccola chiesetta, quella vicina alla casa di Abul....a limite, se dobbiamo scappare.......possiamo sempre farlo a casa sua.......in chiesa io....io non ti capisco Elina...ma facciamo come dici tu.....ma se finisco arrosto....sara' tutta colpa tua..."......mi misi a ridere..mentre aspettavo che anche lei si mettesse il mantello......avevo bisogno di ridere......e cosi' uscimmo e arrivammo al villaggio......la chiesa era aperta...e un forte odore di incenso, mi investi'....c'era silenzio e tutto era nella penombra, alcune candele votive erano messe ai piedi di una Madonna Nera......ma non vedevo nessuno li' dentro........mi fermai innanzi alla Madonna..." E' molto bella.....ha il colore della nostra pelle....pensi che fosse veramente cosi'......o ha il volto bianco come le rose...?......ora dimmi Elina....abbiamo il libro...siamo..in chiesa e non c'e' nessuno.."...nel dire questo un tonfo sordo ci fece voltare..........
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12-03-2013, 19.51.18 | #434 |
Cittadino di Camelot
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Rimasi in silenzio per molti minuti, osservando i cavalieri ad uno ad uno... scrutandoli... studiandoli...
il silenzio era denso nella stanza ed io avvertivo quasi la loro sorpresa e, forse, la loro incertezza... tuttavia nessuno di loro parlò né pose alcuna domanda... ed io ne fui compiaciuta. “Cavalieri... benvenuti!” iniziai infine a dire, con voce lieve “E così... voi siete i cinque cavalieri più valorosi del Regno, mi dicono! E... mi dicono, da quest’oggi sarete i responsabili della mia sicurezza! Ne sono lieta...” Tacqui di nuovo. E di nuovo li osservai. Quando poi ripresi a parlare, il mio tono era diverso... “Credo che sia opportuno che sappiate...” dissi, con la voce ora fredda e distante “Che l’iniziativa è stata dell’Arconte: è l’Arconte che ha voluto il torneo ed è l’Arconte che desidera per me delle guardie del corpo. Se fosse dipeso da me, questo Corpo non sarebbe mai stato formato giacché ritengo che, se un sovrano ha bisogno di guardie del corpo all’interno del proprio regno, significa che non svolge il proprio servizio nel modo migliore. L’Arconte, tuttavia, mi ricorda che siamo in guerra e che io sono forse troppo moralista... la mia filosofia può andar bene in tempo di pace, dice egli, ma non in questi giorni! Comunque sia...” con un leggerissimo movimento della mano, come a scacciare il discorso “Comunque sia, non è detto che sia stata una cattiva idea! Sappiate, innanzi tutto, che non è mia intenzione rivedere minimamente il mio stile di vita né le mie priorità... non limiterò le uscite in pubblico, né le udienze, né i viaggi se saranno necessari a svolgere il mio compito... a voi spetterà tutelarmi, il come non mi riguarda affatto e non tollererò ingerenze alle mie attività. Per contro... sapete... io credo che alla base di ogni fruttuoso rapporto vi sia la fiducia. La fiducia è tutto, è ciò che ci rende liberi pur tenendoci uniti. Voi, quest’oggi, siete stati fregiati della più alta carica di cui io disponevo... questo vi ha reso superiori a qualsiasi altro cavaliere di Sygma, rendendovi dipendenti solo e soltanto da me. Voi, da oggi, non prenderete ordini che da me, riferirete solo a me e dipenderete solo dalle mie decisioni. Voi, da oggi, siete i depositari della mia più completa fiducia... Onoratela, ed avrete fama, gloria ed onori e niente di giusto vi sarà negato. Traditela una sola volta, ed io vi spedirò nel più angusto angolo di regno con la più bieca delle mansioni, fino a farvi rimpiangere il giorno disgraziato in cui avete messo piede a questo torneo!” I miei occhi erano fissi su di loro, immobili e freddi come l’inverno... non una singola emozione mi attraversava lo sguardo, non un singolo movimento rendeva i miei lineamenti più dolci. Rimasi in silenzio per vari minuti finché, guardando nei loro occhi, non fui del tutto certa che il concetto fosse passato. Poi ripresi a parlare... “Il Capitano Caryl...” dissi, indicando l’uomo che era rimasto leggermente in disparte “E’ il capitano delle Guardie di Sygma... era al servizio della Casa Reale da prima della mia nascita ed io ho fiducia in lui... per questo motivo egli ha il permesso di partecipare a questa udienza. Per il resto... le nostre udienze, gli incontri, i colloqui saranno in forma assolutamente privata. Nessuna informazione dovrà trapelare mai, ciò che viene detto tra me e voi resterà tassativamente tra me e voi.” I miei occhi li scorsero ad uno ad uno... “Obiezioni?” domandai poi.
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12-03-2013, 20.05.57 | #435 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Elisabeth ed Elina si voltarono di scatto e videro un uomo.
“Signore...” disse alle due donne “... in chiesa non troverete nessuno... neanche più le ostie ci sono nel Tabernacolo...” “Perchè mai?” Chiese Elina. “Perchè non vi sono più sacerdoti in città.” Rispose l'uomo. “Da quando il vescovo è fuggito, i chierici sono stati cacciati o scappati via anch'essi.” Le fissò. “Non troverete dunque religiosi nelle nostre chiese.” “E a chi occorresse un supporto spirituale?” Domandò Elina. “Non ne troverete negli uomini di chiesa qui.” “E dove?” “Credo che solo qualche sedicente alchimista possa aiutarvi...” mormorò l'uomo “... ma attente agli imbroglioni e ai ciarlatani...”
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12-03-2013, 20.21.16 | #436 |
Cittadino di Camelot
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" Lo vedi Elina....avevo ragione io, niente preti.......scusatemi buon uomo, ho la necessita' di incontrarmi con un uomo colto che sia un alchimista o un prete..questo non importa....ma non ho di certo la necessita' di trovare un ciarlatano..."......ero in attesa.....e non dissi niente altro ad Elina perche' ero in chiesa......ma avrei voluto ucciderla...mi sentivocome un cane che si mordeva la coda.........ne sarei mai uscita da quella situazione ?
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12-03-2013, 20.37.19 | #437 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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A quelle parole di Talia, quei cavalieri si scambiarono varie occhiate.
“Altezza...” disse Lhar “... ci occuperemo della vostra protezione senza in alcun modo interferire con le vostre mansioni. Saremo i vostri silenziosi Angeli Custodi.” “Sarà nostro compito” intervenne Kosev “allontanare da voi ogni questione a voi nociva. Nel rispetto del vostro ruolo.” “Io invece credo” fece Guisgard guardandosi intorno “che le belle parole potrebbero da sole tenere in piedi questo palazzo... cos'è? Romanico Goto, giusto?” “Cosa intendete dire, cavaliere?” Guardandolo Caryl. “Si, i pilastri sono slanciati” osservò Guisgard “e la copertura scarica il pesa direttamente al suolo... adoro questo tipo di costruzioni... sono rare a Capomazda... invece molto più diffuse al Nord...” “Parlo a voi!” Lo riprese Caryl. “Dicevo...” sorridendo sarcastico Guisgard “... che le belle parole potrebbero reggere un palazzo intero...” “Cosa intendete?” Chiese il capitano. “Che sua altezza fa tanti bei discorsi...” rispose il cavaliere “... rispetto del popolo, viaggi, mansioni, fiducia, libertà... e che non intende venir meno ai suoi compiti di sovrana... beh, il primo compito di uno sovrano è quello di restare in vita, garantendo così sicurezza al regno. Una principessa non può pensare di svolazzare libera come una farfalla. Forse dovrebbe avere veri Angeli come custodi per poterlo fare. Ah, dimentico sempre che in questa città non c'è Religione...” “Siete insolente!” Con durezza Caryl. “Siamo qui per proteggere sua altezza, no?” Replicò Guisgard. “Allora occorrono delle regole. L'avete detto tutti qui... siamo in guerra, no? Dunque è un periodo di emergenza e bisogna per forza adattarsi.” Guardò Talia. “Volete vincere la guerra, altezza? Allora restate in vita. Facilitate il compito a noi cavalieri. Al popolo basterà sapervi in vita e al sicuro. Di tanto in tanto comparirete dal vostro terrazzo o pronuncerete qualche discorso, giusto per far sentire alla città la vostra presenza. Per il resto seguirete le nostre indicazioni e adotterete alcune regole che garantiranno la vostra sicurezza.” Guardò gli altri cavalieri. “Sono d'accordo.” Annuendo Mamyon. “Vi è del buono in ciò che dice.” Alla fine anche Lhar e Kosev annuirono. Solo Xouf restò in silenzio.
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13-03-2013, 02.30.53 | #438 |
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I miei occhi ruotarono su sir Guisgard quando prese la parola e rimasero su di lui, inclementi, finché non ebbe finito di parlare.
Lo fissavo, senza che tuttavia nessun pensiero trapelasse dal mio sguardo... “Sapete...” dissi poi “Sarebbe un bene se questo palazzo si tenesse in piedi solo con le belle parole... già, perché risulterebbe certo più solido dopo il vostro arrivo qui!” Un breve momento di silenzio... brevissimo... “Vi dirò, sir Guisgard...” ripresi poi a dire, la voce più bassa e tagliente che mai “Non dubito che la vostra ironia da quattro soldi possa far colpo negli ambienti nei quali sarete solito adoperarla... taverne, locande, osterie e bassifondi in genere... ma qui a Corte, e maggiormente in mia presenza, vi informo che essa non può né potrà mai sortire il benché minimo effetto. Siete pertanto pregato di abbandonarla!” Lo scrutai ancora per un istante, gelida... poi i miei occhi ruotarono sugli altri, su sir Mamyon, poi su sir Lhar e sir Kosev... “Cavalieri... vi prego, non fraintendete le mie parole... non lasciatevi fuorviare dal fatto che il vostro compagno, qui, non colga le sfumature...” soggiunsi, con la voce più candidamente crudele che possedevo “Vedete... io non ho mai detto di voler essere avventata o spregiudicata semplicemente per il gusto di mettervi in difficoltà e rendere il vostro compito più difficile... lungi da me anche solo pensare questo! Ciò che ho detto è semplicemente che, per sua natura, il mio compito è irto di imprevisti e situazioni inattese... e mi aspetto che siate pronti a fronteggiarle!” Li osservai, uno ad uno... “E’ ovvio... è ovvio che non andrò al mercato, sir Guisgard. State sereno!” dissi “Ma potrei... potrei, ad esempio, ricevere una richiesta di udienza da parte di un cittadino in qualsiasi momento, miei signori... ed in quel caso non potrei, né vorrei, rifiutarla! Confido che possiate comprenderlo!” I miei occhi scrutarono di nuovo, attentamente, i cavalieri su di me e solo quando raggiunsero Guisgard vi indugiarono forse più del dovuto... poi, all’improvviso, li spostai sul quinto cavaliere, l’unico che non aveva ancora parlato... “Sir Xouf...” dissi “Qual è la vostra opinione, milord?”
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13-03-2013, 04.44.33 | #439 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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“Ecco...” disse la locandiera Clio “... nella selva...”
“Zitta.” Fissandola il marito. “Nella selva stanno accadendo cose strane...” “Vuoi stare zitta!” Urlò il marito. “Siamo colpevoli anche noi, sai?” Guardandolo la donna. “Col nostro silenzio!” “E cosa vuoi fare?” “Non voglio più stare zitta!” Esclamò la donna. “Prima hanno cacciato il vescovo, poi hanno fatto fuggire tutti i chierici! Non possono ora pretendere anche il silenzio su tutto ciò che sta accadendo!” “Pazza!” Fece il marito. “Vuoi rovinarci? “Possono impedirci di pregare” indispettita la donna “ma non certo di ignorare il Giudizio di Dio! E Dio ci condannerà per il nostro silenzio!” L'uomo chinò il capo. “Ormai da mesi” rivolgendosi la donna a Clio “spariscono misteriosamente fanciulli e fanciulle nella selva... in principio si pensava fosse a causa di lupi scesi a valle spinti dalla fame, ma nelle tagliole nessun cacciatore ne ha mai trovato uno... e poi se fossero stati davvero lupi, perchè aggredire solo fanciulli e fanciulle? No, non è opera di animali! La gente ha così cominciato a credere nella presenza di misteriose entità... allora le autorità, per evitare il nascere di superstizioni varie, ha imposto di non parlarne. Non si può parlare di queste sparizioni... ma come si può pretendere di zittire il dolore di madri e di padri davanti a simili tragedie? Come?” E mentre la locandiera raccontava tutto ciò, la madre della ragazza scomparsa continuava a piangere disperata.
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13-03-2013, 04.49.43 | #440 |
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I tre scudieri restarono colpiti nel vedere Altea parlare loro così.
“Fatemi capire, milady...” disse lo scudiero di Xouf “... vostro cugino manda avanti voi? Voi a difendere il suo onore?” “Beh, guardandola” fece lo scudiero di Lhar “vien quasi da chiederla come posta in palio!” E rise forte. “Vostro cugino sarebbe disposto a mettervi come premio se ci fosse una sfida, milady?” E tutti e tre risero. “Vedete, milady...” fissandola lo scudiero di Kosev “... forse i cavalieri bramano onore, ma noi scudieri vogliamo qualcosa di tangibile in caso di scommesse. E il denaro per noi lo è molto più dell'onore e della fama.” E di nuovo i tre si abbandonarono ad una sonora risata.
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