03-11-2010, 00.02.19 | #441 |
Cittadino di Camelot
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Erano passate forse due o tre ore da quando lasciai quella casa cosi ospitale, il sole iniziava a filtrare attraverso la fitta boscaglia .Il mio passo era attento come non mai, soprattutto dopo ciò che avevo sentito raccontare da messere louis. Avevo affrontato mille situazioni difficili, mi era stato insegnato che se si ama la natura lei ti ama, se la si rispetti lei ti rispetta.Quindi non dovevo temere questo immenso bosco, lui era parte di me..natura stessa. L'unica cosa che avrebbe dovuto farmi paura e di cui mi sarei dovuta difendere, sarebbe stato di certo "l'uomo" . Assorta nei miei pensieri, ad un tratto infilai la mano nella tasca del mio mantello e fu cosi che mi accorsi di non avere più con me la piccola chiave , da cui non mi dovevo mai separare. Fu cosi che mi disse l'abate quando lasciai l'abbazia" Conserva questa piccola chiave, portala sempre con te " . L'unica cosa che mi disse oltre questo è che questa chiave apriva un piccolo cofanetto che doveva rimanere custodito all'interno dell'abazia il qui contenuto , sarebbe stato per me un lasciapassare nel caso mi fossi trovata in grave pericolo.. Altro non mi disse. Uno stato d'ansia mi attraversò il corpo , mi voltai indietro e pensai che l'unico posto dove avrei potuto lasciare quella piccola chiave era nella piccola casa dei due cavalieri. Forse quando appoggiai il mantello su quella panca per sbaglio mi sarà scivolata.. Allora pensai " Se tornassi indietro forse riuscirei a recuperarla..." E a passo veloce ripercorsi quel sentiero....
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[SIGPIC][/SIGPIC][B][I][SIZE="2"][COLOR="Wheat"] Nessun sole potrebbe risplendere se gli occhi del cuore non ne vedessero la luce.(anonimo)[/COLOR][/SIZE][/I][/B] Ultima modifica di ladyGonzaga : 03-11-2010 alle ore 13.53.02. |
03-11-2010, 17.16.49 | #442 |
Cittadino di Camelot
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Feci come Guisgard aveva suggerito. Tra le fiamme corsi verso Llamrei e le tesi la mano per aiutarla ad alzarsi...
"Coraggio!" le dissi, sperando che in mezzo a tutta quella confusione mi riconoscesse e si fidasse "Andiamo via di qui!" Poi udii di nuovo la voce del cavaliere, mi voltai e vidi che stava attraversando una piccola apertura su di una parete laterale... feci così segno a Llamrei di seguirlo, poi mi lanciai io stessa oltre quel passaggio.
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03-11-2010, 20.37.49 | #443 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Giunti davanti a quel grande palazzo, Belven ed i suoi rimasero ad osservarne le alte mura, ricoperte da verdeggianti piante che calavano i propri rami giù dalla merlatura e le poderose torri che, eleganti e slanciate, sembravano tendere verso il cielo infinito.
Belven era pensiero, quando all'improvviso, dallo splendido verziere che si trovava oltre il grande portone d'accesso, una delicata figura cominciò ad avvicinarsi alla nobile compagnia. Era una donna di una bellezza non comune. La pelle bianca come l'albastro più puro e soffice come i petali di un pesco a primavera. Gli occhi scuri come la notte più magica ed ammaliante ed una cascata di capelli nerissimi, che avvolgevano un volto dai lineamenti perfetti. Le labbra cornose e rosse, come succosi chicchi di un dolce melograno, sembravano disegnare un sensualissimo bacio quando cominciò a palare. "Benvenuti nella mia dimora, nobili cavalieri..." disse "...possa la mia umile ospitalità donarvi il dolce ristoro per il vostro cammino..." Batté le mani e due ancelle si presentarono al suo cospetto. "Preparate le stanze per i nostri ospiti..." ordinò "... e voglio che siano sacrificate quattro coppie di tortorelle per celebrare l'arrivo di questa nobile compagnia..." "Milady..." prese a dire Belven "... veramente noi non possiamo fermarci o indugiare oltre... siamo in cerca dei nostri compagni, dispersi misteriosamente in questo bosco..." "Ora non troverete niente..." rispose la donna, quasi indifferente alle parole del cavaliere "... domani, forse..." E fece loro un inchino come a volersi far seguire. Ed entrò nel palazzo.
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03-11-2010, 20.50.22 | #444 |
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L'impeto di Morven fu temperato, ma non spento dalla brusca risposta che ricevette.
Egli non arretrò, restò in piedi di fronte al vecchio cavaliere, senza mostrare alcun timore nè remora. "Madonna Solitudine è di certo più avvezza a stare al vostro fianco, che non in compagnia di quella gentile fanciulla! Milady Gonzaga saprà perdonare la mia scortesia, e sono certo che quella gentile fanciulla approverà la mia scelta di non lasciare solo voi, in questo momento!" Vide che Luois era tornato, ostinatamente, a pulire la sua spada, e che lo stava quasi ignorando di proposito, come se avesse voluto allontanarlo da quella stanza. Ma non v'era altro posto al mondo in cui Morven avrebbe voluto stare maggiormente, in quel momento! E dopo essere finalmente esploso in quella dichiarazione, aveva tutte le intenzioni di andare fino in fondo a quel discorso, per bizzarro, innaturale e misterioso che fosse! "Ah, le illusioni e le immagini della notte..." prese a dire, con un tono intenso e carico di emozione "anche io li ho conosciuti, e sovente ne ho inseguito la scia, perdendomi... Ma esistono sogni effimeri, che portano gli uomini alla follia e che li rendono pazzi e disperati... ed esistono invece sogni che diventano emblema della nostra vita... sogni che ci insegnano a crescere e che ci fanno forti... sogni che ci prendono il cuore e che ci accompagnano per anni, come una donna amata ben oltre le nostre intenzioni, e ben oltre la vita... come una donna amata al punto che non riusciamo più ad immaginarci senza di lei!" Guardò Luois dritto negli occhi, quindi concluse: "Vi è stato dato in dono l'amaro compito di vedere la vostra esistenza finire insieme a quella di lei... però non siete morto, mio signore! Siete rimasto in vita! Credetemi, c'è ancora qualcosa che deve avvenire, e che voi dovete vedere!"
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"E tu, Morrigan, strega da battaglia, cosa sai fare?" "Rimarrò ben salda. Inseguirò qualsiasi cosa io veda. Distruggerò coloro su cui avrò poggiato gli occhi!" |
03-11-2010, 21.02.05 | #445 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Nello stesso momento, nei meandri più inaccessibili del bosco, Guisgard, Talia, llamrei e la ragazza di nome Argalia attraverso quel semibuio corridoio cercavano una via di fuga.
"Presto!" Disse Guisgard. "Dobbiamo affrettarci! Quei maledetti non ci metteranno molto a capire cosa è successo!" Percorsero solo un tratto di quel corridoio, quando Argalia cadde a terra. "Cos'hai?" Chiese Guisgard. "Non... non ce la faccio... se continuo a correre... sento che mi scoppierà il cuore..." Allora il cavaliere la prese sulle sue spalle. "Presto!" Rivolgendosi a Talia e a Llamrei. "Andate voi davanti, io vi seguo! Ma correte e non voltatevi indietro!" Ad un tratto il corridoio terminò in una sorta di volta, senza via d'uscita o passaggi apparenti. "Al diavolo..." mormorò Guisgard. Allora prese a battere col pomo della sua spada sulla parete di pietra. "Forse qui c'è qualcosa..." e cominciò a liberare i contorni di una piccola porta coperta dalla polvere. Lo sfondò ed un nuovo passaggio si aprì davanti a loro. Era buio e stretto. Ne percorsero un breve tratto, fino a quando giunsero davanti ad altre due porte di legno. "Destra o sinistra...?" Mormorò Guisgard. Un attimo dopo aprì una di quelle porte. E ciò che videro non fu affatto tranquillizzante. Vi erano iunfatti numerosi di quegli uomini tatuati ad attenderli. "Ecco, sapevo che la sinistra non porta che guai!" Esclamò Guisgard chiudendo la porta con forza. Rimase allora aggrappato a quella porta, mentre dall'altra parte gli eretici cercavano di riaprilrla. "Talia, ascoltatemi bene..." cominciò a dire il cavaliere "... aprite la porta di destra e fuggite tutte e tre via da qui. Io tenterò di rallentarli... restare qui tutti sarebbe solo un inutile suicidio... perciò scapperete insieme attraverso quella porta di destra, mentre io cercherò di tenerli a bada... e fate presto, che non resisterò a lungo!"
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03-11-2010, 21.46.09 | #446 |
Cittadino di Camelot
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Vidi quella splendida dama e dissi avano ragione quei due cavalieri che si sfidavano per questa donna è davvero bellissima poi mi girai e dissi che facciamo ora domandai entriamo e vediamo cosa ci attenderà e aspettai un cenno ho una mossa dai miei compagni
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fabrizio |
04-11-2010, 01.21.39 | #447 |
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Udii le parole di Guisgard ma le ignorai, guardandomi invece intorno freneticamente... doveva esserci un altro modo! Doveva!
Improvvisamente, colta da un’illuminazione, gli andai vicino e sfilai la sua spada dal fodero, conficcando poi la punta della lama a contrasto tra il battente e lo stipite e incastrando l’elsa contro lo stipite opposto. “Questo terrà la porta chiusa... per un po’ almeno!” dissi, poi afferrai il braccio del cavaliere e lo trascinai via prima che potesse realizzare cosa sarebbe accaduto alla sua povera spada di lì a qualche minuto... “Andiamo!” lo incitai, strattonandolo “Andiamo, vi farete uccidere un’altra volta! Pensate a sorreggere la ragazza, ora!” soggiunsi, indicando la giovane Argalia. Spalancai allora la porta di destra e li feci passare...
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04-11-2010, 01.36.54 | #448 |
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Nella casa di Louis, Morven sembrava voler quasi sfidare il vecchio cavaliere.
Le sue parole erano decise, forti e non tradivano timori. Louis lo fissò. "Cosa dovrebbe avvenire ancora?" Chiese senza togliere il suo sguardo dagli occhi di Morven. "E cosa dovrei vedere?"
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04-11-2010, 01.52.44 | #449 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Nello stesso momento, non nel bosco, ma sotto, Guisgard, Talia, Llamrei e Argalia, cercavano un modo per sfuggire da quell'Inferno.
"Non c'è bisogno che mi strattoniate tanto..." disse Guisgard a Talia "... cosa c'è? Temete par la mia persona? O forse avete paura di non aver possibilità di fuga senza di me?" E rise forte. Ma mentre stavano imboccando la porta di destra, l'altra porta, nonostante la spada di Guisgard che la bloccava, si sfasciò sotto i colpi dei loro inseguitori. "Ecco..." mormorò Guisgard voltandosi e poi fissando Talia "... pessimo piano il vostro..." Mise giù Argalia e corse a raccogliere la spada, mentre quei fanatci toglievano gli ultimi pezzi di porta rimasti. "Avanti, milady Sotuttoio!" Gridò a Talia, mentre con calci e colpi di spada tentava di tenere a bada i loro nemici. "Portate in salvo queste due dame... io troverò il modo di cavarmela! Ora andate che non riuscirò a rallentarli per molto!" Fissò ancora Talia e rincarò la dose: "Ho detto di muovervi! Proseguite e lasciate questo maledetto posto!"
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04-11-2010, 02.04.42 | #450 |
Cittadino di Camelot
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A quelle parole, il giovane trattenne quasi il fiato. Adesso che il cavaliere sembrava finalmente disposto a dare ascolto alle sue parole, si accorse che tutta la sua baldanza stava venendo meno.
Ora che occorrevano finalmente i giusti discorsi, Morven ebbe paura di non riuscire davvero a dire quello che doveva. Prese fiato, si avvicinò all'incudine, sostenendo lo sguardo di Luois e cercando ordine tra le sue parole. "Quando ero poco più che un fanciullo, io feci un sogno... vedete, signore, la mia nascita e le tradizioni della mia famiglia mi indirizzavano a strade ben distanti da quella della cavalleria... e tuttavia in questo sogno che feci, senza averne alcuna sollecitazione dalla realtà esterna che stavo vivendo, io venivo armato cavaliere. Io non posso narrarvi adesso ogni dettaglio della cerimonia che ho vissuto nel sogno, chè molti dei segni che ho visto stanno ancora cercando una collocazione e un senso. Ma quello che senza alcun dubbio debbo riferirvi, è che nel sogno c'era una spada... una spada cui la vostra sembra assomigliare incredibilmente!" Tacque un istante, fissò il cavaliere con uno sguardo ancora più intenso e deciso, quindi, con voce appena più bassa: "Per questo, signore... vi chiedo soltanto il favore di lasciarmi impugnare quell'arma, solo per attimo. Se non riuscirò a sollevarla da quell'incudine, come voi dite, vi giuro che non vi importunerò mai più con questa storia!"
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