20-01-2014, 01.44.26 | #481 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Karel entrò nella sala e tutti i presenti, senatori, dignitari, funzionari e militari, lo salutarono con riverenza.
E con un solo sguardo il bel principe abbracciò tutta la sala. E per un momento i suoi occhi indugiarono su Clio. Indugiarono forse più del dovuto. Raggiunse poi il centro della sala e prese posto per ascoltare i senatori. “Altezza...” disse Gheorgis “... la felicità nel rivedervi di nuovo qui con noi è di tutti... nessuno escluso... tuttavia non positivi auspici accompagnano il vostro ritorno qui nel reame... ritengo e penso di parlare a nome di tutti, che la vostra presenza qui sia troppo pericolosa... siete un bersaglio troppo semplice e troppo difficile da proteggere... il popolo vorrà vedervi, ascoltarvi, sentire la vostra presenza tutti i giorni in questi difficili momenti... e questo lo sappiamo tutti, come lo sanno anche i nostri nemici... i ribelli colpendovi potrebbero dare un durissimo colpo al nostro reame... per questo mi sento impaurito come non mai...” “Parlate per voi, senatore Gheorgis...” prendendo la parola Bool “... e per nessun altro... io invece ritengo che la presenza di sua altezza sia vitale per il nostro regno... il popolo riconosce in lui la forza dello stato... e dopo la partenza di Sua Maestà, il trono vacante è un simbolo di debolezza che, a mio giudizio, rende forti invece i nostri nemici...” “Cari senatori...” alzandosi Karel “... sono lieto della vostra apprensione e condivido che la mia presenza qui sia necessaria... quanto alla mia sicurezza, io preferisco morire cento volte qui tra il mio popolo, che vegetare invece al sicuro in uno dei tanti castelli del reame, lontano dal pericolo e indifferente al richiamo della mia gente.” “La vostra dialettica” fece Gheorgis “è come al solito eccellente, altezza... tuttavia un principe non può pensare a ciò che sente, ignorando poi il suo valore per il popolo... dovete restare vivo per infondere speranza e forza nella gente. Morto, con tutto il dovuto rispetto, servirete ben poco alla causa del regno.” “Beh...” replicò il principe “... visto che si parla della sicurezza, direi che il parere di un esperto, qual'è il nostro Capitano della Guardia Reale, sia più importante del nostro... non trovate, senatore?” Gheorgis annuì. “Voi cosa ne pensate, capitano Clio?” Chiese Karel alla ragazza.
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20-01-2014, 02.02.12 | #482 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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Quadro IV: L'ira di Belfagor
“Ah! Orrendo a dirsi, orrendo a vedersi con lo sguardo lo spettacolo che mi ha ricacciato indietro dal santuario del Lossia!” (Eschilo, Orestea) In quella sala, dove quasi ogni cosa appariva spropositata ed innaturale, dove l'altezza e l'ampiezza dei muri poteva contenere ciò che un uomo dominava solo con lo sguardo, era tutto imbandito per il sacrilego pasto di Passato. Accanto alla tavola vi era un grande braciere, nel quale ardevano scricchiolando tizzoni avvampati da lingue di fuoco, che parevano fluttuare tra il carbone e la cenere ardente. E il fumo, vagando per la sala, non trovando sfogo da porte o finestre aperte, incrostava le travi e le pareti, lasciando su di esse una patina di fuliggine nera che rendeva quell'ambiente ancora più cupo ed opprimente. Il pavimento era formato da terra mista ad una sorta di calce primitiva ricavata da fango e pietrisco, battute fino a renderle dure e compatte, come si usava negli antichi castelli Longobardi. Guisgard fece un cenno col capo e cominciò a suonare la sua ocarina. “Voglio una storia” disse il gigante, sistemandosi comodamente sulla sua colossale sedia “con una morale. Mi piace ricavarne dalle storie che ascolto.” “Certo, mio titanico uditore.” Sorridendo sarcastico Guisgard. “Avete sentito?” Rivolgendosi piano Hands agli altri cavalieri, che con lui stavano ben nascosti sotto la tavola, mentre Guisgard tentava di intrattenere quel mostro. “Parla di morale quel maledetto... lui che ha divorato i poveri Mein e Slash quando erano ancora vivi... che vada in malora insieme al demonio a cui obbedisce...” “Questa storia” recitò Guisgard “credo possa andare bene... un padre prese suo figlio e portandosi dietro il loro asino attraversarono vari borghi di un celebre ducato... in principio l'uomo scelse di far salire suo figlio sull'asino, mentre lui a piedi lo tirava per le redini... quando però arrivarono nel primo borgo lungo il cammino, qui alcuni criticarono quella scena... <<un padre costretto ad andare a piedi mentre suo figlio sta invece comodamente in groppa all'asino>>, dicevano... l'uomo, allora, fece scendere il suo figliolo dall'asino e vi salì lui... giunti però in un altro borgo, la gente del posto li fissava severamente... <<un povero fanciullo a tirare l'asino mentre suo padre se ne sta comodamente in groppa>>, mormoravano scuotendo la testa... l'uomo, così, salì anch'egli sul dorso dell'asino, arrivando in un nuovo borgo... ma anche qui ricevettero critiche dalle persone che vi abitavano, poiché la gente rimproverava loro che due su un povero asino erano troppo pesanti per l'animale... infine l'uomo, sconfortato, scese dall'asino e lo stesso fece fare a suo figlio, facendolo camminare così a piedi insieme a lui, mentre con le redini si portava dietro il somaro... ma nel successivo borgo che visitarono la gente li derise con vergogna... <<guardate,>> dicevano fra loro <<quei due hanno un asino e camminano entrambi a piedi!>> Ridendo di loro...” il cavaliere guardò il gigante Passato “... sapete riconoscere la morale di questa storia?” Passato apparve pensieroso. “Certo...” mormorò “... certo che posso trovarla... allora... vediamo...” e cominciò a rimuginarci su. E tanto quella cosa lo prese, che quasi si dimenticò dei suoi prigionieri. Guisgard allora, adagio, chiamò i suoi compagni. “Presto, salite senza farvi accorgere sulla tavola e portate bicchieri e coppe dove sta seduto il gigante... poi, con attenzione, versatene il contenuto su di lui...” “Vuoi bagnarlo con vino e liquori?” Fissandolo Emmas. “Pensi di farlo annegare forse?” Scuotendo il capo. “Sta zitto e fa come ti dico...” con un cenno della mano Guisgard “... e fate in fretta...” per poi dirigersi, a piccoli passi, verso il grande braciere che Passato teneva accanto alla sedia per scaldarsi. Qui il cavaliere estrasse una delle sue frecce e piano cominciò a far passare la punta sui tizzoni ardenti, fino a quando non divenne incandescente. Guardò poi i suoi compagni che avevano ormai fatto ciò che lui aveva ordinato loro. Fece così un cenno col capo e quelli versarono il vino e i liquori sul petto, sulla pancia e sulle gambe del mostruoso essere. E appena si ritrovò bagnato, Passato, che fino a quel momento era rimasto così assorto nel meditare sulla storia appena udita da non accorgersi di nulla, saltò su irritato. “Maldestri uomini!” Tuonò. “Guardate cosa avete fatto! Vino e liquori sprecati! Ora me la pagherete cara! Vorrà dire che mi disseterò col vostro sangue!” Ma non terminò neanche di parlare che Guisgard scagliò con il suo arco la freccia incandescente verso di lui, facendola finire sulla giubba pelosa di Gigante. E appena a contatto con il vino ed i liquori, la punta fece infiammare tutti gli abiti bagnati del mostro e in un attimo il fuoco avvolse la sua innaturale figura. Le urla del mostro, allora, cominciarono a scuotere la sala prima e l'intero castello poi, facendo scappare di nuovo sotto la tavola quei cavalieri. “Ah...” gridando dal dolore il mostro “... cosa mi avete fatto, cani...” mentre le fiamme lo avvolgevano sempre più “... cosa avete osare fare...” in breve il calore consumò i suoi abiti ed il fuoco prese poi ad attaccarsi sulle carni di Passato, che urlava e si dimenava sempre più per il dolore. Un dolore insopportabile che lo rese folle. Il titano demoniaco, così, iniziò a correre per l'intera sala, facendo tremare tutto il castello. Si lanciava contro i muri, tra le tende, persino sui quadri, con la speranza di far spegnere quel fuoco che lo consumava tra mille tormenti. Ma tutto era vano. Anzi, in breve il mostro fece incendiare ogni cosa nella sala, fino a quando il fuoco divampò in tutto il castello. “Mio signore...” in lacrime Passato “... aiutami... salvami con il tuo potere... non permettere che le fiamme mi vincano... aiutami, principe infernale...” Ma nessuno ascoltò quella disperata preghiera. Tutto questo mentre Passato si consumava, tra indicibili sofferenze, sotto lo sguardo implacabile di Guisgard.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO Ultima modifica di Guisgard : 18-02-2014 alle ore 01.50.43. |
20-01-2014, 14.53.32 | #483 |
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Vidi sul volto di Tyssen e Gyen perplessità alle mie supposizioni...e come dar loro torto..mille dubbi tormentavano pure me stessa...non dovevamo pensarci, il nostro compito era solo uno e nulla altro, quindi dovevo smetterla di pensare a altro e perchè avvertivo inquietezza.
Uscimmo così col frate e mi guardai attorno, nel giardino vi era proprio un novizio che stava lavorando la terra...e improvvisamente nel volto sentii del freddo, alzai lo sguardo al Cielo..nevicava leggermente..che sorpresa, finalmente sembrava l' Inverno avesse fatto un cenno dopo quel periodo di caldo anomalo..e il fraticello continuava a lavorare indomito, indifferente a quella leggera neve che stava cadendo..proprio come un guerriero di San Michele. Ci avvicinammo e il frate ci lasciò soli col novizio.."I miei omaggi frate Pich" e feci un leggero cenno col capo.."io sono lady Altea e questi i miei compagni in questo viaggio...messer Gyen e sir Tyssen" e feci cenno loro di venire più vicino.."Siamo giunti fino a questo monastero per cercare l' Abate Nicola ma ci hanno detto egli se ne è andato da molto tempo e fu vostro maestro..noi abbiamo assoluta necessità di trovarlo, abbiamo una missiva importante per lui..potete dirci qualcosa in più su di lui..e soprattutto se vi disse dove sarebbe andato?". Guardai per un attimo il paesaggio e pensai a un tratto alle parole del priore...ragazzi che dovevano essere esorcizzati per un qualche demone..rabbrividii e non capivo se per il freddo o per quel ricordo.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea |
20-01-2014, 16.24.27 | #484 |
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Il suo sguardo vagò per la sala, salutando tutti i presenti.
Per un momento, però, i suoi occhi si posarono su di me, ricambiai lo sguardo, seppur composto e fermo, per un tempo che mi parve infinito. Poi Gheorhis parlò, esperimendo anche i miei timori, ma, stranamente, il senatore Bool completò quanto mancava nel discorso di Gheorgis. Se solo quei due so mettessero d'accordo, saremmo molto più saldi. Ma ora c'era Karel, anche se il suo era solo un potere di prestigio e rappresentanza, il vero potere era nelle mani del senato. Mentre il principe parlava, sentii il mio cuore accelerare. Lui era davvero un uomo per cui valeva la pena combattere, un uomo da seguire, da proteggere. Quando mi interpellarono, feci un passo avanti, Avvicinandomi al centro della sala. "Altezza, ritengo che entrambi i senatori abbiano ragione... La vostra presenza qui è una benedizione, per noi e per il popolo, che vi sente vicino... Fino a ieri era inimmaginabile un entusiasmo come quello che avete suscitato per le strade... Temo, però, che non sia un bene per voi.. Esporvi vi metterà in pericolo, come vi ha messo in pericolo tornare qui.." Sorrisi "Anche se, in realtà, sareste utile alla causa del regno anche da morto, perché un maritire unisce sempre la popolazione.. Sarà compito della Guardia Reale fare un modo che questa ipotesi non si realizzi... La vostra sicurezza sarà una nostra priorità...". Stavo per esporre il mio piano per proteggere il principe, quando rammentai le parole del comandante Frakis: i ribelli avevano occhi e orecchie nel senato. Cercai gli occhi di Karel con i miei "Su questo dovrete fidarvi di me, altezza, non voglio annoiare questa nobile assemblea con dettagli inutili... Li riferirò a voi solo, se lo vorrete... La sicurezza dei membri della famiglia reale è un onorato compito che la Guardia Reale porta avanti da sempre.. E nessuno dei miei uomini sarà meno della divisa che indossa.. Avete la mia parola, altezza, che vi difenderemo da ogni male..." Sorrisi nuovamente "Naturalmente ci servirà la vostra piena collaborazione... Dovrete evitare imprudenze, ma non vi terremo segregato, state pur certo..". |
20-01-2014, 17.34.36 | #485 |
Cittadino di Camelot
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Il gioco d'azzardo era l'unione tra la freddezza del giocatore e la buona sorte.....Io puntavo sulla bramosia......il fatto che il pensiero dell'uomo fosse rivolto tutto alla sua vittoria.....lo aveva ripagato......ma il fatto che io avevo dalla mia la forza di Madre Fortuna era un'altra....." Bella mossa Colpen..devo dire che mi avete....colpita.....Bravo...veramente Bravo..."....i dadi erano tra le miei mani.....erano pronti....erano vivi...guardai negli occhi Colpen senza mai togliere lo sguardo e lanciai.......Dodici.....si'.....i dadi erano lì davanti a me.....dodici.....Volevo urlare di giubilo.........ma sapevo che se lo avessi fatto.......avrei ancor di piu' scatenato l'ira di Colpen......Mi voltai per guardare Daizer e vidi che non sorrideva......che diavolo stava succedendo....
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20-01-2014, 20.15.19 | #486 |
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“Sono d'accordo.” Disse Gheorgis dopo le parole di Clio “che sia la Guardia Reale ad occuparsi della sicurezza di sua altezza. Anzi...” aggiunse il senatore “... mi sentirei infinitamente più sollevato se sapessi la vita del nostro principe nelle fidate mani del capitano Clio. Per questo propongo una mozione straordinaria, nella forma di un Senato Consulto, in cui il nostro capitano sia nominato in via ufficiale guardia del corpo di sua altezza.”
A quelle parole, gran parte dei senatori presenti annuirono. “Utilizzare” intervenne Bloom “l'intera Guardia Reale come sorvegliante personale di sua altezza, con tutto il dovuto rispetto, mi sembra troppo. Le nostre milizie risulterebbero troppo indebolite.” “Senatore Bloom...” fece Gheorgis “... in parte condivido il vostro pensiero... tuttavia ritengo che basterà solo il nostro capitano, magari affiancato da alcuni dei suoi più fidati ed abili soldati, per occuparsi della sicurezza del principe. Resterebbe così gran parte della Guardia Reale ad occuparsi della difesa del reame. Senza dimenticare poi che c'è sempre la Guardia Ecclesiastica, che, se ricordo bene, definiste la prima milizia del regno.” “Sono d'accordo.” Prendendo la parola un altro senatore. “Non dimentichiamo poi che presto giungeranno i mercenari e dunque le nostre armate saranno ancora più numerose.” Anche Bool, infine, acconsentì e all'unanimità il Senato accettò la proposta di Gheorgis. “Benissimo...” alzandosi in piedi Karel “... credo dunque che l'assemblea abbia fatto in pieno il suo dovere per adesso. Gradirei allora ritirarmi. Manco da molto e vorrei riposarmi un po' nei giardini di palazzo. Capitano Clio...” fissando la ragazza “... se vi è permesso, gradirei discutere con voi circa il modo in cui vi occuperete della mia sicurezza. Vi attendo presso i giardini.” L'assemblea si ritirò.
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20-01-2014, 20.21.52 | #487 |
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I dadi rotolarono sul tavolo dopo il lancio di Elisabeth.
E si fermarono mostrando ciascuno un sei. “Dodici...” mormorò Daizer “... dodici!” Esclamò poi, dopo un primo momento di silenzio. “Porco mondo, ce l'abbiamo fatta!” Gridò, per poi lanciare un grido di vittoria. “Che donna!” Fissando Elisabeth. “Non so se sfidarla ad una partita o innamorarmene!” Facendole l'occhiolino. “Come può essere...” incredulo Colpen “... non è... non è possibile...” “Invece si, a quanto pare!” Ridendo il contrabbandiere. “E ora, come pattuito, fuori i miei cavalli!” Colpen lo fissò. “Perchè, come tutti sanno, la reputazione è tutto per un giocatore d'azzardo” continuò Daizer “e dunque ogni debito di gioco va pagato!” Colpen allora fece cenno ad uno dei suoi e quello uscì dalla locanda. Poco dopo ritornò. “I cavalli sono fuori, capo.” Disse a Colpen. “Prendi i tuoi cavalli” rivolgendosi quest'ultimo a Daizer “e non farti più vedere da queste parti, canaglia.” “Suvvia, è stato solo un tiro fortunato.” Divertito il contrabbandiere. “Comunque, noi abbiamo anche una certa fretta.” E con Elisabeth uscì dalla locanda. Fuori trovarono i cavalli e ritornarono così presso il casolare, dove i due monaci li stavano aspettando.
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20-01-2014, 20.29.31 | #488 |
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Pich ascoltò con attenzione Altea.
“L'abate Nicola” disse il novizio “è un uomo fuori dal comune. Dotato di una sensibilità straordinaria ed una conoscenza senza limiti. Egli sa leggere nei cuori e negli animi della gente e conosce come pochi altri la vera distinzione tra il Bene ed il male. Il suo carisma, la sua grande personalità gli hanno permesso di comparire davanti ai potenti del reame, vescovi, baroni, conti, duchi, fino alla corte del re, rendendo le sue parole moniti rispettati ed ascoltati. Persino i signori di Capomazda, uomini definiti dai loro stessi sudditi despoti illuminati, sembrano mostrare soggezione alla presenza dell'abate. Voi non mi crederete ma, io stesso ne sono stato testimone, anche i demoni durante i suoi esorcismi temono la sua presenza. Ed io lo amo come solo il figlio più devoto e l'allieva più sincero possono fare. Perdonatemi dunque ma temo di non potervi aiutare.” “Perchè mai?” Stupito Tyssen. “Egli aveva bisogno di solitudine per i suoi studi e per la sua meditazione.” Spiegò il novizio. “Per questo ha deciso di lasciare il monastero e ritirarsi in un eremo inaccessibile e sconosciuto agli uomini.” “Voi ne conoscete l'ubicazione?” Chiese Tyssen. “Si, io solo.” Annuì Pich. “E non ci indicherete quel luogo?” Domandò l'avventuriero. “Mi spiace, non posso.” “Allora mi chiedo...” fece Tyssen “... a cosa servono dunque gli uomini di Chiesa? Non sono forse rappresentanti di Cristo? La Sua Chiesa non è dunque nata per aiutare i fedeli? Come può il vostro abate svolgere il suo compito, la sua missione, se si nega ai fedeli bisognosi?” “Mi spiace, non spetta a me giudicare questo.” Rispose il novizio. “Io rispetto quanto l'abate mi ha riferito.” “Lady Consel” intervenne Gyen “ha bisogno di lui. Fino a quando l'Abate Nicola era a Capomazda, i Taddei potevano contare sulla sua saggezza. Ora però hanno più che mai bisogno del suo consiglio. Per questo siamo qui. Altrimenti l'intero reame potrebbe andare incontro alla rovina.” “Lady Consel?” Ripetè meravigliato Pich. “La Granduchessa? Perchè non mi avete detto subito di lei?” “Conta chi ha bisogno di aiuto?” Fissandolo Tyssen. “Non sono forse tutti uguali gli uomini? Non hanno il medesimo Destino?” “Messere...” replicò Pich “... i Taddei non sono uomini comuni... e ciò che riguarda loro, spesso, riguarda anche i loro simili...”
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20-01-2014, 20.50.51 | #489 | |
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Sorrisi teneramente a Sir Riccardo e poi dissi: "Rimembrate voi certo la favella che vi raccontai? La maledizione di quella donzella che al calar del Sole prende sembianza di acquatica ammaliatrice e con la comparsa della rosea Aurora ritorna alla sue vere fattezze? Non crederete certo che la mia sciagurata e travagliata vicenda sia una semplice novelletta?".
Accostai l' orecchio alla parete di ghiaccio e sentii quello che disse il Capo dei Briganti: Citazione:
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Il cuore di una dama apprende solo la bontà, la sua beltà sostiene i cavalieri, il suo coraggio difende gli inermi e la sua mente conosce solo la verità!!! Eilonwy Ultima modifica di Eilonwy : 20-01-2014 alle ore 21.27.34. |
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20-01-2014, 20.53.53 | #490 |
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Senza proferire parola seguii le parole del frate Pich...e i battibecchi di Tyssen.
"Tyssen..non è il caso di fare una polemica..questo frate avrà i suoi motivi per non voler dire dove si trova l'abate, se egli si è dato all'eremitaggio altrimenti avrebbe una fila di persone che lo disturbano ovvio...ma ha capito da Gyen che è una questione importante, e noi non conosciamo i Taddei ma ora stiamo operando per loro." Mi rivolsi, gentilmente, al frate.."Quello che ha detto Gyen, è vero...noi lo stiamo cercando per recargli una missiva custodita in questo scrigno" e glielo mostrai "e Lady Consel vuole l'aiuto di Abate Nicola per qualcosa di pericoloso per il suo regno e la famiglia..ora volete dirci dove si trova?"
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Romanzo I pilastri della terra (Ken Follett) | Hastatus77 | Libri | 24 | 19-03-2011 17.02.55 |
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