Fantamas minaccia il mondo

[Guisgard]

“Due bicchieri di vino rosso.” Disse Elv al cameriere. “Avanti...” poi a Gwen “... mi parli un po' di lei... sono curioso, visto la conosco pochissimo.” Sorridendole.

[Lady Gwen]

Gli sorrisi enigmaticamente.
"Mi dica lei cosa vuole sapere..." riformulai allora io, curiosa di sapere cosa mi avrebbe chiesto.


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[Destresya]

Lo osservai per tutto il tempo in cui finì il suo drink con un'espressione indecifrabile.
Quel tipo era davvero un mistero, ma se era dei servizi segreti non sarei dovuta essere sorpresa.
Nel mio soggiorno nel XX secolo avevo potuto ammirare i film degli agenti segreti, e immaginai che uno come lui ci si ispirasse.
Nascosi un risolino divertito a quell'idea.
Chiese un'auto, e una volta che ce la consegnarono partimmo per il commissariato.
Avrei dovuto fare finta che fosse lui il capo, e la cosa non è che mi ispirasse granchè, ma immagino che gratificherebbe il suo ego.
"Conosce la strada, signor Fessen?" gli chiesi, sistemandomi nel posto del passeggero.
Dopotutto se era il capo era più corretto che guidasse lui.

[Guisgard]

"Non so... un pò di tutto..." disse Elv a Gwen, mentre il cameriere portava loro il vino "... come mai è qui, cosa sogna per il suo lavoro, che tipo di ragazza è..." alzando il bicchiere "... salute." Brindando.

[Guisgard]

Salirono sull'auto e partirono.
“Naturale.” Disse Fessen guidando. “Dopotutto ora in pubblico devo sembrare il capo, mentre lei la mia bella assistente.” Guardando tutta Destresya seduta accanto a lui. “Ah, se apparirà svampita e oca magari sarà più credibile. Lo dico nell'interesse della nostra copertura.” Divertito.

[Lady Gwen]

Ascoltai attentamente la valanga di domande, un attimo prima che arrivassero i calici di rosso.
Il primo istinto fu quello di fiondarmici subito, ma decenni e decenni di forgiato autocontrollo mi avevano insegnato ad avere la meglio sul mio corpo, quale che fosse il suo bisogno.
Così presi il calice e ricambiai il brindisi, poi sorseggiai il liquido scarlatto e corposo che per un po' riuscì ad estinguere le fiamme, prima che quelle tornassero indignate a torturarmi visto che non era ciò di cui avevo veramente bisogno.
Ma avrei dovuto aspettare e la leggera brezza marina che trasportava fino al mio sensibile olfatto il suo buonissimo profumo non mi aiutava.
"Sono qui per un nuovo inizio, un nuovo start da cui ripartire e forse ciò è un po' collegato a ciò che sogno per la mia carriera. Un nuovo punto di partenza per il raggiungimento di un obiettivo."
Non era del tutto falso.
Speravo di poter continuare la mia ricerca e di poter riuscire dove gli altri avevano fallito e poi erano stati brutalmente interrotti.
Ancora il pensiero mi distruggeva.
"È difficile dire di me che tipo di ragazza io sua, dovrebbero dirlo gli altri, non crede?" con un vago sorriso, prima di bere un altro sorso.

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[Destresya]

Gli lanciai un'occhiataccia.
"Ah, addirittura la sua assistente dovrei essere?" con aria poco convinta.
"Perchè è davvero così impossibile che ci sia semplicemente una donna nella squadra? Ah, dimenticavo che siamo nel XVI secolo!" alzando gli occhi al cielo.
Ci ero stata, nel XVI secolo.
Bellissimo, davvero, anche se il corsetto era una seccatura.
Scossi la testa, non si poteva ragionare con quel tipo, e mi misi ad osservare il panorama intorno a noi.
"È davvero bellissimo qui.." mormorai, quasi tra me e me, guardando il panorama.

[Guisgard]

"Beh, io non posso dirlo..." disse Elv bevendo "... visto non la conosco bene... e sfortunatamente non conosco neanche nessuno dei suoi amici che può parlarmi di lei." Divertito. "Quindi, cara dottoressa, dovrà essere lei a raccontarsi." A Gwen con un sorrisetto.

[Guisgard]

Fessen rise.
"Andiamo, dobbiamo essere credibili." Disse a Destresya. "Non crede? Io quindi sarò il brillante capo troupe, mentre lei la bella e giovane giornalista in carriera, svampita ed oca, che crede di poter scalare le vette del successo solo con la sua bellezza." Facendole l'occhiolino. "Sono certo che è bravissima anche come attrice, capo." Ridendo di gusto.

[Lady Gwen]

Accennai un sorriso, fissando senza vederlo veramente il mio dito che percorreva il bordo arrotondato del bicchiere, con aria meditabonda.
"Beh, mi ritengo una persona sensibile e testarda in egual misura, caratteristiche che mi hanno portata ad avere un rapporto altalenante di amore e odio coi miei studi medici..." dissi, con tono sornione.
"Può sembrare il contrario, ma non sempre sono una persona particolarmente espansiva" sorridendo appena.

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