11-01-2012, 03.24.53 | #41 |
Cittadino di Camelot
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Era tempo di tornare sui miei passi, il passaggio nella locanda è stato lungo e ristoratore per i miei sensi e il mio animo. Ricordavo ancora il candido volto di Suor Petra e del suo povero figlio in quel "finto" monastero.... ciò mi aveva dato e insegnato molto.
Tiraì a lucido il mio armamento e preparaì Belfagor per il nuovo viaggio, non vi era ancora nessuno...il mio maestro e compagni erano ancora nelle stanze; presi tempo e lo dedicaì al combattimento a cavallo con arco e al duello. Usaì due secchi presi lì, iniziando la sessione: "Non c'è niente di meglio che un pò di sano allenamento" dissi sorridendo. Ultima modifica di Parsifal25 : 11-01-2012 alle ore 03.29.30. Motivo: Testo |
11-01-2012, 03.35.37 | #42 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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“Tieni alto il braccio, ragazzo!” Disse all’improvviso una voce a Parsifal, mentre questi si stava allenando. “La lancia deve essere la tua prima difesa! Prima ancora dello scudo! E la spada… la tieni troppo in basso! Il braccio non deve mai distendersi tutto per estrarla! In singolar tenzone ti sarebbe fatale!”
Gettò a terra ciò che restava della mela che stava mangiando e si avvicinò a Parsifal. Era un cavaliere alto e robusto, ben fatto e dal nobile portamento. Aveva con sé un cavallo bianco come la neve che tirava a sé con delle redini di raffinata fattura.
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11-01-2012, 03.40.57 | #43 |
Cavaliere della Tavola Rotonda
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II Quadro: Nel Bosco di Suessyon
Ci sono pochi posti al mondo paragonabili al verdeggiante Bosco di Suessyon. Una terra che ha perduto la verginità del suo suolo in epoca ormai remotissima. In qualsiasi angolo di questa sterminata macchia verde è possibile trovare qualche traccia di uno dei tanti passati che l’hanno attraversata e ormai ignoti alla memoria umana. Popoli antichi, con credi e tradizioni ormai dimenticate, hanno percorso, vissuto e combattuto in queste terre. Il Casale degli Aceri, così comunemente chiamato, è l’unico edificio che sorge in questo luogo per gran parte selvaggio e abbandonato. Anticamente appartenuto ad un potente duca Longobardo, che ne fece la sua riserva di caccia, il casale venne poi donato dal vescovo agli adepti dell’Ordine Cavalleresco della Luna Nascente, che ne fecero la roccaforte del loro ordine. Oggi ben poco resta dello splendore della Luna Nascente. E proprio nell’antica dimora dell’ordine, l’ultimo di quei cavalieri, vecchio e stanco, si è rifugiato dai clamori del mondo. Immerso in quell’idilliaco scenario, circondato da un vasto stagno, noto come il Lago Regio, il casale si erge come ultima testimonianza dei valori della Luna Nascente, tra il gorgoglio delle acque riscaldate dal Sole e il fruscio delle foglie accarezzate dal vento. Talia, leggera e silenziosa, con la luce ad illuminarne gli occhi e la brezza a giocare coi suoi capelli, osservava il Cielo riflesso sulle acque del laghetto, mentre il ricordo di quel sogno ancora la turbava. All’improvviso una sagoma, muta e solenne, le apparve alle spalle in quel riflesso. Osservò la ragazza ed accennò un sorriso. “Talia!” Gridarono alcune voci lontane. “Talia, dove sei?” Un attimo dopo alcuni ragazzi, sudati e sorridenti, raggiunsero la giovane e il vecchio cavaliere presso il laghetto. “Guarda, è per te, sorellina…” disse uno di loro, mostrando alla ragazza una collana fatta con fiori intrecciati “… alcuni di noi hanno raccolto i fiori, altri li hanno poi intrecciati… mettila, è di buon auspicio…” “Avete finito gli esercizi?” Domandò il vecchio cavaliere. “Si, maestro.” Annuirono tutti. “Stamattina” fissando il bosco l’anziano uomo “l’ho visto… correva tranquillo, senza alcun timore… ormai queste terre non sono più battute da cacciatori da tempi immemori… questo vi faciliterà il compito.” I ragazzi guardarono tutti il loro padre adottivo. “Se riuscirete a catturarlo” continuò questi “celebreremo la vostra impresa con una bella festa… e banchetteremo con le tenere carni di quel cervo.” “Allora esiste davvero il Cervo Bianco, maestro?” Domandò uno degli apprendisti cavalieri. “Certo, l’ho veduto io stamattina.” Annuì il vecchio cavaliere. “Catturatelo e saprò che siete pronti.” “Ci riusciremo, maestro!” In coro quegli aspiranti cavalieri. “Erano anni che non vedevo un Cervo Bianco in queste terre…” mormorò il vecchio cavaliere una volta rimasto solo con Talia “…quel giorno stavo attraversando il bosco insieme a lui… lo vedemmo entrambi…” si zittì improvvisamente, mentre il vento scivolava sul suo volto pensieroso e rugoso. L’aveva fatto. Aveva rotto il suo giuramento. Aveva di nuovo parlato di lui. Una volta sola l’aveva fatto prima di quel momento. Fu un attimo e si destò subito. “E tu, ragazza mia?” Fissando Talia. “Come mai sei qui? Solitamente vieni a passeggiare presso il lago quando qualcosa ti rende pensierosa o turbata…”
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11-01-2012, 09.12.11 | #44 |
Cittadino di Camelot
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Io e il maestro ci dirigemmo presto verso il molo e ivi trovammo il Carrozzone, pieno di gente effervescente dalla emozione. Il mio maestro iniziò a scrutare l'imbarcazione e conversare con il marinaio, io ascoltavo in silenzio e condividevo le parole del mio maestro....eppure in me era ferma la volontà di sapere ciò che avremmo potuto scoprire e ammirare in questo viaggio.
Guardai il marinaio..."Ecco a voi due taddei, uno per me e uno per il mio maestro", guardai il maestro sorridendo per cercare di convincerlo.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe "Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit. "I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam) "La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea Ultima modifica di Altea : 11-01-2012 alle ore 11.59.21. |
11-01-2012, 10.52.36 | #45 | |
Cittadino di Camelot
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"Amore non è amore se muta quando scopre un mutamento o tende a svanire quando l'altro s'allontana [...] Se questo è errore e mi sarà provato, io non ho mai scritto, e nessuno ha mai amato." |
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11-01-2012, 12.20.51 | #46 |
Cittadino di Camelot
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Ascoltai i due monaci attentamente e poi dissi ve li impresto io i due taddei per me non è un problema continuai a dire che ne pensate chiesi mentre finivo di mangiare la mia minestra
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fabrizio |
11-01-2012, 12.47.49 | #47 |
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La piccola carovana procede verso ovest,il sole di inizio autunno,pur pallido,li segue piano nel suo corso,man mano che tutti avanzano,il sole,come ad anticiparli,si dirige verso i teneri monti sormontando quel compatto e silenzioso corteo aggregatosi per il viaggio.
Chantal monta il suo cavallo e se ne sta dietro a tutti,intrattenendosi a guardarsi intorno,desiderosa di immortalare nei suoi occhi quello scenario talora smeraldino talaltra ambrato. "Chantal,non rimanere troppo indietro,è pericoloso mentre attraversiamo la selva.Dice il cavaliere che segue il corteo. "Sta tranquillo,Pierre.Cosa potrebbe mai accadermi in un posto così .."Risponde la fanciulla. "E' pur sempre una vallata,e le fiere sono all'erta in questo periodo dell'anno." Una voce dalla carrozza,poi,ordina al cocchiere:"Fermatevi al lago.Lì i cavalli potranno abbeverarsi e noi tutti ristorarci da questa calura." Chantal smonta da cavallo e si porta sulla sponda.. "Che acque cristallinne,non ne ho mai viste di così azzurre.Prendiamone una boccetta da tenere in ricordo di questa giornata!Vieni,aiutami,tienimi la mano." "Vuoi depredare anche il lago?Non ti è bastato raccogliere un fiore ogni cento piedi?E poi sono verdi,si,sono verdi!"La voce alle sue spalle.. "Azzurre,invece,ti dico che sono azzurre!" "Ma se è così palese.Sono verdi.Tutte queste fronde..e le piante acquatiche nei fondali,emergono e sono verdi,non vedi che sono verdi?" "Io dico che sono azzurre!Sei tu che le vedi verdi,perchè i tuoi occhi sono verdi!" "Cosa dici,sciocchina..ci manca solo che le acque si tingano del colore degli occhi di chi le guarda.." "io ti dico che è cosi! I tuoi occhi possono!..Comunque..non crucciarti,sono azzurre!Vuoi che te lo dimostri?" "Si.Voglio proprio vedere.."Sorridendole il cavaliere. "Nuvole!..Nuvole!..Accorrete,presto!Specchiate vi in queste acque e tingetele del colore del Cielo!" "Sembra che ti obbediscano,ora le acque sono lo specchio del Cielo!"Continuando a sorridere il cavaliere,e guardando la fanciulla con ammirazione,non più destato da meraviglia. "Si.,mi obbediscono,ed ora le acque sono azzurre!"Risponde la ragazza,poi turbata da un rumore improvviso:"Cosa è stato!" "E' lo scalpitio di un cavallo,Chantal!" "No,Pierre!..E'...qualcosa che corre nella boscaglia e percuote le fronde e la terra..Guarda,Pierre.Guarda!E' un cervo,un meraviglioso cervo,ma sembra..sembra bianco!"Correndogli incontro la ragazza. Ad un tratto una freccia scoccata si posa nel terreno. Scappa,cerbiatto,scappa!"Urla la ragazza. "Cosa succede qui,Chantal?"Accorso il cavaliere. "Qualcuno da la caccia al cervo,Pierre,è terribile!" Gli risponde la ragazza mentre sopraggiunge una figura a cavallo.E' un cavaliere:"Ehi!Lo avevo quasi preso!Ma come vi è saltato in mente,mademoiselle?Se non avessi deviato in tempo la traiettoria del dardo vi avrei presa dritto al cuore dal momento che vi siete frapposta tra me e il cervo.State bene,medemoiselle?" "Io sto bene,grazie al Cielo,ma il povero cervo è ancora in pericolo se gli danno la caccia.Dunque,avete scoccato voi la freccia?Bhe,ringraziate il vostro Santo protettore che io sia giunta in tempo,poichè se l'aveste ucciso avrei pregato Nostro Signore di punirvi amaramente!" "Allora sarei stato io in pericolo!Comunque,io non lo avrei mai ucciso,statene certa,milady!" "Lascia stare,Chantal,torniamo dai tuoi,saranno in pena!"Allontanandosi Pierre e stringendo a sè la fanciulla. "Speriamo trovi un buon rifugio!Povera bestiola!Come può un cavaliere provare gusto a cacciare creature indifese,e non nutrire pietà nel suo cuore?Hai visto gli occhi di quel cervo,Pierre,come erano sgranati dallo spavento?Credi che dicesse sul serio quell'uomo,lo avrebbe graziato?" "Non lo so,Chantal,ma i suoi occhi..hanno qualcosa,qualcosa di..non so,forse è solo un'impressione!..Sono certo,però,che il Cielo ti benedirà d'averlo tratto in salvo,quel cervo.Hai fatto una sciocchezza,però.Potevi morire,ed io non avrei potuto proteggerti perchè ero troppo lontano.Giurami che non sarai più così imprudente!E comunque,signorinella,non puoi affrontare gli uomini in questo modo,sei una donna,oramai." "Donna o non donna,non approvo che un uomo uccida,e per di più una creatura innocente e meravigliosa!"Poi,guardando Pierre:"Lo giuro,Pierre.Ti giuro che sarò più cauta." "Chantal..Chantal..sai che ti voglio bene?" "Ah!Mi vuoi bene.."allontanandosi imbarazzata lei.. Chantal de la Merci, figlia di Savier de la Merci,ex comandante della Gardia Reale,stringeva forte al petto la lettera che aveva ridestato in lei quel ricordo tanto dolce alla sua bocca,tanto caldo al suo cuore. La lettera. Era giunta al mattino e l'aveva messa in fremente agitazione. Non comprendeva cosa l'attraversasse,se una forte emozione,o un'irrefrenabile desiderio di piangere,fatto stava che Chantal lesse e rilesse quelle righe molte volte,da sola,nella sua camera.. Mia adorata Chantal, Dio solo sa quanto è stata lunga e penosa la lontananza da voi tutti,ma ciò che più mi addolora,e mi rammarica,è il non poter udire al mio risveglio il fragore della tua fresca risata mentre corri nel roseto di buon mattino. E mi manca non poterti guardare negli occhi,mentre luccicano di gioia,quando all'ora di cena sei solita recitare la preghiera di ringraziamento per il cibo venuto da Nostro Signore. Le incombenze di un cavaliere mi hanno spinto a sud,in terre paludose e desolate dove ho conosciuto molti sguardi immersi nella miseria e nella povertà,eppure,ancora pregni di dignità e capaci di squisita e benevola ospitalità. Ma oggi ho fatto ritrorno presso la casa che un tempo ospitava me ed i miei fratelli,prima che io mi trasferissi presso di voi. Rimarrò in paese per i giorni che Dio ha previsto per me,prima di ripartire ancora. Ti confido che avrei piacere che tu e la tua,oramai mia,famiglia,mi raggiungeste per trascorrere insieme la fine di questo inverno reso caldo da ogni tuo messaggio giuntomi,con mia insperata gioia,all'inizio di ogni mese. Ed ho bramato che i mesi si susseguissero velocemente per poter assaporare in fretta quel dolce momento che mi viene da te. Ho intinto un angolo della lettera,quello che stringerai più forte tra le dita,in quella boccetta di acqua del lago di cui mi facesti dono.Profuma di quel giorno,profuma di speranza. E avevi ragione,sono azzurre non verdi,azzurre come la giovinezza che ti vede in fiore. Nell'augarmi di potermi sincerare presto sulle condizioni di salute tue e dei tuoi cari,e ardente di desiderio di riabbracciarti,ti lascio un bacio,mio piccolo fiore. Un bacio come pegno del mio cuore che da sempre non è più con me,ma lì con te." Tuo, Pierre. Da quando la famiglia de la Merci aveva lasciato Camelot,non vi era stato più modo di farvi ritorno,alloggiavano ora nelle ridenti terre a sud della vallata del fiume Calars. Ma era giunto il giorno. Il giorno in cui avrebbero ripercorso nella direzione opposta quel viaggio che le era rimasto nel cuore,quando tutti insieme,dopo il congedo del padre,armati di sogni e speranze,avevano deciso di stabilirsi in campagna. Eppure..quella campagna che prometteva solo gioie e luce non procurava più lo stesso piacere a Chantal,percosa da un profonodo senso di solitudine dopo la partenza di Pierre. Il rumore della porta che cigolava la costrinse a ripaprire gli occhi,ancora colmi di lacrime. "Vi prego,entrate,è già tutto pronto?"Chiese la ragazza alla governante che era appena entrata nella stanza per depositare nel baule da viaggio la biancheria fresca di bucato. La donna le sorrideva amorevolmente,la bambina allevata con tante premure ora era una donna e lei aveva sempre desiderato per quella dolce creatura che le faceva battere il cuore come una madre,una felicità senza pari.Ma da quando Pierre era partito,i suoi occhi erano sempre velati di tristezza. Il padre di Chantal,dal canto suo,amava Pierre con un figlio,per questo aveva acconsentito a questo viaggio. Tutta la famiglia era in partenza,finalmente,per poter raggiungere il ragazzo cresciuto presso di loro sino a che,divenuto un uomo,aveva imbracciato anch'egli la sua vocazione. "E il ritratto,quello della saletta,avvolgetelo in un morbido panno perchè sarà il mio dono per il più grande cavaliere che sia mai nato!"Continuò Chantal con voce di commozione e senza attendere che l'operosa donna le rispondesse. La lasciò,quindi,alle sue mansioni e si diresse con cuore tremante ad imboccare le scale che portavano al piano di sotto:"Anzi,no.Torno subito."Voltandosi verso la brava e buona donna."Vi prometto che darò una mano col bagaglio ma ho pensato di riporre io stessa quella tela affinchè non resti danneggiata dal trasporto." La donna annuì compiaciuta. Poi,Chantal raggiunse la saletta che dava sul roseto e lì,accanto alla finestra l'attendeva quello sguardo dolce e malinconico della donna ritratta. "Vuoi rivederlo anche tu,vero?"Disse Chantal mentre fissava la tela. Posò,quindi,la mano ad accarezzare quel volto ritratto certa che,con ella,anche quella figura sentisse fremere il suo petto per l'attesa che la separava da quel viaggio che la ragazza già sentiva essere lungo e interminabile. Ultima modifica di Chantal : 11-01-2012 alle ore 12.59.06. |
11-01-2012, 13.27.00 | #48 |
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".....Tieni alto il braccio..." mentre continuavo la mia sessione, una voce elegante mi correggeva. Mi voltaì nella direzione dove sentì la voce e vidi un uomo avvicinarsi.
Incrociando lo sguardo di costui un profondo senso di rispetto ed emozione mi attraversò, non sapevo spiegarlo, era accompagnato da uno splendido destriero che sembrava sereno e tranquillo accanto a lui. Interuppi la sessione e dissi: "Nobile signore, cosa vi porta da queste parti? Il mio nome è Parsifal e sono un Cavaliere dei Longiniu. Siete.... un maestro d'arme? Perchè le confesso, non ho mai pensato che la mia tecnica di spada fosse ancora sporca......eppure ho sempre cercato di migliorarla con ore e ore di allenamento." Deposi la spada nel fodero. |
11-01-2012, 14.08.27 | #49 |
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Abbassai gli occhi ed osservai la collana di fiori che i miei fratelli mi avevano messo tra le mani. Sorrisi. Poi, lentamente, la indossai ed inspirai il tenero profumo delle pervinche.
Rimasi per qualche attimo così, sfiorando delicatamente quei fiori con un dito. Infine sollevai lo sguardo sull’anziano uomo di fronte a me... “Stanotte ho fatto di nuovo quel sogno!” mormorai, senza preamboli “Ho rivisto il bambino e la figura di luce... non sono riuscita a distinguere dove fossero... solo per un attimo, ad un tratto, mi è parso di scorgere i contorni di un giardino, un verziere... appena per un istante! Ed a quel punto è accaduto qualcosa di stano... ho avuto come la sensazione che la figura di luce fosse arrabbiata... ma non so il perché!” Sospirai e tornai a scrutare le acque tranquille del lago... “Non capisco!” confessai dopo un istante “Perché faccio questi sogni? Cosa significano? Che cosa devo fare?” Il silenzio cadde tra noi per qualche momento... il Maestro era sempre stato molto più che un padre per me, era il mio mentore, l’unico che sapesse tutto di me e a cui non avevo mai nascosto nulla. Mi fidavo di lui più che di qualsiasi altro essere umano. “La mia mente si sta indebolendo!” dissi ad un tratto “Di solito, quando medito, ti sento arrivare... talvolta riesco a percepire i miei fratelli anche se sono lontani... ora non è più così!” I miei occhi tornarono su di lui, fissandolo intensamente... “Devo riuscire a capire perché quelle immagini mi sono state mandate in sogno... devo riuscire a capire che cosa mi viene chiesto in questo modo! La mia mente non si placherà finché non avrò fatto questo!” Mi stava scrutando con quel suo sguardo penetrante... Gli sorrisi e mi alzai. “Hai davvero visto il Cervo?” chiesi, scrutandolo a mia volta... riuscii a percepire l’oppressione dei suoi pensieri a quella mia domanda ed una vaga tristezza ben chiusa in fondo al cuore... “Non hai mangiato stamattina!” dissi allora in tono leggero, cambiando discorso, andandogli di fronte e prendendolo sottobraccio “E nemmeno io! Vieni... torniamo a casa!”
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** Talia ** "Essere profondamente amati ci rende forti. Amare profondamente ci rende coraggiosi." |
11-01-2012, 14.51.45 | #50 |
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Stavo osservando il biglietto blu che mi avevano dato quando sentii che qualcuno urlava la partenza..
<<Già si parte?>> Ero ecccitato da un lato e triste dall'altr..è vero il Maestro è sempre stato duro con me ma in fondo mi voleva bene e io ho inseguito un sogno... Se quella donna non sarebbe arrivata non sarei mai salito qui.. Quella donna.. Ripensandola sentivo magia in lei.. Ma non Magia buona bensì magia nera.. Ma di quella davvero molto oscura.. Chissà chi era.. Sul ponte iniziò a crearsi fermento tra gli ultimi arrivati e tra chi già aveva comprato il biglietto.. Il vento soffiava tra i miei capelli rossi e il sole accecava i miei occhi azzurri.. Era una giornata bellissima e il calore del fiume arrivava sino al ponte della nave.. Ad un certo punto la sentii altra magia.. Ma da dove arrivava? Entrai nei corridoi interni della nave.. C'era poca gente sopratutto marinai.. Ad un certo punta arrivai ad un vicolo ceco ma la sentivo ancora.. Cos'era quella magia che percepivo?
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